Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Akira Yuki    03/01/2017    1 recensioni
Gilbert Beilschmidt è un famoso quanto temuto agente della Gestapo, il quale viene incaricato di condurre un'indagine su un certo Roderich Edelstein, accusato di proteggere illegalmente degli ebrei. Tuttavia gli eventi prenderanno una piega davvero inaspettata.
Gilbert x Roderich. Scene di violenza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Roderich stava attendendo davanti al bar nella piazza. Si guardava intorno per vedere se qualcuno lo stesse osservando, ma non notava nulla di strano. La piazza si stava piano piano riempiendo di gente, nel bar vi era già un gran via vai di gente che si preparava per la giornata lavorativa. Gilbert era lì da qualche parte, ma Roderich non riusciva a vedere dove fosse, anche se sentiva che lo stava osservando.

L'austriaco restò in piedi, tranquillo per vari minuti, ma la sua pazienza stava iniziando a vacillare.

Dopo poco però un giovane ragazzo tedesco si avvicinò a lui, aveva degli occhiali da sole e un cappello nero. Questo gli andò accanto e guardò altrove.

"Eldestein, giusto?".

Roderich guardò il ragazzo sorpreso, in qualche modo preoccupato. Non lo aveva mai visto in vita sua, ne era sicuro. Annuì.
Il ragazzo parlò di nuovo. 

"Bene.. Allora seguitemi". Il ragazzo iniziò a camminare a passo svelto e entrò in una via e poi in un vicolo.

Roderich lo seguiva a passo svelto per non perderlo, ma poi iniziò a rallentare di poco: doveva fare come Gilbert gli aveva detto o ne avrebbe pagato le conseguenze.

Nonostante il suo passo risultasse normale, il ragazzo non si accorse di nulla. Poco dopo giunsero nel retro di un palazzo e il ragazzo si fermò.

"Eldestein.. In questi giorni tu ci hai aiutati tanto e per questo te ne siamo immensamente grati, ma ora dobbiamo collaborare per colpirli nel centro delle loro operazioni".

Roderich lo guardava, nascondendo dietro il suo viso tranquillo la sua sorpresa.

"Ora venga con me.. Vi farò incontrare i miei compagni".Il ragazzo continuò per poi aprire la porta del retro dell'edificio ed entrare, tenendo la porta aperta per far entrare l'austriaco.

Roderich esitò per qualche secondo. Se fosse entrato molto probabilmente il prussiano avrebbe perso le sue tracce e non voleva essere una sua possibile vittima, anche se entrando avrebbe potuto cadere vittima di quel ragazzo e dei suoi amici. Tuttavia se non fosse entrato avrebbe attirato sospetti su di sè e non avrebbe potuto completare la sua missione.

Vedendo che l'uomo non si muoveva da lì, il ragazzo parlò, con aria un po' preoccupata.

"Qualcosa non va Eldelstein?".

Roderich si rirprese e scosse la testa, impegnandosi per inventare al più presto una qualche scusa.

"State tranquillo. Come già detto voi avete fatto tanto per noi e non potremo mai ripagarla abbastanza per ciò.. Quindi veite, nessuno vi farà del male". Il ragazzo sorrise, tranquillo.

Roderich si fece coraggio e lo seguì dentro.

Entrambi salirono le scale di sicurezza del palazzo e arrivarono al quinto piano. Il ragazzo bussò a una delle porte con un certo ritrmo: sicuramente era un modo che avevano per riconoscersi tra loro.

Gli aprì una ragazza dai capelli castani, legati a due piccole treccine. Lei li fece entrare velocemente e chiuse poi la porta. 

Roderich si guardò attorno: era un appartamento. Si trovavano nel soggiorno dove vi era un divano e due sedie. Sul divano vi erano un ragazzo e un'altra ragazza.

Il ragazzo che lo aveva portato fin lì si tolse cappello e occhiali: aveva i capelli neri e gli occhi marroni. L'altro ragazzo sul divano era invece biondo con gli occhi verdi, mentre l'altra ragazza aveva i capelli marroni, lunghi.

"Io sono Johan, quello a cui hai scritto fin'ora". Il ragazzo dai capelli neri gli porse la mano, cordiale e sorridente.

Roderich la strinse. Johan passò a presentare gli altri tre.

"Lei è Maria", la ragazza con le treccine sorrise a Roderich, "Lui è Adrian e lei Berta". I due ragazzi seduti sul divano salutarono Roderich con la mano.

"Prego, sedetevi..", Maria invitò Roderich a sedersi sul divano e lui annuì, sedendosi.

"Non abbiamo proprio tutti i tipi di agi.. Ma ce la caviamo così", disse Adrian.

"Beh, se per voi va bene, io passerei subito agli affari!", esordì Johan, sedendosi su una sedia. "Visto che negli scorsi incontri voi non siete potuto venire, dobbiamo recuperare e decidere in fretta".

Roderich lo guardò, nascondenso la sua sorpresa. "Decidere cosa?".

I ragazzi lo guardarono e lui sentì che era vicino a farsi scoprire.

"Su come organizzarsi per la prossima protesta. Ricordi l'altro giorno? Tu ci hai aiutati a stampare tutti quei volantini.. Purtroppo non è andata benissimo..", Johan sembrò rattristato.

"Perchè..?", chiese Roderich.

"Oh, non lo hai saputo?", chiese Maria. "Uno di quei bastardi ha preso il cugino di una nostra amica e lo ha ucciso. Un colpo di pistola alla testa lì davanti a tutti".

Roderich la guardò sorpreso. Aveva sentito della protesta davanti all'università, ma non si era informato più di tanto.

"Già. E da quel che so non ha pagato nulla per quell'omicidio!", Adrian incrociò le braccia indignato. "Tsk. Giuro che se vedo quell'albino a giro e da solo lo uccido con le mie stesse mani!".

Roderich guardò Adrian sorpreso. Albino? C'era solo un uomo con quella caratteristica nella polizia segreta o nelle armi in generale. E quello era Gilbert.

"Per questo dobbiamo stare più attenti", disse Berta. "Dovremmo informarci sui suoi turni o su di  lui in generale, almeno così sapremo come agire meglio". Lei poi si girò verso roderich. "Tu per caso sai qualcosa?".

Roderich la guardò e mentì. "No.. Non ne ho mai sentito parlare".

"Beh, comunque pensiamo con attenzione alla nostra prossima mossa. Berta aveva pensato addirittura ad usare la frza.. Ma non è il nostro stile", fece Adrian.

"Beh, potremo vendicare la morte di Mathias! Se davvero quell'agente non è stato punito allora ci penseremo noi a farlo", esordì Berta.

"Oppure potremo pensare in grande", fece Maria. "Dobbiamo smuovere tutta la popolazione.. Di volantini ne sono rimasti molti, potremmo diffonderli in luoghi diversi della città contemporaneamente. Volendo possiamo usare il caso di Mathias..".

Roderich rimase ad ascoltarli, annuendo solo un parte, ma non disse quasi nulla. Questi ragazzi non stavano fingendo o recitando, erano sinceri. Vista la loro capacità di organizzare proteste in grande come quella avvenuta pochi giorni fa, molto probabilmente facevano parte della Resistenza.

Roderich rimase ad ascoltarli e interagì con loro per due ore. 

"Beh.. Ti abbiamo trattenuto anche troppo.. Grazie mille per essere venuto oggi. Ti manderò altre lettere così ti terremo informato", Johan lo guardò contento e si alzò per accompagnarlo alla porta.

Roderich salutò i ragazzi e una volta davanti alla porta, Johan lo abbracciò. Roderich rimase fermo, sorpreso.

"Grazie per tutto ciò che fai per noi e per la nostra nazione".

Roderich rimase fermo per un po', ma poi annuì. Lo salutò e andò via.

Nel scendere le scale un dubbio lo assalì: cosa doveva fare ora? Completare la missione e dire tutto a Gilbert, così che la sua vita potesse tornare normale a costo di mandare in prigione quei giovani ragazzi; oppure mentirgli, assecondando la Resistenza che in fondo voleva solo il bene per questo paese e per la loro gente?

Era anche vero che lui non c'entrava nulla con tutto ciò. Non sapeva chi fossero e, anche se loro insistevano sul fatto che loro si scambiassero molte informazioni e soldi per i loro piano, Roderich non aveva mai scritto lettere con qualcuno di loro e tanto meno scambiato soldi con loro. Tutto questo poteva essere un grandissimo teatro messo in piedi da chissà chi.

Roderich uscì dall'edificio e andò nella via per tornare verso la piazza.

Tuttavia qualcuno da dietro lo spinse contro il muro, costringendolo a girarsi per poterlo guardare: era Gilbert. L'austriaco lo guardò preoccupato ma poi arrabbiato per i suoi modi.

"Che razza di modi!".

"Zitto e seguimi". Gilbert iniciò a camminare a passo veloce e presto si ritrovarono in un parcheggio. Lo fece salire in macchina e si sedette anche lui al suo posto. Bloccò le portiere della macchina e lo guardò, ma prima che potesse parlare, Roderich lo fermò.

"Ascolta, so che non sarei dovuto entrare però altrimenti si sarebbe insospettito! Quindi non farmi la predica..". Roderich non voleva sorbirsi una sgridata riguardo ciò.

Gilbert lo guardò sorpreso. "Perchè dovrei farti la predica? Hai fatto bene ad entrare. Mi sono assicurato personalmente che non ti stessero facendo del male.. Altrimenti sarei intervenuto, ovviamente".

Roderich sospirò, sollevato.

"Tuttavia..", a quella parole, il ragazzo tornò a guardarlo preoccupato. "Quei ragazzi parevano conoscerti. Ho ascoltato la prima parte della vostra conversazione. Tu li stai aiutando a stampare volantini eh?". Gilbert guardò il ragazzo, terribilmente serio.

"No! Io non ho detto nulla e ho annuito tutto il tempo come mi hai detto tu. Ma io non li conosco minimamente e non mi sono mai scritto con loro!".

Gilbert incrociò le braccia. "Quindi stai insinuando che ti stanno usando? Oppure qualcuno vuole farti un  brutto scherzo?".

Roderich annuì. "Io non lo so ma.. Sono sicuro che non ho mai avuto nulla a che fare con loro".

L'albino rimase a guardarlo, una parte di sè credeva nella sua innocenza, ma ogni prova era contro di lui.

"Tsk". Gilbert mise in moto e iniziò a guidare. "Passando ad altro. Ho sentito che stavate organizzando dei nuovi piani di rivolta. Dammi i dettagli".

Roderich esitò per qualche secondo. "Non hanno deciso ancora nulla di preciso.. Solo vogliono di nuovo usare i volantini. Nient'altro".

"E tu sei stato lì due ore per nulla? Vedi di dirmi la verità".

"Te l'ho detta! Hanno solo pensato a dei piani.. Ma non hanno deciso nulla di preciso". Roderich rimase a guardare la strada. In realtà un piano c'era, ma dovevano perfezionarlo. 

Arrivati, dopo aver parcheggiato entrarono in casa. Gilbert si tolse la giacca mentre Roderich lo guardava.

"Gilbert..".

"Mh?", l'albino si girò verso di lui.

"E' vero che hai ucciso un ragazzo durante la protesta l'altro giorno?".

Gilbert lo guardò curioso ma poi annuì. "Sì".

"Perchè? Era solo una protesta! Non stavano usando armi o nulla! Non c'era bisogno di arrivare a tanto!".

"Perchè dici?". Gilbert si avvicinò a Roderich prendendolo per il colletto. "Quel bastardo ha ferito mio fratello. Io l'ho semplicemente punito. Anzi, dovresti ringraziarmi perchè gli ho risparmiato tante sofferenze.. Uno come lui lo avrebbero mandato in posti che non immagini", Gilbert sorrise e lasciò il ragazzo. Riprendendo il controllo di sè, andò in cucina.

Roderich si rimise a posto il vestito. Quella reazione da parte dell'albino lo aveva lasciato ancora senza fiato e col cuore che gli batteva a mille. Piano piano cercò di calmarsi. Guardò l'orologio e notò che era quasi ora di pranzo, quindi raggiunse Gilbert in cucina che si stava facendo un panino.

"Che fai? Così ti rovinerai l'appetito..", Roderich si avvicinò a lui e gli tolse il panino dalle mani.

Gilbert lo guardò sorpreso. 

"Beh.. Non è che mangeremo molto oggi. Mio fratello torna stasera, quindi il mio pranzo è quel che hai in mano. Se vuoi lo preparo anche a te".

"Scherzi? Un semplice panino sarebe il nostro pranzo?", Roderich era indignato all'idea. Posò il panino sul paniere e guardò Gilbert. "Preparo io il pranzo".

Gilbert lo guardò sorpreso ma alzò le mani, lasciandolo fare e sedendosi su una sedia del tavolo di cucina.

Roderich si mise subito a lavoro, rimboccandosi le mani e iniziando a preparare qualcosa.

Gilbert rimase a guardarlo, poggiando la testa sulla sua mano. Notò solo ora che Roderich era davvero magro: i suoi bracci sembravano delicati come quelli delle ragazze. Dopo poco fu preso ache da altri pensieri. Si alzò si scatto, buttando in terra la sedia sulla quale si era precedentemente seduto e andò al piano di sopra, in camera sua.

Roderich si spaventò al suono della sedia che colpì il pavimento e lo guardò andarsene su, in silenzio. Non gli fece nessuna domande però, capì che non era il caso e continuò a cucinare.

Finì dopo una mezz'ora. Mise il cibo caldo in tavola e apparecchiò. Si sedette poi compostamente, aspettando che Gilbert tornasse in cucina. Ma anche dopo vari minuti, l'albino non uscì, mentre in tavola, il pranzo si stava raffreddando. Il ragazzo decise allora di alzarsi e andarlo a chiamare. Salì le scale.

"Gilbert.. E' pronto", disse senza avere alcuna risposta. Decise allora di andarlo a chiamare in camera direttamente.

"Gilbert, è pronto il pranzo", disse aprendo la porta e facendo dei passi dentro.

"Si.. Arrivo", rispose Gilbert alla sua sinistra. 

Prima che Roderich potesse girarsi per guardarlo, scivolò sul pavimento bagnato e nel tentativo di aggrapparsi a qualcosa, portò Gilbert in terra con sè.

"Ah!".

Roderich riaprì gli occhi dopo la caduta. Inizialmente vide sfocato, avendo battuto la testa, ma poi mise a fuoco.

"Oi, stai bene?". Chiese Gilbert. 

Roderich arrossì quando si rese conto che aveva combinato: scivolando, aveva tirato Gilbert su di sè. Ora lui si trovava su di lui, a petto scoperto e con solo un asciugamano alla vita.

"Scusa.. Dovevo avvertirti che mi era gocciolata dell'acqua in terra dai capelli. Oi, tutto apposto?". Gli occhi rossi di Gil erano puntati in quelli viola di Roderich.

Roderich lo spinse via e si affrettò ad alzarsi. "E'.. Pronto il pranzo", disse girandosi e sistemandosi.

Gilbert annuì e si alzò. "Mi cambio e arrivo".

Roderich annuì e corse giù in cucina.

L'albino lo guardò correre via, incuriosito da repentino cambio di comportamento da parte del ragazzo.




Nota dell'autore: che ne dite? Come vi pare per ora questa storia?

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Akira Yuki