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Autore: ClosingEyes_    03/01/2017    3 recensioni
Si sa che il successo porta altro successo, ma cosa accade se durante questo successo qualcosa si mette in mezzo fino a far intoppare tutto e creare un grandissimo.. Disastro?
Le avventure della nostra Rin non sono ancora finite, cosa accadrà ora?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi facevano male i piedi, eccome che mi facevano male i piedi!
Eppure ero lì, davanti a quel fatidico specchio, con le lacrime agli occhi e il cuore a mille, vedendo finalmente una Rin ormai cresciuta, responsabile, pronta ad affrontare il futuro insieme al mio demone.
-Rin e se avessimo affrettato tutto?! Se non è così che deve andare?- eccola che incomincia.
Mia sorella, più nervosa e stressata di lei non c'era nessuno in quella villa stupenda dove avevamo deciso di sposarci.
-Kagome andrà tutto bene-.
-Come fai ad essere così calma e tranquilla?! Maledizione non hai paura che possa andare qualcosa storto? E se divorziamo?- adesso perdo le staffe.
Come si fa, però, a perdere le staffe con una come Kagome, decisamente preoccupata per il suo futuro, in quel goffo abito da sposa pomposo, ma le stava d'incanto.
-Sai perché sono felice? Sai perché non ho crisi? Perché io amo Sesshomaru e so che mi renderà felice per il resto della mia vita-.
Mi guardò come se avessi detto la cosa più giusta in tutta la mattinata: noi eravamo felici, ci si leggeva negli occhi una gioia indescrivibile, anche nei nostri tremolii, ma noi sapevamo che quella era la scelta migliore.
-Io non me ne pentirò mai, se potessi rifarei tutto d'accapo- vi mancava solo che ricominciassi a piangere.
-Ti voglio bene Rin- Kagome mi saltò al collo come se io fossi la sua ancora, la sua salvezza e sicurezza.
-Anche io, ora andiamo a sposarci- tentai di non gridare ma l'emozione mi ha travolto e incominciai a saltellare per la stanza felice, incurante che potevo sconquassare tutto il lavoro fatto da Ayame.
Avevo una morbida treccia , arricchita da perle bianche e brillantini piccoli, ero pronta per indossare il velo.
-Ragazze ci siamo- eccolo lì, nostro padre, l'uomo che ci ha insegnato a crescere in una giungla, l'uomo che non ci ha mai abbandonato e l'unico che ci amerà più di un marito.
Ci porse il velo delicatamente, provocando sia a me che a Kagome un brivido nello stomaco.
-Siete bellissime, mi ricordate la mamma- ci abbracciò il tanto che bastava per sentirci ancora una volta uniti più che mai, per poi prenderci sotto il suo braccio, sotto la sua ala protettrice per l'ultima volta, perché ci avrebbe lasciato ai nostri mariti.
Quella grande porta di quella imponente chiesa, sentivo già la musica nuziale e per poco non svenni.
-Andiamo?-.
-Si papà- ci leggemmo nel pensiero e la porta di aprì.
Ogni passo era un sospiro, un bellissimo sospiro, una leggera brezza da darti i brividi.
Ma poi lo vidi: era così bello da togliere il fiato, con quel suo spavaldo atteggiamento, nonostante fosse anche lui un po' scosso da tutta questa situazione.
Mi sembrò di leggergli nel pensiero, lui guardava me e io lui e sapevo che era felice.
-Amori miei, vi lascio ai vostri mariti- un bacio sulla mano di entrambe, prima di essere accolte fra l'ala protettrice dell'amore.
Quando presi la mano di Sesshomaru, ebbi una scossa forte, era come se tutto il nostro percorso insieme mi passò davanti, neanche mi ero accorta che mi aveva tolto il velo, osservandomi con attenzione.
-Sei bellissima-.
-Anche tu-.
Le parole del prete mi sembrarono superflue, ero troppo impegnata ad ammirare Sesshomaru, i miei occhi erano incatenati nei suoi , ma mi sbloccai non appena vidi le sue labbra muoversi.
-Rin, è arrivato il momento-.
-Vuoi tu Sesshomaru No Taisho, prendere in sposa Rin Setzuna come tua legittima moglie, onorarla, apprezzarla, curarla e proteggerla per il resto della tua vita?-.
-Senza dubbio, lo voglio- fitta al petto- Io, Sesshomaru, prometto di esserti accanto in tutta la nostra vita insieme, di onorarti come se fossi mia regina, di renderti la donna più felice della terra e darti tutto ciò che vorrai.
Non mi sembrò mai così bello mettere un anello, era una delle sensazioni migliori che potessi mai provare.
-Vuoi tu Rin Setzuna, prendere come tuo legittimo sposo Sesshomaru No Taisho, onorarlo e volerlo nella buona e cattiva sorte?-.
-Lo voglio- presi la fede fra le mie mani, ancora un po' tremolanti come la mia voce- Io, Rin, prometto di essere una moglie perfetta, di amarti e rispettarti sempre, di darti tutto quello che vorrai nei nostri giorni insieme-.
Adesso piango, giuro che piango.
Nella pausa di respiro, mentre ascoltavo le promesse di Kagome e Inuyasha, mi perdevo in quei occhi oro colato.
-E quindi siamo arrivati qui- si Sesshomaru, siamo arrivati fin qui dopo che neanche volevo arrivarci.
-E pensare che quel viaggio a Parigi per me era solo un grandissimo sbaglio-.
-Lo rifaresti?-.
Me lo chiedi anche Sesshomaru, con te lo rifarei anche cento volte se fosse possibile, sbaglierei e risbaglierei per sempre.
-Lo rifarei per tutta la mia vita-.
Le nostre mani, strette in una presa che non si sarebbe sciolta mai più, erano la mia unica grande certezza, perché c'era lui con me e ci sarebbe stato per tutta la vita.
-Ora potete baciare le spose-.
Non aspettavo altro: le nostre labbra si cercavano con gioia, strette in un bacio tanto atteso, mentre le mie mani gli circondavano il collo , spingendolo ancora più vicino.
Fu un attimo quel bacio, mi sentì tirare la mano e mi voltai.
Kagome era felice come non mai e, insieme, scendemmo dagli scalini dell'altare accompagnate dai nostri futuri mariti.
-Ma non ci separeremo mai io e te vero?- la sua voce mi arrivò leggera all'orecchio, quasi come se fosse un sussurro.
-Questo mai, saremo sempre insieme-.
Quella giornata fu una vera e propria guerra: verso le sei del pomeriggio, Kagome non si sentì bene , chiedendomi di accompagnarla in bagno.
-Kagome ma sicura che stai bene?-.
-Si Rin ho solo un po' di dolori addominali, saranno i gemelli-.
Feci le spallucce, non c'era granché  di preoccuparsi, a meno che non stesse per partorire.
Un urlo, più forte di una campanella scolastica, mi stava per rompere un timpano: Kagome era nel bagno, grazie al cielo si era messa il vestito corto, con fiumi di sangue fra le gambe, terrorizzata.
-Kagome ma ti si sono rotte le acque!-.
-Rin chiama Inuyasha-.
Vedevo il suo viso contrarsi dal dolore, mentre stringeva gli occhi spaventata.
Non ebbi neanche il tempo di uscire dal bagno che Ayame, Sango e Inuyasha spalancarono la porta.
-Kagome che succede?!-.
-Sango credo che sto per partorire-.
-Ayame chiama un'ambulanza-.
-Si Inuyasha-.
Vidi solo un movimento di persone, mentre sorreggevo mia sorella e l'invitavo a non spingere per nessuna ragione.
-Kagome lo so che è difficile, ma non devi assolutamente spingere, non adesso-.
-Ma io ho bisogno di farlo-.
-Non lo fare per favore-.
Guardai Inuyasha, facendogli capire che doveva avvisare Sesshomaru e mio padre di questo grande macello ed egli annuì.
-Ma tu guarda se il giorno del nostro matrimonio io debba partorire-.
-Andiamo non è così poi una tragedia, figurati se partorivi all'altare-.
-Non lo dire nemmeno-.
L'ambulanza non tardò di un secondo: presero Kagome e la portarono sul lettino fino alla macchina, seguita da me e Sesshomaru.
-Tu e Inuyasha andate con la macchina, io vado con lei in ambulanza-.
Sesshomaru annuì e ci seguirono fino in ospedale, lasciando gli ospiti nella villa che avevano prenotato con tanto di anticipo.
-Kagome adesso devi spingere-.
-Signora il suo cognome?- e per la prima volta , ad entrambe ci venne una morsa nello stomaco bellissima.
-Siamo le signore Taisho, ci siamo sposate oggi-.
-Che fortuna partorire il giorno del proprio matrimonio-.
Guardai il paramedico con uno sguardo assassino, non era per nulla gradevole partorire in questo giorno dopo fatiche e fatiche di organizzazione.
La portarono subito in sala parto, lasciando me fuori e facendo entrare solo Inuyasha.
-Sesshomaru ho una paura esagerata-.
-Non ti preoccupare Rin, andrà tutto bene-.
Povera Kagome, doveva partorire due pargoli.
-Meno male che a me mancano solo due settimane, me la sono cavata bene-.
-Meglio che non dici nulla-.
Ma era proprio un quel silenzio, seduta su quella poltroncina scomoda della sala d'attesa, che sentì le urla strazianti di mia sorella, con qualche probabile imprecazione divina.
Pensai che anche io avrei dovuto passare questo, anche io avrei stretto le mani di mio marito con foga e dolore,  ero cosciente che doveva sopportarmi nelle mie urla strazianti e nei miei pianti isterici.
Ma ecco, adesso vedendo mia sorella li, in quel lettino ormai esausta, con i capelli fuori posto ma pur sempre bellissima, con due pargoli fra le sue braccia, capì che infondo questo è stato un miracolo, anche Inuyasha era molto provato ma i suoi occhi erano pieni di amore verso quelle nuove vite.
-Sakura e Hirotoshi- il nome della mamma.
-Non potevi scegliere nomi più belli, la mamma sarà contenta-.
Quel quadretto familiare mi strinse il cuore, riscaldandomi, mentre fuori era freddo, ma in quella stanza c'era il sole.







Due settimane dopo...

-Rin andiamo finiscila di scrivere !-.
-Come faccio maledizione, devo finire questa pratica a tutti i costi-.
-Rin stai partorendo!!-.
Come io c'ero per mia sorella, lei c'era per me , in quello studio, di domenica mattina, con le contrazioni e le acque rotte.
Anche a me toccava la stessa sorte, lo stesso maledetto dolore, la straziante ma emozionante sensazione del parto.
-Hai chiamato Sesshomaru?- mi mancava l'aria, le contrazioni erano fortissime.
-Sta arrivando-.
Vidi solo la porta spalancarsi e Sesshomaru prendermi in braccio, tentando di portarmi in macchina il più veloce possibile.
-Evita di sporcarmi la macchina- che dolce mio marito.
-Ti preoccupi più della macchina che di tua moglie?!-.
Avevo la necessità di spingere, ma dovevo resistere, non potevo permettere che il mio pargolo nascesse in macchina.
Sesshomaru sfrecciava per le strade, arrivando in tempo in ospedale , dove non esitarono a portarmi in sala parto.
Ecco, il mio momento, quello che dovevo stringere la mano di mio marito piangendo, che doveva starmi vicino e baciarmi la fronte sudata per consolarmi.
-Spingi Rin, stai andando benissimo-.
Perchè ci sei tu con me, per questo va tutto bene.
-Ti amo Rin, ce la puoi fare-.
Alla fine, nel silenzio di qualche secondo, un pianto, un bellissimo pianto inondò la stanza, riempiendomi il cuore di gioia.
Inutile dire che mio figlio era uguale al padre, in tutto e per tutto se non fosse per le buffe orecchie sulla testa, tanto da lasciare interdette anche le ostetriche.
-Himoto-.
A mio padre io dedico tutto.
Sesshomaru annuì consenziente , non si scompose , era troppo occupato a studiarsi bene suo figlio.
Lo prese in braccio e fu una di quelle viste che non scordi facilmente: Sesshomaru sorrideva e si faceva prendere il dito con la minuscola mano di Himoto, che sorrideva al padre come se avesse visto un angelo.
Era proprio quello io quadri familiare che intendevo.
Perché non c'è gioia se non si vede anche nelle piccole cose, non c'è speranza per chi perde la sua testardaggine, non c'è futuro per chi ci prova.
Eppure io l'ho sempre considerata una causa persa, ma sono qui, con mio marito e il mio bambino, con la mia famiglia, con la mia vita.
Se penso che infondo a Parigi non volevo neanche metterci piede mi viene da ridere, perché il mio futuro era davanti ai miei occhi.
-E quindi tu sei il bambolotto che porta il mio nome ?- come poteva mancare mio padre.
-Peccato che non ti somigli-.
-Rin andiamo, ma se siamo completamente uguali-.
Sapeva come farmi ridere, il mio papà, nonostante il dolore al ventre e il forte mal di testa.
Con la Polaroid , scattammo quella fatidica foto, felici, con Himoto fra le braccia.
Resterà per sempre, l'immagine di Sesshomaru che sorrideva, mantenendo la mano minuscola di suo figlio con un dito.
Grazie, Sesshomaru.
Grazie per tutto quello che mi hai donato, per aver avuto fiducia in me, per amarmi come il primo giorno.
Ma non è una novità  che le storie più belle, sono quelle che vengono da un puro e semplice caso.
Sei la miglior causa persa della mia vita, perché non c'è nessun risvolti negativo.
Per altri cento anni , per altri per sempre.
Ti amo, Sesshomaru.






Finita!
Lo so ci ho messo un'eternità a scrivere questo finale, ma ho avuto un piccolo blocco , non sapevo proprio come continuare.
Chiedo scusa se non è il massimo, ma ci ho provato come al solito!
Spero che questa storia sia stata gradita e ringrazio tutte quelle che mi hanno seguito , hanno messo la storia fra i preferiti e hanno recensito.
Grazie mille a tutte.
Un bacio
ClosingEyes






 
   
 
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