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Autore: Elisir86    06/01/2017    1 recensioni
Vedere tutti quei guerrieri rialzarsi grugnendo gli diede una strana sensazione, un disagio che gli stringeva le viscere. Cercò con gli occhi Agmundr e lo trovò in piedi con le spalle piegate in avanti e la testa a ciondoloni che si muoveva lentamente a destra e a sinistra ad ogni passo.
Finnr si domandava cosa provasse in quel momento -si sentiva intorpidito? Aveva dolore da qualche parte?- ma non riusciva a vederlo in volto.
Stimò con la mente che passarono poco più di cinque minuti prima di rimanere immerso nel blu degli occhi dell'altro, erano accesi da una scintilla fredda, crudele -come quando andava in battaglia prima di scendere tra gli uomini-, la bocca increspata nel suo solito ghigno sadico, la lingua sgusciò fuori dai denti affilati e leccò maliziosamente le labbra. Erano secoli che Finnr non lo vedeva in quello stato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bjørn Eliksir


 

Storia partecipante a "It's time for Tombola! challenge"

 

 

Rating Giallo



 

Titolo: Bjørn Eliksir
Rating: Giallo
Partecipa a: "It's time for Tombola! challenge"
Numero della tabella: 30

Numero della casella: 67
Personaggi/coppie: Agmundr/Danimarca e Finnr/Norvegia

 

Note: I Berserkr erano feroci guerrieri scandinavi che avevano fatto giuramento al dio Odino da loro adorato nella sua forma di "Voden" (letteralmente "furore"). Prima della battaglia entravano in uno stato mentale di furia, detto berserksgangr, che li rendeva particolarmente feroci e insensibili al dolore.  Le fonti nordiche descrivono spesso la condizione della berserksgangr con espressioni che al lettore moderno suggeriscono l'idea di uno stato di trance.

 

 

 

 

 

Il liquido gli bruciò la gola, scese lungo l'esofago e lo divorò dall'interno come un animale famelico.

Agmundr si piegò in avanti con il busto, fece ciondolare la testa, respirò appena cercando sollievo, allungò le gambe sul terreno e strinse le braccia intorno al ventre conficcando le unghie nella pelle.

Sbavò come una bestia assetata, la saliva colò lungo il mento e inesorabile gocciolò sul petto nudo. Poco dopo iniziò a tremare, da prima con piccoli brividi che facevano irrigidire i muscoli e battere i denti, poi arrivarono le convulsioni più forti che gli paralizzarono i nervi facendolo ringhiare e sbavare.

Gli occhi si arrossarono per lo sforzo del corpo e il viso si gonfiò alla ricerca di aria.

Finnr guarda la scena apatico, non era la prima volta -ne l'ultima- che Agmundr prendeva bjørn eliksir*, ma era la prima in assoluto che lo prendeva davanti ai suoi occhi.

Semplicemente lui voleva studiare gli effetti che quell'infuso provocava negli esseri umani ed anche se Agmundr non era un umano qualsiasi, il suo corpo e la sua mente lo erano.

Finnr guardò il giovane biondo iniziare ad annaspare con la bocca alla ricerca di aria, la saliva schiumosa e gli occhi rivolti così verso l'alto che l'iride sembrava sparire e diventare bianca. Non mostrò un minimo di compassione per la sofferenza dell'altro, i muscoli facciali non si mossero, solo gli occhi osservavano avidi di sapere.

Infine Agmundr spalancò in maniera disumana le labbra, alzò il volto verso il cielo allungando il collo pallido e lucido di sudore e saliva fino allo stremo, dalla gola fuoriuscì un rantolo carico di morte.

Il corpo perse la rigidità e come un vello ancora fresco si accartocciò su se stesso.

Finnr rimase un attimo in attesa come se si aspettasse di rivederselo in piedi con quel suo ghigno sadico e l'ascia nelle mani.

Il silenzio riempì la radura per interminabili minuti, prima che il giovane si decidesse a muoversi verso quel corpo inerme, gli occhi color indaco fissi sui ciuffi biondi dell'altro: gli coprivano la fronte e le guance come se avesse combattuto.

Le dita sfiorarono lente il petto stupendosi di quanto era fredda la pelle, fermò il suo accarezzare quando sentì un lieve battito. Raschiò con un'unghia spazientito da quell'effetto che sembrava molto più una punizione per i guerrieri.

“Allontanati ragazzo, prima che si svegli!” la voce era di un vecchio guerriero che ora, ormai troppo anziano per combattere accompagnava i Berserkr** come loro guida spirituale.

Finnr non credeva assolutamente negli dei che quei uomini adoravano, non tanto perché trovava assurdi alcuni poteri ma perché lui stesso era stato venerato come un dio e se non fosse stata per la testardaggine di Agmundr non si sarebbe mai mischiato con quella gente. Non gli dispiaceva dopotutto starsene nell'ombra a ricevere cibo per placare la sua ira o per avere benefici ma ad Agmundr non era mai piaciuto stare fermo e nascondersi “Voglio provare a vivere con loro...” aveva dichiarato prendendo quell'ascia tanto enorme tanto insanguinata, il ghigno sul viso e gli occhi brillanti.

Finnr sospirò guardando freddamente quello che era un dio potentissimo ora distrutto dagli effetti di quell'infuso -Idiota-

 

 

Vedere tutti quei guerrieri rialzarsi grugnendo gli diede una strana sensazione, un disagio che gli stringeva le viscere. Cercò con gli occhi Agmundr e lo trovò in piedi con le spalle piegate in avanti e la testa a ciondoloni che si muoveva lentamente a destra e a sinistra ad ogni passo.

Finnr si domandava cosa provasse in quel momento -si sentiva intorpidito? Aveva dolore da qualche parte?- ma non riusciva a vederlo in volto.

Stimò con la mente che passarono poco più di cinque minuti prima di rimanere immerso nel blu degli occhi dell'altro, erano accesi da una scintilla fredda, crudele -come quando andava in battaglia prima di scendere tra gli uomini-, la bocca increspata nel suo solito ghigno sadico, la lingua sgusciò fuori dai denti affilati e leccò maliziosamente le labbra. Erano secoli che Finnr non lo vedeva in quello stato.

Agmundr prese l'ascia, gli occhi ne seguirono le linee curve e nere come se davanti a se avesse avuto una bella donna -come se ci stesse facendo l'amore- , l'accarezzò rudemente con quelle lunghe dita, magre e pallide, infine le chiuse sull'impugnatura con una morsa ferrea. L'alzò sopra il capo con urlo selvaggio seguito a ruota dagli altri guerrieri, come un capo -com'era sempre stato- ruotò l'arma davanti a se la poggiò sulle spalle catturando l'attenzione, “Ammazzateli tutti!” gridò avido di sangue.

I guerrieri urlarono accaldati, allucinati e vogliosi di sfogare la loro rabbia, circondando Agmundr e lui rise divertito, folle, sicuro di se e dalla sua vittoria.

 

Finnr lo guardò senza scomporsi, scrutò quel corpo flessuoso nudo -perché i vestiti avrebbero solo ostacolato i movimenti durante il combattimento- inarcare la schiena e mostrare il petto ampio che tremava sotto quelle risate che di umano non avevano nulla.

Gli occhi salirono lungo il collo, le vene gonfie che ne deformavano l'armonia e delicatezza; continuò ad osservare il mento, la mascella e il naso, tutto era contorto, non era bello e tanto meno rassicurante.

Lo raggiunse con passo leggero, “Ti piace?” aveva bisbigliato “Drogarti e sentirti un dio?” e l'indico incontrò di nuovo il blu.

Agmundr snudò di nuovo i denti affilati ricreando una smorfia rabbiosa prima di afferrare con forza la gola dell'amico “Ma io sono un dio!” ringhia alzandolo da terra, la mano ferrea che si stringeva sempre di più, Finnr non batté ciglio e rimase penzolante “Tu non sei niente...” la voce bassa e sicura.

Agmundr lo lanciò contro il tronco di un ramo, la schiena dell'altro scricchiolò facendolo irrigidire, aprì lentamente le labbra facendo fuori uscire un alito caldo “Dimostramelo...”

Furono interminabili secondi in cuoi lo sguardo furioso di un uno si incatenava a quello freddo dell'altro, infine la mano del più grande lasciò la presa facendo cadere il più giovane sul terreno polveroso.

Finnr si massaggiò il collo senza staccare lo sguardo dal volto dell'altro, lo vide alzarsi il cappuccio fatto con la testa di un lupo coprendosi completamente i biondi capelli. Gli occhi blu di Agmundr si posarono ancora una volta sul corpo piccolo e fragile di Finnr, distingueva a malapena i contorni e gli sembrava di aver davanti a se una donna. Rise divertito, rise al pensiero di quello che avrebbe potuto fare, rise come un pazzo.

Ancora una volta levò l'enorme ascia sopra il capo e urlò alzando il viso verso il cielo trasformando quel suono in un ululato vero proprio, i guerrieri lo seguirono a ruota come una mandria di animali.

Infine, quando tutti i loro corpi erano tornati caldi, potenti e pieni di rabbia i berserkr corsero lungo la costa verso un villaggio con le armi alzate, i gridi di guerra e con una follia dipinta degli occhi.

 

Finnr li vide tornare stanchi, indeboliti e feriti parecchie ore dopo, erano una fila di moribondi, che si sostenevano a vicenda per non cadere a terra. Li guardò uno a uno strisciare i loro piedi nudi sul terreno, le ferite sanguinare copiosamente, i capelli stopposi e le pellicce lerce.

A chiudere la fila era Agmundr, con la sua solita aria baldanzosa, il portamento fiero, testa alta come un combattente e negli occhi ancora quell'insana voglia di combattere, Finnr era convinto che lui non sapesse fare altro che guerre, conquistare e uccidere.

Agmundr salì sulla loro imbarcazione, appoggiò la sua fidata ascia e fissò il cielo per un tempo indefinito, la testa gli faceva male e si sentiva intorpidito, le palpebre erano sempre più pesanti e minacciavano di chiudersi.

Con dita tremanti afferrò il lembo del mantello di Finnr facendolo voltare verso di lui, blu e indaco ancora una volta si mischiarono “Scopiamo?” mormorò prima di chiudere gli occhi e lasciarsi andare alla spossatezza.

 

 

 

 

 

NOTA N°2

 

Ho scelto questi due nomi perché Mathias e Lukas non mi sembravano propriamente da vichinghi XD

Sono consapevole che forse questa one non dice nulla di particolare, ma volevo scrivere qualcosa sul loro intruglio allucinogeno ed è uscito questa roba qua.

 

 

 

Agmundr significato del nome: “Terrore, timore”

Finnr significato del nome: “Mago”

 

 

* Elisir dell'orso

 

** Feroci guerrieri vichinghi

  
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