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Autore: itsmeg    04/01/2017    3 recensioni
Una raccolta di ff Malia!centric. Ogni OS la vedrà alle prese con se stessa, un personaggio o più personaggi messi assieme: Stiles - attenzione, ci saranno molti Stalia feels. Vi ho avvertito! -, Scott, Peter, Derek, lo Sceriffo, Lydia e così via. Enjoy it!
Capitolo I: I'll be good.
Capitolo II: Do you still believe in one another?
Capitolo III: Welcome Home.
- “ Sai che ti dico? Me ne vado. E’ stata una pessima idea. Scusami per il disturbo, signor Hale. Fai buon viaggio e addio.” Gli disse, dura, mentre si voltava e si incamminava verso la porta.
Senza pensarci, guidato dall’istinto, il lupo l’afferrò per un braccio e la fermò. Quel contatto fu come scottarsi per lui, tanto da scostare quasi subito la mano dalla ragazza.
-
[ CONTIENE SPOILER SULLA S6 ]
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Malia Hale
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Heeello, folks! Rieccomi qui. Questa OS - ambientata poco dopo la fine della quarta stagione - mi frullava nella mente già da tempo, ma grazie ai commenti di alcune di voi ho avuto l'ispirazione per il finale e per altre cose all'interno della storia. Non ne sono proprio convinta ma ho deciso di seguire l'istinto proprio come la coyote protagonista della raccolta, quindi eccomi qui. Spero vi piaccia e spero di leggere i vostri commenti. Mi spiace per la lunghezza del capitolo ma pur rileggendolo varie volte sono riuscita a tagliare poco e niente. Mi auguro non sia troppo pesante o noioso, in ogni caso... Scriverlo a me è piaciuto un sacco e spero di cuore che vi arrivi tutto ciò. 
Alla prossima,
Meg.

 
Welcome Home
 
Sleep don’t visit, so I choke on sun
and the days blur into one,
and the backs of my eyes
 hum with things I’ve never done.
Sheets are swaying from an old clothesline,
like a row of captured ghosts over old dead grass.
Was never much, but we’ve made the most,
welcome home.
Ships are launching from my chest,
some have names but most do not.
If you find one, please let me know
 what piece I’ve lost.
Peel the scars from off my back,
 I don’t need them anymore.
You can throw them out
or keep them in your mason jars,
I’ve come home.
All my nightmares escape my head
bar the door, please don’t let them in.
You were never supposed to leave,
now my head’s splitting at the seams
and I don’t know if I can.
Here, beneath my lungs
I feel your thumbs
press into my skin again.
- Radical Face.

 
 
 
“ Mi passi lo scatolo della pizza?” Scott, che si era alzato per prendere la sua seconda fetta, guardò Malia divertito e sconvolto al tempo stesso. Sfamare una creatura sovrannaturale non era semplice, ma Malia era alla sua settima fetta di pizza e non accennava ad arrendersi.
“ Che c’è?” Chiese, quando notò che tutto il branco la stava fissando. Aveva mangiato da sola quasi tutto il contenuto dello scatolo, e quando notò che ne restavano solo due fette capì. “ Oh… Ne vuoi un po’?” Fece, guardando Stiles che la fissava altrettanto divertito e ignorava gli altri.
“ E’ un progresso. Credeteci.” Stiles la guardò dolcemente, circondandola da dietro in un abbraccio, e parlò con una serietà tale da far scoppiare tutti in una risata.
“ Personalmente mi stavo solo chiedendo dove finisse tutta la roba che ingerisci. Fa pure tesoro, mangia anche per me.” Affermò Lydia, sospirando e toccandosi la pancia rigonfia con fare melodrammatico. Malia le sorrise, addentando con voracità la fetta per poi ripassare lo scatolo a Scott.
“ Oh sì, è davvero un progresso!” L’Alpha rise, sedendosi sul divano accanto a Kira, esausto. Nonostante fossero tornati dalla loro avventura contro Kate Argent da un po’, era stato difficile recuperare le ore di sonno e di pace perdute un po’ per tutti.
I ragazzi avevano organizzato quella serata per cercare di rilassarsi e distrarsi un po’, cosa che sembrava impossibile da anni ormai, per loro. Scott nonostante ciò cercava di provarci con tutto se stesso, non tanto per sé quanto per i suoi amici.
Sapeva che però quei momenti in cui tutti se ne stavano in silenzio erano momenti in cui loro cervelli viaggiavano, pieni di domande verso il futuro, verso ciò che sarebbe successo, di emozioni varie e contrastanti. Improvvisamente, fu Malia ad interrompere quell’attimo di quiete.
“ Perché non hai… Sì, insomma, perché non hai invitato anche Derek?” Chiese, senza sapere bene come porre quella domanda senza far trapelare le sue vere intenzioni.
Scott, Stiles e Lydia si scambiarono uno sguardo incerto e sorpreso per quella domanda. Poi, Stiles si alzò, emise un sonoro sbuffo e si avvicinò al frigorifero per prendere del ghiaccio, seccato e intristito dalla situazione.
“ Tipico di Derek!” Esclamò. Voleva controllarsi, voleva farlo per Malia, per evitare che si agitasse. Sapeva che in ogni caso, qualsiasi risposta i ragazzi le avessero dato, anche addolcendo la pillola il più possibile Malia ci sarebbe rimasta male comunque. Scott e Lydia forse non lo avevano capito, ma lui sì. Sapeva che dietro alla domanda di Malia si celava molto di più che una semplice curiosità, e nonostante tutto, dopo tutto quello che avevano passato assieme, credeva di conoscere Derek almeno un po’ da sperare che si sarebbe comportato diversamente questa volta e con lei.
“ Che succede? Ho detto qualcosa che non va?” Malia guardò Stiles e poi Scott, interdetta. Lydia alzò lo sguardo, guardando Stiles e incitandolo a calmarsi e a smetterla di torturare una povera lattina di Cola.
“ No, no… E’ solo che… Derek, beh, non so esattamente se in questo momento o tra qualche ora ma… Sì, ecco, Derek ha deciso di andare via da Beacon Hills.” Scott la guardò, poi guardò Stiles e cercò di capire il motivo della sua reazione. Quando vide gli occhi di Malia rabbuiarsi, qualcosa cominciò a farsi chiaro nella sua mente, così come in quella di Lydia e di Kira.
“ Andare via? E perché?” Chiese la coyote, interdetta.
“ Kate Argent, i suoi psicopatici uomini teschio e la sua evoluzione devono averlo scombussolato tanto da fargli decidere di abbandonarci.” Affermò Stiles, sedendosi.
“ Stiles!” Esclamò Lydia, mollandogli un ceffone dietro alla testa. “ E’ più complicato di così, e tu lo sai. Oppure ti sei dimenticato la conversazione che abbiamo avuto con lui ieri?” Gli domandò Lydia, sarcastica.
“ Oh… Così lo avete salutato.” Malia li guardò, sorpresa. Lydia, fulminata dallo sguardo di Stiles, si pentì di aver aperto bocca dopo essersi resa conto di ciò che aveva detto. Non era sua intenzione peggiorare le cose, e osservando Malia adesso riusciva a capire l’atteggiamento scorbutico di Stiles.
“ Beh, capisco. Io devo ancora riprendermi da tutto ciò che è successo in queste settimane, immagino sia difficile tanto per noi quanto per lui, se non si considera tutto ciò che ha passato in più. Anche se scoprire che Peter Hale è mio padre credo sia la follia più folle tra le cose che ci sono capitate.” Malia rise, nervosa. Non senza stupore si rese conto che in quel momento, in cui si sentiva agitata e anche un po’… Triste? Sì beh, insomma, in quel momento dalla sua bocca uscivano parole senza quasi che lei le controllasse. A Stiles succedeva parecchie volte, lui lo chiamava “ vomitare parole”. Evidentemente doveva soffrirne anche lei adesso, pensò, sperando non durasse a lungo. Era un po’ imbarazzata, e le era anche passato l’appetito. Gettò la fetta di pizza nel piatto davanti a sé, alzò lo sguardo e sorrise.
“ Beh, cosa facciamo ora?” Domandò, rendendosi conto che nonostante provasse a sembrare indifferente, i suoi amici non erano così ingenui come lei e che probabilmente avevano capito tutto. Per i ragazzi era chiaro che Malia fosse sconvolta dalla notizia della partenza di Derek, e chi più e chi meno, erano riusciti a capirne anche il perché.
“ Che ne dite di un film? Non ho idea di cosa diano in tv ma potrebbe esserci qualcosa di divertente.” Kira guardò i ragazzi, cercando idee brillanti per distrarre Malia da quel discorso, ma non le venne in mente nulla di meglio.
“ Sì, grande idea.” Intervenne Scott in suo soccorso, mentre Stiles si avvicinava a Malia e le prendeva la mano, sorridendole.
“ Basta che non sia Star Wars e a me va bene qualsiasi cosa.” Fece Lydia, accomodandosi sul divano.
“ Tu di sicuro ti faresti divorare dalla forza oscura, demonio che non sei altro.” La rimbeccò Stiles, offeso.
“ E tu di sicuro saresti morto nei primi minuti del primo capitolo, sfigato.” Contrattaccò Lydia, facendogli segno di sparire con una mano.
“ Bene. So cosa guarderemo stasera: Mean Girls. Antagonista della storia? Lydia George.” Sul volto di Malia comparve un sorriso per quel battibecco tra i due, e sia Stiles che Lydia si guardarono, soddisfatti per aver risollevato, anche se solo minimante, l’umore della ragazza.
Una volta preso posto sul divano, Scott accese la tv e cominciò a fare zapping tra i canali, in cerca di un film. Stiles continuò a fissare Malia, preoccupato. Sapeva che la ragazza stava nascondendo le sue vere emozioni in quel momento, e la cosa lo torturava. Quando Derek li aveva chiamati per parlare, il giorno prima, Stiles era arrivato con Scott ed era convinto di trovare nel loft anche Malia. Solo Lydia era lì, e una volta andati via, aveva pensato che probabilmente Derek avesse preferito parlare a Malia in privato. Una cosa che aveva capito di lui, era che teneva alla riservatezza più di qualsiasi altra cosa al mondo, e di sicuro salutare uno dei suoi pochi parenti ancora in vita, sua cugina, di cui aveva scoperto l’esistenza solo poco tempo prima, era una cosa che Derek voleva tenere per sé. Per certi aspetti, Derek e Malia erano uguali. Condividevano lo stesso sangue per metà, dopotutto, quindi quando si erano visti quella sera e Malia non aveva accennato a nessun incontro con il licantropo, non si era preoccupato più di tanto. Magari era una cosa che la ragazza voleva tenere per sé, o magari gliene avrebbe parlato in un altro momento, quando sarebbe stata pronta. Scoprire che invece Derek era molto probabilmente partito senza salutarla, gli aveva fatto male. Avevano avuto alti bassi, ma voleva un gran bene al ragazzo e aveva un’alta considerazione di lui, perciò proprio non riusciva a capire il suo comportamento. E non osava immaginare cosa stesse elaborando la mente di Malia, quanti muri stesse innalzando per proteggersi da quell’ennesima delusione. Muri che Stiles avrebbe fatto di tutto per abbattere, perché Malia non si meritava di soffrire. Meritava un cugino che la amasse e la trattasse con rispetto.
“ Stiles, se continui così ti uscirà il fumo dalle orecchie e ti scoppierà la testa.” Gli disse Malia, accoccolandosi a lui ancora di più. I due si erano seduti su una poltrona, e in quel momento il resto del mondo non esisteva per entrambi.
“ Non fa niente, ciò che mi importa è che tu stia bene. Puoi fregare gli altri ma non me, Mal.” Le disse, preoccupato.
Malia lo fissò, nella mente una miriade di pensieri, e tra i tanti confusi e oscuri, uno luminoso e chiaro avanzava veloce tra gli altri: teneva a Stiles ogni giorno di più e sempre di più, e avrebbe voluto con tutta se stessa trovare le parole per esprimere ciò che sentiva. Non riuscendoci, e non ritenendo quello il momento adatto, si limitò a baciarlo dolcemente.
“ Va’ tutto bene, mio cavaliere Jedi.” Gli disse, tentando di distrarlo con quel paragone che sapeva lo avrebbe emozionato.
“ Come ti ho istruito bene, ah!” Esclamò, entusiasta. Il sorriso che Malia gli rivolse lo rassicurò e gli scaldò il cuore il tanto che bastava per farlo calmare, almeno per il momento.
“ Hei, che ne dite di ‘ Fight Club’?” Domandò Scott, guardando i due e Kira e Lydia con entusiasmo.
“ Sangue, gente che fa a botte, malattie mentali, gente che fa a botte, gente che prepara bombe, gente che fa a botte: il film perfetto per una perfetta serata tranquilla tra amici che vogliono rilassarsi. Grande idea, Scott.” Fece Lydia, sprofondando arresa sul divano, insieme a Kira.
 
Finito il film, con i titoli di coda che scorrevano e il rumore del leggero russare di Lydia e di Kira, Scott spense la tv.
“ Voi lo avete visto Brad Pitt comparire nell’arco del film varie volte per qualche frazione di secondo? Questa cosa mi fa esplodere il cervello ogni volta!” Esclamò il lupo, girandosi verso i suoi amici. Stiles fissava Malia e Malia fissava un punto non ben definito della casa, pensierosa.
“ Beh, grande serata ragazzi, non c’è che dire.” Fece Scott, sorridendo apprensivo. “ Dite che dovremmo svegliare le belle addormentate?”
Malia improvvisamente si destò dai suoi pensieri e lo guardò. Per tutto il resto della serata, da quella domanda, aveva cercato di comportarsi nel modo più normale e tranquillo possibile. Sapeva che il Branco non era stupido, ma non voleva che si preoccupassero per lei. Così aveva aspettato pazientemente che la serata finisse, ma ora che il film era terminato si rendeva conto di non essersi comportata proprio bene, in una serata organizzata con l’unico scopo di divertirsi e stare insieme. Malia però aveva dei pensieri che non riusciva a scacciare, e sapeva di dover fare qualcosa subito per risolvere quella situazione ed evitare di impazzire. Era impulsiva, era istintiva, e Stiles le ripeteva sempre che per quanto gli piacessero questi lati di lei, certe volte potevano anche essere rischiosi ed esporla a dei pericoli. La coyote però sapeva anche di non poterli dominare, non quando c’era in atto una battaglia tra cuore e cervello, e che per calmarsi e ritornare tranquilla alla serata c’era una sola cosa da fare.
“ No. Vado a prendere qualcosa da mangiare e torno subito. Mi dispiace che la serata non sia andata esattamente come avevamo programmato, ma conosco un posto che vende ciambelle perfette per aggiustare ogni tipo di situazione disastrosa o noiosa… Non che questa lo sia. Ovvio.” Disse la ragazza, correggendosi quasi subito.
Stiles la guardò, preoccupato. “ E’ il posto che ci ha suggerito mio padre, ottima idea! Beh sì, andiamo…”
“ No! Cioè… Vado da sola. Non preoccuparti. Mi presti Roscoe? Prometto di essere qui tra venti minuti. Non di più.” Disse, sperando che il suo guardo riuscisse a convincere Stiles a lasciarla andare da sola. Il ragazzo annuì e la accompagnò alla porta, uscendo con lei e richiudendosela alle spalle. Le passò le chiavi, silenzioso, e poi la attirò a sé, baciandola. “ Fa’ la brava, Mal.” Le disse una volta staccatosi. Sapeva dove stava andando e sapeva che doveva lasciarla andare da sola, nonostante il suo istinto protettivo nei suoi confronti lo spingesse ad insistere per andare con lei.
“ Lo sai che lo sono. E non preoccuparti, il tuo Chewbecca tornerà subito.” Gli disse, mentre si allontanava.
“ Se io sono Han Solo, tu allora sei la mia Principessa Leia. Non Chewbecca…” Sussurrò, ad una Malia ormai andata.
Prontamente, Stiles afferrò il telefono e compose un numero. Quando ormai stava per arrendersi, il destinatario della chiamata rispose.
“ Qualunque cosa tu stia facendo ed ovunque tu sia in questo momento nel mondo, non mi interessa. Porta il tuo culo a Beacon Hills, per strada, e va’ a cercare Malia. Parlale. Della tua vita, dei suoi segreti, del tempo se lei vorrà che tu le parli del tempo. Ti ordino di rispondere a qualsiasi domanda ti farà, e se non lo farai, Derek, ti giuro che romperò quel tuo bel viso da lupo mannaro a costo di – sicuramente – rompere ogni ossa del mio stupido corpo umano. Chiaro? No, niente domande. Chiaro. Punto. Spero di risentirti presto, mi mancherai. Dico sul serio. Ciao.” Disse, attaccando la chiamata senza aspettare una risposta di Derek e riprendendo fiato. Solo in quel momento si rese conto che, sebbene non allo stesso modo per situazioni diverse, Derek gli sarebbe mancato terribilmente per davvero e la rabbia di Malia per la sua decisione lui la comprendeva eccome, pensò, tornando in casa.
 

Derek Hale se ne stava seduto sul pavimento del suo loft ormai vuoto, solo con i suoi pensieri e il cellulare ancora attaccato all’orecchio. Poche volte Stiles Stilinski gli aveva urlato contro in quel modo, e ogni volta Derek, sebbene tentasse con tutte le sue forze di non far cantare vittoria al ragazzo mostrandogli segni di cedimento, sapeva che aveva ragione. Sapeva che quello strano e magrolino umano, aveva ragione. E gli sarebbe mancato terribilmente anche questo. Derek abbassò il capo, torturandosi il viso con le mani. Era un codardo. Lo sapeva, lo riconosceva. Poteva anche aver riacquistato la sua forza e acquisito nuovi poteri, ma in quel momento, e in quei giorni, era stato un codardo. Sapeva di aver sbagliato, ma la paura di ritrovarsi davanti agli occhi di quella ragazza lo pietrificava, annullava ogni traccia di buon senso in lui e lo immobilizzava.
Le parole di Stiles, però, lo avevano colpito dritto al cuore, avevano fatto leva nei punti giusti, e Derek sapeva di non poter continuare così. Lo sapeva fin dall’inizio, ed era per questo che se ne stava ancora lì, nel suo loft svuotato da ogni ricordo, da ore, nonostante avesse finito di impacchettare tutto la sera prima.
Aveva cercato la forza per cercare ed affrontare quella ragazza da quando aveva preso quella decisione, ma ogni volta che tentava di farlo, milioni di immagini e di sensazioni lo colpivano come schegge e lo lasciavano senza fiato. Ora era arrivato il momento. Si alzò, deciso, e andò verso la porta scorrevole dell’appartamento. Quando la aprì, ciò che si ritrovò davanti lo congelò per qualche istante.
Malia?” Domandò, riconoscendo l’odore della ragazza seduta sul pavimento del pianerottolo, silenziosa e persa nei suoi pensieri.
 
“ Io…” Provò a dire, poi si bloccò. La ragazza lo fissava attentamente e scrupolosamente, senza aprire bocca. Derek sospirò, guardandosi intorno.
“ Vorrei poterti offrire almeno dell’acqua, ma…” Lo sguardo inquisitorio della ragazza riusciva a far morire in lui ogni pensiero. Sostenere quegli occhi era impossibile per lui. “ In realtà stavo uscendo per-…” Respirò piano, per darsi forza e continuare.
“ Per andartene.” Continuò la ragazza, parlando per la prima volta da quando era entrata in casa. Derek sgranò gli occhi. Il tono gelido di Malia gli fece male più del previsto. Provò varie volte a dire qualcosa, ma alla fine ogni tentativo andò in fumo. Non ci riusciva, era più forte di lui.
“ Sai che ti dico? Me ne vado. E’ stata una pessima idea. Scusami per il disturbo, signor Hale. Fai buon viaggio e addio.” Gli disse, dura, mentre si voltava e si incamminava verso la porta.
Senza pensarci, guidato dall’istinto, il lupo l’afferrò per un braccio e la fermò. Quel contatto fu come scottarsi per lui, tanto da scostare quasi subito la mano dalla ragazza.
Sul volto di Malia nacque in ghigno cattivo che mai prima gli aveva rivolto.
“ Ti faccio talmente tanto schifo? Cavolo, Derek! Sarò anche la figlia di Peter Hale, e so che questo non è un buon incentivo, ma io non sono come lui! E tu lo sai!” Malia lo guardò, cercando di celare dentro di sé la sua tristezza e il suo dolore, ma sapeva che il suo corpo umano non l’avrebbe aiutata ancora per molto. Derek guardò quei grandi occhi marroni spalancarsi, e il suo cuore si spezzò al suono tremante di quelle parole.
“ Non è come pensi, Malia. Te lo giuro.” Cominciò, avvicinandosi a lei. Prontamente la ragazza si scansò e scoppiò a ridere, per nulla divertita.
“ Ah no? Eppure da quando sai che siamo cugini sembra quasi tu abbia fatto di tutto per evitarmi! E’ perché sono sua figlia? E’ perché sono un coyote? Cosa, Derek? Cosa?” Chiese, disperata, cercando di aggrapparsi con forza alla lucidità dentro di sé che secondo dopo secondo la abbandonava, lasciando spazio ad un formicolio strano all’altezza del volto.
“ Non è così semplice. Ho bisogno di tempo per pensare a cosa dirti, Malia, perché ho bisogno che tu capisca, e so che sarà difficile!” Esclamò il ragazzo, cercando di calmare se stesso e anche la ragazza, sempre più visibilmente scossa.
“ Capire, COSA?” Urlò, esasperata. “ Io dovrei capire? IO? E’ tanto difficile per te capire che sei l’unico parente sano di mente che ho? E’ così difficile per te superare il disprezzo nei confronti di Peter e guardarmi per quella che sono? Io non ti avrei mai chiesto affetto, una spalla su cui piangere o soldi, e non sono qui per questo adesso, Derek! Perciò rilassati, e sii un fottutissimo lupo mannaro con le palle, DANNAZIONE!” Malia si accasciò al suolo, esausta. Subito nascose il volto tra le mani, per evitare che Derek la vedesse piangere.
Il licantropo, per l’ennesima volta in presenza di quella ragazza, agì d’istinto. Si abbassò alla sua altezza e, delicatamente, le toccò il braccio. Quando a Malia sfuggì un singhiozzo, Derek non resistette più. Il ricordo era troppo forte, come la tentazione. Avvolse Malia tra le sue braccia, in una morsa da cui la ragazza difficilmente si sarebbe districata, e si sedette accanto a lei, avvicinandola al suo corpo sempre di più.
“ Non piangere, ti prego. Perdonami, se puoi.” Derek sussurrò quelle parole più volte, e dentro di sé non sapeva se stava parlando unicamente a Malia o anche al fantasma che gli si presentava nella mente e davanti agli occhi ogni volta che guardava sua cugina. Malia lo guardò, gli occhi colmi di lacrime e lo sguardo disperato di chi nella vita non ha mai chiesto niente a nessuno, nonostante desiderasse unicamente un abbraccio o anche solo una pacca sulla spalla. Lo stesso sguardo che da decenni era quasi l’unico sguardo che Derek aveva riservato ai pochi eletti che erano riusciti a distruggere le barriere protettive che si era costruito per non soffrire mai più.
“ Sei così… Uguale a lei.” Sussurrò, carezzandole dolcemente i capelli. “ Sei identica a Laura, Malia.” La ragazza lo fissò, interrogativa. Piano si scostò da quell’abbraccio, ma solo un po’, perché quel contatto la faceva stare bene come solo tra le braccia di Stiles era stata, prima d’ora.
“ Chi è Laura?” Chiese, titubante. Aveva paura che parlando troppo avrebbe allontanato di nuovo Derek da sé, ma la tentazione di sapere era troppo forte.
Derek la guardò a lungo, imprimendo nella mente ogni centimetro del bellissimo volto della ragazza, e poi le sorrise, stanco.
“ Laura era mia sorella, Malia. Tua cugina. E’ morta anni fa in circostanze orribili ed ogni volta che ti guardo, io rivedo lei. Prima di scoprire chi fossi pensavo fosse solo un crudele scherzo del destino, ma poi… Poi mi sono dato dello stupido da solo, perché quegli occhi… I tuoi occhi sono gli occhi di una Hale, Malia.” Derek vide gli occhi di Malia sgranare, sorpresi e meravigliati dalle sue parole. Quella reazione fece sorridere di cuore Derek, che sospirò e si preparò psicologicamente a ciò che sarebbe accaduto e che avrebbe dovuto affrontare di lì a poco.
“ E’ per questo che per me è stato, ed è così difficile… Starti accanto. Ogni volta che ti guardo mi ricordi ciò che ho perso.” Il lupo sentì il corpo di Malia sobbalzare al suono di quella frase, e subito cercò di spiegarsi. “ Ed ovviamente, non è colpa tua. Per anni ho creduto di essere rimasto solo. Per anni ho condannato mia sorella, Cora, per non essere mai rimasta con me ma di essere fuggita, sempre. Ora però la capisco. Lei non fuggiva da me, Malia. Lei fuggiva dal dolore. Dalla paura di perdermi. E l’ho capito nel momento in cui ti ho conosciuto. La storia della nostra famiglia è lunga e travagliata e io ti prometto che ti racconterò ogni cosa, ogni cosa che ti sembrerà utile e anche ciò che non ti sembrerà necessario, saprai tutto. Ma ciò che è fondamentale sapere è che non è una bella storia: è una storia fatta di perdite, dolore, tradimenti e disperazione. Io, Cora e Laura siamo cresciuti da soli, la nostra famiglia ridotta in cenere da quel maledetto incendio. Troppo stupidi e testardi per dimostrarci le nostre debolezze, il nostro affetto l’uno per l’altro e il nostro desiderio di andare avanti e cercare di lasciare indietro il dolore insieme. Quando abbiamo perso Laura, invece di capire che uniti potevamo farcela, io e Cora ci siamo spaventati nel momento in cui abbiamo realizzato quanto avevamo bisogno l’uno dell’altra. Ci siamo allontanati di nuovo, e ogni giorno ho lottato contro la tentazione di ritrovarla e tenerla con me per sempre. Saperti in pericolo, Malia, pensare che il destino della nostra famiglia possa in qualche modo colpire anche te, mi fa impazzire. Io non ti odio, assolutamente. Io voglio proteggerti. Io voglio che tu sia al sicuro, che tu sia felice. E forse avrò uno strano modo di dimostrartelo, un modo per nulla corretto, che non fa altro che spingere via te come ha spinto via quasi tutti quelli che amo… Ma è l’unico modo che conosco per proteggere la mia famiglia. Mi dispiace, Malia. Mi dispiace davvero.” Derek la fissò, gli occhi gli pungevano ma oramai era a conoscenza del fatto che aveva perso ogni tipo di maschera davanti a quella ragazza. Poteva essere se stesso. Era arrivato il momento di essere se stesso con sua cugina, una volta per tutte. In tutta risposta Malia afferrò le sue braccia e se le mise intorno al collo, per poi poggiare la sua testa contro il petto di Derek e scoppiare in un pianto.
Restarono così, stretti l’uno all’altra per un tempo indefinito. Finalmente potevano liberarsi, espiare i loro peccati, le loro sofferenze, i loro tormenti, in quel pianto. Insieme. Come una famiglia.
 
“ … Ed io che pensavo di essere incasinata.” Malia lo fissò, un sorriso timido sul volto. Derek aveva appena finito di raccontarle, per filo e per segno, tutto. Davvero tutto.
“ Hei, è anche la tua famiglia. Sei incasinata tanto quanto me.” Derek la guardò, per poi scoppiare a ridere. Malia rise con lui. Non per ciò che aveva detto, c’era poco da ridere sul loro essere incasinati. Quella risata era una risata liberatoria. La risata di chi sa che non dovrà portare più un fardello enorme sulle spalle tutto da solo.
Derek guardò il sorriso della ragazza e si sciolse. Se qualcuno di estraneo, persino Scott o Stiles, fossero entrati in quel momento rovinando quell’attimo, li avrebbe uccisi.
“ Devo mostrarti una cosa.” Malia lo guardò, curiosa, aprire due o tre scatoloni alla ricerca di qualcosa. Dopo un po’, lo vide ritornare vittorioso con in mano un raccoglitore.
“ E’ ciò che penso?” Gli domandò, mostrandogli un sorriso a trecentosessantacinque denti. Derek sorrise dolcemente a quella ragazza, con l’entusiasmo di una bambina negli occhi, e annuì. Si sedette accanto a lei e cominciò a mostrarle delle foto: di sua madre, le sue sorelle, persino Paige. Le aveva raccontato tutto e Malia, attenta ed intelligente, aveva riconosciuto quasi tutte le persone dei suoi racconti anche da sola.
Ad un certo punto il suo sguardo si bloccò su una foto in particolare.
Oh…” Sospirò, incredula. In quella foto, un giovane Derek era abbracciato ad un’altrettanto giovane ragazza. Una ragazza che somigliava, in maniera spaventosa, a lei. “ Laura…” sussurrò, flebile. “ E’… E’…”
“ Incredibilmente uguale a te. Te l’avevo detto.” Le disse. Malia si era persa nuovamente con lo sguardo su quella foto, toccando con le dita i volti, delicatamente, come se la foto fosse fatta di cristallo. Derek la fissò, attento. Quando Malia si rese conto che la stava guardando, imbarazzata ridiede il raccoglitore a Derek. Lui lo riaprì a quella pagina, e senza pensarci, staccò con gentilezza la foto, per poi passarla a Malia.
La ragazza lo guardò, quasi sotto shock e con la bocca spalancata. Non sapeva cosa dire. Derek, sorridendo, gliela chiuse e poi le strinse la mano libera.
“ Voglio che la tenga tu, almeno fino al mio ritorno. Così, quando sentirai la mancanza di qualcuno sano di mente in questa folle città o la tentazione di uccidere Stiles, per far sì che la smetta di parlare, sarà troppo forte… Ti ricorderai di me. E poi, sarà come se avessimo una foto insieme per davvero, non trovi?” Le domandò, stringendo forte la sua mano.
“ Derek, non so se posso tenerla… Dico sul serio.” Spaventata, Malia tentò di ripassargli quella foto, un oggetto per lei molto più prezioso di qualsiasi somma di denaro, e così anche per Derek, ne era convinta. Non poteva rischiare di rovinarla o perderla, non se lo sarebbe mai perdonato.
“ Io invece insisto, non offendermi. Noi Hale siamo facilmente suscettibili, ma tu questo dovresti saperlo già di conto tuo.” Le sorrise, affettuoso. “ Non voglio lasciarti Malia. Non adesso, non dopo stasera. Ma ho bisogno di fare pace con me stesso lontano qui, di risolvere delle situazioni e poi… Poi sarò pronto. Ritornerò, tu mi ridarai quella foto e ne faremo una insieme. Una foto di… Famiglia. E non perché tu me l’abbia chiesto. Uno Hale non chiede mai. Scatteremo una foto di famiglia perché io te lo ordino, perché io lo voglio, e perché tu non potrai controbattere, né ora né mai, ma solo arrenderti al tuo destino. Hai voluto sapere? Ora o accetti o dovrò farti fuori.” Derek cacciò fuori le sue zanne e i suoi occhi si colorarono di blu. Davanti a quel colore Malia si sentì a casa ancora di più, vicina a Derek più che mai.
“ Aspetterò che tu venga a riprendertela, allora.” Gli disse, ricambiando la stretta alla mano e sorridendogli, grata. Per tutto.
“ Presto.” Le promise, sincero.  
 
- - -


Torturare la stoffa scadente della sua toga diventava, minuto dopo minuto, sempre più soddisfacente. La cerimonia del diploma era finita da un po’ e l’agitazione dei suoi compagni era alle stelle, perciò Malia era fuggita da quell’orda di adolescenti assatanati per rintanarsi in un posto tranquillo.
Tutta quella confusione, quelle grida, gente che si abbracciava e baciava in ogni lato del campus, la innervosiva e la metteva a disagio. Seduta sugli spalti del campo di lacrosse, desolato ma pieno di ricordi, Malia sospirò. Sempre meglio quel posto che tornare in quell’inferno, si disse. Improvvisamente dei rumori la risvegliarono dai suoi pensieri. Un cuore umano che batteva all’impazzata la avvertì dell’arrivo di Stiles, che poco dopo si piazzò davanti a lei, sudato e nervoso.
“ Giornata afosa, eh?” Domandò, tamponando il sudore con la toga. Malia lo fissò, attendendo silenziosa e divertita la sceneggiata che Stiles gli avrebbe fatto di lì a qualche secondo.
“ Oh andiamo, Mal! Sul serio? Ancora il silenzio? Mi merito davvero tutto questo? Sì, me lo merito. Hai ragione. Sono un’idiota. Ma un’idiota innamorato che ha commesso tanti sbagli tanti quante le gesta eroiche che è pronto a fare per riconquistarti. Sarò la tua ombra, Mal.” Il ragazzo si inginocchiò davanti a lei, prendendole le mani e guardandola fisso negli occhi. “ Ti seguirò ovunque andrai, ti chiederò scusa, ti scriverò delle lettere, ti starò accanto. Ti dimostrerò con i fatti, con le parole e con i gesti che Stiles Stilinski è incondizionatamente innamorato di te. In una maniera imbarazzante oserei dire.” Malia sorrise, e Stiles pensò che quel sorriso fosse dovuto alle sue parole, quando all’improvviso sentì qualcuno sollevarlo con facilità e spostarlo sulle gradinate in basso.
“ Concordo sulla parte in cui dici che sei imbarazzante, per il resto… Sparisci, Stilinski.”
“ Non finisce qui. Pensi di spaventarmi, Derek? Me ne vado solo perché questo è un giorno speciale per Malia e non voglio disturbarla troppo. Ma state sicuri che tornerò. In particolare tu, signorinella!” Esclamò, puntando il dito contro Malia. Entrambi gli Hale gli ringhiarono contro, all’unisono, e Stiles sobbalzò.
“ Non mi fate paura. Mal, sei bellissima. Derek, ti odio. A dopo.” Disse, per poi svanire verso il campus.
Derek scoppiò a ridere, mentre sua cugina roteava gli occhi al cielo.
“ Andiamo, non fare così. Non ti sembra di esagerare un po’? Insomma, non fraintendermi. Adoro spaventare Stiles e dargli fastidio, è una cosa che farei per tutto il giorno se mi pagassero, ma non credi di averlo fatto soffrire abbastanza? Dalle tue ultime telefonate sembrava le cose stessero migliorando…”  Le disse, sedendosi accanto a lei e stampandole un dolce bacio sulla fronte.
“ E’ così infatti, ma lui non deve necessariamente saperlo proprio adesso. Ora che quell’idiota ha aperto gli occhi voglio che capisca per bene quanto ci vuole per ottenere il perdono di uno Hale.” Gli rispose, allungando le braccia per accoglierlo. Lui la abbracciò di rimando.
“ Sì, sei proprio una Hale.” Le disse, mollandogli una pacca sulla spalla.
Malia sciolse l’abbraccio, guardandolo. Per molto tempo aveva lasciato a Derek i suoi spazi, e lui aveva lasciato a lei il tempo di elaborare tutto. Quando però aveva saputo di ciò che la ragazza aveva passato da Braeden, alla quale Malia aveva esplicitamente chiesto di non rivelare nulla a suo cugino, era corso a Beacon Hills per dirgliene quattro. Dottori malvagi, bestie, nuove creature soprannaturali, ghost riders. Derek non poteva credere al fatto che nessuno lo avesse avvertito. Soprattutto riguardo alla Lupa del Deserto, il non sapere d lei lo aveva ferito profondamente. Malia, con i sensi di colpa che la sovrastavano, gli aveva chiesto scusa. Non avevano imparato nulla. Non aveva voluto coinvolgere Derek non perché non si fidasse, ma perché aveva paura per lui. Lui aveva guardato quella ragazza, così giovane ma così forte, e ancora una volta l’incredibile somiglianza con Laura, ma ancor di più l’incredibile essere umano che era Malia, gli avevano reso impossibile arrabbiarsi con lei. E il loro rapporto probabilmente sarebbe stato così per sempre. Derek la guardò, perdendosi in quegli occhi così belli. Malia lo fissava, senza riuscire a nascondere del tutto la sua commozione.
“ Sei qui.” Gli disse, sorridendo. Malia era convinta che Derek non avrebbe mai accettato di prendere parte ad una noiosa cerimonia.
“ Non mi sarei perso il giorno del tuo diploma per nulla al mondo. Se solo mi avessero detto che avresti indossato quelle trappole mortali ai piedi, avrei portato una telecamera. La memoria della fotocamera è quasi al completo per tutte le foto che ti ho fatto, dannazione. Come tramanderò ai posteri le tue cadute imbarazzanti?” Domandò, fingendosi afflitto e disperato. Malia di tutta risposta gli mollò un pugno sulla spalla.
“ Ahi, vacci piano. Ricordati chi comanda qui!” Disse, alzandosi e assumendo una posa da Superman.
“ Di certo non tu.” Cora Hale era sbucata dal nulla, e li guardava sorridente. “ Congratulazioni, Malia. Sei stata grande, proprio come la sottoscritta.” Derek sollevò gli occhi al cielo, mentre Malia le rivolse un sorriso raggiante.
 “ Ad ogni modo, non per interrompere il vostro momento idilliaco, ma dobbiamo andare. Siamo già in ritardo e non voglio assolutamente perdere l’aereo.” Cora li guardò, puntandogli un dito contro con fare minatorio.
“ Sissignora.” Malia si aspettava qualche altro commento ironico, ma invece Derek la aiutò a scendere i gradini, sebbene lei ci riuscisse perfettamente da sola, e la guardò, serio. Cora si avviò all’auto, lasciando soli i due dietro di lei.
“ Sono così orgoglioso di te, Malia.” Le disse, facendole un sorriso smagliante e bellissimo.
“ Non comincerai a piangere, vero? Ti ho visto in fondo al cortile con Peter e mio padre e potrei giurare di avervi visto piangere.” Gli disse, prendendosi affettuosamente gioco di lui.
“ Chi, io? Al massimo quella femminuccia di tuo padre e di Stilinski. Io non piango.” Le rispose, dandole un sonoro buffetto sulla spalla.
“ Sei pronta?” Le domandò, una volta arrivati all’auto. Malia si guardò intorno, ripensando alla giornata. Guardò il posto in cui trovava con occhi diversi, persino un po’ malinconici. Quel posto, il liceo, Beacon Hills, erano stati casa sua per anni. Anni umani, anni da coyote, anni umani ancora una volta. E nel bene o nel male, tutto ciò che le era capitato l’aveva portata ad essere proprio lì, in quel momento, con le persone che amava di più al mondo.
Henry, il suo vero padre, era lì. Peter, il padre biologico che aveva salvato la vita di Stiles ed era quasi morto per lei, era lì. Lo Sceriffo e la signora McCall erano lì, per i propri figli certo, ma anche loro l’avevano guardata orgogliosi e commossi, durante la cerimonia. Scott, Lydia, Liam, Hayden, Mason, Corey. Erano tutti lì.
Cora. Derek.
Malia sorrise. Di lì a qualche ora sarebbe partita insieme ai due per un viaggio. Un viaggio sulla memoria, sui ricordi, ma a cui Derek piaceva pensare anche come un viaggio che avrebbe aperto loro le porte sul futuro, un futuro vissuto insieme.
Derek la risvegliò dai suoi pensieri, schioccandole le dita davanti al volto.
“ Allora, la facciamo o no questa foto?” Cora li guardò, impaziente di mettersi in viaggio. “ E ti prego, niente autoscatto.”
Derek la guardò, e complici, senza neanche pensarci troppo, urlarono all’unisono “ STILINSKI!”
“ Siete tremendi.” Affermò Malia, osservando Stiles correre per afferrare la macchina fotografica. Aveva ascoltato tutto, probabilmente. Era così adorabilmente imbranato, pensò, guardandolo.
“ Mettetevi in posa, forza. Derek, al centro. Abbracciale. Anzi no, è il gran giorno di Malia. Malia, tu vai al centro. Derek, a sinistra, Cora, a destra. Sorridete. Forza ragazzi, so che siete Hale e siete nati per lottare contro il nascere di un sorriso, ma almeno oggi, sforzatevi.” Li rimbeccò, osservando i tre mettersi in posa, tesi e un po’ imbarazzati. Certe cose non sarebbero cambiate mai, pensò sorridendo. “ Ok. Tre, due, uno… E… Fatta!” Stiles ricontrollò la foto per assicurarsi che fosse venuta bene, e poi soddisfatto ridiede la fotocamera a Derek e afferrò Malia per un braccio, allontanandola dai due che si finsero interessati più che mai alla foto.
“ E così parti, eh?” Le chiese, non senza nascondere un velo di tristezza.
“ Già… E’ per questo che abbiamo festeggiato ieri sera insieme al Branco, Stiles.” Gli rispose, pentendosi poi della sua risposta un po’ troppo acida.
“ Mi mancherai, Mal. Stavolta niente discorsi, niente suppliche, solo… Mi mancherai.” Le disse, prendendole una mano e guardandola fisso negli occhi.
Malia ricambiò lo sguardo intensamente, e poi, senza pensarci, lo baciò. Sentì il cuore del ragazzo fare le capriole, e quando si staccarono, non poté che ridere del volto arrossato e sconvolto di Stiles.
“ Non fare il melodrammatico, Stilinski. Tra meno di tre mesi io, tu, Scott e Lydia ci ritroveremo al college insieme ad affrontare chissà quale assurdità. E niente cambierà mai.” Gli disse. Il sorriso che nacque sul volto dei due fu dolce e spontaneo. Già, niente sarebbe cambiato. E non sembrava dispiacere poi così tanto a nessuno dei due.
“ A presto.” Malia lo guardò, mollandogli un pugno sulla spalla. Stiles rise. Era una Hale in tutto e per tutto. Mentre la osservava entrare nell’auto dove Derek e Cora la aspettavano, fingendosi occupati, la richiamò. “ Malia?”
Lei si voltò, curiosa, e si sporse dal finestrino, osservando i grandi occhi del ragazzo addolcirsi. Stiles osservò quello strano trio in auto con il cuore ricolmo di gioia. Tre delle persone più belle che avesse mai conosciuto, e che aveva la fortuna facessero parte della sua vita, erano lì, insieme. E se lo meritavano davvero.
Bentornata a casa.” Le sussurrò, godendosi il sorriso di Malia, mentre l’auto piano si allontanava.
Tutti e tre avevano sentito perfettamente le parole del ragazzo, e sprofondando sui loro sedili, sorrisero ancora di più. Sì, erano proprio tornati a casa.
  
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