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Autore: lasognatricenerd    03/01/2017    1 recensioni
Credence ormai ha capito che ciò che Graves sta cercando non è sua sorella... Ma lui stesso.
Genere: Angst, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro, personaggio, Credence, Barebone, Gellert, Grindelwald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Help me, please... Help me.


         Sapevo di essere io quello che Graves stava cercando ormai da tempo. Sapevo di essere io, ma non riuscivo a capacitarmene. Ero arrivato a quella conclusione quando avevo visto mia madre – abituato ormai a chiamarla così – puntarmi contro per l’ennesima volta la mia cintura. Si era trattato di uno sbaglio e di un fraintendimento, ma non volevo mettere in mezzo mia sorella. Non era giusto che Modesty venisse picchiata—non l’avrei permesso. Guardai quella che avrebbe dovuto essere mia madre, la donna che avrebbe dovuto amarmi, ma che non faceva altro che addossarmi qualsiasi colpa. La maggior parte delle volte, se non sempre, mi picchiava senza un apparente motivo, riducendomi le mani davvero male. E non solo le mani…

         Ogni volta trattenevo le urla, i gemiti e mi limitavo a tremare. Non osavo fiatare. Se l’avessi fatto, avrebbe usato quella cintura ancor più violentemente su di me ed era già doloroso nel modo in cui succedeva. Non volevo provocarla oltre. Avevo paura. Dopo che le mie mani e la mia schiena erano ridotte praticamente a brandelli, mi rintanavo nell’angolo della mia stanza e piangevo, tremavo, sperando che quell’Inferno finisse il prima possibile. Sapevo che c’era una speranza, seppur vaga: Graves.

         Aveva detto, mi aveva promesso, che mi avrebbe aiutato con i miei poteri. E non solo: mi aveva giurato di avermi visto al suo fianco, per sempre. Ed era quello che desideravo. Volevo usare una bacchetta, avere padronanza dei miei poteri—volevo fare quello che lui riusciva a fare. Io avevo bisogno di Graves e lui lo sapeva. Per questo motivo continuavo a fissare la collana che mi aveva donata e la tenevo ben nascosta sotto la camicia bianca che indossavo, per evitare che lei, mia madre, la vedesse. Se me l’avesse confiscata, non sarei più riuscito a reggere. Se me l’avesse presa e ridotta a brandelli, non avrei più avuto Graves vicino. Mi sarei sentito perso, perso completamente.

         Quando avevo visto la donna suprema dei Barebone guardarmi con quello sguardo che mi rivolgeva ogni volta che non vedeva l’ora di frustarmi, si era mosso qualcosa dentro di me. Qualcosa che non ne poteva più di quella situazione. Non riuscii neanche a trattenermi.

         La cintura volò via dalla sua mano, lasciandole dei segni evidenti contro la carne del palmo della mano. Modesty indietreggiò ed io rimasi inerme, tremando ancora dalla paura. E poi la vidi ancora avvicinarsi, abbassarsi per afferrare ciò che aveva avuto sempre potere su di me, ma la cintura si spostò ancora. E poi il buio si impossessò di me.

         Quando ripresi coscienza, quando la mia mente fu più lucida, mi rannicchiai contro il muro, contro delle assi di legno che erano crollate da chissà dove e piansi. Tremavo come non avevo mai tremato in vita mia e le mani continuavano a stringere la collana che Graves mi aveva dato. La stringevo, sperando che venisse da me il prima possibile. Avevo bisogno che mi aiutasse. Avevo bisogno che facesse uscire quella cosa da me. Non potevo andare avanti così—mi avrebbe ucciso.

         Poi, finalmente, lo sentii oltrepassare tutta la casa ormai caduta a pezzi ed avvicinarsi a me. «Non mi avevi detto di avere anche una sorella, Credence» mormorò, accarezzandomi i capelli. Ansimai, lasciandomi andare contro quella carezza. Avevo così bisogno di quelle attenzioni. Avevo così bisogno di lui. «M… Mi a-aiuti…» pronunciai con voce tremante, mentre la mia mano continuava a stringere quella collana che mi faceva sentire così legato a lui, così vicino a lui… da sentirmi protetto da qualsiasi male ci fosse dentro e fuori di me. «Dov’è tua sorella, Credence? Dov’è?» Non riuscivo a parlare. Volevo solo che…

         «Mi aiuti, la prego… la prego, mi aiuti…»

         Un suo pugno mi colpii in pieno petto, facendomi perdere un battito, due battiti, e poi ancora. Che cosa stava facendo? Avevo bisogno di lui, avevo bisogno che mi proteggesse, che mi dicesse come fare a sconfiggere quell’essere dentro di me—ma lui era convinto che fosse mia sorella, e forse, forse poteva essere così. Forse mi stavo immaginando ogni cosa…

         E quindi mi convinsi che fosse così, portandolo nella vecchia casa di Modesty. Mi disse che ero inutile, e che ero un magonò. Che non potevo praticare la magia.

         Mi sentii così ferito, così distrutto, che non piansi neanche. Percepii la rabbia crescere dentro di me, l’oscurità avvolgermi. Mi ritrovai a far crollare non una, non due, ma ben tre pareti, fino ad osservare Graves negli occhi. Mi guardò come se avesse capito tutto. Il mio corpo tremava. Non volevo ascoltarlo. Non era giusto che mi avesse usato solo per arrivare a mia sorella. Non era giusto che mi avesse riempito di bugie fino a quel momento, solo per arrivare ad uno scopo che solo a lui interessava.  

         «Credence… puoi controllarlo.»

         «Non sono sicuro di volerlo fare, Mr. Graves.»

         E poi esplosi.

 
   
 
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