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Autore: Gemini_no_Aki    03/01/2017    0 recensioni
[I Medici]
Marco Bello è da sempre un fedele servitore e amico, un fratello per Cosimo. Ma c'è stato un tempo in cui non era così, un tempo in cui si sono incontrati ed è stato Cosimo a salvarlo. L'inizio.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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II.

 

Per Marco rimanere indietro quando l’intera famiglia, e relativa servitù, si spostava non era una novità, era così da sempre, da quando ancora era bambino e seguiva sua madre ovunque andasse, solo allora iniziava a comprendere che lo stesso trattamento che ora riservavano a lui era stato riservato alla donna. Da una parte provava sollievo nel vedere la residenza vuota, nessun ordine urlato, nessuno scalpiccio seguito dallo schiocco di una frusta, nessuna punizione se ritardava. Aveva pensato di fuggire, una volta, prima di rendersi conto di non aver alcun luogo in cui andare, nessun posto sicuro in cui nascondersi finché non si fossero dimenticati della sua esistenza. Ma in una casa grande come quella aleggiava un’impenetrabile senso di solitudine che non riusciva mai a scrollarsi di dosso, soprattutto non quando le tenebre facevano calare lo scuro mantello e lui vagava per i corridoi rischiarato da una candela che gettava lunghe ombre. Non era più un bambino spaventato dal buio, quella sensazione era diversa e non sapeva spiegarsela a parole.

Approfittava spesso, in quei rari giorni, per chiudersi nella biblioteca sfogliando pagine su pagine di antiche storie finché i raggi del sole non lo svegliavano; altre volte restava nel cortile interno con una spada di cui non conosceva la provenienza e che, almeno in teoria, non avrebbe dovuto toccare, a combattere immaginari nemici, ogni giorno più veloce, più preciso.

«Credevo non ci fosse nessuno!» Marco si voltò con la spada davanti a sé difensivo, davanti a lui stava un giovane avvolto in un mantello scuro e dai capelli che sfioravano le spalle. Aveva alzato le mani trovandosi la spada puntata contro, Marco lo guardò con gli occhi spalancati, non era di certo un ladro ma quello non spiegava comunque la sua presenza, abbassò la spada guardando come l’intruso abbassava a sua volta le mani con un sorriso.

«Non volevo spaventarti.» Disse tranquillo per poi indicare una seconda porta più nascosta dall’altro lato del cortiletto. «Quando so che non c’è nessuno uso questa come scorciatoia.» Ammise imbarazzato aspettando un qualche commento dal giovane che però non arrivò. «Non mi aspettavo di trovare qualcuno.» Un attimo dopo si accigliò studiando il suo viso, inclinò il capo da un lato avvicinandosi di qualche passo. D’istinto Marco arretrò, la spada ancora stretta con entrambe le mani puntata verso il suolo.

«Ci siamo già incontrati, vero?» Esclamò dopo qualche istante puntando gli occhi azzurri su di lui, gli stessi che Marco non era riuscito a dimenticare, annuì con un movimento rapido tenendo le labbra saldamente chiuse. «Ma certo! Non dimentico facilmente un volto come il tuo.» Era una frase che aveva sentito in passato, con più cattiveria di quella che Messer Medici stava usando, al contrario lui era gentile, sorridente, faceva suonare quelle parole come un complimento, qualcosa a cui Marco era tutto fuorché abituato. Né preparato. Indietreggiò nuovamente prima di voltarsi e sparire all’interno della residenza silenziosa.

«Aspetta!» Per una ragione che ancora ignorava si fermò voltandosi mentre era già per metà oltre la porta. «Per favore non dire che uso il cortile come passaggio.» Osservò il giovane che sembrava preoccupato che il segreto potesse essere scoperto, alzò un angolo della bocca in un mezzo sorriso prima di chiudersi la porta alle spalle e riporre la spada al suo posto accompagnato solo dal rumore dei suoi passi. C’erano molte cose da fare prima che la casa tornasse ad essere abitata, ancora pochi giorni di silenzio e pace.

 

Incontrare di nuovo quel giovane non era nei progetti di Cosimo pur non negando di esserne rimasto affascinato la prima volta. Il fascino era svanito quando la sua signora lo aveva tirato indietro e incolpato per qualcosa di cui non aveva colpa, non del tutto almeno, Cosimo era stato distratto da un banco del mercato quando si erano scontrati. Eppure lei aveva voluto fortemente incolpare il servitore. Una rabbia che non sapeva spiegarsi era subentrata e Cosimo si era dovuto affrettare a metterla da parte.

Incontrarlo una seconda volta era stato davvero completamente casuale, aveva sentito che la famiglia si era recata fuori città per il matrimonio di una figlia e quel cortiletto era un ottimo passaggio per raggiungere il Duomo senza dover passare dalle vie principali. In quel momento però il Duomo, uno dei suoi soggetti preferiti, non era più il centro del suo interesse. Alzò lo sguardo sulle finestre trovando solo tende tirate e nessun volto sbucare da un lato con curiosità.

“Peccato…” Pensò estraendo un quadernetto e un carboncino sedendosi su una panchina su un lato del cortile, aprì il quadernino scorrendo le pagine spesse fino a trovarne una vuota abbozzando a memoria un volto contornato da folti ricci e una barba appena accennata.

Qualcosa stonava in quel ritratto, una volta che Cosimo lo completò, non avere il soggetto davanti era complicato ma non era quello il reale problema, il volto era rimasto impresso nella sua mente abbastanza a lungo e lucido da riportarlo sulla pagina. No, il problema era un altro, gli occhi. Più osservava quel piccolo ritratto e più il giovane Medici notava quanto quelli fossero gli occhi più tristi che avesse mai incontrato.



Angolino dell'Autrice: Mentre pubblico questo capitolo il terzo è quasi concluso e spero di caricarlo il prima possibile. Mi rendo conto di averli fatti incontrare prima di quanto detto nella serie , spero che questo non sia un problema :3

Bye Bye~
Aki
   
 
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