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Autore: Violet Tyrell    08/01/2017    0 recensioni
"Cosa sappiamo di questo nostro nemico?" si affretto a chiedere il mago, prendendo posto attorno al tavolo rotondo, trovando la poltrona particolarmente invitante in quel momento per riprendere parte delle energie. Anche i tre colleghi non avevano un aspetto particolarmente ordinato, ma era anche normale. Di fronte a lui, separato solo dal tavolo, c'era proprio Salzar, il più disinteressato da quello che mostrava, ai lati erano invece sedute Helga - con ancora la veste sporca di sangue e fango - e Rowena, anche lei non al meglio. Tutti però perfettamente lucidi.
Storia a quattro mani (Violet e Lisa ) - ambientata ai tempi dei Fondatori, particolarmente incentrata sui figli di Salazar Slytherin personaggi originali) e un grosso segreto.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I fondatori, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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capitolo 1 - i semi della grandezza
 

Capitolo III - Godric

 

Godric fu l'ultimo dei quattro Fondatori a varcare l'ingresso della sala degli affreschi, una stanza ovale, di ampie dimensioni, situata in una delle torri di Hogwarts; i muri dell'imponente stanza erano ricoperti da arazzi, tutti rappresentanti scene di magie, ma il mago in quel momento non li vedeva. Gli altri tre erano già arrivati: lui e Rowena si erano occupati di rimettere in sesto i problemi più urgenti causati dall'improvviso attacco, avevano ripristinato gli incantesimi e sistemato le aree più pericolanti che richiedevano immediata attenzione.
Helga aveva radunato tutti gli studenti e dopo un controllo, aveva rispedito quelli senza ferite nel loro dormitorio; la donna si era occupata anche di coordinare una piccola squadra per recuperare i corpi delle vittime, tutti studenti più nuovi e inesperti, o che erano incappati sulla strada del pericolo senza sapersi difendere. Erano solo sette, aveva detto Salazar col suo solito modo di fare untuoso; Godric aveva cercato di non perdere la calma per fargli notare che erano comunque sette vite, che a lui importasse oppure no. Ovviamente poteva anche andare peggio, ma se fossero riusciti ad agire tutti loro subito, forse si sarebbero salvati tutti.


"Cosa sappiamo di questo nostro nemico?" si affrettò a chiedere il mago, prendendo posto attorno al tavolo rotondo, trovando la poltrona particolarmente invitante in quel momento per riprendere parte delle energie. Anche i tre colleghi non avevano un aspetto particolarmente ordinato, ma era anche normale. Di fronte a lui, separato solo dal tavolo, c'era proprio Salzar, il più disinteressato da quello che mostrava, ai lati erano invece sedute Helga - con ancora la veste sporca di sangue e fango - e Rowena, anche lei non al meglio. Tutti però perfettamente lucidi.
A prendere la parola fu proprio Salazar.
"Non molto se non che voleva radere al suolo la nostra scuola". La voce del mago era la più bassa che Godric avesse mai sentito in tutta la sua vita, eppure era probabilmente più efficace di urla, cosa che sapeva dagli studenti: nessuno si azzardava mai a sottovalutare Salazar e persino sugli adulti aveva un certo effetto.
Non su di lui, chiaramente, che non temeva per nulla né lui, né i suoi oscuri segreti che non gli piacevano neanche un po'; non era quello però il momento per esternare simili osservazioni e nessuno contestò quello che Salazar aveva appena detto. L'attacco che avevano subito dimostrava sicuramente violenza, nessuno dei quattro ne dubitava.
Helga prese la parola: era la più giovane tra loro, aveva poco più di trentacinque anni ed era sempre la prima a mettersi in prima fila quando c'era da arrivare a soluzioni più o meno drastiche, prediligendo sempre però il dialogo.


"Sarebbe interessante scoprire la sua identità, da quello che ho potuto capire dalle parole che i tuoi figli ti hanno riferito, Salazar, probabilmente arriva da nord. Dovremmo essere in pace con loro".
Godric alzò lo sguardo sul mago: considerando che erano rimasti vivi solo i due figli di Salazar tra i presenti a quell'attacco, era stato ovvio che ci pensasse lui a fare le domande di rito a loro, eppure la cosa non gli piaceva. Il mago avrebbe anche potuto tenere segreto qualcosa... tuttavia scacciò subito il pensiero con un gesto, simile a chi voleva liberarsi di un fastidioso insetto. Non lo farebbe, non avrebbe senso... Lui e Salazar erano molto differenti su alcune cose, ma sapeva che ci teneva alla scuola, a che pro tacere su qualcosa che avrebbe messo in pericolo tutti?
"Forse servirebbe accertarsene: se effettivamente arriva da nord, allora abbiamo un problema."
A parlare era stata Rowena, lunghi capelli scuri e aspetto deciso, con un carattere altrettanto forte... per quanto Godric non avrebbe sottovalutato nessuno all'interno di quella stanza, neppure Helga con i suoi modi miti poteva essere considerata debole o volubile. "E poi qualora non lo aveste notato" proseguì la strega vestita in blu, facendo levitare alcune pedine di uno strano e nuovo gioco inventato da lei in persona e che chiamava scacchi o simile "... non lo abbiamo neanche scalfito. Si è ritirato".
Vero. Godric non era stato presente in quanto era stata proprio Rowena ad arrivare per prima in soccorso degli studenti, ma era la cosa più evidente: non lo avevano ricacciato sconfiggendolo, il nemico si era ritirato da solo dopo averli osservati e vaneggiato minacce su una probabile vendetta su chi gli aveva nascosto la verità. Ma chi? E perché?
I quattro cominciarono a discutere sulle precauzioni da prendere: a grande sorpresa, fu proprio Salazar a suggerire che stipulassero un'alleanza tra loro, di modo da essere preparati per un'eventuale secondo attacco. Godric era un po' scettico riguardo a questa prospettiva, dopotutto nel giro di pochissimi giorni Hogwarts sarebbe rimasta deserta in quanto tutti gli studenti avrebbero fatto ritorno alle rispettive case e famiglie, oppure avrebbero seguito i loro Fondatori se desideravano approfondire gli insegnamenti.


Per quale ragione attaccare una scuola vuota?
Era una fonte di magia e sapere, su questo non poteva che concordare. Il mago rimase immerso alcuni istanti nei propri pensieri, cercando di arrivare a qualche soluzione. Non appena giunto al suo castello, avrebbe potuto preparare i suoi studenti - quelli che lo seguivano anche fuori dalle mura magiche della scuola - e addestrarli al meglio; tutti sapevano che lui non disprezzava per nulla neppure gli insegnamenti con le armi, nei casi in cui avrebbero potuto trovarsi in difficoltà o impossibilitati a utilizzare la bacchetta e la magia. Alcuni di questi erano anche a Hogwarts durante i sette mesi in cui risiedevano li, ma la maggior parte rimaneva a Godric's Hollow tutto l'anno.
Ne avrebbe parlato con Frederich una volta a casa; il suo giovane attendente di certo ne sarebbe rimasto entusiasta, specie se gli avesse affidato un compito importante.
Perso un momento nel suo filo di pensieri su come aiutare la protezione della scuola e dei suoi studenti, non aveva prestato ascolto alle ultime battute dei tre colleghi finché non capì che potevano considerare concluso quell'incontro. Fece per alzarsi, ma rimase sorpreso: Salazar aveva appena aperto bocca, sostenendo di avere da discutere ancora qualcosa che riteneva importante, così riprese posto. Strano che non lo avesse detto subito, a una sola occhiata Godric capì che quello che il mago stava per dire era qualcosa che lui considerava importante e capitale.
Ci fu solo qualche secondo di silenzio prima che Salzar parlasse.
"Come dicevamo, dobbiamo proteggere la scuola e gli studenti". Godric si chiese dove volesse andare a parare quel discorso che a lui pareva persino monotono e ripetitivo, erano tutte cose che avevano già detto e stava per chiedergli di giungere al punto, quando il collega lo guardò.
Era impossibile dire che cosa pensasse, gli sembrava quasi una sfida e non abbassò lo sguardo. Non lo avrebbe mai fatto, quello no.
Subito dopo si chiese se avesse capito bene.


"Scusa? Vuoi darmi tua figlia in moglie?" Godric era incredulo e nulla fece per mitigare nel tono quella sensazione: gli sembrava la cosa più strana del mondo, che proprio colui che si considerava suo nemico - seppur non in modo dichiarato visto che gestivano assieme la scuola - volesse davvero fare una cosa del genere. "E a cosa serve per l'alleanza?"
Era quello che voleva sapere: conosceva certamente la ragazza, anche in virtù del fatto che frequentava la scuola ed era un'ottima studentessa in tutte le materie che insegnava, ma a cosa gli sarebbe servita? Lui non era in cerca di moglie, tanto meno una che potesse essere anche solo lontanamente parente di Salazar, era una cosa assurda.
Fu Rowena a parlare, inaspettatamente.
"Non è una cattiva idea, magari potrebbe servire a voi due per smettere di battibeccare in continuazione: Hogwarts ha bisogno di tutti noi, non di liti per motivi futili".
A Godric quasi andò il sangue alla testa: lottare per non escludere i figli dei Babbani non era un motivo futile e per troppe volte aveva sentito Salalzar disprezzarli, trattarli come se fossero feccia. Certe cose non si potevano soprassedere, neanche volendo ed era curioso che fosse stata proprio Rowena a parlare in quel modo, proprio lei che avrebbe dovuto per contro sostenere lui.
"Per buona volontà." Salazar infine rispose dopo quello che sembrava un tempo infinito, lasciandolo quasi di stucco; il mago si affrettò a spiegare ciò che intendeva. "In fondo hai visto tu stesso con quanta facilità questo nemico ha colpito la scuola, quanto più siamo uniti, tanto minore sarà il vantaggio che gli daremo. E poi" Salazar si accarezzò distrattamente il mento con aria pensosa, o così parve a Godric, "non ti sto offrendo qualcosa di oscuro, bensì il bene più prezioso che io possieda. Vorresti forse dire che non dobbiamo preoccuparci dei nostri figli?"
Godric non si era neppure reso conto di essersi alzato. L'argomento figli o matrimonio era qualcosa a cui lui non pensava da oltre un decennio, da quando il vaiolo di drago si era portato via tutto ciò a cui teneva; di rado aveva parlato in pubblico di questo, aveva evitato la pietà altrui e riempito il proprio tempo con altre cose. Sentire la frase di Salazar era proprio come rigirare la lama in una ferita che non si era mai veramente cicatrizzata, anche se la proposta continuava a sembrargli parecchio strana.


"Inoltre - e credo che la nostra Helga possa confermarlo - non esiste modo migliore per stringere un'alleanza del matrimonio. O vuoi dirmi che non lo sapevi?" Godric percepì una nota sarcastica quasi per nulla celata in quelle parole e gli venne voglia di far scomparire quel sorrisetto compiaciuto dalla faccia del mago, ma riuscì a evitare di compiere una mossa azzardata pensando che era inutile mettersi a litigare per i suoi modi.
Nessuno poteva obbligarlo ad accettare, questo era chiaro.
"Lo so anche io, ma non ne vedo proprio l'utilità; meglio che tu la faccia stare con il suo innamorato, casomai ne avesse uno".
Godric non si occupava di eventuali pettegolezzi di quel genere, però sapeva che la strega aveva indubbiamente l'età per avere qualche pretendente, altrimenti non gli sarebbe stata proposta; al mago non piaceva l'idea più che altro perché arrivava proprio da chi cercava sempre di ostacolarlo e l'idea che di colpo volesse diventare un amico... no, non era affatto credibile.
Il mago liquidò il suo commento con un gesto annoiato della mano.
"Non fai che lamentarti che ti sono ostile, Godric, ma a me sembra che tu stia solo cercando delle scuse. Chiaramente io non ti obbligherò certo ad accettare, e se ti preoccupa che io voglia rifilarti merce difettosa, posso tranquillamente assicurarti che ti ritroverai una moglie candida e pura come la neve che ci ha quasi sommerso questo inverno".
Questa volta Godric non riuscì a controllare il suo disappunto. Lui non aveva potuto vedere suo figlio crescere, né ne aveva avuti altri, ma era certo che mai avrebbe parlato del suo sangue come di una merce. Il tono viscido con cui Salazar stava dicendo tutto ciò lo riempiva di rabbia e doveva sicuramente attraverso i suoi occhi azzurri.
"Paragonare i propri figli a semplice merce di scambio è ignobile quanto... " fece una leggera pausa, stringendo un attimo gli occhi, "quanto fare differenze tra i maghi a seconda della famiglia da cui provengono".


Poteva sembrare stupido impuntarsi a quel modo, ma Godric davvero non vedeva alcuna differenza tra un mago di comprovata discendenza magica e uno che era invece nato in mezzo ai Babbani; lui li stimava allo stesso modo e anzi, più volte aveva trovato che i figli dei Babbani erano veramente portati per le arti magiche, quasi più di certi principini viziati, convinti della loro superiorità solo per via del loro sangue puro.
Chissà se era un caso che questi fossero quasi tutti studenti di Salazar.
Helga sospirò e Godric capì dal silenzio annoiato di Rowena, che lui e il mago stavano dando uno spettacolo poco gradito, e per nulla degno del loro ruolo. Ciò contribuì a calmarlo un po', non poteva certo mettere mano alla bacchetta o alla spada ogni volta che l'altro si divertiva a punzecchiarlo: impulsivo sì, ma non recidivo.
"Ci penserò, te lo dirò prima dell'investitura e del banchetto conclusivo".





Da quando era stata fondata la scuola, la sera conclusiva di quei sette lunghi mesi di studio veniva concesso agli studenti di indossare le loro vesti più eleganti per partecipare al ballo di fine anno. L'idea originaria era stata di lady Helga, tuttavia era piaciuta anche a loro tre e si erano sempre adoperati affinché fosse un evento gioioso e privo di tensioni; il ballo era la chiusura ufficiale dell'anno scolastico, un modo per fare gli ultimi saluti tra gli studenti prima di separarsi per ritrovarsi dopo alcuni mesi. O, come nel caso dei dodici studenti inginocchiati poco distante da lui, dell'inizio della vita vera.
Godric osservò i giovani apprendisti maghi e streghe che stavano ascoltando le parole di lady Rowena sull'importanza che il loro apporto avrebbe dato alla magia: la cerimonia delle investiture precedeva il ballo e il banchetto finale, ed era riservata esclusivamente a coloro che avevano terminato gli studi magici ed erano quindi pronti - dietro il suo giudizio e quello dei tre colleghi - ad affrontare il mondo fuori dalle mura di Hogwarts. Il giovane Augustus, che da un paio di anni coadiuvava i Fondatori nelle incombenze della scuola, svolgendo le funzioni di attendente, era in piedi accanto a lady Ravenclaw, la schiena dritta e i capelli scuri pettinati ordinatamente, e ascoltava assorto.
Godric si alzò, gli studenti avevano terminato il giuramento e ora si facevano avanti, uno alla volta, avvicinandosi ai maestri. Lord Gryffindor sorrise a ben cinque dei giovani che aveva personalmente portato in quella scuola e a ciascuno di loro porse una bacchetta.


La forgia di quelle bacchette era qualcosa che lo aveva occupato per tutto il periodo scolastico, come anche era accaduto per Helga, Salazar e Rowena: ognuno di loro creava una bacchetta personale per i propri studenti, una sorta di dono importante in quanto vi era l'essenza stessa di chi l'avrebbe impugnata e sarebbe quindi andata bene come quella che avevano utilizzato fino a quel momento.
Era quella la parte più interessante della cerimonia secondo lui; Godric si sentiva sprecato quando si trovava fermo in una sala, soprattutto considerandosi un uomo d'azione, anche se non sarebbe mai mancato a quella tradizionale cerimonia. In sé non durava poi tanto, realizzò con sollievo alzandosi quando i dodici ragazzi lasciarono la Sala Grande per prepararsi per il ballo e il banchetto che quella sera avrebbe chiuso anche quell'anno a Hogwarts.




La Sala Grande si riempì di nuovo alcune oro dopo la cerimonia delle investiture: in tutto gli studenti erano cinquanta e il suono delle loro voci allegre sovrastava quasi la musica che veniva suonata. A loro si aggiungevano poi le famiglie dei Fondatori; Godric notò che i ragazzi avevano abbandonato gli austeri colori della divisa che indossavano tutto l'anno per sostituirli con degli abiti più colorati e in qualche caso, in particolar modo  per le streghe, più sfarzosi e ricercati. Persino chi proveniva da famiglie con poche disponibilità finanziarie aveva cercato di indossare qualcosa di diverso dal solito, con il risultato che il mago si sentiva quasi girare la testa trovandosi di fronte tanti colori e rumori.
Non doveva essere la sua giornata quella, o forse stava già guardando oltre, a tutto ciò che avrebbe dovuto fare dal giorno successivo: quasi inconsapevolmente, il suo sguardo scrutò la tavolata degli studenti, alla ricerca dei due figli di Salazar. Non era difficile trovarli, di solito era su di loro che ruotava l'attenzione degli altri studenti.
Su di lei, almeno, in quanto era sempre circondata da un gruppetto di adoratori che parevano sempre disposti a fare qualunque cosa purché Bloem li considerasse anche solo per un momento; Godric sapeva che persino alcuni dei suoi studenti erano affascinati dalla strega e la cosa lo aveva sempre divertito. Almeno quando si trattava di ascoltare casualmente le loro strategie, che poi terminavano sempre in un nulla di fatto.
Quella sera, invece, vide per la prima volta un'espressione imbronciata sul volto della strega e, caso raro, non era neppure interessata a suo fratello che cercava di parlarle. Godric vide che gli occhi azzurri di Bloem erano fissi sul piatto che aveva davanti, e se non fosse stato per qualche cenno della mano, avrebbe pensato che la strega fosse del tutto priva di vita. In effetti fino a quel giorno non l'aveva mai osservata con estrema attenzione, tuttavia era sicuro che quella fosse la prima volta in cui cercava di allontanare suo fratello Eskil, il quale pareva dispiaciuto e disperato quasi.
Forse lo sanno già? Godric inarcò un sopracciglio, chiedendosi se Salazar non avesse mentito affermando di voler aspettare il ritorno a casa per informare sua figlia di quella decisione; sospirò, dicendosi che in fondo aveva fatto la scelta giusta. Ci aveva pensato per un paio di giorni prima di riferire al collega che accettava la sua proposta e che avrebbe quindi preso sua figlia come moglie; a sua gran sorpresa, una volta deciso, era diventato tutto più semplice perché ora poteva cominciare a fare progetti concreti e non solo delle ipotesi.
Lady Helga lo aveva spinto verso quella decisione, Godric ricordava i vari colloqui avuto con la strega, la quale gli aveva parlato così bene di lady Bloem al punto da indurlo a ripensare alla sua decisione finale. Dopotutto era solo una ragazza, di certo non poteva essere così terribile, erano queste le parole che la strega gli aveva detto.


Avrebbe dovuto portare molti cambiamenti, ne era consapevole, in qualche modo ora doveva organizzare la sua via in modo diverso; era solo curioso di quello che sembrava un litigio tra i due fratelli di solito inseparabili, o almeno un diverbio importante se la strega rifiutava persino di parlargli.
Altre due figure attraversarono il campo visivo di Godric, costringendolo a deviare il corso dei suoi pensieri. Riconobbe immediatamente Augustus, l’attendente, in compagnia di lady Lys, la prima figlia di Helga. Non era la prima volta che li sorprendeva a chiacchierare con quella confidenzialità che lo aveva indotto ad alzare gli occhi, tuttavia la loro vista non lo infastidiva. Erano così giovani, ma entrambi meritevoli a suo giudizio. Lys, una giovane strega di diciott’anni, aveva ereditato la mitezza e le capacità di sua madre: era infatti una valida guaritrice che, terminati gli studi a Hogwarts un anno prima circa, aiutava Lady Hufflepuff come cerusica al castello. Certo, spesso i suoi occhi erano distanti, quasi malinconici, ma sembrava una fanciulla di buon carattere. Augustus invece era arrivato a Hogwarts quando gli uomini del Nord si erano ritirati qualche anno prima, lasciando la Northumbria. Era una sorta di garanzia del patto siglato tra i due popoli, che avrebbero rinunciato ad altri spargimenti di sangue in favore della pace. I Fondatori si erano occupati subito di lui e Godric per primo aveva premuto per coinvolgerlo nell’organizzazione della scuola. Da allora, Augustus si era dimostrato sempre un valido aiuto.
Il Fondatore riportò l'attenzione sul piatto che aveva già vuotato: per fortuna mancava ancora poco alla fine, poi una volta che gli studenti avessero lasciato Hogwarts avrebbero rinforzato gli incanti di protezione prima di tornare alle loro case e alle loro vite.
   
 
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