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Autore: Dreamer47    07/01/2017    1 recensioni
"Senti, ci stiamo preoccupando tutti, soprattutto Dean!" disse Sam con un sorriso amaro sul viso, avvicinandosi alla ragazza ancora priva di sensi distesa sul divano. "So che non ci conosci e che potresti essere spaventata, ma sappi che di noi ti puoi fidare, vogliamo solamente aiutarti. Quindi svegliati prima che puoi, d'accordo?".
Il ragazzo la guardò per qualche altro secondo: aveva ancora un po’ di sangue vicino all’orecchio sinistro e sotto il labbro inferiore, mentre il viso ed i capelli biondi erano sporchi di nero, ma nonostante ciò, rimaneva comunque bellissima.
Distolse lo sguardo e andò in cucina per preparare la colazione a tutti, uova strapazzate; non appena iniziò a sbatterle, udì dei versi provenienti dal soggiorno ed immediatamente corse nell'altra stanza osservando la ragazza sbattere la palpebre.
"Avevo detto prima che puoi ma non mi aspettavo così presto" mormorò Sam fra se e se, mentre con due falcate la raggiungeva. "DEAN!".
La ragazza si mise seduta con una gran fatica, ogni singolo muscolo era indolenzito, e si guardò attorno senza riuscire a capire dove si trovasse, per poi focalizzare l'attenzione sulla figura di Sam che le si avvicinò velocemente.
"E tu chi diavolo sei?!".
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Note dell'autrice:
Buongiorno ragazzi e tanti auguri per il nuovo anno!
Scusate davvero per la mia lunga assenza, ma purtroppo mi sono persa anche io per un po'.. spero di poter tornare a scrivere come prima, ma non vi prometto nulla!
Spero che in questi lunghi mesi sia andato tutto bene e che adesso siate di nuovo carichi per leggere ancora una volta un altro capitolo della mia storia!
Fatemi sapere come al solito cosa ne pensate, a presto! Bacii! :) 


Capitolo 44.

Once you let the darkness inside, it never comes out.



"La Colt ?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, dubbiosa, sfoderando un tono ironico. "Volete fare fuori Lucifero con la Colt?".
"Sì, insomma, Castiel crede che sia possibile.." sussurrò Sam facendo spallucce, nonostante fosse pieno di dubbi esattamente come la ragazza.
"Crede?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa, sedendosi sul divano del salone della casa di Bobby. "E se non dovesse funzionare? Ci lasciamo uccidere?".
"Ragazzi, lui si sta solamente informando sulle notizie che Becky ci ha svelato.." sussurrò Dean massaggiandosi le tempie e bevendo l'ennesimo bicchiere di Whisky tutto d'un sorso, ricordando come la fan numero uno di Sam gli avesse rivelato che molto tempo prima Bela avesse ceduto la Colt ad un demone.
"Mi sembra un piano orribile!" Esclamò Hailey sbuffando e scuotendo la testa. "Uccidere il diavolo con una stupida pistola..".
I ragazzi fecero spallucce e sperarono di essere arrivati ad una soluzione definitiva per risolvere quella situazione; erano ormai passate altre tre settimane dall'ultima volta che avessero visto Katherine e quello fu l'unico piano decente che avessero elaborato in quel tempo. 
Dovevano agire al più presto, più tardavano a farlo, più velocemente Lucifero e Katherine avrebbero organizzato la trasformazione definitiva dell'ex Cacciatrice. 
Il maggiore scosse la testa e diede le spalle ai ragazzi, fissando dalla finestra il buio della notte mentre la sua mente venne avvolta completamente dalla valanga dei suoi pensieri: avrebbe tanto voluto fermarsi almeno per respirare, ma non poteva. Non in quel momento.
Sbuffò e per l'ennesima volta in quei, ormai, quattro mesi, pensò quanto gli sarebbe piaciuto svegliarsi e scoprire che fosse solo un brutto incubo da dimenticare, ma purtroppo non era così: Katherine lo aveva davvero lasciato per diventare un assassina con Lucifero e l'apocalisse era davvero iniziata. 
Tutto il resto giunse alle sue orecchie in maniera ovattata, come se qualcuno avesse pigiato il tasto avanti e stesse mandando il nastro più velocemente del solito: suo fratello ed Hailey lasciarono la stanza sussurrandogli parole che non riuscì a cogliere preso per com'era dai suoi pensieri, Bobby salì al piano di sopra bofonchiando qualcosa su quanto fosse tardi, ma Dean continuò a non ascoltarli.
Se la Colt non avesse funzionato quale piano avrebbero escogitato contro il diavolo? Come distruggere la ragione del male in questo mondo? Come poteva un semplice umano competere con il re dell'inferno ? Doveva funzionare per forza.
Scosse la testa e si passò il viso fra le mani; la luce soffusa della stanza gli permise di osservare il suo riflesso allo specchio e rimase completamente scioccato da ciò che si presentò davanti ai suoi occhi, come se avesse preso consapevolezza del suo aspetto solo in quel momento: la barba ormai troppo cresciuta e incolta delineava il suo viso, delle occhiaie profonde e violacee lasciarono trasparire la stanchezza accumulata in quelle settimane, lo sguardo triste e gli angoli delle labbra perennemente piegati all'ingiú gli fece capire quanto apparisse deluso e ferito.
Pensò alla sua storia con Katherine e non riuscì a spiegarsi come fossero arrivati a quel punto: l'aveva sempre aspettata, le aveva lasciato il suo spazio, aveva sempre sofferto per lei, per poi cosa? Per osservarla distruggersi in quel modo con Lucifero? La tristezza e la malinconia lo assalirono, non trovando alcuna resistenza da parte del ragazzo, ormai troppo stanco; dentro di sè non riuscí più a trovare la forza per lottare per lei, per reagire e provare nuovamente a riprendersela. 
Come avrebbe potuto farlo?
"Dean.." sussurrò una voce alle sue spalle, che lo fece voltare di scatto con un gesto meccanico.
"Sei tu.." rispose il ragazzo sospirando, sentendo il suo timbro vocale rauco e stanco, senza alzare lo sguardo.
Rimase a fissare quel trench beige che conferiva all'angelo quel tocco da bambino bisognoso di protezione, o forse era frutto della sua espressione imbronciata, ma Dean non riuscì a ricordare neanche quella volta tutto ciò che il suo amico avesse combinato: fece spallucce e mostrò involontariamente all'angelo tutto il dolore che albergava dentro di lui.
"Perché non dormi?" Chiese Castiel sospirando e facendo qualche passo verso l'umano, mettendo su uno sguardo preoccupato. 
"Dormire?" Chiese Dean sorridendo amaramente, stentando a ricordare l'ultima volta che avesse davvero riposato. "Non credo di ricordare come si faccia..".
"Non puoi continuare così.." sussurrò Castiel sospirando ed annuendo con un leggero sorriso sul viso. "..ma non temere, sono qui per aiutarti..".
"Aiutarmi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e increspando il labbro superiore, credendo che si trattasse di una specie di scherzo. "Come?".
"Lo sento che sei demoralizzato, che sei stanco.." sussurrò Castiel sospirando e passandogli una mano sulla spalla. "..c'è un modo per farti ricordare come continuare a combattere..".
Dean lo guardò con aria interrogativa, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare e allargó leggermente le braccia, fissandolo con sopracciglia aggrottate. 
Con un sorriso innocente proprio come quello di un bambino, si avvicinò e gli posizionó silenziosamente due dita sulla fronte, mentre con l'altra mano gli sfregó la spalla come segno di incoraggiamento; il ragazzo non capí inizialmente cosa stesse facendo l'angelo e quando iniziò a porsi delle domande fu ormai troppo tardi. 
Era solo, Castiel era sparito.
Lo aveva teletrasportato al centro di una strada asfaltata larga di una cittá e presto Dean notó quanto sembrasse abbandonata: i palazzi sventrati, in parte carbonizzati e vandalizzati, dai quali uscivano ancora mobili quasi del tutto massacrari, come i materassi o i vestiti; agli occhi del ragazzo sembrò che fosse appena scoppiata una bomba in quel quartiere. 
Il fumo entrò nelle sue narici con prepotenza, facendogli storcere il naso, mentre la cenere ancora nell'aria si depositò sulla sua giacca e fra i suoi capelli; sembra lo scenario apocalittico di un film e tutto ciò non poteva portare a nulla di buono.
Estrasse il cellulare e un sorriso amaro si disegnò sul suo viso quando notó che non vi erano tacche di campo, come se le linee fossero staccate o facessero interferenza con qualcosa; continuò a guardare tutto ciò attorno a sé e si accorse solo in quel momento che non vi fosse alcun tipo di presenza umana. Dov'erano finiti tutti?
Camminó maledicendo mentalmente Castiel e chiedendosi in quale assurdo posto lo avesse portato per impartirgli chissà quale lezione, e continuò a guardarsi attorno, fin quanto qualcosa lo lasciò pietrificato sul posto, impossibilitato a muoversi, parlare e persino pensare: una parola, otto lettere, un unico ricordo legato ancora una volta a Katherine e a suo fratello.
Su un muro spiccava la scritta rosso sangue che mai si sarebbe aspettato di vedere: CROATOAN.
Continuò ad avanzare e rimase perplesso davanti allo scenario desolante che gli si paró prepotentemente davanti agli occhi; sapeva benissimo che prima o poi sarebbe successo se non avessero messo al più presto un punto all'Apocalisse e la domanda che gli ronzó per la testa fu una sola: perché Castiel lo portò ad osservare quelle scene ?
Con sua grande sorpresa scoprì di essere approdato nel 2014 attraverso un cartello lasciato dai militari, esattamente cinque anni dopo la sua epoca: qual'era la missione? Perché nessuno glielo spiegó prima di teletrasportarlo li? 
Sbuffó e imprecó a voce alta, scuotendo la testa e continuando a camminare sulla strada umida davanti a sé; dopo più di tre km, trovó per sua grande felicità un'auto ferma e vuota sul ciglio della strada.
Si assicurò di non far scattare alcun allarme e la scassinó, entrandovi e facendola partire collegando dei fili sotto al volante: non gli servì nemmeno guardare, sapeva benissimo come fare partire una macchina in quel modo, lo aveva fatto almeno un milione di volte, ma non si immaginó mai di doverlo fare in una situazione come quella. Anzi non pensò mai ad una possibile faccenda come quella: come avrebbe potuto farlo?
Scosse la testa e acceleró dando gas al motore, dirigendosi dall'unico amico che potesse aiutarlo in quel momento: in poco tempo fu felice che i suoi occhi potessero leggere il cartello "AUTORICAMBI SINGER", ma l'aspetto desolato della casa non poté che appesantire il macigno che in quell'ultimo periodo si fosse stabilizzato sul suo petto.
Una brutta sensazione lo accompagnò quando scese dall'auto, trovando una vista molto più sconfortante di quando potesse immaginare: la porta della casa era stata quasi sradicata dai cardini, mentre il portico era del tutto abbandonato e pieno di robaccia portata dal vento. Il legno vecchio scricchioló sotto i suoi piedi ad ogni passo, mentre con estrema cautela entrò all'interno della casa.
Si guardò attorno e notó quanto l'aspetto della casa fosse peggiorato, intuendo che non fosse abitata da molto tempo; la preoccupazione continuò a crescere dentro di lui, mentre il silenzio assordante lo circondó, quasi stordendolo.
"Bobby?" Chiese ad alta voce il ragazzo avanzando e dirigendosi nel salone, scuotendo la testa.
Come si aspettava non giunse alcuna risposta, così si decise a continuare il tour della casa, tenendosi pronto a sfoderare la sua pistola alla prima occasione; si avvió verso la cucina, fin quando il fiato si bloccó nei suoi polmoni, lasciandolo senza parole e togliendogli persino la speranza.
La carrozzina vuota di Bobby giaceva a terra coricata su di un lato, mentre delle chiazze di sangue ricoprivano il pavimento di legno della cucina; cosa gli era capitato? Dov'era finito Bobby? Dov'erano tutti ?
Questi furono i pensieri nella sua mente quando un forte tonfo gli fece sgranare gli occhi: inizialmente non capí da dove provenisse, fin quando un bruciore ed un dolore intenso si irradiarono su tutta la testa, confondendolo e rendendolo molto più debole; dopo pochi secondi, cadde rovinosamente a terra e i suoi sensi vennero meno, mentre tutto ciò che riuscì a vedere fu il buio pesto delle sue palpebre chiuse, sentendo il dolore affievolirsi lentamente. 



Aprì gli occhi di colpo, trovandosi del tutto spaesato in quella situazione: provò a ricordare cosa fosse successo e perché i suoi polsi e le sue gambe fossero legate ai braccioli e ai piedi di una sedia esattamente al centro del salone di casa di Bobby.
Come diavolo era successo? Com'era riuscito a non sentire un aggressore alle sue spalle ?
Il suo cervello si riprese del tutto dal colpo e improvvisamente si ricordò del salto temporale che avesse appena fatto, e che quindi si trovasse nel 2014: scosse la testa e provò a liberarsi, allarmato da quella notizia, ma ogni tentativo fu vano.
Chi poteva averlo legato? Sapeva benissimo che non fosse il modus operandis delle vittime di Croatoan, ma chi restava?
Si guardò attorno, mettendo a fuoco la stanza e notó una figura femminile di spalle, intenta a guardare fuori dalla finestra con sguardo cupo e pensieroso; un lampo d'ira si espanse dentro di sé, pensando di essere stato messo al tappeto da una ragazza.
Si schiarí la voce sperando di catturare l'attenzione della donna, e ci riuscì in pieno, ma quando si voltó, rivelandogli la sua identità, Dean rimase perplesso per qualche secondo.
"Sei sveglio, bene.." sussurró la ragazza voltandosi verso di lui, avanzando ed afferrando il suo fucile fra le mani.
"Hailey?!" Chiese il ragazzo con tono sorpreso e sbalordito, chiedendosi perchè lo avesse colpito e legato.
La ragazza non cambiò espressione, ma continuò a studiarlo come se fosse un fenomeno da baraccone: per pochi secondi, il cacciatore ebbe davvero paura della donna davanti a sè e pensò al peggio quando osservò il fucile fra le sue mani..
"Che diavolo succede ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e fissandola con sguardo interrogativo. 
"Non pensi che debba chiedertelo io?" Chiese la Cacciatrice sbuffando ed avanzando lentamente con la sua arma fra le mani, non lasciando trasparire nessun'emozione. "Dammi una ragione per non ucciderti"
"Hailey sono davvero io.." sussurrò Dean sospirando e facendo leggermente spallucce. 
"Ho provato di tutto mentre eri svenuto: non sei un mutaforma e non sei un demone.." sussurrò Hailey scuotendo la testa e guardandolo con la furia negli occhi. "Cosa sei ?".
"D'accordo, ti dirò la verità, ma non sarà facile crederci.." sussurrò Dean scuotendo la testa e sospirando, sperando con tutto se stesso che la ragazza non volesse testare il fucile su di lui. "Io vengo dal 2009, Castiel mi ha sbattuto in questo anno per farmi ritrovare la voglia di continuare a combattere..".
"Continuare a combattere?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, osservandolo con aria interrogativa. "Sei pazzo se credi che io me la beva!".
"Te lo giuro Hailey, sto dicendo la verità.." sussurrò Dean annuendo e sospirando. ".. devi credermi almeno tu!".
Hailey volse lo sguardo verso di lui e non poté non riconoscere i suoi occhi verdi smeraldo che brillavano; capí che stesse dicendo la verità, ma ancora qualcosa non le tornava. Perché Castiel lo avrebbe spedito a vedere un futuro del genere? Cosa avrebbe risolto ?
Gli puntò improvvisamente il suo fucile al petto facendolo sobbalzare, notando la sua reazione sbalordita e spaventata, quasi come se temesse che Hailey potesse sparargli per davvero.
"Raccontami questa storia, su!" Esclamò la ragazza spingendo con la canna della sua arma sul torace del ragazzo, mentre una smorfia si disegnò sul suo viso. "Castiel vuole mostrarti che schifo di posto è diventato questo mondo?!".
"Esattamente Hailey, è così!" Esclamò Dean dimenandosi, sentendo finalmente le corde cedere contro la sua stretta. 
Sospirò, sperando che la ragazza non se ne accorgesse e le sorrise amaramente, cercando di non farsi scoprire; Hailey annuì leggermente e serró la mascella, spostando il suo fucile dal cacciatore e sospirò facendo qualche passo indietro. 
"Ha senso però.." sussurrò fra se e se, scuotendo la testa.
"Croatoan? È il jolly di Satana?" Chiese Dean sospirando, muovendo leggermente i polsi. "Senza cura, è efficace! E' perfetto..".
"Già, un vero spasso per noi bastardi che circa due anni fa abbiamo cominciato ad uccidere persone innocenti colpite da questo virus.." disse Hailey sospirando e scuotendo la testa, passandosi una mano sul viso stanco. "Il mondo è andato a rotoli!".
"Che mi dici di Sam e Katherine?" Chiese Dean sospirando, ansioso di porre quella domanda da quando avesse riaperto gli occhi.
"Non voglio parlarne, lo chiederai a te stesso.. del futuro.. o del presente.." sussurrò Hailey sollevando un sopracciglio. ".. o quello che diavolo è!".
Sospirò e si voltò verso la porta, facendo per attraversarla, ma si fermó a metà strada per fissarlo nuovamente; lo studiò con espressione dura e per qualche secondo riconobbe in lei l'espressione che purtroppo era solito trovare sul viso di Katherine: arrabbiata, intollerante, ansiosa di prendere a calci qualcuno.
"Ti alzi o no?!" Chiese Hailey roteando gli occhi e sbuffando rumorosamente. "So benissimo che ti sei liberato!".
Dean fu preso in contropiede e sgranó gli occhi, leggermente confuso da quella situazione; con uno scatto delle braccia staccò le corde già allentate e si liberò da quelle ai piedi, mettendosi finalmente dritto e raggiungendo la ragazza con occhi bassi.
"Dove andiamo ?" Chiese Dean una volta avvicinatosi, accennando un sorriso.
"Ti porto al campo.." sussurrò Hailey sospirando, uscendo dalla casa rimanendo sempre sull'attenti.
"Campo?" Ripeté Dean aggrottando le sopracciglia, seguendola e aggrottando le sopracciglia.
"Io e Dean.. e te.." sussurrò Hailey scuotendo la testa ed avviandosi verso la sua auto, più confusa che altro. "..abbiamo messo su un campo per tutti i sopravvissuti di questo virus".
"Wow.. siamo stati grandi.." sussurrò Dean sorridendo, entrando in macchina dal lato del passeggero, osservando la ragazza accendere il motore in silenzio.
"Grandi non è la parola giusta.." sussurrò Hailey sospirando rumorosamente e piegando gli angoli delle labbra all'ingiù. 
Per un momento brevissimo, Dean riuscì a leggere nei suoi occhi tutto il dolore che avesse dovuto provare in quella situazione e riuscì finalmente a capire perchè si fosse rifugiata dietro una corazza così spessa da non lasciare neanche intravedere i suoi sentimenti.
Fu felice di sapere che lei gli sarebbe rimasta accanto, ma allo stesso tempo venne colto da una fitta al petto che gli fece quasi mancare il fiato: Sam e Katherine, perchè non erano con loro ? 
Non riuscì a credere che non sarebbero riusciti a salvarli, gli venne difficile, o quasi impossibile, credere che il suo fratellino e la sua ragazza sarebbero rimasti nel lato scuro o sarebbero morti.
"..intelligenti, forse. Abbiamo salvato molta gente Dean e usciamo ogni giorno dal campo per cercare qualche sopravvissuto, rischiamo la nostra vita.." sussurrò Hailey fermandosi per qualche secondo e fissandolo con occhi tristi. "..sono successe cose spiacevoli, abbiamo perso qualcuno di molto caro sul campo di battaglia.." continuò mordendosi con forza il labbro inferiore fino a farlo impallidire. "..e sono successe cose inaspettate, davvero.." sussurrò accennando un leggero sorriso, mentre nei suoi occhi si formò un velo lucido e spesso. "..ma non siamo grandi perchè non siamo stati in grado di impedire che tutto questo accadesse..".
Dean la osservò con sguardo interrogativo, senza dubbio si sentì molto peggio dopo che la ragazza proferì quelle parole: sapeva che gli stesse nascondendo qualcosa, lo aveva capito benissimo, ma perchè aspettare di arrivare al campo per parlarne?
"Hailey, se Sam e Katherine sono morti devi dirmelo adesso.." sussurrò il ragazzo serrando i denti e stringendo i pugni, mentre un miliardo di idee presero a frullargli nella testa. "..c-che vuol dire che sono successe cose inaspettate?".
La ragazza lo imitò, serrando la mascella con forza, ed abbassò lo sguardo, mentre delle lacrime incontrollabili sfuggirono al suo controllo: in fretta le spazzò via con le sue dita e prese un respiro profondo prima di tornare a puntare i suoi occhi in quelli del cacciatore davanti a sè.
"No, non sono morti, ma dei dettagli ne parlerai con te stesso, Dean.." sussurrò sospirando, voltandosi di scatto e poggiando il piede sull'acceleratore, chiudendo solamente per il momento il discorso che il ragazzo non vedesse l'ora di affrontare.



Arrivarono nei pressi di un bosco completamente deserto, dove delle vecchie auto vennero ricoperte interamente dalle vegetazione: non ricordò di aver mai visto una cosa del genere dalle sue parti, di solito il loro paese spiccava per pulizia e ordine, ma con sgomento si ritrovò a pensare che ormai non ci fosse più nessuno a sistemare ogni cosa.
Scosse la testa e sbuffò, osservando la strada davanti a sè, notando in lontananza delle mura abbastanza alte e spesse da evitare o controllare perfettamente un'eventuale invasione; dovevano essere arrivati, dovva essere quello il loro campo.
Osservò Hailey soridere ad un ragazzo di guardia al muro e dopo pochi secondi il cancello si aprì: il ragazzo non riuscì a credere ai suoi occhi, dal momento che migliaia di persone fossero al sicuro dentro quelle mura. Avevano davvero fatto un lavoro eccellente.
Era composto da un vialetto centrale che in lontananza si biforcava, dando vita a due diversi vialoni pieni di case indipendenti e a terreni dove venissero coltivate molti alberi di frutta o verdure: ecco come riuscivano a sfamare tutte quelle persone.
Guardò con occhi sbalorditi la ragazza di fianco a sè che si accinse a posteggiare l'auto e quando ricambiò lo sguardo, le sorrise come se fosse un bambino la notte di Natale.
"Tutto questo è fantastico.." sussurrò Dean con sguarddo pieno di entusiamo, felice come non mai.
"Già, facciamo del nostro meglio.." sussurrò Hailey sospirando e facendo spallucce.
Scesero dall'auto e il ragazzo si ritrovò a seguire in silenzio la Cacciatrice senza fare alcun tipo di domande, intento per com'era a fissare e a studiare quel campo e tutta la gente che passeggiasse indisturbata davanti le proprie case; osservò dei bambini ritrovare la spensieratezza della loro età giocando fra loro o studiando: il peso sul suo cuore si alleggerì di molto davanti a tutta quell'organizzazione. 
Improvvisamente il macigno sul suo petto si ridimensionò e il dolore per Sam e Katherine si rimpicciolì con esso: stavano salvando così tante persone, e con tristezza si trovò a pensare che la vita dei due ragazzi che amasse più di se stesso potessero perdere una parte del loro valore. Ogni vita era importante, perciò doveva salvare la maggior parte della gente possibile. Glielo doveva.
"Dean!!" esclamò una voce abbastanza familiare, spuntando alle sue spalle e strattonandolo.
Con estrema sorpresa, il ragazzo fu molto felice di rivedere l'uomo davanti a sè, e senza pensarci due volte, lo avvolse fra le sue braccia e lo stritolò in un abbraccio.
"Chuck, sono così felice che tu stia bene!" eslamò il ragazzo sorridendo, sciogliendo la stretta e incrociando gli occhi con quelli dell'uomo davanti a sè. "Come stai?".
"Bene Dean, esattamente come stamattina prima che tu uscissi.." sussurrò Chuck osservandolo con sguardo interrogativo, sorpreso da tutto quell'affetto. "Abbiamo problemi con i generi alimentari, si stanno esaurendo.. dovreste organizzare un'escursione e andarne a cercare; la gente diventa molto nervosa senza cibo".
"Si, si certo, come no!" esclamò Dean sorridendo eccessivamente ed annuendo con troppa veemenza. "Usciamo subito a cercare del cibo!".
"Ma sei appena uscito e si sta facendo buio.." sussurrò Chuck guardandolo con sopracciglia aggrottate e aria molto più interrogativa e confusa di prima; volse lo stesso sguardo alla ragazza di fianco a lui, in cerca di spiegazioni. ".. sta bene?".
"Si, è solamente molto stanco.." sussurrò Hailey avvicinandosi al ragazzo e afferrandogli un braccio con forza, trascinandolo dalla sua parte. "..vero, tesoro?".
"Tesoro?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia e guardandola con aria interogativa, ma quando ricevette una gomitata fra le costole il suo sguardo cambiò. "Oh certo, tesoro, penso che andrò a riposare..".
"Ti accompagno.." sussurrò la ragazza continuando a stringergli il braccio e salutando con un cenno il profeta che ancora li fissava con aria confusa. 
"Siete proprio strani voi due.." sussurrò l'uomo scuotendo la testa e sospirando, voltandosi e tornando dagli altri sopravvissuti.
La ragazza continuò a strattonare il cacciatore, fino a che lo spinse dentro una delle case lungo il vialetto, esattamente quella davanti al cancello, e Dean pensò che avessero scelto quel punto strategico proprio per tenere sotto controllo l'entrata e l'uscita dei mezzi, oltre che gestire al meglio eventuali attacchi.
Entrò nel piccolo salotto, osservando attentamente la stanza e il resto della casa, non prestandovi particolare attenzione ansioso di poter finalmente parlare con il se stesso del 2014; osservò la ragazza sbuffare ed avvicinarsi ad un armadietto strapieno di bottiglie, dal quale ne estrasse una e ne versò il contenuto in due bicchieri differenti.
Ne porse uno al ragazzo e senza aggiungere qualcosa tracannò il contenuto tutto d'un fiato, sentendo la gola bruciare e scosse la testa: detestava quella situazione, non voleva neanche pensare alla reazione del Dean del suo tempo davanti al se stesso del passato.
"Vivete qui?" chiese il ragazzo con un sospiro.
"Si".
"Lui dov'è?" chiese Dean dopo aver bevuto dal suo bicchiere.
"E' uscito stamattina, tornerà presto.." sussurrò Hailey sospirando e facendo spallucce.
Il silenzio piombò nuovamene all'interno di quella stanza e i due ragazzi abbassarono gli occhi, quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta; la Cacciatrice aggrottò le sopracciglia preoccupata, e si chiese mentalmente chi potesse presentarsi nella sua casa in quel momento. Un'altra crisi da gestire? Non aveva il tempo, ne la voglia, per farlo in quel momento.
Fece segno al ragazzo di rimanere dietro di lei, volendo evitare che qualcun'altro potesse vederlo in quella situazione: sarebbe già stato spiegare a Chuck cosa fosse realmente successo poco prima, figuriamoci spiegarlo a tutti gli abitanti.
Con grande sorpresa e sollievo, quando Hailey aprì la porta della sua casa trovò una delle poche figure familiari che le fossero rimaste e senza pnsarci due volte lo fece entrare in fretta, preoccupandosi piuttosto che nessuno potesse vederli.
"Cass, va tutto bene?" chiese la ragazza sorridendogli, appoggiandosi con la schiena alla porta.
"Io sto alla grande.." sussurrò Castiel sospirando e volgendo uno sguardo divertito al raagzzo dietro di sè. ".. tu invece Dean? Come stai?".
"Ah.. alla grande, Cass.." sussurrò Dean aggrottando le sopracciglia.
Ciò che lo sorprese di più fu quando l'angelo scoppiò in una fragorosa risata, facendo spallucce e versandosi un abbondante bicchiere di Whiskey, bevendolo come se si trattasse di acqua; il ragazzo aggrottò le sopracciglia e lo osservò con aria sorpresa e interrogativa, cosa gli era successo?
"Tu non sei tu, l'ho capito non appena hai messo piede qui dentro!" esclamò Castiel tornando a ridere.
Il ragazzo lo osservò attentamente per qualche secondo: si accorse che avesse finalmente abbandonato il suo ridicolo trench beige e che i suoi occhi, un tempo colpevoli di manifestare purezza, fedeltà e lealtà verso un padre assente, adesso trasmettessero semplicemente divertimento allo stato brado, libertà e voglia di divertirsi.
"E' esatto, sei stato tu, ricordi?" chiese Dean leggermentre seccato e scuotendo la testa, sforzandosi di riconoscere il suo amico. "Adesso il gioco è finito, riportami indietro!".
L'angelo scoppiò in una risata fragorosa, versando nuovamente nel suo bicchiere più alcol possibile e prese a sorseggiarlo, fissando un punto non ancora definito dietro al ragazzo, pensando a come avrebbe potuto spiegargli una situazione simile.
"Ricordo perfettamente, ho fatto proprio un bel lavoro.." sussurrò Castiel ridendo e facendo spallucce, strabuzzando gli occhi e fissandolo con aria divertita.
"Si beh, lezione imparata Castile! Dico sul serio, adesso sfodera le tue ali angeliche e riportami al mio anno!" esclamò Dean scuotendo la testa e sospirando, avvicinandosi e fissandolo.
L'angelo prese a ridere nuovamente, estraendo dalla sua tasca dei jeans qualcosa che il ragazzo riconobbe immediatamente: con un sorriso, Castiel accese davanti agli occhi sbalorditi di Dean uno spinello e prese un primo tiro, ispirandolo e sputando il fumo fuori dal suo corpo, riprendendo a ridere. A giudicare dall'odore, il ragazzo ipotizzò mentalmente che si trattasse di un'erba davvero buona e non sappe se sorridere del fatto che Castiel fosse meno impalato e rispettoso delle regole o se prenderlo a pugni e farlo tornare l'angelo di sempre.
"Ma che sta facendo?" chiese Dean aggrottando le sopraciglia e fissando Hailey con aria stupefatta. "Da quando un angelo può drogarsi?".
"Un angelo.." sussurò Castiel canticchiando fra un tiro al suo spinello e l'altro. "Non sono più un angelo... angelo..".
"Sta dicendo la verità.." sussurrò Haile sospirando rumorosamente ed appoggiando la testa contro la porta. "Ha perso le ali..".
"Cosa? Quando?" chiese il ragazzo alternando lo sguardo incredulo fra i due. "Come?".
"Quando gli angeli sono spariti, la mia magia è scomparsa con loro.." sussurrò Castiel sputandogli il fumo esattamente sul viso, mentre un'altra risata si liberò dalle sue labbra. "Ora sono un umano tanto quanto te e sai qual è la cosa più divertente? Solo il Castiel del tuo anno può riportarti indietro!".
Il ragazzo non seppe più cosa dire, rimase a fissarli con incredulità, cercando di capire in che modo sarebbe riuscito ad uscire da una situazione come quella; con Cass fuori uso, come avrebbe potuto fare ritorno alla sue epoca?
Scosse la testa e bevve ciò che era rimasto del suo bicchiere, sperando che il suo cervello elaborasse una soluzione più in fretta; doveva tornare per Sam e Katherine, non poteva permettergli di fare la stessa fine che avessero fatto in quell'anno e seppur gli fosse ancora sconosciuta, non riuscì ad immaginare che gli fosse successo qualcosa di buono.
Sospirò e i suoi pensieri furono interrotti dal rumore del cancello che si spalancava, proprio come poco prima al loro ingresso: si affacciò alla finestra, osservando una macchina entrare e posteggiarsi proprio affianco a quella di Hailey.
Osservò Dean, se stesso, scendere dalla sua macchina e scambiare qualche battuta con i suoi uomini, che lo imitarono e scesero dalla Jeep: fu come guardare dentro uno specchio, riconobbe ogni singola espressione del Dean del 2014, riconobbe la gestualità e le movenze. Per questo motivo increscpò il labbro superiore e lo fissò con aria interrogativa, quando lo vide serrare le labbra e sollevare un sopracciglio: riconobbe quell'aria dura, come se potesse leggere dentro di lui, e immediatamente uscì in strada, sperando di riuscire a fermare le intenzioni del se stesso del futuro.
"Ehi, sta attento!" esclamò Dean del passato, avvicinandosi di corsa.
Prima che l'uomo davanti al suo leader potesse accorgersene, Dean uscì la sua pistola e gli sparò a sangue freddo esattamente in testa, azzerando le possibilità di sopravvivenza: che diavolo era appena successo? Cos'era diventato e perchè aveva appena sparato a uno dei suoi uomini?
Il Dean del 2014 lo guardò con sorpresa, con occhi sgranati e con la furia omicida nello sguardo, mentre il ragazzo del passato non potè che indietreggiare di qualche passo trovandosi disarmato e completamente da solo.
Si avventò sul ragazzo afferrandolo dal collo, sbattendolo con forza contro la sua auto massiccia; Dean non riuscì ad aspettarsi un attacco del genere e gli venne così difficile liberarsi dalla presa d'acciaio nella quale fosse appena stato chiuso. 
Lesse negli occhi del se stesso del futuro tutta la furia, la rabbia, l'ira e la collera alle quali sarebbe andato incontro se avesse continuato su quel percorso; il ragazzo del 2014 non disse nulla, si limitò a stringere il più forte possibile le mani attorno a quel clone di se stesso che era appena sbucato dal nulla.
Mille pensieri presero a girare per la sua testa, il primo fra tutti fu se quella copia di se stesso fosse stato creato da Lucifero per raccogliere informazioni o per tentare di ucciderlo; ma lui non scordò mai la regola fondamentale di suo padre, soprattutto in quegli ultimi anni: prima spara, poi domanda.
"Dean, Dean! Fermati!" esclamò Hailey correndo verso di lui, afferrandogli un braccio e cercando di spostarlo, ma fu del tutto inutile. "Aspetta, ascoltami è tutto a posto!".
Ma il ragazzo non l'ascoltò e strinse ancora di più la presa sul collo del suo clone che prese a dimenarsi sempre di più, sentendo i suoi polmoni bruciare e urlare con sempre più insistenza il bisogno di ossigeno; Hailey fu costretta a strattonarlo con la forza, per scuoterlo via da quella furia cieca nella quale fosse solito cadere in quel periodo.
"Tesoro per favore, ascoltami, lascialo andare, ti spiegherò tutto io.." sussurrò Hailey con dolcezza, sospirando e riuscendo finalmente a tirarlo verso di sè.
Il ragazzo sospirò e voltò il suo sguardo in quello della Cacciatrice, scorgendovi la sicurezza che quella non fosse una minaccia per la loro sicurezza e per quella del campo, capendo finalmente che gli avrebbe spiegato tutto davanti ad una bottiglia di rum.



Nonostante Hailey e Castiel avessero spiegato e sottolineato moltissime volte dei punti salienti della storia che non ebbe il piacere di conoscere prima, il Dean di quell'anno non riuscì a non fissare in cagnesco quel clone che se ne stava a davanti a sè con aria incazzata, e quelle poche volte che i loro occhi si fossero intercettati, si lanciarono dei veri e propri sguardi di fuoco.
"Quindi tu vieni dal 2009.." sussurrò Dean fissandolo con aria dura e incazzata.
"È quello che ho detto" rispose secco, appoggiando con sfrontatezza i piedi sul tavolo del loro salone.
"E il Castiel della tua epoca vuole che impari qualcosa da questo futuro ?" chiese Dean con aria dubbiosa, fissandolo con un sopracciglio alzato.
"A quanto pare..".
"Che vuoi sapere? Hailey ti avrà già spiegato tutto!" esclamò con impazienza il leader di quel campo, mentre un sospiro rumoroso crebbe nel suo petto.
"Non tutto! Voglio sapere nel dettaglio cosa diavolo è successo a nostro fratello e a Katherine!" esclamò il Dean del passato irritandosi non poco, sollevando un sopracciglio. 
"Cass, che ne dici se andiamo ad aiutare Chuck con l'inventario?" chiese Hailey alzandosi in fretta dalla sua sedia e afferrando per un braccio l'ex angelo, trascinandolo fuori, nonostante tutte le sue proteste.
Il Dean del passato osservò quella scena con curiosità, chiedendosi perchè li volessero lasciare soli a tutti i costi: cosa doveva apprendere da se stesso del futuro di così terribile?
"Per quello che ne so, in uno scontro a Detroit ha avuto la meglio Lucifero.." sussurrò Dean del  2014 con un lungo sospiro.
"Per quello che ne so ?" chiese il ragazzo con sopracciglia aggrottate. "Che significa?".
"Significa che Sam ha detto si.." sussurrò il leader del campo sospirando e versandosi nuovamente da bere.
Dean scese di corsa le gambe dal tavolo e sgranò gli occhi, fissando il se stesso del futuro con il terrore negli occhi; cosa diavolo voleva dire che Sam avesse detto di si al diavolo? Perchè avrebbe dovuto fare una cosa del genere?
"Per quale motivo lo avrebbe fatto? Deve essere stato costretto, non posso crederci!" esclamò il ragazzo scuotendo la testa e serrando con forza i pugni. "E Katherine ?".
Il Winchester del 2014 deglutì con fatica, inalando una scorta di aria abbandante per poi sputarla fuori con un sospiro dopo qualche secondo; sentì il peso sul cuore, seppellito ormai da anni e del quale si rifiutava di pensare, tornare a galla semplicemente sentendo il nome della ragazza. 
Dean riconobbe quell'espressione, riconobbe il dolore nei suoi occhi, e lo osservò abbassare il capo; bevve un ulteriore sorso prima di riuscire a mettere in fila qualche parola.
"È complicato.." sussurrò con voce rotta.
"Io non vado da nessuna parte, ho tanto tempo".
Il ragazzo del presente prese un respiro profondo e piantò gli occhi in quelli del suo interlocutore; fece spallucce e disse con aria stanca e triste: "È diventata un demone".
"Lei.. cosa?" Urlò Dean allargando le braccia e sentendo la rabbia crescere dentro di sè.
"Ha eseguito la transizione e si è trasformata.." sussurrò serrando con forza la mascella, deluso e dolorante per com'era. "..è ancora più spietata di prima..".
"Hai provato ad evitare che si trasformasse ? L'hai costretta a fermarsi?" chiese Dean con gli occhi ancora sgranati.
"Si, certo che ci ho provato.. ma lei ha.." sussurrò il leader sospirando e sentendo il peso del mondo sulle sue spalle. "..ha ucciso Bobby..".
"Bobby?!" chiese con scetticismo il ragazzo del passato. "No, non può essere, non ci credo".
"Perché dovrei mentirti? Ha deciso di rimanere nel team infernale, ma io ci ho provato davvero tantissime volte a riportarla da me.. da noi.. ma ho capito che lei non c'è più, non è più lei.." sussurrò con voce rotta e occhi velati da uno strano strato lucido. "..non ha più nulla della ragazza che amavamo..".
"Neanche Hailey è riuscita ad avvicinarsi ?" chiese il Dean del passato sentendo il suo cuore pompare troppo in fretta il sangue.
"Tu non hai idea di quante ne abbia fatte passare anche a lei; l'ha torturata, sai ? Quasi dopo aver attivato la Maledizione.." sussurrò il ragazzo del presente, scuotendo con forza la testa. "Ti supplico, impediscilo per favore, questo non sono mai riuscito a perdonarmelo! Le ha fatto troppo male..".
"Cos'hai combinato Dean?" chiese il ragazzo del passato con un tono di disapprovazione, e quando notò lo sguardo interrogativo dell'altro, scosse la testa e lo guardò in cagnesco. "Cosa c'è tra te.. noi.. e Hailey ?".
"Te ne sei accorto ?" chiese con un sorriso sulle labbra.
"Difficile non accorgersi della vostra confidenza.." sussurrò sospirando e cercando di mantenere la calma, capendo finalmente perchè la ragazza insistesse per far raccontare la storia al Dean del presente. "State insieme ?".
"Lei è fantastica, sa come prendermi quando sono arrabbiato, quando sono triste o demoralizzato.. lei mi conosce.. e ci vogliamo bene! Passiamo del tempo insieme, viviamo in questa casa, ma nessuno riuscirà a sostituire Katherine o Sam.." sussurrò il ragazzo facendo spallucce, deglutendo a fatica. "Li stiamo solo rimpiazzando per non impazzire del tutto in questo nuovo mondo!".
Il Dean del passato lesse nuovamente nei suoi occhi il dolore misto a rabbia, impazienza di uscire da quella situazione con Sam e Katherine, lesse l'amore che provasse per loro e il bene che avesse iniziato a provare per Hailey, e seppe che se il loro fratello e la loro ragazza fossero tornati da un momento all'altro, avrebbero ripristinato le loro relazioni senza problemi o stupide gelosie; avevano semplicemente bisogno di qualuno da cui tornare la sera dopo aver combattuto fuori dal campo e aver rischiato la vita con quei figli di puttana dei croatoan. Come poteva infierire, seppur non condividesse la scelta?
Già nel suo tempo, 2009, si sentiva molto legato a Hailey, la considerava ormai come parte della sua famiglia, come una sorellina minore, nonostante fosse più grande di qualche anno, ma mai avrebbe immaginato in un futuro del genere con lei; sospirò e gli passò una mano sulla spalla, annullando dopo tutto quel tempo il senso di colpa che lo divorasse dall'interno.
"Ad ogni modo, non posso fartene una colpa.." sussurrò il Dean del passato sospirando. "Comunque, qual era la tua missione oggi ?".
Il Winchester di quell'anno tirò su con il naso e si alzò di scatto, avvicinandosi al suo borsone poggiato dall'altro lato del tavolo e in silenzio tirò via una pistola molto familiare al ragazzo; Dean sgranò gli occhi e la afferrò fra le sue mani. 
"Hai trovato la Colt ?" chiese completamente sbalordito.
"Ci sono voluti solamente cinque anni, ma ci sono riuscito.." sussurrò il ragazzo del presente sospirando e facendo spallucce. "Ne è valsa la pena, perchè finalmente stanotte uccideró il diavolo".
Il Dean del 2009 rimase per qualche secondo spiazzato da quella dichiarazione, mentre le parole gli morirono in bocca e un nodo alla gola gli impedì di respirare regolarmente: tutto d'un tratto la sua felicità nel ritrovare la Colt venne sopraffatta dalla paura delle conseguenze della morte del diavolo.
"No, non puoi farlo, ucciderai Sam così!" esclamò ad occhi sgranati.
"Ne sono consapevole, ma è l'unico modo...." sussurrò il Dean di quel tempo facendo spallucce e comportandosi come se non gliene importasse nulla.
"E' nostro fratello!".
"No Dean, lui non è più nostro fratello da quando ha detto di si.." sussurò il ragazzo del presente sospirando e facendo spallucce. "..come Katherine non è più l'amore della nostra vita da quando si è trasformata.. so che per te è difficile pensare di ucciderli, ma fidati di me, ti ci abituerai!".
"Ma come puoi parlare così?!" esclamò Dean sgranando gli occhi, sentendo la furia crescere dentro di sè; si avvicinò con uno scatto veloce e lo afferrò dalla giacca, avvicinandolo e fissandolo in cagnesco. "Loro sono la nostra famiglia e con la famiglia è così: non condividi le scelte, le decisioni, i pensieri e tutto il resto di queste stronzate, ma il legame rimane! Noi restiamo una famiglia anche se Sam ha detto di si e Katherine si è trasformata!".
"Una famiglia, eh?" sussurrò il Dean del presente sospirando, sentendo gli occhi divenire nuovamente lucidi. "E cosa accadrà quando verranno per uccidere proprio noi?".
"Li riporteremo indietro.." sussurrò il ragazzo del passato scuotendo la testa e mollando la presa sul se stesso di quell'anno, sospirando e facendo qualche passo indietro. "..o moriremo mentre tentiamo..".
Il Dean di quel tempo si asciugò in fretta gli occhi, pensando quanto fosse bello rivedere la grinta e la speranza nei suoi stessi occhi, qualità ormai andate perdute durante quegli anni infernali. Quelle parole lo colpirono e dopo tutto quel tempo, riuscì finalmente ad intravedere una crepa sulla sua armatura d'acciaio; come aveva potuto pensare di uccidere suo fratello, il suo stesso sangue, e la sua amata Katherine? Ma nonostante questi pensieri, l'unica soluzione papabile continua ad essere solo e sempre quella. Avrebbe dato via tutto ciò che possedeva per aggiustare la situazione, anche la sua stessa vita.
"Dean, voglio che tu venga con me e che veda Sam, voglio che tu lo veda nei panni di Lucifero e che agisca in maniera diversa quando tornerai al tuo anno.." sussurrò il Dean del presente sospirando rumorosamente e fissandolo con occhi colpevoli; quando notò il suo sguardo confuso, accennò un sorriso malinconico. "Quando tornerai a casa dirai di si a Michele..".
"Assolutamente no, questa è una follia: la guerra celeste distruggerebbe mezzo pianeta!" esclamò il ragazzo del passato sgranando gli occhi e fissandolo con aria disgustata per qualche secondo.
"Davvero ? Cosa abbiamo adesso, eh? Metà pianeta è meglio di uno completamente raso al suolo!" esclamò con voce alta e irritata il leader di quel campo, allargando le braccia, continuando a cercare di capire perchè fosse così cocciuto. "Se potessi tornare indietro gridetei si a Michele mille volte!".
"Allora perché non chiami qualche angelo e dici si?" chiese Dean allargando le braccia e fissandolo negli occhi.
"Gli angeli si sono arresi, hanno perso i poteri e aspettano la fine come tutti noi.." susurrò il ragazzo del presente facendo spallucce e sospirando, scuotendo la testa.
"Deve esserci un altro modo.." sussurrò il Dean del passato sospirando, dopo averci riflettuto per qualche secondo. "..insomma, deve esserci qualcosa che puoi ancora fare".
"Lo pensavo anche io, ma mi sono sbagliato.." disse il leader del campo sospirando, permettendo solo in quel momento al suo clone di leggere i suoi stessi occhi e capirne tutta la sofferenza. Fu sorpreso quando gli si avvicinò e gli afferrò saldamente un braccio, mentre delle lacrime scesero silenziose dal suo viso. "Ti prego, di di si, salva Sam e Katherine, ti supplico.... ma tanto lo so che non lo farai, esattamente come me.. perché dovresti cambiare idea?".
Il ragazzo del passato lo fissò per un attimo che sembrò un'eternità; scosse la testa e sospirò, scostandosi dalla presa di se stesso.
"Io non sono come te e non diventerò mai così! Non userei mai i miei amici come esca! Tu non mi piaci, sono sfuggito molte volte al mio destino, lo farò anche questa volta!" Esclamò il Dean del 2009 scuotendo la testa e guardandolo con un velo di disprezzo.
Il giovane leader sorrise amaramente, aspettandosi una risposta del genere da parte sua e sollevò di qualche millimetro le spalle; in pochi secondi, con un pugno colpì in pieno viso il suo clone del passato, con tale forza da farlo svenire.
Sapeva che sarebbe stato un ostacolo durante la spedizione, non poteva di certo perdere tempo con la vecchia versione di se stesso; con un leggero sforzo lo nascose all'interno della stanza, uscendo con velocità e correndo dagli altri.
Quella storia doveva finire quella notte, avrebbe ucciso una volta per tutto il diavolo e per l'ennesima volta avrebbe tentato di far tornare in se l'amore della sua vita. 



Tutti i rumori giunsero alle sue orecchie in maniera ovattata, mentre trovava davvero difficile aprire gli occhi e sollevarsi. Dove si trovava ? Per quanto aveva dormito ?
Si portò una mano al viso, esattamente all'altezza della tempia ed una smorfia si dipinse sul suo viso mentre un flash si fece largo nella sua mente: il se stesso del futuro lo aveva colpito in maniera tale da farlo svenire e non permettergli di sabotare il suo piano.
Si maledisse mentalmente, chiedendosi come avesse fatto a non capirlo subito; si mise a sedere, mentre tutto attorno a se prese ad avere forma e divenne più  dettagliato.
Senza pensarci due volte scattó in piedi e si diresse il più velocemente possibile verso le mura di quel dannato campo, dirigendosi immediatamente verso il luogo indicato dal se stesso del futuro; doveva fermarlo a tutti i costi.
In breve tempo vi arrivó e fu spiazzato da ciò che i suoi occhi videro: fu guidato da una scia di cadaveri fino ad un atrio, nel quale trovò una delle scene più brutta che avesse mai visto.
Vide suo fratello, il suo stesso sangue, tenere per il collo la versione del futuro di se stesso che tentava in tutti i modi di divincolarsi; Sam indossava un completo tutto bianco, con delle macchie di sangue qua e là a testimoniare quanta gente avesse ucciso. 
Rimase impietrito ad osservare con quanta foga stesse strangolando Dean e con una tristezza infinita notò come il suo sguardo fosse cambiato: non vi erano più tracce di gentilezza e compassione, tutto ciò che riuscì a vedere fu la felicità di avere raggiunto l'obiettivo che Lucifero si fosse preposto, cattiveria pura.
In qualche modo, il diavolo si accorse del nuovo spettatore e si voltò verso di lui, gettando inaspettatamente Dean del 2014 a terra, permettendogli di respirare ancora.
Sorrise e fece qualche passo avanti, mentre il cuore del ragazzo del passato prese abbattere più forte; Lucifero, attraverso il corpo di Sam, allargò le braccia e sorride compiaciuto di ciò che avesse appena fatto.
"Ciao Dean.." sussurrò con naturalezza ed un inaspettata dolcezza nella sua voce. "Hai fatto molta strada per vedere questo, non è vero ?".
Il ragazzo rimase senza parole per qualche secondo e deglutì, facendo anche lui qualche passo avanti.
"Beh, questa sera non davano niente di meglio in tv e quindi eccomi qua!" Scherzò il Dean del passato facendo spallucce, sostenendo lo sguardo.
Lucifero rise e lo guardò con ammirazione per quello slancio di coraggio, decisamente dettato dalla profonda paura che avesse di lui; deciso a sfruttare quel frangente di tempo in cui si fosse distratto, il leader di quel campo si lancia a terra verso un punto ben preciso, sperando di prendere in tempo la Colt è di sparare a colui che stesse possedendo suo fratello.
"Ah ah ah, questo non è il momento adatto!" Esclamò con furia Lucifero, bloccandolo in una morsa invisibile e stringendo decisamente troppo forte, tanto da farlo ansimare di dolore.
"Che stai facendo ? Fermati!" Urlò il Dean del passato, avvicinandosi e rendendosi conto solamente dopo di non avere armi per fermarlo.
Lucifero rise molto forte e ad entrambi i fratelli maggiori tornò in mente quante volte avessero sentito quella risata uscire dalla bocca del loro fratellino; sarebbe stato senza dubbio molto difficile uccidere Sam, ma ce l'avrebbero fatta.
"Stavo aspettando te, mio caro Dean! Volevo che assistessi alla tua morte!" Esclamò Lucifero sorridendo.
"Beh, uccidimi allora, che aspetti?" Urlò Dean ancora intrappolato nella morsa d'acciaio, dimenandosi e urlando di dolore.
"Aspettava me.." sussurrò una voce alle loro spalle, che però conoscevano bene, facendo voltare tutti i presenti. Emise una risata così pacata e gentile, che per un attimo sembrò a tutti i presenti di essere tornati indietro di qualche anno. "Non può togliermi questo piacere".
Avanzò di qualche passo, arrivando esattamente al centro di quell'atrio abbandonato e fissò i due ragazzi con un sorriso sulle labbra: i suoi occhi brillavano di un rosso rubino così intenso che i ragazzi pensarono di non averne mai visti così, mentre del sangue ancora fresco le gocciolava dal lungo vestito bianco e dalle sue mani.
Inaspettatamente si voltò verso il ragazzo del passato e si avvicinò lentamente, fissandolo negli occhi.
"Che c'è Dean? Sembra che tu abbia visto un fantasma.." sussurrò ridendo, facendo spallucce e sfiorandogli una guancia con le mani ancora imbrattate del sangue di chiunque avesse appena ucciso. 
La sensazione fu davvero quella per il ragazzo: si era abituato che Katherine non rientrasse più nella fila dei buoni, ma non aveva immaginato che potesse diventare in quel modo. Il demone aveva davvero preso il sopravvento e fu sicuro che non vi fosse più traccia di lei, della vera lei, in quel corpo.
"Ho appena ucciso Castiel e Hailey, adesso sarà il vostro turno.." sussurrò guardandolo con occhi famelici, come se non vedesse l'ora di ricoprirsi anche del loro sangue.
Fu difficile, ma il Dean del passato riuscì a scollare i suoi occhi da quelli irriconoscibili della ragazza e si voltò a guardare Lucifero, che lo stava già guardando con ilarità.
"Allora figlio di puttana, qual è il tuo piano? Vuoi spazzare via il mondo ?" Chiese mordendomi la lingua immediatamente, notando come lo sguardo di Katherine fosse cambiato non appena avesse dato quell'appellativo al 'padre'.
"Perché mai? È bellissimo, la creazione migliore di Dio.." sussurrò Lucifero facendo spallucce, avanzando e mettendo una mano sulla spalla della ragazza per calmarla.
"Paparino sarebbe molto fiero di vederti così.." disse il ragazzo con ironia, alzando le spalle.
"Lui mi ha cacciato, cosa può mai aspettarsi da me? Sono stato esiliato all'inferno perché mi sono rifiutato di inchinarmi davanti a voi peccatori!" Esclamò Lucifero diventando paonazzo per la rabbia, stringendo un pugno. "Secondo te è stata una giusta punizione ?". 
"La favoletta è finita ? So bene cosa sei e di certo non avrò compassione per te.. sei spregevole..!" Esclamò il Dean del passato, scuotendo la testa ed avvicinandosi spavaldo verso i due, consapevole che avrebbero potuto uccidere in qualsiasi momento. "Sei come tutti gli altri mostri che ho ucciso in passato, un pezzo di merda soprannaturale!!".
Gli occhi di Katherine si sgranarono e sorrise come una bambina davanti ad un nuovo gioco, si avvicinò fino ad essere distante da lui solo un paio di centimetri.
"La tua grinta Dean, è qualcosa che non vedevo in te da moltissimo tempo! Tu non sei come sei adesso.." sussurrò Katherine con la gioia negli occhi, fissandolo con uno sguardo così inquietante che il ragazzo fu sicuro che non avrebbe dimenticato più. "Voglio giocare con te.."
"A quanto pare la nostra chiacchierata è giunta al termine.." disse Lucifero facendo spallucce, guardandolo con aria di scherno, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza. "Pensi tu ad entrambi?".
"Certo papino.." sussurrò la ragazza ridendo di gusto, cominciando a girare attorno all'uomo del passato, sentendo i passi di Lucifero divenire sempre più lontani.
"Katherine non voglio farti del male!" Esclamò Dean mettendo le mani avanti, piegando gli angoli della bocca all'ingiù.
"Katherine non voglio farti del male!" Ripeté la ragazza ridendo di gusto. "Sei fantastico, aspettavo questo momento, da così tanto tempo..".
"Kath non costringermi.." sussurrò una voce alle sue spalle, facendola voltare di scatto ed osservando come Dean del presente gli avesse puntato la Colt contro. 
"Sappiamo che non lo faraiii.." cantilenò Katherine mordendosi il labbro ed avanzando verso l'altro uomo, felice di ciò che avesse appena visto. "Hai avuto molte occasioni ma non hai mai premuto il grilletto e so bene che questa pistola potrebbe uccidermi".
La ragazza scoppiò in una risata quasi isterica, voltandosi nuovamente verso l'uomo del passato e gli passò una mano sul petto con malizia mista ad ilarità; si avvicinò e sussurrò: "Mi ucciderai tu, Dean? Sei venuto per questo ?".
"Cosa diavolo ti è successo? Sei impazzita.." sussurrò il ragazzo con le lacrime agli occhi, osservando come quegli occhi non rispecchiassero più la donna che amava. "Il male ti ha dato alla testa!".
"No Dean, è davvero così assurdo da credere che io sia finalmente è totalmente felice???" Urlò Katherine ridendo e facendo spallucce. "Non sono mai stata meglio in vita mia!!".
Allargò le braccia e piegò il viso all'insù verso il cielo, mentre una pioggia forte e pesante si scatenò su di loro, lavandola da tutto il sangue con cui si fosse imbrattata.
"È stata lei ?" Chiese Dean sbalordito, sgranando gli occhi e spalancando leggermente la bocca per lo stupore.
"I suoi poteri sono cresciuti, controlla gli elementi adesso" disse il leader scuotendo la testa e deglutendo a fatica.  
"Sono così felice di essere qui con voi.." sussurrò Katherine dopo aver emesso un ringhio degno di un animale, mentre i suoi occhi divennero completamente rossi, non lasciando alcuno spazio al bianco della sclera. "..e adesso voglio giocare!".
In meno di un secondo, si avventò contro il Dean del presente, colpendolo in pieno viso e facendolo indietreggiare; rise notando come del sangue copioso prese a scendere dal naso del malcapitato.
Il ragazzo del passato si avvicinò in fretta per aiutare il suo clone a liberarsi dalla presa di quel demone e la colpì in pieno viso, notando con stupore quando Katherine non se lo aspettasse; la ragazza non si perde d'animo e con un colpo secco al viso spedì il leader dall'altra parte dell'atrio, in maniera tale da potersi concentrare di più sull'uomo del passato.
Dean indietreggiò automaticamente, fin quando la ragazza lo bloccò sotto di se e prese a colpirlo ovunque in preso alla rabbia ceca; solo in quel momento i due uomini realizzarono perché si chiamasse Maledizione delle Furie. Katherine reagiva in base alla sua rabbia più grande e si muoveva esattamente come una furia, colpiva alla ceca con il solo intento di distruggere e di fare del male.
La donna strinse la mani attorno al collo di Dean, guardandolo negli occhi ed assaporando secondo per secondo la sua sofferenza, notando come non riuscisse a reagire e togliersela di dosso; era quasi ironico quel bastardo del destino.
Quando un rumore assordante la costrinse a fermarsi e a sgranate gli occhi; Dean, che riprese finalmente fiato, notò come del sangue prese a scendere copioso sul suo petto, ed immediatamente si controllò, non trovando però alcuna ferita. Non appena alzò gli occhi sulla ragazza, vi lesse il terrore e la osservò portarsi le mani allo stomaco. Cosa le era successo ? Perché sanguinava?
"Perché me l'hai fatto fare? Perché ?" Sussurrò la voce del Dean del presente, palesemente intrisa di dolore e di rimpianto, continuando quella cantilena infinita. "Perché? Perché Katherine...?".
La ragazza guardò il Dean del passato negli occhi e sorrise, come se avesse davvero capito cosa fosse successo, e cadde di lato, continuando a tenersi la ferita; in quei pochi secondi, il ragazzo riuscì a ritrovare quello sguardo così familiare che per mesi aveva cercato nella ragazza.
"Che hai fatto? Che hai fatto?!" Urlò l'uomo del passato scattando in piedi e afferrando fra le braccia la ragazza distesa a terra, notando con piacere come il rosso avesse lasciato il posto all'azzurro dei suoi occhi. "Amore mio, no.. resta con me..".
"Dean.." sussurrò la ragazza con un filo di voce, stringendo con troppa poca forza la giacca dell'uomo, notando solo in quel momento come l'altra versione dell'uomo che aveva appena ricordato di amare, stesse con la testa fra le mani, distrutto per ciò che fu costretto a fare.
"No, andrà tutto bene.." sussurrò Dean piangendo e scuotendo la testa. 
"La Colt l'ha uccisa Dean, lei è morta.. sono di nuovo io.." sussurrò Katherine respirando con fatica. 
"Lo so tesoro, lo so che sei tu.." sussurrò l'uomo continuando a versare delle lacrime, conscio che non ce l'avrebbe fatta.
La ragazza prese ad ansimare di dolore, mentre delle calde lacrime scesero dai suoi occhi, e si pressò la mano sulla sua ferita, osservando quanto sangue uscisse.
"Sto per morire.." sussurrò Katherine abbassando gli occhi e scuotendo la testa.
"No, ti salverò ok? Hai sentito Katherine?!" Chiese il ragazzo in preda alla furia. 
"Vuoi davvero salvarmi Dean?" Chiese la ragazza sollevando con fatica il petto per respirare. "Non permettere che vada a finire così, fammi tornare com'ero!".
"Ci sto provando davvero.." sussurrò l'uomo scuotendo la testa e tirando su con il naso. 
"Quando.. quando sono diventata così una parte di me era felice di poter dimenticare il dolore, ma più passava il tempo più desideravo tornare indietro.. ho ucciso troppe persone, ferito troppa gente.." sussurrò Katherine mentre delle calde lacrime presero a scendere dalle sue guance. "..ho fatto del male a voi..".
"Non fa niente, siamo una famiglia.." sussurrò Dean facendo spallucce e sospirando. 
"L'acqua santa..è l'unica arma che potete usare contro di me.. sulla mia pelle ha degli effetti blandi, mi rallenta e basta.. devi iniettarmela in vena Dean.. una buona dose e mi stenderai per qualche ora.." sussurrò la ragazza respirando rumorosamente, raccogliendo tutta la forza che le fosse rimasta per sollevarsi ed avvicinarsi al viso dell'uomo. "..hai capito cosa sto dicendo Dean?".
Il ragazzo annuì con le lacrime agli occhi e la strinse a se con forza, provando un dolore lancinante al cuore, come se con lei stesse morendo anche esso.
"Dovrai portarmi al punto di provare emozioni in qualunque modo.. basta scavare un po' la superficie e i sentimenti usciranno.. " sussurrò annuendo e carezzando la guancia del ragazzo. "Promettimi che se dovessi scegliere fra me o.. lei.. la ucciderai.. per favore tesoro, promettimelo..".
"Te lo prometto.." disse con un filo di voce il ragazzo, lasciandosi andare ad un pianto isterico quando si accorse che quelle furono le ultime parole della ragazza, poiché il suo cuore aveva davvero smesso di battere.
Carezzò il viso senza vita della donna, mentre tante lacrime invasero il suo viso ed il resto dei suoi vestiti, e la baciò delicatamente, deciso più che mai a risolvere quella situazione. 
Katherine era appena morta fra le sue braccia, non avrebbe permesso che ricapitasse.
"Hai imparato la lezione, Dean?" Chiese una voce pacata alle sue spalle.
L'angelo con il trench baige si era appena ripresentato da lui, intimandogli che fosse ormai ora di andare via; con un semplice tocco alla tempia, lo riportò esattamente a casa sua, nel piccolo salone di Bobby.
Il ragazzo, ancora scosso, si asciugò le lacrime e si appoggiò con le mani alla sedia della scrivania, cercando di digerire ciò che i suoi occhi a avessero appena visto. 
"Sei pronto ad andare in contro al tuo destino?" Chiese l'angelo sospirando e facendo spallucce.
"Diamine no!!" Urlò il ragazzo voltandosi e fissandolo in cagnesco. "Lei è viva adesso?".
"In questo momento è nella sua casa, da sola, mentre il suo cuore batte ancora nel suo petto.." sussurrò Castiel sospirando, dispiaciuto per quanto il ragazzo fosse ancora scosso.
"Bene.." sussurrò Dean voltandosi e facendo per uscire, fin quando l'angelo gli si parò davanti.
"Devi aspettare!" Esclamò Castiel sbarrandogli la strada.
"No, aspetterai tu e la fottuta apocalisse! Devo andare da lei!!" Esclamò Dean scuotendo la testa e facendo per spostarlo, ma ciò gli venne molto difficile. "Fammi passare!".
Castiel prese un respiro profondo e capì la situazione, nonostante fosse spratico delle faccende umane.
"Lo so che stai soffrendo, ma hai bisogno di un piano.." sussurrò con dolcezza, facendo spallucce.
Nonostante stesse provando dell'odio verso quel maledetto angelo, non poté che costatare che avesse ragione; era troppo scosse per presentarsi a casa di Katherine senza una buona ragione, avrebbe dovuto elaborare un piano, ma lo avrebbe fatto da solo.
Fece un passo avanti, guardandolo negli occhi con la furia più ceca e sussurrò: "Vattene!".
L'angelo abbassò lo sguardo e sospirò, volando via da quella casa e lasciando il ragazzo da solo a pensare ad un piano.


Scese le scale della sua nuova e grande casa con un'espressione annoiata e stufa di rimanere chiusa lì dentro, nonostante fosse rientrata da pochissime ore: aveva trascorso l'intera nottata con dei demoni, che aveva finito per uccidere, sui quali testava i suoi poteri sempre più in via di sviluppo. Era entusiasta della loro crescita e sapeva perfettamente che sarebbero diventati sempre più fluenti con il tempo e l'allenamento. 
Cosa avrebbe potuto fare in quella casa da sola? Il fattore dormire era stato già escluso a priori, sentendo quanto il suo corpo fosse pieno di energia; aveva voglia di andare a divertirsi un pò in giro, possibilmete con qualsiasi cosa che implicasse lo spargimento di sangue.
Sorrise compiaciuta della sua stessa idea e corse nuovamente al piano di sopra, dove corse a fare un'altra doccia veloce e indossò degli abiti puliti; si guardò allo specchio e pettinò i suoi capelli neri, accorgendosi solo in quell'istante di quanto fosse cambiata.
Il suo viso era davvero scarno, come il resto del suo corpo; quand'era stata l'ultima volta che avesse mangiato? Si sforzò, ma non riuscì a ricordare. Era passato davvero così tanto tempo? Eppure non sentiva la fame, il freddo, la stanchezza. Che fosse tutto un simpatico omaggio della Maledizione?
Un rumore proveniente dal piano di sotto la distrasse da quei pensieri, attirando la sua attenzione; scese silenziosamente le scale, pronta a qualsiasi tipo di defesa contro l'ipotetico aggressore. Quando il rumore si ripetè, capì di potersi rasserenare: qualcuno aveva deciso di morire quel giorno, presentandosi alla sua porta?
Avanzò e aprì la porta di scatto, trovando l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere: gli angoli della sua bocca si piegarono all'insù e il suo sopracciglio sinistro si sollevò in una smorfia a metà fra il disappunto ed il piacere di quella visita.
"Dean.." sussurrò sorridendo, guardandolo però con aria interrogativa. "..che ci fai qui?".
"Sai, in queste settimane non ho fatto altro che pensare alle tue parole in quel motel, quando dicevi che una casa si inaugura con del vino.." rispose il ragazzo ricambiando il sorriso, tenendo in bellavista una bottiglia. "..beh, questa volta non potevo non portarlo".
I due ragazzi restarono a fissarsi ancora per qualche secondo e Katherine continuò a studiarlo, chiedendosi mentalmente a cosa dovesse realmente quella visita; che fosse un altro tentativo perso in partena di portarla sulla retta via? Dean entrò facendo spallucce, nonostante la ragazza non lo avesse ancora invitato e poggiò provvisoriamente la bottiglia su di un piccolo tavolo adiacente alla porta di ingresso, togliendosi la giacca e posandola nell'apposito attaccapanni.
Quando si voltò con un sorriso sul viso, Katherine si sforzò di non pensare a quanto la camicia a scacchi che indossasse il ragazzo mettesse in risalto i suoi muscoli ed il suo corpo, così abbassò gli occhi sulla bottiglia e la osservò con aria critica.
"Wow, sono impressionata! Ti sarà costata parecchio" disse la ragazza ridendo, continuando a guardarlo con aria interrogativa.
"So che è il tuo preferito.." sussurrò sollevando un sopracciglio e sfoderando il suo sorriso malizioso, avvicinandosi pericolosamente, ma lentamente, al suo viso. ".. dove trovo i bicchieri?".
Katherine sostenne lo sguardo e ricambiò il sorriso, mordendomi il labbro inferiore e decise di assecondare il suo gioco per capire cosa volesse davvero. "Prima mensola della cucina a destra".
Il ragazzo annuì leggermente e si voltò, seguendo le indicazioni della padrona di casa, che lo seguì non lasciandolo da solo un secodo, dirigendosi in cucina e versando due abbondanti bicchieri di vino; Dean rivolse nuovamente lo sguardo verso la ragazza e le porse il calice, sorridendo e poggiando la bottiglia sull'isola di marmo.
"Alla nostra" sussurrò Dean porgendo il calice nella sua direzione e la osservò ripetere il medesimo gesto con un sorriso divertito sulle labbra.
Bevve un grande sorso e continuó a guardarlo, ritrovandosi quasi felice di averlo nella casa con lei, ma ben presto attribuì il sentimento alla noia provata poco prima, trovando il ragazzo un ottimo diversivo.
"Sembri diverso" sussurró Katherine mordendomi il labbro, dopo averlo osservato per qualche secondo in silenzio. "A cosa devo veramente questa visita ?".
"Siamo ancora abbastanza sobri per affrontare questa discussione.." sussurró Dean versando nuovamente il vino nel bicchiere della ragazza.
"Vuoi farmi ubriacare?" Chiese Katherine ridendo, portando il bicchiere alle labbra e bevendone qualche lungo sorso. "A che gioco stai giocando?".
"Vuoi giocare con me?" Chiese Dean sorridendo, osservandola bere ancora, mentre buttò giù un lungo sorso di vino.
"Come posso farlo se non conosco le regole?" Chiese Katherine ridendo, tornando a mordersi il labbro inferiore.
"Nessuna regola, non con me.." sussurrò Dean sorridendo, avvicinandosi di qualche passo e raggiungendo ancora una volta la ragazza. 
"Non mi prendi in giro sai?" Chiese Katherine ridendo e sollevando le spalle, continuando a bere. "Ti conosco bene, so che vuoi qualcosa, ma non ho ancora capito cosa..".
"Ho sentito ciò che hai detto a Verità" disse Dean sospirando, continuando a versare del vino in entrambi i bicchieri. "So quello che provi..".
Katherine esplose in una fragorosa risata e scosse la testa, guardando il ragazzo con aria divertita; sapeva benissimo su cosa volesse andare a parare, ma sperava davvero di riprendersela con del vino e due risate ? Non credeva che Dean la sottovalutasse in quel modo.
"Ricominci con questa storia? Davvero?" Chiese la ragazza ridendo, passandogli una mano sul petto. "Sei davvero convinto che adesso che il mio piano A è fallito e sai l'1% di tutta la storia, io non abbia un piano B? E se anche quello fallisse, un piano C, poi D.. conosci l'alfabeto, no?".
"E di quali piani stiamo parlando?" Chiese il ragazzo sorridendo, incastrando la ragazza con i suoi occhi verdi.
Katherine rise e scosse la testa, ricambiò lo sguardo e continuò a giocare con la camicia del giovane, trovandosi palesemente divertita per ciò che stesse cercando di fare; si sporse sul marmo freddo dell'isola, decidendo ancora una volta di giocare al suo stesso gioco, ed afferrò la bottiglia di vino che usò per riempire i due bicchieri. Gliene porse uno e con un sorriso si bagnò le labbra, decidendo improvvisamente di voler andare oltre quello stupido gioco.
"Non ti rivelerò mai i miei piani.." sussurrò Katherine trasferendosi a giocare con la manica della camicia del braccio destro, mentre con l'altra mano reggeva il calice nuovamente quasi vuoto. "..perché non mi dici davvero cosa vuoi da me?".
Dean sorrise, conscio di non avere altra scelta: Katherine non era la sola ad avere dei piani di riserva; posò con delicatezza il suo bicchiere sul marmo e fece lo stesso con quello della ragazza, che lo guardò con aria quasi stupita.
Con delicatezza, le sistemó un ciuffo dei suoi capelli scuri dietro l'orecchio e sorrise teneramente, sperando dentro se stesso che il suo piano andasse davvero in porto.
"Te" sussurrò Dean continuando a guardarla negli occhi, aspettando il suo minimo segnale per procedere.
Non appena la ragazza accennò un sorriso, il giovane cacciatore avvicinò lentamente le sue labbra a quelle della ormai ex Cacciatrice, che ricambiò il bacio e gli passò le braccia attorno al collo; detestava ammetterlo, ma avrebbe tanto voluto che Dean lo avesse fatto prima. 
Sentì il fiato venire meno quando le afferrò le cosce con le sue grandi mani e la fece sedere sul marmo freddo e duro; entrambi si irrigidirono per un attimo, cercando di non farlo vedere, quando ripresero a baciarsi. 
Quando i loro occhi si incastrarono, nelle menti di entrambi passarono dei flashback di tutte le situazioni simili che avessero vissuto insieme, ricordandosi di quanto fosse diverso da quello; Katherine decise di reprimere quell'impulso e si avventò avidamente sulle labbra del ragazzo, che ricambiò il bacio e mandò giù quel boccone così amaro.
Solo per un attimo il cacciatore fu tentato di andare fino in fondo, di continuare con la ragazza e farla sua proprio lì, perché l'amava e aveva desiderato per così tanto tempo di stare con lei; ma proprio questo pensiero gli diede la forza di non cedere. Era entrato in quella casa con una missione, che sarebbe stato più gratificante del semplice sesso. Lui voleva di più, lui rivoleva il suo amore. 
Sapeva che ci fosse ancora speranza per la ragazza che continuava ad amare, sapeva che fosse ancora lì dentro, e avrebbe fatto di tutto per farla ritornare. Non avrebbe permesso che morisse come in quel maledetto 2014. Non questa volta.
Dopo pochi secondi, quando capì che Katherine fosse davvero coinvolta da quei baci, estrasse dalla sua tasca una siringa e con un colpo secco la conficcò direttamente nel cuore della giovane ragazza, affinché pompasse il più velocemente possibile e lo mandasse in circolo per tutto il corpo.
"Che diavolo hai fatto ?" Chiese la ragazza portandosi la mano al petto ed allontanandolo con tutta la forza che avesse, improvvisamente dimezzata, sentendosi incredibilmente tradita. "Che cosa mi hai fatto?"
"È acqua santa, ho scoperto la tua kryptonite Smallville!!" Esclamò agitando a mezz'aria la siringa vuota, sorridendo amaramente ed osservando le reazioni del corpo della donna davanti a se.
Katherine tentò di scendere dall'isola di marmo, ma improvvisamente le gambe non svolsero più il loro lavoro e cadde a terra ansimando, mentre la vista prese ad annebbiarsi. Provò a rialzarsi, ma divenne faticoso persino respirare.
"Sei un figlio di puttana, ti ucciderò per questo!!!" Esclamò mentre uno strano calore prese ad avvolgerla.
Dean si abbassò al suo livello e la fissò dritta negli occhi, afferrandole il viso fra le mani nonostante la ragazza provasse inutilmente a divincolarsi dalla presa.
"Non passerà un giorno senza che io abbia provato a farti tornare, Katherine.." sussurrò il giovane sospirando, mentre gli angoli delle sue labbra si piegarono all'ingiù.
La ragazza perse definitivamente conoscenza e Dean sfruttò quel momento per afferrarla fra le braccia e per portarla nella sua auto, pronto per tornare nella casa di Bobby; avrebbe avuto un bel lavoro da fare giù nella panic room, ma di una cosa fu sicuro: sarebbe riuscito a riprendersela.
  
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