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Autore: Emmas_dreams    02/01/2017    1 recensioni
Una anno, per una anno Emma dovrà stare dall'altra parte del mondo.
Una casa contenente una famiglia ormai a pezzi,
Un ragazzo scontroso e che apparentemente la odia,
e una scuola dove tutti hanno il ruolo di giudici e giurati.
Come farà Emma ha superare QUELL'anno?
~"ragazzina ti avverto di starmi lontano non sono ciò che vuoi!" Disse lui in tono serio e che metteva i brividi, i suoi occhi verde menta erano in forte contrasto con i suoi capelli corvini ed Emma in quel momento non sapeva se aveva più paura di lui o di se stessa e di ciò che provava.
"Va bene" disse piano e mentre fece per andarsene qualcosa la bloccò, o meglio, qualcuno.
Travis le stringeva forte il polso e la fece girare di scatto verso di lui.
Si guardarono per un attimo persi nei loro pensieri e nelle loro insicurezze, era un silenzio di quelli assordanti che ti mangiava vivo.
"Però tu sei ciò che voglio io" disse il ragazzo piano e in quel momento Emma capì che quell'anno sarebbe stato indimenticabile sotto molti punti di vista.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Pensavo che l'amore fosse un sentimento misurabile, controllato, cauto e sicuro.
Dei sentimenti da cui potessi sfuggire chiudendo gli occhi e in cui potessi immergerti riaprendoli, non pensavo che la vita di una persona potesse condizionare a Tal punto la mia e soffrivo, soffrivo ogni giorno non sentendomi mai abbastanza contraccambiata, cercavo di fare finta di nulla, Travis aveva fatto enormi passi avanti dopo quella festa che mi sembrava così lontana ma che in realtà non era avvenuta neanche un mese prima.
"A che pensi?" Mi chiese lui mentre finivamo il nostro gelato passeggiando per venice beach, eravamo usciti un po' in giro per la città quella mattina dato che io non l'avevo ancora vista del tutto, eravamo andati a vedere tutte le stelle nel marciapiede di tutte le varie star anche se mi vergognavo un po' per il fatto che ne conoscessi solo poche e poi avevamo preso un gelato facendo un giro per la spiaggia, c'era una bella giornata anche se il vento che veniva dal freddo oceano mi faceva svolazzare tutti i capelli e mi pungeva la pelle del viso ormai rossa.
"A quanto sia diverso tutto questo da dove abito io" risposi mentendo, non del tutto.
Pensavo spesso a quanto fosse diversa l'Italia dagli Stati Uniti, menti diverse, città diverse e soprattutto gente diversa, non a caso tutto il mondo sognava di vivere qui, si respirava libertà e potere e se da un lato era fantastico dall'altro sapeva essere un po' opprimente cercare di essere sempre i primi nel mondo in qualsiasi cosa.
"Ti manca?" Mi chiese lui e non potei non notare un po' di seccatura nella voce, gli dava fastidio parlare di casa mia?
"Beh si la mia famiglia, i miei amici, Milano" sospirai io e lui si voltò a guardarmi sorridendo malizioso.
"Non mi sembra che qui ti trovi male" disse prima di prendermi il viso tra le mani e baciarmi in mezzo alla spiaggia, era un bacio casto ma pieno di sentimento com'eravamo ormai abituati a baciarci.
"Vieni ti porto un po' in giro oggi" disse facendomi l'occhiolino e prendendomi per mano portandomi vero la sua macchina.
"Mi piace molto la tua auto" dissi sinceramente mentre sotto il suo sguardo attento mi allacciavo la cintura, lui alzò gli occhi al cielo dato che ogni volta mi diceva che non era necessario però io preferivo essere sempre prudente in macchina cosa che lui non riusciva mai a capire.
"Bene quindi vedi di non sporcarla" disse in tono autoritario ma potevo scorgergli un piccolo sorriso che minacciava di spuntare fuori ed illuminare il suo bel viso scolpito, era perfetto sotto ogni punto di vista ed io non facevo che meravigliarmi di come uno come lui potesse stare con una come me, cercavo sempre di non pormi queste domande ma ogni volta che lo guardavo era come se il mio cervello facesse tutto da solo riportandomi alla realtà.
"Certo signor perfettino" dissi io ridendo e lui per ignorarmi accese la musica ad un volume fin troppo alto ma non osai toccare la radio o sapevo avrebbe iniziato a fare storie.
Viaggiammo per circa 20 minuti in silenzio, beandoci della musica e della giornata soleggiata e piena di aspettative, io guardavo fuori dal finestrino, avevamo superato il mare già da un po' e ora stavamo salendo sempre di più inoltrandoci nelle colline dietro la grande città, quando pensai che finalmente fossimo arrivati Travis scese e venne ad aprirmi la portiera.
"Da qui si va a piedi ragazzina" disse facendomi l'occhiolino ed io annuii contenta, non mi dispiaceva camminare in una giornata così, c'era il sole ma non faceva troppo caldo, era quasi primavera quindi si stava più che bene.
"Ma dove mi stai portando?" Dissi io ridacchiando per il suo modo impacciato di scavalcare le rocce e le sue imprecazioni sul caldo e sul sole.
"Ora vedi dai lumaca che non sei altro" disse prendendosi gioco di me così per fargli vedere che in realtà andavo piano per non finire ridotta come lui, cioè senza fiato salii saltellando come una gazzella e superandolo di qualche metro.
Appena arrivati in cima notai diverse persone che ammiravano l'orizzonte, ignorando i richiami di Travis mi voltai lentamente verso l'entroterra e la vidi, la grande scritta "Hollywood" il grande monumento della città di Los Angeles, probabilmente l'unico monumento, era molto più grande di quanto pensassi e anche se vi eravamo un po' lontani si riusciva a vedere benissimo, davanti a me invece c'era solo l'oceano aperto e una vasta vista della città che si era fatta sempre più piccola sotto i miei occhi.
"Aspettare no eh?" Sentii dire ad una voce dietro le mie spalle che soffiava sul mio collo provocandomi tanti piccoli brividi sparsi in tutto il corpo.
Mi voltai verso il ragazzo che stava dietro di me e senza pensarci due volte gli presi il viso tra le mani e lo baciai, era un bacio pieno di urgenza e desiderio, volevo che capisse cosa tutto ciò che faceva significasse per me e come avesse la capacità di rendermi felice.
Dal canto suo lui ricambiò subito il bacio, mi cinse la vita con le sue forti braccia in cerca di maggior contatto, i nostri petti ormai sudati per la camminata si scontrarono, le nostre bocce si massaggiavano e le nostre lingue si accarezzavano con movimenti circolari e ben connessi tra di loro.
"Adoro come il tuo corpo risponde al mio" disse Travis tra un bacio e l'altro lasciandomi senza fiato come faceva sempre, lo volevo, in tutti i modi possibili, sapevo che era ancora presto e che avrei dovuto aspettare ma se fossimo stati in casa in quel momento probabilmente non mi sarei opposta più di quanto avrei in realtà dovuto fare.
"Grazie Trav è stupendo qui" dissi io sorridendogli sinceramente e rivoltandomi verso l'orizzonte, ormai erano quasi le 5 p.m. Si riusciva a scorgere il bagliore del sole che calava piano e il cielo si stava tingendo di un arancione misto al blu del primo pomeriggio, era uno spettacolo davvero da togliere il fiato, quando mi voltai verso il ragazzo che era stato in silenzio per tutti quei minuti vidi che mi fissava, con occhi dolci e pieni di desiderio, sapevo di avere pure io la stessa espressione, me lo sentivo, speravo solo non fosse così evidente come lo era con lui ma sapevo bene che in realtà era più che evidente.
"Se non fossimo su questa stupida collinetta non hai idea di cosa ti farei emma" disse contro il mio orecchio rendendomi impossibile far prendere aria ai polmoni per qualche secondo, aveva la capacità di spiazzarmi soltanto con qualche parola, il mio stomaco si era riempito più che di farfalle di uno stormo di gabbiani impazziti e il desiderio verso di lui cresceva ogni istante.
Sentendomi più audace del solito decisi di rispondergli per le rime e non stando in silenzio.
"E cosa mi faresti?" Chiesi un po' insicura delle mie parole, non ero mai stata una che faceva molte avance con i ragazzi, tutte le mie esperienze le avevo avute con Travis in questi mesi e mi andava più che bene, non ero una suora di clausura solo che non avevo mai trovato qualcuno che mi piacesse abbastanza da condividere esperienze intime  di quel tipo, nemmeno con Chris.
"Beh come prima cosa ti toglierei questa stupida camicetta e i jeans" disse indicando i miei vestiti con la testa ed io improvvisamente mi pentii di averglielo chiesto, non sapevo esattamente se avrebbe risposto o meno ma di certo non ero in grado di intrattenere una conversazione di quel tipo con lui su una stra maledetta collina che si affacciava sull'oceano Pacifico.
"Poi toglierei anche le mutande e il reggiseno" disse stringendomi sempre di più i fianchi e facendo aderire la mia schiena contro il suo petto, riuscivo a percepire la sua eccitazione premuta sulla parte bassa della mia schiena dato che ero molto più bassa di lui.
"Devo continuare?" Disse poi lasciandomi un casto bacio sul collo, volevo che continuasse e non sapevo nemmeno il perché, non mi erano mai piaciute quel tipo di allusioni ma con lui era tutto diverso, lo era sempre stato e dovevo abituarmici.
Annuii solennemente continuando a guardare davanti a me, incapace di sostenere il suo sguardo di fuoco in un momento di elettricità simile.
"Beh poi ti farei mia, ti entrerei dentro e faremmo sesso per ore ed ore fino a quanto tu n-" disse ma non lo lasciai continuare presa da un'ondata di imbarazzo misto a desiderio e pura passione.
"Okay okay ho capito" dissi io imbarazzata e quando alzai gli occhi su di lui vidi che ghignava, lo divertiva la mia reazione lo sapevo bene.
"Dai andiamo" disse prendendomi per mano e riportandomi lentamente nella stradina che riportava alla macchina.
Non sapevo se voleva andare a casa per praticare ciò che aveva detto poco prima ma speravo di avere abbastanza tempo per tornare lucida e per impedire quella cosa, lo volevo si, ma non in quel momento, era troppo presto e noi ci eravamo trovati davvero da poco, non volevo rischiare di essere scottata di nuovo e dandogli subito ciò che voleva sapevo sarebbe cambiato qualcosa e non volevo, dentro di me anche se lo respingevo spesso si insinuava il pensiero che lui volesse solo fare sesso con me per poi scaricarmi come faceva con tutte le altre anche se in realtà sapevo che non era così o sarebbe finita da un pezzo.
Quando vidi la macchina mi meravigliai di quanto poco ci avessimo messo al ritorno anche se me lo aspettavo dato che la strada era in discesa, in tutto silenzio lui accese l'auto mentre mio mi allacciai la cintura, nessuno dei due sembrava aver voglia di parlare dopo quello scambio di battute bollenti, i nostri pensieri erano già troppo caotici e rumorosi e noi volevamo solo rimuginare su quanto fosse successo per poter trarre conclusioni e vedere cosa fare.
Durante il viaggio verso la lussuosa beverly Hills guardai fuori dal finestrino il cielo diventava sempre più arancione e il sole calava sempre di più, stava per fare sera, avevo passato una giornata splendida e speravo sarebbe continuata così.
"Ti dispiace se ci fermiamo un attimo a fare benzina? Sono quasi a secco" disse serio Travis ed io annuii in risposta mentre entravamo nel distributore più vicino, scendemmo dalla macchina, io volevo comprare una bottiglietta d'acqua e lui intanto apriva il serbatoio dell'auto per fare il pieno di diesel.
Mi beai del fresco all'interno del mini market e a passo spedito mi avviai verso il frigo prendo una bottiglietta d'acqua gasata che sapevo piaceva anche a Travis, subito dopo mi avviai verso la cassa ed estraendo il portafoglio pagai il grosso signore che intanto masticava uno stuzzicadenti con le monetine rimaste nel portafoglio.
"Arrivederci" dissi io prendendo il resto e avviandomi verso la porta senza ricevere una risposta verbale ma solo un solenne cenno con il capo.
Quando intravidi Travis notai che non era solo, accanto a lui c'era una ragazza mora che era intenta a parlargli ma lui sembrava scocciato, quasi arrabbiato dalla sua presenza.
"Hai già fatto abbastanza vattene via" disse lui a denti stretti, mi stavo avvicinando sempre di più ma nessuno dei due sembrava accorgersi della mia presenza, chi era quella ragazza? Non l'avevo mai vista prima a scuola.
L'oggetto del mio interesse si voltò verso di me squadrandomi da capo a piedi prima di rivoltarsi verso Travis.
"Beh vedo che hai compagnia ci vediamo trav non puoi evitarmi per sempre" disse prima di girare i tacchi e andarsene senza aggiungere altro lasciandomi parecchio confusa e facendo infastidire ulteriormente il ragazzo accanto a me.
"Sali in macchina" disse in tono piatto e così feci senza controbattere, quando faceva così mi faceva quasi paura e non osavo contraddirlo o sapevo sarebbe finita male.
Mise in moto e partì il più velocemente possibile cercando di smontare qualsiasi tipo di conversazione accendendo la radio ad un volume ancora più alto di prima, la serata era stata rovinata da quella misteriosa ragazza e il suo umore non faceva altro che peggiorare, il viaggio fu noioso e caotico, mi balenavano costantemente pensieri in testa che vennero cancellati dall'arrivo di un sms, pensai subito fosse di Ester o di Sandy ma quando lessi il nome di Jordan rimasi sorpresa, dopo lo strano passaggio in macchina di qualche giorno prima non ci eravamo più visti o sentiti per cui mi sembrò davvero strano quel messaggio.
Da Jordan
Ricorda, non è sempre oro ciò che luccica.
Lo rilessi qualche volta pensando che magari avesse sbagliato numero ma non mi mandò altri messaggi per confermare la mia ipotesi ed io bloccai stranita il telefono non sapendo cosa rispondere, c'era qualcosa che non andava, qualcuno si stava divertendo a tenermi all'oscuro di qualcosa ed io avrei scoperto cosa.
"Chi era quella ragazza?" Chiesi finalmente dando sfogo alla mia curiosità mentre scendevamo dall'auto.
"Nessuno di cui debba interessarti" rispose secco Travis mentre aprivamo il portone di ingresso e ci avviavamo a passo spedito verso i piani alti della grande casa.
"Beh a me sembra di sì vista la tua reazione" risposi io sbuffando e avendo finalmente la sua completa attenzione, mi guardò con sguardo truce e si avvicinò a passo pesante verso di me.
"Il passato spesso tende a fare brutti scherzi, che ti basti come risposta, ciao" disse velocemente prima di chiudersi in camera senza nemmeno aspettare una mia risposta o reazione, in quel momento capii che c'era molto di più sotto che io non sapevo e mi venne in mente solo lì che forse Jordan non mi aveva raccontato tutta la storia, dovevo farmi dire la versione di Travis anche se non sapevo bene come.
  
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