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Autore: Zapt    07/01/2017    0 recensioni
Come reagirei se venissi catapultato in una realtà parallela, dove tutto segue le regole dei romanzi fantasy?
Ho provato ad immaginare diverse vicende che vedono il me fantasy come protagonista, dando vita anche a situazioni a sfondo comico di confronto fra il mondo reale e il mondo fantasy.
Tutto questo riempendo volutamente la storia di cliché tipici del genere, traendo comicità da quanto prevedibili siano gli avvenimenti che capitano.
Trattenni a stento le risate.
Ero tentato di dire qualcosa come "Figghiu de Calogero sugnu", ma poi sarei stato preso per pazzo.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Phi.. >>

La mia voce echeggiò insicura nella mansarda, con tono quasi interrogativo, come se nemmeno io fossi sicuro di quel che stavo dicendo.
Ero abituato ad essere chiamato con molti nomi online, tanto da non preoccuparmi nemmeno più di con che appellativo le persone si rivolgessero a me.
Ho sempre preferito avere un nome corto e facile da chiamare, così da non dovermi annoiare con persone formali che tendevano a chiamarmi con il mio nome completo.
Decisi di puntare quindi all'efficienza in un'eventuale battaglia epica contro draghi, mostri e blabla quella roba da fantasy.
Era tutto piuttosto semplificato in quel mondo da quel poco che avevo visto; riuscivo a parlare con loro nonostante probabilmente non sapessero nemmeno lontanamente cosa fosse l'Italia, tantomeno l'Europa.
Avevo tanto da scoprire, era solamente il primo tassello di un enorme puzzle che mi sarei creato alla fine di quel viaggio.
Ammesso che ci sarebbe stata una fine in alternativa alla morte.
La cosa mi fece deglutire e sentire a disagio, non avevo messo in conto quanto facile fosse morire nei mondi fantasy.
Avevo letto un sacco di storie di questo genere, nelle battaglie muoiono sempre un sacco di soldati e accadono carneficine fra popoli.
Imposi a me stesso di non ingaggiare combattimenti inutili, non sapevo ancora quanto fosse forte quel corpo anche se sarei stato capace di difendermi grazie alle nozioni di arti marziali che porto dalla vita reale.
Forse era incorretto chiamare "Vita reale" il mondo da cui venivo, in fondo era anche quello dove ero intrappolato un mondo reale e in piena regola, solamente non volevo rendermene conto.
Avevo fatto la scelta migliore dicendo solamente il mio nome privo di titoli? Forse avrei destato meno sospetti mettendo due parole a cazzo in francese vicino a quest'ultimo così da non sembrare lo straniero ignorante che ero.

« Figlio di..? »

Chiese lei, intenzionata a scoprire di più su di me.
Forse il nome insolito la aveva incuriosita.
Ero davvero incerto sul da farsi.

"Fossi in un film mi sarei già lamentato con la regia.. mi hanno dato una scheda personaggio incompleta, non so nemmeno come si chiama! Potevano almeno darmi un foglietto con scritto le cose importanti!"

Trattenni a stento le risate.
Ero tentato di dire qualcosa come "Figghiu de Calogero sugnu", ma poi sarei stato preso per pazzo.

"Meglio dire che non mi ricordo.. mal che vada pensarà che abbia sbattuto la testa"

Feci finta di esser preoccupato e mi rimisi giù con la schiena nel letto, portandomi le mani sul volto sperando di sembrare disperato.

« Il nome.. di mio padre.. come si chiama.. mio padre.. »

Mi misi a farfugliare come solo io sapevo fare.
Nell'altro mondo molto spesso ironizzavano sul mio modo di parlare; borbottavo sempre, spesso non lasciando capire cosa volessi intendere.
Stranamente la mia testa non funzionava a dovere ed i riflessi erano abbastanza lenti, molto diversi da quelli che ho di solito.
Inoltre si alternavano sensazioni di freddo e di caldo, qualcosa di simile a quando si ha la febbre.
Forse avevo davvero la febbre, se ha detto che mi aveva trovato nella foresta probabilmente sarò rimasto fuori durante la pioggia.
Sarà, più che sarò, non devo considerare questo come il mio corpo.
Tremai leggermente per freddo nonostante fossi imbozzolato fra le coperte.
Lei si alzò nuovamente, venendomi vicino e mettendomi il dorso della mano sulla fronte.
Cambiò discorso probabilmente comprendendo che non riuscivo a ricordare il nome di mio padre.
Era strano, di solito recito parecchio male.

« Cosa ci facevi nudo nella foresta..? Gli dèi non hanno apprezzato il tuo comportamento e ti hanno punito con questa malattia! »

Mi rimproverò, come se fossi io la causa di questo.
Non mi diede fastidio sentire che ero nudo nella foresta, non era il mio corpo quindi non mi importava molto.
Mi scappò da ridere una terza volta sentendo che la febbre fosse opera degli dèi.
Nonna, scusami, ma siete un po' indietro sulla medicina.

"Ora che ci penso.. quanto sono indietro con la tecnologia? E con la scienza? E con la musica?"

Ebbi come un'illuminazione facendo quel ragionamento.
La musica; forse alcuni strumenti non erano ancora stati inventati, forse la musica stessa era ancora ad uno stato embrionale.
Sarei potuto essere il bardo che ho sempre sognato di essere.
Non ci sarebbe voluto molto per costruire una chitarra improvvisata, potevo rivolgermi ad un artigiano disegnandogli la forma della chitarra e spiegandogli più o meno come era fatta.
Per quello però mi servivano soldi, essendo stato trovato letteralmente nudo nella foresta sono sicuro di non avere il becco di un quatrino.
Non sentendo alcuna risposta perchè ero rapito dai miei pensieri fantasiosi, continuò come per aggravare le sue accuse:

« Per giunta in una notte di luna piena! Lo sai che rischi si corrono, no? Sei giovane ma abbastanza maturo per conoscere il mondo! »

Nonna, scusami, non conosco questo mondo.
Cercavo di cogliere informazioni da quelle domande; arrivai all'ipotesi che nell'oscurità di una notte di luna piena si celavano creature pericolose, o qualcosa di simile.
Pensai ai licantropi, trovandoli perfettamente adatti ad un contesto fantasy.
Magari qualche roba tipo "Se vieni morso da un licantropo contrai la licantropia" o stronzate simili.
Le definii inizialmente come stronzate, poi mi resi conto di quanto attuali fossero in quell'epoca.
Qualora fosse realmente esistita la licantropia, in quella realtà l'avrei dovuta prendere sul serio e non più come una storia di fantasia.
Dopotutto, avevo davanti a me un'elfa, nulla era impossibile.
   
 
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