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Autore: Ahiryn    06/01/2017    12 recensioni
-No, è che è la prima volta che una persona che salvo si eccita a vedermi.
Sasuke si agitò un attimo – chiariamo una cosa, non era per te! È stata la paura e l’adrenalina! – puntualizzò infuriato a voce alta, arrossendo.
-Continua a ripetertelo – rispose sogghignando l’altro.
Doveva proprio essere salvato dal pompiere più irritante del mondo?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Just Like Fire 

-Sta bene?
Sasuke cercò di riprendersi, ma era difficile con quella voce fastidiosa nelle orecchie che continuava a fargli la stessa domanda.
Era stata una giornata a dir poco stancante, a lavoro era stato sgridato, aveva preso inspiegabilmente una multa mentre tornava, soltanto per aver risposto al cellulare mentre era fermo al semaforo, e poi questo. Si era appena infilato sotto la doccia, quando un’esplosione dall’appartamento accanto lo aveva scaraventato contro la parete, facendogli perdere i sensi. Almeno era ciò che supponeva, visto che era nudo, coperto di polvere e con un pompiere che continuava a chiedergli se stesse bene.
La testa gli pulsava dolorosamente, sentiva dell’umido fra i capelli, aveva il corpo pieno di escoriazioni e qualche ustione.
Tentò di sollevarsi, ma un dolore lancinante alla gamba glielo impedì. Il pompiere lo sorresse, poggiandolo su un mobile.
L’ambiente intorno a loro era a dir poco apocalittico, molti mobili erano carbonizzati, era crollato il soffitto in alcuni punti ed era pieno di detriti. L’aria era abbastanza irrespirabile, ma il peggio doveva esser passato. Se non faceva respiri troppo profondi e teneva il viso rivolto verso il basso, l’aria non grattava nei polmoni.
Sollevò gli occhi sull’uomo che lo stava aiutando. Era giovane ed era davvero un bel ragazzo; sotto il casco e la fuliggine, sbucavano i lineamenti marcati di un viso attraente e due occhi così celesti da essere accecanti.
-Ha dei vetri nella gamba signore, la porto io, non si preoccupi. Mantenga la calma, il fuoco è stato estinto e il palazzo evacuato. Ora la porto giù.
Sasuke in tutto questo era ancora nudo, pieno di escoriazioni, sporco per il fumo e i detriti.
-Posso camminare! – protestò, quando avvertì la stoffa ruvida dei guanti accarezzargli la pelle nuda della gamba.
-È meglio di no, ha una brutta ferita – e gli sollevò di poco la gamba per controllare meglio.
-Non mi toccare! – sbottò Sasuke, scansandolo con un calcio – voglio i miei vestiti!
-Oi! Si calmi o la mollo qui, sto rischiando la vita per lei.
-Allora invece di palparmi, procurami dei vestiti.
-Palparla? Tsk, montato, se la avessi palpata, signore, se ne sarebbe accorto, si fidi. Ora venga, c’è un telo più avanti.
Provò a sollevarlo, e solo in quel momento si accorse dell’erezione sbucata fra le gambe di Sasuke.
-Oh, sono lusingato.
Sasuke provò a colpirlo – è una reazione normale quando si rischia la vita! Si tratta dell’adrenalina idiota! – si difese, arrossendo a morte.
Ma guarda che giornata di merda. Il mio appartamento… tutte le mie cose, la gamba mi sta straziando, e ci mancava l’erezione a caso di fronte a questo qui.
-Va bene. Ora si regga a me, quando tutto sarà finito e saremo al sicuro, le darò il mio numero, promesso.
-Chi lo vuole il tuo numero?!
Il pompiere si passò il suo braccio intorno al collo, sollevandolo. Sasuke avvertì un giramento di testa, e si rese conto che probabilmente aveva battuto il capo e che quel senso di umido era dato dal sangue. Sentiva dolore ovunque. Percepì comunque che le spalle di quel pompiere erano incredibilmente larghe. Neppure Sasuke era un peso piuma, eppure l’altro lo stava trascinando senza troppa fatica.
Raggiunsero il telo, e il pompiere glielo avvolse intorno al corpo, facendo attenzione alla gamba. Malgrado tutto sembrava preoccupato finalmente, ma forse perché Sasuke sanguinava dalla testa.
-Ora dobbiamo prendere le scale per forza. Alcune parti sono instabili, quindi si regga a me e non si dimeni, d’accordo?
Sasuke si sentiva svenire – aspetta – lo fermò, afferrandogli la divisa – la mia gatta.
-Cosa?
-La mia gatta, non posso andarmene senza di lei. La cerco io.
-Non possiamo…
-Non me ne vado senza di lei! – ringhiò.
Il pompiere sbuffò e gli disse di stare fermo – tu stai qui, e se ti senti male, grida. La cerco io – gli ordinò, passando al tu.
Sparì fra le macerie dell’appartamento. Sasuke si accasciò contro il muro, stringendosi nel telo. Sentiva il sangue gocciolargli dalla gamba.
Che giornata di merda. Pensò di nuovo, tremando appena.
Aveva perso la sua casa, i suoi beni, la sua gatta e forse stava per morire. Non era un esperto di trauma cranici, ma era piuttosto sicuro che potessero riportare gravi conseguenze.
E morirò nudo dopo aver avuto un’erezione di fronte a uno sconosciuto.
L’apoteosi di una giornata di merda. Se solo fosse rimasto in ufficio come al solito per del lavoro extra, questo non sarebbe successo, ma dopo la sgridata del suo capo, aveva avuto voglia di riposarsi. O se solo avesse accettato l’invito di Suigetsu di andare a bere con degli amici, invece di passare tutte le serate a casa da solo. Non si sarebbe trovato lì in quel momento.
Gli sembrò che fosse passata un’eternità. Aveva forse fatto ammazzare quel pompiere per la sua gatta? Pure una morte sulla coscienza prima di morire, perfetto.
Avrebbe almeno voluto avere il suo cellulare, per scrivere un messaggio a suo fratello. Qualcosa di semplice, non troppo sdolcinato, come un semplice “ti voglio bene”.
Un miagolio gli fece alzare la testa. Il pompiere tornò sospirando, coperto di polvere, con la gatta in braccio. Il pelo era intriso di sangue, ma sembrava stare abbastanza bene, doveva essersi tagliata con uno dei detriti.
-Puoi tenerla tu, mentre io ti porto giù?
Gliela consegnò in braccio – grazie – mormorò Sasuke, sinceramente.
La gatta che gli aveva regalato Itachi, perché gli tenesse compagnia, visto che era sempre solo.
Naruto stavolta lo prese in braccio, non senza sforzo – è una bella gatta, dove l’hai presa? – gli domandò, mentre avanzava cautamente verso le scale.
Stava cercando di distrarlo – me l’ha portata mio fratello.
-Ah sì? Perché?
-Perché dice che passo troppo tempo da solo.
-Questo spiega l’erezione.
-Ti ammazzo, idiota.
Il pompiere ridacchiò, affacciandosi alle scale. Si vedeva che fosse davvero esausto, Sasuke non sapeva quanto tempo fosse stato lì prima che lui rinvenisse, quante persone avesse portato giù. Probabilmente non potevano calarlo dalla finestra, era ferito e in ogni caso la strada era troppo stretta dove lui aveva delle aperture.
-Ma come, un bell’uomo come te, tutto solo a casa di Venerdì sera.
Iniziò a scendere i gradini piano, tenendo Sasuke saldamente – ma cosa vuoi? Passo il mio Venerdì sera come mi pare e piace – replicò piccato, rendendosi conto che lo aveva appena chiamato bello.
Stava forse flirtando con lui? No no, in una situazione del genere non ci avrebbe mai provato, stava solo tentando di distrarlo.
La gatta si agitò un attimo e Sasuke temette che gli sfuggisse dalle braccia. Si aggrappò alla ringhiera, che cigolò rumorosamente, inclinandosi e rischiando di far perdere l’equilibrio all’altro. Il parapetto era tutto storto a causa di un mobile che era caduto dal soffitto, piegandolo.
-Cos’è successo qui?
-La bombola del gas del tuo vicino.
-Quella testa di cazzo mi dovrà risarcire, sta sempre a scopare e si dimentica delle cose fondamentali, non è la prima volta, ma me n’ero sempre accorto dall’odore.
Il pompiere fece attenzione a dove metteva i piedi – dubito che potrà risarcirti, visto che è morto – rispose, poi si pentì di averlo detto.
Sasuke sbatté le palpebre – cosa?
-Prima sono passato dal suo appartamento, ma non c’era niente da fare. Invece tu eri vivo.
L’Uchiha cominciò a rendersi conto di quanto seriamente avesse rischiato di morire – merda.
-Non ci contavo, invece sono felice di aver trovato almeno te – e sorrise.
Quel sorriso sarebbe dovuto essere illegale. Sasuke pensò che anche lui era davvero molto, molto felice di esser stato trovato.
-Gli altri?
-Non c’è più nessuno, tutti evacuati.
-Perché io…
-Sei all’ultimo piano – replicò secco.
Quindi era pericoloso? Perché allora era venuto lo stesso, e da solo per giunta? I pompieri non dovevano girare sempre almeno in coppia o cose simili, o quelli erano i sub?
Il piede gli strusciò contro il muro, e strinse i denti dal dolore, avvertendo i vetri nella carne infilarsi più affondo.
-Scusa! – disse subito l’altro, facendo attenzione – ti fa molto male?
-Dobe stai zitto e tirami fuori di qui. Io sto bene, non sono così delicato.
Malgrado tutto l’altro sorrise a metà fra il sorpreso e il divertito – come sua maestà desidera.
Sapeva che anche se l’incendio era cessato, era comunque pericoloso avventurarsi. Da ciò che poteva vedere, era stato piuttosto distruttivo. Le pareti erano annerite, e le porte carbonizzate, l’aria era ancora irrespirabile se alzava troppo la testa.
Quanto fumo aveva inalato? Si sentiva abbastanza bene in quanto a respirazione.
-Ti stavi facendo la doccia, giusto?
-Sì.
-Penso ti abbia salvato, eri bagnato e ti sei preso poche ustioni, e la cabina e l’umido ti hanno protetto dai fumi e dal calore.
Sasuke malgrado tutto non è che la vedesse proprio come una vittoria – fortunato io – disse, ironico – ho solo perso la mia casa, i miei beni…
-Ma non la vita. E ti assicuro che non è cosa da poco.
Quel pompiere aveva una voce leggermente graffiante, non sapeva se fosse così per il fumo o se la avesse normalmente a quel modo, ma la trovò piuttosto sexy – come ti chiami?
-Naruto Uzumaki! E tu?
-Sasuke Uchiha.
Lo guardò un attimo sorpreso – Uchiha?
Conosceva il suo cognome naturalmente, la sua famiglia era molto famosa, visto che suo padre era in politica. Nonostante ciò non fece domande, forse il tono di Sasuke gli aveva fatto intuire che non gli piacesse riceverne.
Naruto si fermò un attimo, notando il soffitto sfondato sopra le loro teste. C’era un mobile in bilico. Il fuoco e il calore avevano davvero divorato il pavimento, ma probabilmente era stata l’esplosione a danneggiare tanto la struttura.
Naruto attraversò quel pezzo piuttosto velocemente, con agilità. Riprese fiato un attimo, asciugandosi il viso e togliendosi la fuliggine. Era sudato fradicio.
-Tu stai bene?
Il pompiere sorrise fiaccamente – sto una pacchia. Quindi, dimmi, perché eri solo?
-Sarei dovuto uscire, avrei dovuto accettare l’invito di Suigetsu – disse invece, ignorando la domanda – almeno avrei evitato di trovarmi qui.
-Chi è, il tuo ragazzo?
-No, le tue domande sono sempre invadenti, o mi stai riservando un trattamento speciale?
Naruto stette attento a non fargli di nuovo urtare il piede, mentre oltrepassava dei cavi scoperti che penzolavano da sopra.
Superati gli ultimi piani, l’edificio era tornato piuttosto normale. L’aria era più libera e c’erano meno ostacoli lungo le scale.
-No, è che è la prima volta che una persona che salvo si eccita a vedermi.
Sasuke si agitò un attimo – chiariamo una cosa, non era per te! È stata la paura e l’adrenalina! – puntualizzò infuriato a voce alta, arrossendo.
-Continua a ripetertelo – rispose sogghignando l’altro.
Doveva proprio salvarmi il pompiere più irritante del mondo?
-Okay, ci siamo quasi. Come ti senti?
Non stava bene, per niente, ma era sorpreso che fossero già così vicini all’uscita. Quel Naruto era bravo a irritare la gente così da distrarla.
Non era altrettanto bravo a nascondere la preoccupazione. Lo guardava impensierito. Sasuke doveva essere sempre più pallido, aveva sanguinato parecchio dalla gamba, e soprattutto dalla testa.
-Un ultimo sforzo.
Perché non proseguiva?
Girò il capo fiaccamente e notò un dannato divano sopra un mucchio di macerie a bloccare l’ultima rampa di scale.
Naruto si affacciò alla ringhiera. Erano un paio di metri, non molto alto, se non devi saltare con un ferito e un gatto in braccio.
-Saltiamo e basta, io sto bene, te l’ho detto – disse Sasuke, esausto.
Il pompiere scavalcò la ringhiera, tenendosi con un braccio indietro. Sasuke gli passò le braccia intorno al collo e poggiò la gatta sulla ringhiera; sarebbe scesa da sola, era di sicuro più agile di loro.
-Tieniti, teme.
-Teme?!
La risposta irritata si perse, mentre Naruto saltava giù agilmente, ricadendo perfettamente in piedi. Sasuke lo guardò, mentre la vista gli si sfocava. Il colpo di frusta al collo gli aveva dato la botta definitiva, non sentiva dolore, ma stava perdendo i sensi.
Almeno ho visto un bell’uomo prima di morire, con una boccaccia larga, ma pur sempre un bell’uomo.
 
 ≈

Sasuke guardava il soffitto dell’ospedale già da un quarto d’ora, chiedendosi cose stupide, come ad esempio se la prossima casa la avrebbe presa al piano terra, o se fosse stato meglio andare a vivere in periferia in una villa, così da non avere vicini negligenti che si dimenticavano il gas acceso.
La sua gatta era stata presa in custodia da suo fratello, che era passato subito a vedere come stava, terrorizzato a morte.
Stava bene, abbastanza. La gamba era piena di punti, aveva avuto una commozione cerebrale, ustioni ed escoriazioni abbastanza estese, ma in sostanza si sarebbe rimesso.
Nessuno aveva saputo dirgli che cosa fosse successo al pompiere che lo aveva salvato.
Ti darò il mio numero.
Bugiardo.
D’altronde era stato al gioco per distrarlo e mantenerlo calmo. Gli stava salvando la vita, mica ci stava davvero provando. E poi da che cosa avrebbe dovuto dedurre che fosse gay? Lo aveva solo sfottuto affettuosamente per l’erezione, ma non è che avesse fatto capire che era interessato.
Sto sul serio rimuginando su quel tizio quando la mia casa è esplosa?
Analizzare i flirt di un uomo in un momento di pericolo mortale… come si era ridotto.
Entrò un infermiere a controllare le sue condizioni, parlando di qualcosa che Sasuke ascoltò solo pigramente.
-Dovrebbe davvero ringraziare il pompiere che l’ha tratta in salvo. Avevano deciso che era troppo pericoloso salire all’ultimo piano per il momento, volevano usare un altro modo, ma lui si è imposto, sapendo che potevano esserci le ultime due persone ancora vive e che agire subito era troppo importante.
Sasuke sbatté le palpebre, seriamente sconvolto – lui cosa?
-Di solito è lui che entra ed esce da questi ospedali – commentò sconsolato l’infermiere – comunque è qui in sala d’aspetto, era preoccupato per lei. Gli dico che può entrare?
L’Uchiha annuì come stordito. Non si capacitava che potesse esistere un simile idiota nel mondo, uno che rischiava la sua vita fino a questo punto. Era il lavoro dei pompieri, ma c’erano dei limiti anche per loro.
Un toc toc alla porta gli fece alzare il viso. Perse un battito.
Era lui.
Perfettamente pulito e lavato, senza la divisa e il casco. Aveva una zazzera bionda disordinata, una maglietta sportiva e dei jeans a vita bassa, che lasciavano scoperto un sottilissimo lembo di pelle. Aveva un braccio tatuato e diversi piercing sulle orecchie. Sasuke non ricordava che fosse così figo.
Non era abituato a non essere il più attraente in una stanza, ma con Naruto lì, sentiva quel suo primato seriamente minacciato.
-Ciao, sono passato a vedere come stavi.
-Non eri obbligato a venire a salvarmi, ma che diavolo ti è saltato in mente?
Quello alzò un sopracciglio – di solito le persone dicono “grazie”, ma che altro potevo aspettarmi da sua maestà?
-Sto parlando sul serio.
-Detto da uno che come prima cosa ha voluto salvare il suo gatto – lo schernì, avvicinandosi.
Sasuke strinse le lenzuola – tu sei fuori di testa, non lo avevo capito mentre ero nel palazzo.
-Ho solo fatto il mio lavoro.
-Se il capo dei pompieri dice di…
-Se non fossi salito, saresti morto, sai?
L’Uchiha trovava difficile reggere il confronto con quegli occhi azzurri – neppure mi conosci. Chi rischia così la vita per uno che nemmeno conosce?
-Beh ma ti ho conosciuto, è stato intenso quello che abbiamo avuto in quel palazzo – disse, con evidenti doppi sensi.
-Tu hai il cervello bacato, lasciatelo dire, ed eri tutto tranquillo a dire queste stronzate mentre la situazione era così grave!
Naruto gonfiò le guance – sminuisci il nostro amore, bravo.
-Non posso credere di essere stato salvato da un simile mentecatto!
-Disse quello che ha avuto un’erezione nel bel mezzo del salvataggio.
Schivò il cuscino che Sasuke gli aveva lanciato – non ti uccido solo perché sono in debito.
-Mmph, e io che mi aspettavo un bacio – e si diresse verso l’uscita.
-Dove diavolo vai?
-A casa, ho una ciotola di ramen che mi aspetta.
-E il tuo dannato numero? Non avevi promesso di darmelo?
Naruto lo guardò stupito e poi scoppiò a ridere – credo che quasi quasi cenerò qui.
 
 

Angolo dell'autrice:
scusate se indugio con queste one-shot, ma visto che non me le concedo mai, ho sfruttato le vacanze. Comunque non preoccupatevi, non mi hanno rubato particolare tempo per le mie long.
E niente, mi sono ritrovata a sbavare all'idea di un Naruto pompiere e quindi ho dovuto scriverlo :'D.
   
 
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