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Autore: Fabbricante Di Sogni    07/01/2017    1 recensioni
Drammatico/Introspettivo | Non è una storia d’amore | Non finisce nemmeno bene
(io vi ho avvertiti)

Con lui però la razionalità non funzionava, era incredibile, per ogni volta che gli si trovasse vicino dentro di se si sentiva ancora come il bambino spensierato che era stato…

Come fai a liberarti di qualcuno che è dentro la tua testa?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’amore ai tempi della spesa

 
Batté due volte le palpebre, poiché non sapeva se era sveglio sul serio o se stava ancora sognando.
Una fitta acuta alla testa lo portò ad accreditare la prima delle due ipotesi, strinse le palpebre violentemente, come se il gesto potesse fermare in qualche modo il dolore che gli si propagava in testa. Si diede dello stupido e si tirò addosso il piumone girandosi nel letto.
Decisamente quella non era la giornata adatta per svegliarsi presto, lui d’altronde non era mai stato un tipo mattiniero, eppure eccolo lì alle sette del mattino con gli occhi semi aperti a maledire la luce che entrava dalla finestra.
Era una sfida quel raggio di sole, lo rischiarava come a non dargli tregua, eppure lui non aveva intenzione di cedere, le lezioni di quel giorno, tutto quello che aveva da fare, era passato in secondo piano.
Era irresponsabile, non era da lui "saltare" per questioni del genere, frequentava assiduamente le lezioni universitarie proprio perché era consapevole della difficoltà con cui era riuscito a pagarsi i libri per studiare, ma quel giorno non gli importava 
sul seriodi niente.
Si arrese alla luce e si buttò giù dal letto per inerzia, il pavimento freddo lo svegliò un po’ e in uno slancio di ottimismo si portò prima seduto e poi in piedi, avanzò fino al bagno, dove osservò il suo viso segnato dalla piega del cuscino: gli occhi ancora gonfi gli facevano terribilmente male.
Si bagnò il volto e cerco di guardarsi senza provare un senso di repulsione: gli occhi neri come la pece scavati nel viso che, seppur abbronzato, era diversi toni più pallido del solito. Avrebbe volentieri rotto lo specchio con un pugno, ma il briciolo di razionalità che gli era rimasta gli suggeriva che aggiungere alle sue spese anche la riparazione di uno specchio, non fosse una buona idea.
Si studiò per rendersi conto del suo stato pietoso: i capelli troppo lunghi e spettinati, la barba che non radeva da due sere prima, le profonde occhiaie di chi non aveva chiuso occhio, le palle nere degli occhi dilatate e tutt’attorno all’iride il rosso di chi ha pianto.
Era imbarazzante; lui che non piangeva da quando aveva sei anni, da quando aveva capito che tenere a qualcosa voleva dire morire un po’ ogni volta ed allora aveva smesso di affezionarsi, aveva smesso di amare.
Già una volta l’amore l’aveva quasi ucciso ed allora aveva smesso di crederci; 
la sua chiusura a riccio aveva funzionato  almeno finché non aveva incontrato chi con pazienza aveva superato la sua corazza, l’aveva preso per mano con determinazione,  l’aveva aiutato ad affrontare le sue paure ed era rimasto anche quando lui gli aveva mostrato il fondo del suo malessere.
Faceva apparire tutti i suoi problemi così insignificanti che a stargli vicino si sentiva il cuore più leggero, ed era stato proprio a cuor leggero che gli aveva detto quello che provava.
Era stato impulsivo, forse si era lasciato prendere dalle emozioni così come gli succedeva da bambino ed adesso non poteva credere che tutto quello che provava non fosse ricambiato, non poteva accettare d’essere per lui uno come tanti.
Gli sembrava così assurdo che tutto quello che sentiva appartenesse a lui soltanto, un marasma di emozioni per lui così insolito che gli aveva fatto salire e scendere il buon umore solo al pensarlo.
Adesso che sapeva d’essere per lui niente di speciale per cui rischiare d’amare, doveva smetterla d’averlo sempre per la mente.
Era già imbarazzante prima che lui s’immaginasse d’essere con lui anche quando non c’era, ora che era stato rifiutato diventava più che mai patetico.
Aveva chiuso con l’amore, l’aveva deciso, avrebbe smesso di fidarsi e basta.
Per lui non era poi così difficile, sapeva esternarsi bene dalle proprie emozioni e osservare il tutto da una prospettiva logica e razionale, non provava mai emozioni forti, anche quando erano morti i suoi genitori si era dovuto sforzare di avere una reazione poiché non sentiva niente.
Era come se da allora ogni sentimento dentro di lui fosse rimasto congelato: non aveva pianto -non pubblicamente almeno- non si era concesso di essere debole, non poteva permetterselo e questo lo sapeva bene.
Con lui però la razionalità non funzionava, era incredibile, per ogni volta che gli si trovava vicino dentro di se si sentiva ancora come il bambino spensierato che era stato, non riusciva a non guardarlo, a non studiarlo in ogni suo dettaglio.
Lo faceva star bene, terribilmente bene, più dei farmaci, più dei film che erano la sua più grande passione; era così incorreggibile e particolare che si era in qualche modo convinto che spettasse solo a lui il diritto di ammirarlo, come se si trattasse un vecchio film andato distrutto di cui solo lui possedeva l’ultima pellicola esistente.
Invece No, Hiroto non era un vecchio film muto in bianco e nero, il ragazzo non poteva definirsi un qualcosa di finito o concluso, era pieno d’idee e possibilità, affamato di vita, e si conosceva meglio di lui; sapeva di non volere nessuno di stabilmente nel cuore, così non restava mai a lungo nello stesso posto.
Questo non glielo aveva detto, era vero, ma del resto lui non gli aveva detto di starsi innamorando di lui, il suo orgoglio e la sua timidezza glielo vietavano, quindi era come se fossero pari.
 Anche se il cuore spezzato era uno solo.
Doveva solo smetterla di pensarci.
Doveva solo accettare che le cose non si possono decidere unilateralmente, che l’amare è una scelta di due persone e non si può costringere qualcuno ad affezionarsi al tuo modo di sorridere o al suono della tua voce, non si può costringere qualcuno a rimanerti vicino.
 
Passarono diversi giorni, e nonostante l’orgoglio fosse "tutto da ricucire" col tempo si sa,  il dolore lentamente si affievolisce e si sfuma con altre emozioni, finché non resta che un ricordo sbiadito.
Ritornava alla sua vita di tutti i giorni, quella prima di conoscerlo, sentiva di non essere più propriamente lo stesso, ma gli andava bene anche così.
Riprese in mano la sua vita senza pensarci, si privò di lui, del bene che gli aveva fatto e del dolore che gli aveva lasciato, facendo sì che un grande vuoto lo riempisse fino a colmarlo e fargli dimenticare; continuò l’università lavorando part- time come aveva sempre fatto, riempiendosi il tempo di cose da fare per non rifletterci troppo su.
Quella domenica mattina era la prima del mese di Ottobre, decise di dare aria alla mente e dopo essersi vestito al buio uscì di casa buttandosi al collo una sciarpa. Doveva fare la spesa perché il frigo dal giorno prima era rimasto provvisto soltanto di una scatola di cetrioli sottaceto, che poi a lui nemmeno piacevano, non capiva per quale diamine di motivo si fosse convinto a comprarli.
Probabilmente si era fatto attrarre da una qualche promozione, perché si sa per gli universitari ogni centesimo risparmiato è un centesimo guadagnato.*
Passò con disinvoltura nel reparto surgelati alla ricerca dei suoi coni confezionati preferiti, erano l’unico lusso che si concedeva di comprare, e di certo una confezione di coni al pistacchio non poteva farlo finire in bancarotta.
Lasciò momentaneamente il carrello a bordo corsia per potersi dare alla ricerca più dettagliata del suo dolce preferito, dividendo le sottostanti scatole in vaschette, semifreddi, ricoperti, per gusti e grandezze finché ecco apparire sotto il suo naso i gelati che tanto agognava.
Nel medesimo istante in cui protese la mano sui dolci, dall’altra parte del freezer del supermercato un’altra mano li afferrò saldamente; era una mano bella con le dita affusolate di un colore niveo.
Il ragazzo sbiancò non appena vide a chi apparteneva e dall’altra parte anche due occhi acquamarina riflessi nei suoi color carbone rimasero perlomeno sorpresi.
«Midorikawa, come stai?» chiese il rosso dopo aver abbandonato i coni gelati al verde e aver interrotto se pur per poco il contatto visivo.
«Non bene, nemmeno male.» tagliò corto sentendo per un attimo riaccendersi dentro quella scintilla di sentimenti che lo aveva portato a soffrire tanto. No si disse, non avrebbe sofferto più.
«Io volevo chiederti scusa, per aver ferito i tuoi sentimenti.» disse Hiroto cercando il suo sguardo che adesso stava incollato alle punte delle converse.
«Non mi guardi più negli occhi Mido chan?» insistette ancora il rosso.
«Scusami davvero, ma hai distrutto totalmente l’idea che avevo di me stesso, hai demolito le mie certezze, le mie paure e poi te ne sei andato, ed io ora non riesco a guardarti. Per favore scusami ma non ci riesco.» spiegò sollevando appena il capo.
Il ragazzo davanti a lui parve assimilare bene le parole prima di rispondere:
«Capisco, per qualunque cosa sai dove puoi trovarmi.» ma anche dopo aver detto questo rimase lì a guardarlo per ancora un minuto buono, prima che una signora non lo minacciasse, esortandolo a levare il suo carrello dal passaggio, visto che contrariamente al verde, il rosso l’aveva abbandonato in mezzo alla corsia del supermercato.
«So bene come trovarti anche quando non ti sto cercando. Sei sempre qui; nella mia testa.» sussurrò il ragazzo.




Smiley's Corner:

*questa è una citazione allo sceriffo di Nottingham di Robin Hood, in caso qualcuno l'avesse colta. sì perché io me lo ricordo.

Il titolo è puramente ispirato alle luci della centrale elettrica, anche se liberamente reinterpretato.
Ad ogni modo non so bene neanch'io con quale criterio stia pubblicando questa storia, nè sono molto sicura che sia qualcosa di originale o innovativo, non mi convince molto devo dire non mi convinco mai.
Chi un po' mi conosce avrà capito che questa coppia/non coppia la vedo bene nei centri commerciali.
Non so quanto le reazioni di Midorikawa abbiano senso, se vi sembrano particolarmente azzardate informatemi grazie-
Non ho molto d'aggiungere, un commentino fa sempre molto piacere c:


Kisses

Smiley
 

 
  
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