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Autore: Rose19h    03/01/2017    0 recensioni
Harry/lawyer Louis/teen
Harry ha 27 anni, Louis invece 18. In questa storia le loro parole li incanteranno, li uccideranno e li faranno innamorare.
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"Harry Styles, piacere" disse porgendomi la sua mano. Mi affrettai a porgere anche la mia mano: "Louis Tomlinson, comunque non mi da fastidio" dissi alludendo al fumo. Il fumo uccide, ma c'è ben altro che fa ancora più male.
Lui prese la sigaretta e la rimise nel pacchetto. Ero sempre più sorpreso e affascinato da quell'uomo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                        Words kill you.

"Descriviti in una parola" 
È difficile, come faccio a descrivermi in una sola parola? Come posso dare così tanto peso ad una parola? Come faccio? L'unica cosa che so fare è confusione: sia in me stesso, che negli altri.
"Confuso" risposi "Sì, confuso è la parola che mi descrive al meglio" continuai.
Zayn mi guardò mentre Stan annuì vigorosamente. "Certe volte sembri un bimbo spaesato" disse poi, intanto Zayn aveva ripreso a fumarsi la sua canna, silenzioso come al solito. Per descrivere lui in una sola parola avrei utilizzato la parola misterioso. E si, poteva andare, ma forse sto dando troppo peso a delle semplici parole. Una parola può ingannare, può incutere timore, può addolorare, può divertire, può farti piangere sia per dolore, sia per gioia. Un'altra parola può incantarti con il suo irresistibile fascino oppure può avvelenarti, può ucciderti.
Sì, okay mi è piaciuta molto la lezione di filosofia e mi ha affascinato Gorgia. Che c'è di male?
I miei fantastici pensieri filosofici furono risvegliati da Zayn che urlava il mio nome.
"Lou, cazzo! Sei in uno stato di trance?" Disse poi. "Oi, ti mancava la mia voce?" Risposi con fare disinvolto. 
"Oh si, certo tesoro. Come faccio senza te e 
la tua voce" replicó, prendendomi per il culo.
"Sisi amore" dissi prima di sdraiarmi sul letto.
"Sta sera che si fa?" Chiese Stan. "Andiamo al Revival?" Domandò l'altro a sua volta.
"E Revival sia" risposi io. Il Revival non era altro che una piccola discoteca qui nei dintorni di Doncaster. 
"Bene, io ora vado. Venite da me verso le 11 e poi andiamo insieme?" Disse Stan mettendosi addosso il cappotto che aveva buttato per terra appena entrato nella mia stanza.
Zayn annuì "Be' vado anch'io, ci vediamo dopo" disse lui alzandosi dal letto.
"E così rimango solo, au revoir!" Dissi io prima che loro uscissero dalla mia camera.

La serata passò abbastanza veloce tra gente ubriaca, gente fatta e gente vogliosa. Verso le 3 uscii dal locale perché ero stufo di tutta quella gente mentre Zayn e Stan erano ancora dentro. Io decisi di fare un giro per la mia città. Bella, dolce e insidiosa.
Vagai un po' fino ad arrivare al parco in cui passai la mia infanzia e mi sedetti su una panchina.
Non stavo pensando a qualcosa in particolare. Stavo solo osservando il parco, quando vidi un elegante uomo sedersi sulla mia stessa panchina.
Il mio sguardo si spostò su di lui, tirò fuori da una tasca un pacchetto di sigarette e un accendino. Prima di accenderla si girò verso di me e disse: "Ti da fastidio se fumo?"
"Fumer tue" fu la mia risposta, suonava molto più elegante di il fumo uccide. Non credevo che mi rispondesse.
"Faux, les paroles tuent" disse invece. Io anche se mi fossi aspettato che rispondesse non mi sarei mai aspettato una risposta del genere. Les paroles tuent. Le parole uccidono. Mi girai verso di lui e lo fissai, notai i sui dolci lineamenti, mentre lui vedendo che non risposi disse: "Étonné?" Sorpreso? Ero  sorpreso della sua risposta?
"Sì, monsieur. Abbastanza sorpreso" risposi continuando a guardarlo.
Si mise a ridere.
"Harry Styles, piacere" disse porgendomi la sua mano. Mi affrettai a porgere anche la mia mano: "Louis Tomlinson, comunque non mi da fastidio" dissi alludendo al fumo. Il fumo uccide, ma c'è ben altro che fa ancora più male.
Lui prese la sigaretta e la rimise nel pacchetto. Ero sempre più sorpreso e affascinato da quell'uomo. 
"Étonné?" Chiese lui di nuovo, quasi leggendomi nel pensiero.
Non feci tempo di rispondere che lui continuò dicendo: "Non voglio essere ucciso dal fumo, facciamo che siano le parole a farlo"
"Non sempre le parole uccidono" dissi io.
"Concordo" rispose guardandomi.
"Allora Louis, quanti anni hai?" Chiese.
"Come sei passato dal dire che le parole uccidono al chiedere la mia età?" 
"Non sei l'unico che è sorpreso dell'altro qui. Sembri molto giovane" disse lui mentre giocava coi suoi anelli.
"18" dissi notando il suo volto cambiare espressione. "Tu invece?" Continuai.
"Sembri più grande rispetto la tua età, ne ho 27" rispose.
Io non dissi niente, ritornai ad osservare il parco mentre sentivo il suo sguardo su di me. Dopo pochi minuti, la suoneria del mio telefono ruppe il suono. 
Zayn e Stan si erano finalmente decisi di uscire da quel bordello e mi stavano cercando. Così io mi alzai dalla panchina e notai che Harry mi guardava ancora. Era estremamente affascinante. 
"Devo andare, è stato un piacere conoscerti, monsieur" dissi.
"Anche per me, au revoir" rispose prima che io iniziassi a camminare.
Trovai Zayn e Stan davanti alla discoteca. Il viaggio di ritorno fu breve, entrambi erano ubriachi e quindi toccò a me guidare. Per prima cosa accompagnai Zayn a casa sua e poi anche Stan. Una volta arrivato li dovetti continuare a piedi perché la macchina era la sua.
"Dovevi rimanere dentro, ti saresti divertito ancora un po'" disse, mentre barcollava.
"Buonanotte" risposi io ridendo.
Casa di Stan e casa mia non erano molto distanti, infatti cinque minuti dopo ero già a casa. Mia mamma come al solito mi aveva aspettato sveglia nonostante dovesse andare a lavorare il giorno dopo. Dopo averle dato un bacio sulla fronte, mi rintanai nella mia stanza. Nel mio posto. Inutile dire che appena appoggiata la testa sul cuscino mi addormentai.

Vidi Harry per la seconda volta circa un mese dopo. Non avevo pensato molto a lui durante quel mese, mi veniva in mente solo quando passavo per il parco. L'incontro avvenne nella biblioteca di Doncaster.
Stavo cercando un libro di egittologia, mi serviva per una ricerca, ma anche per interesse personale. 
Lui invece era seduto in uno dei tavoli immerso nella lettura di un libro. 
"Cosa le stanno facendo le parole di quel libro? La stanno uccidendo o la stanno incantando?" Chiesi sedendomi di fianco a lui.
"Devo ancora scoprirlo" disse alzando lo sguardo. "Non darmi del lei comunque. Ti ha spaventato il fatto che sia più grande di quanto ti aspettavi?" Continuò.
"No, volevo solo essere rispettoso ed educato" risposi ridendo.
"Certo...tu invece vuoi essere incantato dalle parole" disse probabilmente notando i libri che avevo in mano.
"Già" risposi "Devo fare una ricerca" continuai.
"La ricerca la devi fare proprio in questo momento o possiamo andare a prenderci un caffè?" Disse poi sorridendomi.
Io annuii: "Si, certo. Posso farla anche più tardi, monsieur" 
"E allora andiamo" disse lui prendendo il suo cappotto. 
E quello che succedette dopo, fu l'inizio. L'inizio di tutto per me. Anche per lui, spero.

Andammo in una piccola caffetteria vicino alla biblioteca. Ordinai un tè, come al solito senza zucchero e con latte. Lui invece si prese un caffè.
"Louis, posso chiederti una cosa?" Furono le prime parole che ruppero il silenzio dopo aver ordinato. 
"È quello che hai appena fatto, ma puoi chiedermene un'altra. Spara" risposi.
"Non pensi che io possa essere un molestatore o qualcosa del genere" 
"Se tu lo fossi stato, questo mese mi avresti seguito e io ti avrei notato. Non credi?"
"Magari è così e tu però non mi hai notato" rispose Harry.
"Assolutamente no, stai cercando di ingannarmi con le parole. Facendomi credere quello che non sei, sbaglio?" Chiesi mentre una cameriera si avvicinava al nostro tavolo.
"No, non sbagli" disse prima che la cameriera ci portasse le nostre ordinazioni.
Nonostante lo strano inizio quella piccola uscita con Harry, se si può chiamare così, andò bene. Mi parlò di lui di come si fosse laureato col massimo dei voti e di come fosse un avvocato. Il suo studio era a Londra e veniva a Doncaster circa una volta al mese per stare con la sua famiglia.
Anch'io gli raccontai un po' di me, delle mie sorelle e di mia madre. Gli raccontai di quanto amassi filosofia e storia, ma che comunque ero abbastanza confuso su cosa volevo indirizzarmi all'università perché mi sarebbe anche piaciuto studiare le lingue, in quanto innamorato delle diverse culture e tradizioni nel mondo.
"Étonné?" Chiesi dopo aver parlato delle tante cose che mi sarebbe piaciuto intraprendere nel mio futuro.
Non rispose. Si mise a ridere e annuì appena.
Alla fine eravamo stati abbastanza tempo insieme e mi stavo alzando per tornare a casa, visto che dovevo fare quella ricerca.
"Louis!" Mi chiamò mentre io ero intento ad allacciarmi il mio giubbotto. "Harry?" Dissi io.
"Potremmo incontrarci ancora, mi sono trovato bene" 
"Sì certo, se vuoi ti lascio il mio numero. Così quando non sei a Londra e non usi le tue parole per uccidere quando sei in tribunale, puoi scrivermi e possiamo vederci" dissi io e lui mi porse il telefono.
"Bene, ora devo proprio andare" dissi ridandogli il telefono e salutandolo con la mano.
"Au revoir" rispose lui.

Una volta tornato a casa, iniziai a fare la ricerca quando sentii il mio telefono squillare. Zayn.
"Pronto Zayn?" Dissi. "Lou, dov'eri?" Mi chiese. "In biblioteca, per la ricerca che dovremmo fare insieme, ma che faccio solo io" risposi mentre continuavo a scrivere sul computer.
"Non sparare balle, ti ho visto con quel tipo"
"Idiota, quello non nega che sono stato in biblioteca" 
"Sisi, comunque sabato andiamo a Manchester che dici?" Mi domandò.
"Oks, ci sarò. Ora fammi continuare la ricerca, adiós" dissi facendo finire la chiamata prima che lui potesse dire qualsiasi cosa. Non ebbi tempo di appoggiare il telefono che suonò di nuovo. Un messaggio.
Da uno sconosciuto, Harry? Aprii il messaggio. «Bonsoir.» diceva.
Si era Harry.
«Harry?» Scrissi per essere sicuro.
La risposta arrivò dopo pochissimo.
«Oui, adesso hai anche tu il mio numero. Così quando per caso sei tu quello che si trova a Londra e non io a Doncaster puoi scrivermi»
«Sarà fatto» scrissi e dopo appoggiai il telefono sulla scrivania.
 
Poco dopo arrivò a casa mia mamma con le mie sorelle. Cenammo insieme e dopo mentre le più piccole andarono a letto. Rimasi sul divano con mia mamma e Lottie, la sorella più grande delle mie sorelle. Alla bellezza di 11 anni poteva guadagnarsi mezz'ora in più per guardare la televisione.
Però si addormentò subito, così la portai nella sua camera e poi rimasi un po' con mia madre. Inutile dire che ero un cocco di mamma, parlammo del più e del meno. E mi feci coccolare come quando ero piccolo.
"Louis, non mi hai più parlato di quel ragazzo" disse lei guardandomi.
"Joshua intendi? Diciamo che non è durato più di tanto" risposi accoccolandomi meglio vicino a lei.
"E c'è qualcun altro?" Chiese lei.
Qualcun altro? No, non c'era nessuno. Con Harry c'erano zero possibilità.
"No, mamma. Non c'è nessuno, voglio bene solo a te" dissi ridendo.
"Anch'io tesoro, andiamo a letto?" Disse alzandosi.
Annuii e mi diressi nella mia stanza. Presi il telefono in mano e notai che c'era un altro messaggio di Harry.
«Buona notte, petit»
«Buona notte, Harry x» fu la mia risposta, poi puntai la sveglia, appoggiai il telefono sul comodino e dopo poco mi addormentai.
   
 
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