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Autore: EcateC    03/01/2017    6 recensioni
La vera storia di Harleen Frances Quinzel, la rigida dottoressa newyorkese che si lasciò sedurre da Joker per diventare la famigerata Harley Quinn, la pagliaccetta bella e simpatica che tutti conosciamo.
Ma da lasciarsi alle spalle una vita di privazioni a conquistare il cuore del super criminale di Gotham c'è una bella differenza, ed è qui che riposa la vera inversione dei ruoli. Provare per credere.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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I started a Joke

 



 

Arkham Asylum, sala di controllo per la videosorveglianza.

 

“Vuoi prendermi per il culo!?”

 

Un uomo grassoccio e con una ciambella in mano saltò sulla sua sedia girabile.

-ROB!- gridò alle sue spalle, agitando un braccio -Rob vieni a vedere Joker! CORRI!-

L’uomo di nome Rob uscì dal bagno riservato al personale, con la camicia azzurra della divisa sgraziatamente fuori dai pantaloni.

-Ero al cesso Morris, che vuoi?-

-Guarda!- abbaiò quest’ultimo, sempre più euforico -Vedi anche tu quello che vedo io?-

Rob inforcò gli occhiali e guardò con noia uno dei dieci schermi che aveva di fronte, ma quello che vide lo lasciò di stucco. 

-Ma che… Ma si sta baciando la psichiatra!?- domandò incredulo al collega, con un’espressione stralunata nel viso. 

-Hai capito che figlio di puttana?- ghignò il ciccione, godendosi lo spettacolo -Joker è un genio, non c’è che dire. Quando il capo lo verrà a sapere la biondina avrà i minuti contati-

-Anche noi avremo i minuti contati se non la chiamiamo subito. Dettami il numero-

-Aspetta, aspetta- lo bloccò, sempre più infervorato -Lasciali continuare, magari ci vediamo un film porno in diretta!-

-Morris, dammi il numero-

-Va bene…-

Ma a poche miglia di distanza, Amanda Waller stava già guardando su un maxi schermo la scena in diretta dall’Arkham Asylum. Con il suo bicchiere di whiskey in mano, si godeva lo spettacolo in tenebroso silenzio, senza mostrare il minimo cenno di un’emozione.

All’improvviso il suo telefono cellulare squillò, e dopo aver bevuto un goccio dell’alcolico, la donna rispose.

-So già tutto- esordì spiccia, senza staccare gli occhi dalla TV -Prenotami due biglietti per Gotham city, domani sono lì-

-Va bene, signora- esclamò Rob -Vuole che dica qualcosa alla dottoressa Quinzel?-

-No, sarà già abbastanza scossa, le parlerò io. Dovevo aspettarmelo che sarebbe finita così-


Nel frattempo, Harleen era stata portata in un ambulatorio. Distesa supina in un lettino d’ospedale, era stata visitata da un medico del posto, il quale le aveva sparato una luce prima su un occhio e poi su un altro, e dopo di che le aveva misurato la pressione sanguigna.

-Sto bene- continuava a sussurrare Harleen, senza sosta -Sto bene, davvero-

Le lacrime le imperlavano le ciglia, i suoi occhi grandi erano vitrei e persi sul soffitto. Non riusciva a guardare in faccia nessuno, Harleen, si sentiva talmente esausta e preoccupata che il respiro le si era bloccato all’altezza del petto.

-Soffre di tachicardia?- le domandò il collega.

-No, dottore-

“Avranno già visto? Magari stanno venendo a prendermi per buttarmi fuori”

-Il suo cuore sta battendo un po' troppo velocemente… Le consiglio, se vuole, di prendere un calmante. Joker fa sempre questo effetto all’inizio, non si preoccupi-

“Fa innamorare gli psichiatri?”

-Ah, sì?-

-Eccome. Ha fatto piangere uomini molto più anziani di lei. Riesce ad alzarsi?-

-Certo- Harleen si alzò subito a sedere sul lettino. La testa le girava, e sulle labbra secche le pareva di avvertire ancora la presenza fresca e leggermente umida di Joker. Senza volerlo, le sfiorò con le dita.

-Prescriverle dei farmaci antiaritmici mi sembra esagerato- continuò il medico, completamente all’oscuro di tutto -Secondo me è sufficiente che vada a casa a riposarsi un po'. Le firmo il permesso per uscire prima?-

-No, non serve, sto bene- precisò Harleen, alzandosi in piedi e lisciandosi il camice -Ho solo avuto un momento di crisi, tutto qui-

-Beh, si rilassi pensando che adesso il momento di crisi lo sta avendo lui-

Harleen gli puntò gli occhi addosso.

-Che cosa intende dire?- gli domandò inquieta e vagamente minacciosa.

-Voglio dire che Griggs non è il tipo che si risparmia quanto a manganellate. L’avranno conciato per le feste-

-No… Cioè, perché?- gli domandò angosciata -Non mi ha fatto niente, loro non devono…Non devono fargli del male, lui non mi ha fatto niente, non… Non è giusto!-

-Dottoressa, non si agiti-

Ma Harleen scattò in piedi dal lettino e scappò fuori dall’ambulatorio, esagitata.

-Dottoressa! Dottoressa Quinzel dove va! Torni qui!-

La voce del medico non la sfiorava neanche, sembrava un'eco lontana e trascurabile. Col cuore in gola, sfrecciò nei corridoi grigiastri, oltrepassando alcuni pazienti legati su una sedia a rotelle, ridotti in stato vegetativo.

Poi vide Griggs. Appoggiato sullo stipite della porta, con le braccia conserte e un sorriso insolente e divertito sulle labbra. Guardava dentro la stanza, dove senza dubbio stavano picchiando l’unico uomo che l’aveva fatta sentire viva.

-Cosa state facendo?- domandò con un filo di voce, trascinandosi piena di paura verso di lui.

-Oh, dottoressa- esclamò Girggs, guardandola dalla testa ai piedi -È venuta a godersi lo spettacolo?-

Ma Harleen lo fulminò con lo sguardo e lo spinse via, rabbiosa. Davanti a lei, c’erano quattro uomini in cerchio che si stavano accanendo su un altro, disarmato e sdraiato per terra.

-BASTA! SMETTETELA-  gridò a gran voce, aggrappandosi con tutte le sue forze alla guardia che lo stava picchiando -ANDATE VIA! FUORI!-

-Cosa?- si voltò uno; - Ma tu non stavi male?- domandò un altro, con aria canzonatoria.

-FUORI!- gridò lei istericamente, prendendo una sedia e scaraventandola contro di loro. In sottofondo, sentì una risatina inconfondibile che la rassicurò.

-Va bene, va bene, andiamo! Questa è scema…-

-Datti una calmata, eh, bellezza?-

-Uscite immediatamente- ordinò la ragazza, tremante di rabbia.

-Dai ragazzi, circolare- esclamò Griggs dalla porta, che si stava godendo la scena come uno spettatore esterno -Lasciamo un po' di privacy al paziente e alla sua terapeuta… Le avanzano i dieci minuti della seduta, dottoressa-

-Lo so, e li voglio usare tutti-

-Come vuole- ghignò Griggs -Ma non credo che il signorino sarà in grado di comunicarle qualcosa-

“Bastardo, fetente, muori male”

-Voglio comunque provarci. Ora se non le dispiace, chiudo la porta- 

Ma invece di chiuderla, Harleen la sbatté forte. E poi si girò verso Joker, che era sdraiato a terra e la fissava dal basso con una strana espressione.

-Hai proprio delle belle mutandine, dottoressa- le sorrise, con i denti sporchi di sangue.

-Mr. J!- esclamò Harleen, gettandosi a terra da lui -Oddio, Mr. J, mi dispiace, mi dispiace tanto-

Con mani tremanti lo sollevò per il busto e lo appoggiò su di sé, in modo che la sua testa fosse adagiata sulla propria spalla. Era in condizioni pietose.

-Mmmh, piano- mugugnò lui -Paparino è tutto rotto-

Lei gli stampò un bacio sui capelli -Mi dispiace tanto, non credevo, non pensavo che ti facessero questo… Sarei rimasta se l’avessi saputo, non immaginavo neanche…-

-Sei venuta a salvarmi, piccolo angioletto?- le sussurrò affaticato, cingendole i fianchi con un braccio. Malgrado tutto, aveva sempre il sorriso sulle labbra.

-Sì, tesoro, sono venuta a salvarti- gli sorrise, con gli occhi lucidi di lacrime -Dove ti fa male?-

-Un po' ovunque, baby-

-Dopo ti porto un antidolorifico, ma ora riesci a sentirmi? Ti devo dire una cosa… Mr. J, la telecamera ci ha ripreso, ci hanno visto prima, come facciamo?-

Harleen sperava, Joker era uno dei migliori criminali internazionali attualmente esistenti, avrebbe saputo senz’altro risolvere un problemino come quello, no?

Ma costui cominciò a ridere, col il sangue che gli colava dalla fronte -Divertente! Domani raccontami le loro facce!-

-Non credo che mi permetteranno di vederti di nuovo- 

-Oh, no, io voglio vederti di nuovo- le disse, sfiorandole appena il labbro inferiore -Sei la mia dottoressa, come faccio a guarire altrimenti?- 

-Sì, ma se vedono quel nastro…-

-Farò un paio di telefonate, non ti preoccupare-

La ragazza gli sorrise allietata, senza chiedergli ulteriori spiegazioni. Continuava solo ad accarezzargli il viso con due dita e l’addome granitico con la mano sinistra. La sua pelle, oltre a essere molto bianca, era anche molto liscia. Sembrava quella di una statua… Una bellissima statua sporca di sangue e piena di tatuaggi. 

Lei, Harleen, sarebbe rimasta così per sempre, seduta con lui disteso tra le sue braccia. Era come se non fosse più nell’Arkham Asylum, si sentiva sollevata, al posto giusto, leggera sia dentro che fuori. In altri termini, si sentiva felice. E non era una felicità lieve, quasi dovuta, come quella che aveva provato il giorno della sua laurea o della vittoria alle gare di ginnastica. Era esaltazione, incanto, incredulità che tutto questo stesse accadendo proprio a lei… E di fronte a tutti questi sentimenti positivi, Harleen era come se si fosse dimenticata di chi ci fosse realmente tra le sue braccia, ossia un criminale assassino.

-Mr. J?- gli sussurrò sui capelli, con la gola riarsa come sabbia -Temo di essermi innamorata di te-

L’uomo ridacchiò.

-Anch’io, cuoricino- le rispose, con un sorriso artefatto sulle labbra -E quando uscirò da qui, ti porterò via da questo schifo. Andremo in giro per il mondo sul mio Jet privato, io e te insieme… Dove ti piacerebbe andare?-

La ragazza trattenne il fiato dall’emozione. Un sorriso colmo di gioia le scaturì dritto dall’animo.

-In Europa- gemette, sorridendo di cuore.

-In Europa, che bell’idea, pumpkin pie!- esclamò lui con voce esaltata, toccandole le fossette del sorriso -Prima però tu mi devi aiutare a uscire da qui, non posso fare tutto da solo-

-Sì, certo- gli rispose sicura, sorridente, felice.

-Aiuti paparino a uscire da qui?-

-Aiuto paparino a uscire da qui- ripeté Harleen come una bambina, piegandosi per dargli un bacio sulle labbra.

-Toc, toc?- Griggs entrò nella stanza, appena in tempo per non vederli -La riunione di famiglia è finita, dottoressa- esclamò, sempre con quell’aria beffarda -Mammina vuole indietro il suo pupo-

Harleen strinse forte il suo nuovo amore -No, andatevene subito. Gli avete procurato fin troppi danni per oggi-

Il tenente guardò Harleen con una smorfia, e poi si rivolse i suoi soldati -Ci vedo male, o lo dottoressa sta tenendo Joker senza la camicia di forza?- domandò a voce alta, anche se sapeva già la risposta.

-Ehm, temo che tu ci veda benissimo, capo- esclamò una guardia al suo fianco.

-No, dico, perché cerchi di ammazzare noi e lei no, Jolly? Mi sento molto discriminato-

Harleen non fece in tempo a controbattere che Joker intervenne -Ma perché sono innamorato di questa dottoressa, reietto- esclamò con voce plateale, per poi dare ad Harleen due veloci baci sulla guancia e uno sul mento -Visto!?-

-Siamo tutti innamorati di lei, amico- rise Griggs, ammiccando verso le guardie -Va bene, allora dalla via che è qui dottoressa Quinzel, metta al suo nuovo spasimante la camicia di forza, così ci risparmia un lavoro-

La ragazza guardò quell’orribile busto bianco, sporco e pieno di cinghie corte.

-Non ce ne sarà bisogno, lo accompagnerò io nella sua cella così-

Griggs rise -Sì, come no, così in cella ci finisce il tuo cadavere. Odio voi medici e i vostri metodi da guanti bianchi, mi fate cadere le palle-

Joker rise di gusto.

-È ferito- ribatte Harleen, dura come il ghiaccio.

-Me ne frego. O gliela metti tu o gliela metteranno i miei uomini a suon di manganellate-

Harleen lo fulminò con lo sguardo e afferrò con tutto l’odio possibile quell’indumento di costrizione.

Griggs fece per passarle la pistola, ma lei non la guardò neanche, si avvicinò al criminale come se niente fosse, a mani nude. Il tenente rimase quindi sbalordito alla vista di Joker che si lasciava vestire come un bambino, anche perché i suoi uomini dovevano almeno puntargli tre pistole contro per riuscirci. Che Joker avesse qualche interesse per lei, a suo avviso era comunque inconcepibile. Conosceva le sue puttane, non avevano niente in comune con quella santarellina bionda dal viso angelico.

-Fatto- disse Harleen, sempre fredda e dura.

-Manca il laccio più importante…- Griggs fece un cenno con la pistola a due lunghe cinghie che penzolavano verso il basso, come due code opposte -Impediscono al malato di strapparsi via la camicia-

La ragazza capì e arrossì. Si piegò in ginocchio di fronte ai pantaloni arancioni da detenuto di Joker, ma come lo fece, costui le diede un inequivocabile colpo di bacino sul viso...

-Mr. J!-

-Cazzo- ridacchio Griggs, girandosi dall’altra parte

-Scusi, dottoressa, riflesso incondizionato!-

Harleen gli fece un mezzo sorriso, riprendendo ad allacciargli la cinghia all’altezza del cavallo. Si sarebbe offesa in altre circostanze, ma evidentemente con lui tutto prendeva una piega diversa, tutto era lecito e divertente.

-Attenta ai gioielli, tesoro- esclamò Joker, divertito, poi si rivolse al tenente -Scommetto che te la sogni una dottoressa come la mia, Griggs-

-Stai zitto-

-È così delicata, Griggs… Mi può fare anche il bagnetto?-

-Cammina-

 


  ________________________                                                                                  

 


Dopo essere rientrata a casa, Harleen iniziò a sbattere energicamente in una scodella per dolci lo zucchero, il burro e le uova, con un sorriso a mezz’asta sulle labbra.

Dalla televisione il notiziario annunciava che il famigerato El Diablo si era consegnato spontaneamente alle autorità per farsi processare, ma lei non gli stava prestando alcuna reale attenzione. Scuoteva la testa senza motivo, si dava della pazza, della stupida, ma non riusciva a togliersi dalla bocca quel sorrisetto inopportuno.

Tutto quello che riusciva a pensare era “Sono pazza ed Europa”

E poi ricordava lui, i suoi bellissimi occhi azzurri incastonati in un viso dai lineamenti regolari, il naso perfetto, gli zigomi alti, le labbra sottili e sempre tese in un sorriso pazzo ma simpatico…

“Respira, Harleen, stai calma. Oddio no, ha detto che mi ama!”

No, Harleen non riusciva a stare calma. Fece una giravolta sul posto, coi capelli finalmente sciolti che volarono graziosamente intorno al suo viso. Poi posò la ciotola, si sedette e sprofondò la testa sul grande libro di ricette, aperto alla pagina “Pudding inglese”.

Ripensava a quei tre baci che le aveva stampato a tradimento sulla guancia, al modo possessivo con cui le aveva cinto il fianco, forte ma senza farle male, proprio come un uomo deve stringere la propria donna, e infine al colpo di bacino…

Harleen si tirò su dal libro, col viso tutto stropicciato e imbarazzato. Riprese a mescolare con forza il composto per non pensare che sì, gli avrebbe fatto anche quello.

Guardò il ricettario: il pudding descritto era al cioccolato… Chiuse il libro, lo avrebbe fatto di un gusto diverso, speciale come era lui.

Poi all’improvviso il suo telefono cellulare squillò. La suoneria era quella adibita ai messaggi, e la prima persona a cui pensò Harleen fu sua madre, che era solita a chiamarla a quell’ora.

“Strano però che mi mandi un messaggio, a momenti non li sa neanche scrivere”

Prese il cellulare, ma nel display era comparso un numero sconosciuto che non aveva in rubrica… Lesse il messaggio.

 

Per domani tutto risolto, fragolina.

I <3 U

 

Dopo un primo momento di incredulità, Harleen scoppiò a ridere e si tuffò letteralmente sul divano. -Oddio, ha pure il cellulare! È in cella di isolamento e ha un cellulare che prende!- parlò da sola, divertita all’idea di quanto lui si burlasse di loro -Come è possibile? Ma come fa?-

Scrisse e cancellò la risposta una ventina di volte prima di inviargliela, e alla fine si fece coraggio e optò per quella che aveva scritto per prima, quella che sentiva di più.

 

Ok, ti amo.

 

E così andò a letto, senza nemmeno lavare i piatti o dare lo straccio ai pavimenti come era solita fare ogni sera. Solo il pudding era pronto e perfetto, e aveva un insolito, vivace, color verde.


 


 

Mattina dopo, sala di consiglio dell’Arkham Asylum, ore 9:00.


 

-Volete che vi forniamo anche un talamo per la prossima seduta?-

-Signora Waller, mi lasci spiegare…-

-Oh, no, cara. È tutto molto chiaro- disse Amanda Waller, rigidamente -Sei una giovane donna, ingenua, innamorata dell’amore… È normale che sia capitato, ma Il caso Joker per lei può considerarsi chiuso-

-Cosa?- Harleen si sentì mancare il respiro -La prego, la scongiuro, mi dia un’altra possibilità

-Io non do altre possibilità- le rispose con un sorriso di fiele -Da domani le sarà affidato Capitan Boomerang insieme al dottor Harris-

-No, no, per piacere- la implorò sull’orlo delle lacrime 

-Se posso permettermi- esclamò Rogers, il P.M. -Mi sento in dovere di spezzare una lancia a favore della dottoressa Quinzel-

-Ma davvero?- esclamò la Waller, alzando un sopracciglio.

-Sì. Io ho avuto modo di sentire quello che si sono detti, e le posso assicurare che non c’è niente di sconveniente fra di loro, anzi. La dottoressa sta facendo un ottimo lavoro, Joker con lei collabora e le ha rivelato delle informazioni di sé come non aveva mai fatto con nessun altro. Interrompere il suo lavoro sarebbe deleterio sia per il paziente che per le mie indagini-

-Ma sarebbe più deleterio continuarle. La dottoressa ha infranto alcune delle più importanti regole deontologiche della sua professione, e chi infrange le regole deve assumersi le responsabilità e pagare-

-La dottoressa non ha infranto nessuna regola. È stato lui a baciarla-

-Ma lei lo ha ricambiato-

-Scusi, e cosa avrebbe dovuto fare con un soggetto come Joker? Rifiutarlo? Lo sa cosa sarebbe capace di fare un uomo come lui a fronte di un rifiuto?-

La Waller rise -Ah, quindi sta dicendo che la dottoressa l’ha fatto solo per difendersi? Sta dicendo che non c’è nessun coinvolgimento emotivo da parte sua?-

-Nella maniera più assoluta- rispose Rogers, sicuro -L’ha visto due volte, che coinvolgimento vuole che ci sia? Dottoressa Quinzel?-

-Sì?- pigolò Harleen, che li stava ascoltando preoccupata come se stessero discutendo sulla sua condanna a morte. 

-Si sente emotivamente coinvolta con il paziente che ha in cura? Ritiene di non poter svolgere più il suo lavoro in modo distaccato e imparziale?-

Lei li guardò entrambi, non era mai stata brava a dire le bugie.

-No- mentì con un filo di voce -Io non… Non sono emotivamente coinvolta, anzi, credo di aver intrapreso una linea terapeutica efficace, cerco di assecondarlo e… Non gli impongo di parlare o di restare concentrato-

-Giustamente, dottoressa! Joker è un soggetto abituato a comandare, qualsiasi tipo di imposizione sortirebbe l’effetto opposto- insistette il magistrato -Amanda, lui non è mai stato così aperto come con lei. Sarebbe un errore madornale impedire alla dottoressa di vederlo di nuovo, e lei lo sa, vero?-

Amanda Waller alzò gli occhi al cielo, pericolosamente irritata. 

Rogers le si avvicinò e le mise il braccio destro intorno alle spalle, per poterle parlare in modo più intimo.

-E poi ci pensi bene, cosa potrebbe mai succedere? Se Joker si invaghisse davvero di lei, noi potremmo uscirne solo avvantaggiati. Lui le sussurra i suoi segreti, la dottoressa ce li riferisce e noi finalmente vinciamo questa guerra una volta per tutte-

-È lei che si è invaghita di lui, non il contrario- rispose la Waller, duramente.

-Mmh, non ne sia così sicura, ha detto espressamente a Griggs di amarla, e abbiamo le registrazioni che lo confermano- disse Rogers, e Harleen alle sue spalle non poté fare a meno di sorridere -È risaputo che Joker sia molto sensibile al fascino femminile-

-Senz’altro, ma stiamo anche parlando di uno che conosce i nomi di tutte le puttane di Gotham City, non crederà certo che quella dichiarazione sia vera?-

Ad Harleen, questa volta, il sorriso morì letteralmente sulle labbra.

-E perché non dovrebbe esserlo, scusi?- le disse lui, senza un briciolo di insicurezza -È una bellissima ragazza, è pura- sussurrò piano per non farsi sentire -Cosa ci può essere di più allettante per lui?-

-Non sono convinta-

-Ma non la vede? È un pulcino bagnato che ha paura della sua stessa ombra- continuò il P.M. con voce persuasiva, e Amanda lanciò uno sguardo scettico verso Harleen -Che male potrebbe mai fare una ragazza come lei?-

La Waller cambiò direzione e riprese a fissarlo.

-Se anche si scambiano qualche bacino, che importa?- continuò Rogers, con un sorriso ammiccante -La cosa importante è che Joker parli, che ci riveli le sue informazioni, e chi meglio di una bella ragazza per convincerlo?-

-Così sta condannando a morte la dottoressa, però-

-Nah, non la ucciderà, conosco il suo modus operandi. Per le belle ragazze ha sempre avuto un occhio di riguardo-

Lei sospirò, odiava essere contraddetta…

-E poi diciamocelo, le informazioni di Joker valgono ben più di una vita umana, no?

Finalmente il Pubblico Ministero aveva colto nel segno: era esattamente ciò che bisognava dire a una donna machiavellica come Amanda Waller.

-Dottoressa Quinzel?- esclamò quest’ultima, con voce ferma e solenne. Harleen si alzò subito in piedi, con gli occhi sbarrati e le orecchie tese dal nervosismo.

-Per questa volta, e sottolineo questa volta, farò finta di non avere visto- decretò la Waller, provocando il sollievo generale di tutti -Ma sia chiaro, se le sue sedute perdono di efficacia o peggio, se scopro che lei nasconde qualcosa, verrà immediatamente radiata dall’albo, se non processata in sede penale. Sono stata chiara?-

-Sì, signora- rispose prontamente la dottoressa, ma senza riuscire a non sorridere.

Rogers le fece l’occhiolino e Harleen Quinzel sorrise: aveva ufficialmente iniziato il suo primo scherzo.






 

 
 
 
Note
Ciao, eccomi finalmente! Scusate tanto per il ritardo e grazie di cuore per le recensioni e per chi si è inserito nelle liste, per me è molto importante! :)
Che dire, Jokerino così innamorato ci lascia tutti un po’ perplessi, vero? Ma prendete sempre con le pinze quello che dice, è un furbacchione…
Ah, la camicia di forza dei detenuti ha veramente un laccio sul cavallo, non me lo sono inventato… andate a vedere su wikipedia e lo vedete subito xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto (malgrado le innumerevoli parolacce, scusate per tutte le volgarità), io nel frattempo vado a tinteggiarmi i capelli di rosa ;D
   
 
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