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Autore: Devilcat    27/05/2009    3 recensioni
Esistono delle persone così stronze che il solo guardarle ti infastidisce.
Uomini e donne egoiste, la cui sensibilità è pari allo zero.
Gente che ignora cosa sia la morale e la buona fede.
Ebbene...Nicky Vince è una di loro.
E' bella, ricca ed irritante.
Sembra avere tutto, ma può avere molto di più.
E per diventare milionaria deve solo sposarsi.
Entro sette mesi.
Nicky riuscirà a gettare al vento la propria libertà per un titolo ed un castello?
{Un piccolo assaggino..From the last chapter}
" La falce di luna, pallida e sottile, sbuca tra i grattacieli, sfiorata da una candida coltre di nubi.
Ora che ci troviamo in strada, la notte si riempe velocemente dei suoni acuti dei clacson e delle sirene della polizia.
Nonostante quell’assordante miscela di rumori fastidiosi, New York rimane magica ai miei occhi.
Una città come poche, una città pericolosa , eppure sembra possedere qualsiasi cosa tu abbia bisogno.
Forse, anche Danièl prova la stessa cosa, dato che non spiccica parola da almeno dieci minuti.
Oppure vive in Francia, in qualche casetta sperduta della Provenza, e di New York vede soltanto il caos.
Sarebbe triste, però. Nessuno può comprendere appieno la Grande Mela come un Newyorkese.
<< Nicky..bè...volevo incontrarti, anche per dirti un’altra cosa importante...>>
Sento la sua voce, ma prima di rispondergli, salgo sul taxi, e mi accomodo sui sedili posteriori.
Lui mi segue, sedendosi al mio fianco.
<< Sarebbe? >> Domando, alzando lievemente un sopracciglio color mogano.
Non riesco a capire cos’altro voglia dirmi e non sono sicura di volerlo sapere.
<< Ci sarà un galà...>> Azzarda lui, visibilmente attento a qualsiasi reazione io possa avere.
<< Un galà?>> Ripeto quella parola con voce strozzata.
Un galà da nobili. Mi sussurra una vocina al mio orecchio.
E’ questo a sconvolgermi maggiormente.
Mi ci vedo già, lì, in mezzo ad un branco di aristocratici con la puzza sotto il naso ed un atteggiamento finto
dalla punta dei capelli, fino all’unghia incarnita del pollice.
Saprò reggere il gioco oppure crollerò come un fragile castello di carte?
[Se ve gusta, dateci un sguardo XD]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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§ Seven Months §
Put a Ring on It





Capitolo 5

Dirty, Sexy, Money. What is Felicity?








Gossip NY
Nota attricetta di Hollywood messa alle strette da un testamento.
Niente sposo? Niente castello!



Una scoperta sconcertate sembra essere stata fatta dal nostro giornale. Nicole Amandine Vincent,
nota come la fascinosa ed irresistibile Nicky Vince, ha sangue blu!
C’è chi sostiene di averlo sempre saputo, proprio per i suoi modi altezzosi e poco
inclini alla cortesia. Altri invece ribattono che è solo una leggenda, una mera diceria che presto
sarà dimenticata dall’opinione pubblica. Eppure non possiamo negare la sua
parentela con Aymeric Edmond Bertrand , il milionario conte di Provenza, deceduto due mesi
fa a causa di un inaspettato arresto cardiaco. Il conte sembra aver lasciato all’attrice tutto il suo
patrimonio, non avendo nè figli, nè moglie ai quali cederlo. La Vince, però, non può
cantar subito vittoria...Poichè il suo amato zio ha posto una terribile condizione: dovrà sposarsi
al più presto o perderà tutto. Purtroppo non conosciammo i tempi di scadenza della sudetta
condizione..ma siamo certi che la nostra beniamina alla fine saprà decidersi.
Quanto vale la sua libertà? Un castello potrà abbassare la gonnella newyorkese meno casta?










<< Lauren. Per favore, puoi stare in silenzio per tre secondi?>>
<< Ok. 1....2...>>
<< Lauren!>>
<< Mi scusi. Ma questo è un luogo di culto , non il mercato del pesce. La preghiamo di uscire>>
A quelle parole mi volto. Mostro senza alcun pudore un grossolano stupore nell’accorgermi che la voce non appartiene ad altri se non ad una signora in età piuttosto avanzata. La fisso come se stessi guardando un essere extraterrestre, parcheggiato sulla terra da una navicella sferoidale.
Chiudo la chiamata, infilando il cellulare in tasca, senza nemmeno accertarmi che Kevin mi abbia detto tutto. Probabile che lo incontri molto presto...
<< Ce ne andiamo subito...>> Rispondo alla vecchina con minore cattiveria di quanto mi aspettassi. Congelata: ecco come mi sento...Sono abituata all’azione speculativa delle riviste scandalistiche, ma quell'articolo sulla prima pagina del Gossip Ny mi ha scioccato molto più di quanto riesca ad ammettere. Uno schiaffo sul viso, uno schiaffo inatteso..Le ultime parole di quel deplorevole testo ancora rieccheggiano nella mia mente, mentre assieme a Lauren mi avvio verso l’uscita della Cattedrale.
..Un castello potrà abbassare la gonnella newyorkese meno casta?..
So perfettamente di non avere una buona reputazione di cui vantarmi, ma non ho mai permesso che accuse o calunnie mi venissero rivolte così apertamente. E questo mi fa imbestialire. Tradita, giudicata, forse addirittura derisa da uno spione senza scrupoli, che mi aveva venduto al miglior offerente. In quel momento, probabilmente, centinaia di americani stanno leggendo quelle poche e subdole righe macchiate d'inchiostro. Tutti vorrebbero essere al mio posto, vendere l'anima per poter acquistare la mia vita. Ma nessuno di loro sa sa cosa si prova ad essere veramente in trappola. Spinta verso il baratro, semplice carne da macello, l'ennesimo volto noto sfigurato dallo scandalo.
Davvero mi ero illusa che la faccenda del testamento non potesse saltare fuori e rovinare ogni cosa?
Ero stata sfrontata e non mi ero affatto resa conto di quanto quel testamento fosse pericoloso, una temibile mina vagante tra le pieghe della mia vita. Ma è troppo tardi per rimuginare ancora, devo far fronte al danno con freddezza e razionalità. Stringo per mano la mia nipotina e mi avvio verso il primo cestino dell'immondizia che incontriamo sul nostro cammino. Straccio la pagina incriminata, per poi appallottolarla per bene. Con un movimento svelto della mano la pallina di carta finisce dritta dritta nel contenitore di plastica.
<< Non ti preoccupare...zia..>> Mi dice Lauren, interrompendo i miei ultimi pensieri. La guardo con una dolcezza priva di finzioni,perchè in compagnia della mia nipotina smetto di recitare qualunque parte. L'unica persona che sembra poter tirare fuori la vera Nicky è una bambina appena dodicenne, munita di lunghe trecce bionde e due occhi color cioccolato fondente. Il piccolo sole della mia vita.
<< Perchè dovrei preoccuparmi, Lau?>>
<< Quando papà getta così un giornale, vuol dire che è preoccupato. Ma tu non devi esserlo. Tu sei più forte di tutti!>> Il mio sguardo concentrato si cristallizza. Non posso che dare ragione alla piccolina. Io sono abbastanza forte da poter affrontare il mondo, senza esserne scalfita...Capace di attaccare, anzichè difendermi.
<< Tuo padre lavora ancora in Borsa?>>
<< Non molto. Ha venduto alcuni suoi titoli. Vuole aprire una azienda tutta sua>>
Brian....aprire un'azienda tutta sua? Se non l'avesse detto la figlia, non ci avrei mai potuto credere. Brian è stato il mio primo ragazzo, quindi sono una delle poche persone che possono dire di conoscerlo bene. E' uno scapestrato, sempre in mezzo ai guai, con una figlia da mantenere e di cui non si interessa molto. Ed ecco il motivo della "parentela inventata" Io non sono veramente sua zia, ma ho amato Lauren fin dal suo primo sorriso. C'ero quando è nata, quando ha varcato la soglia della scuola per la prima volta, quando ha imparato ad andare in bici, quando è stata visitata dal dentista. Ci sono sempre stata, mentre Brian passava da una donna all'altra io continuavo a strale accanto e sempre lo farò.
<< Comunque...Papà vuole che ceni con noi domenica prossima. Vuole prensentarti qualcuno!>> Esclama dopo un pò la bambina, gongolando dalla testa ai piedi. Le serate che trascorriamo insieme sono le più deliziose della mia vita.
<< Verrò volentieri. Ma tuo padre dovrebbe smettere di invitare i suoi amichetti. Gli ho già ripetuto molte volte che io sto bene così. L'amore della mia vita sei tu, Lauren.>> Rispondo anch'io contenta, ma un pò meno all'idea di dover conoscere l'ennesimo bellimbusto. Brian sembra essersi accollato una specie di sacra missione: trovarmi assolutamente, ad ogni costo un compagno. Le parole Single per scelta , per lui, non hanno alcun valore. Sono ormai due anni che s'inventa qualsiasi occasione, grazie alla quale trascinarmi a casa sua, nel covo di misteriosi figuri maschili.
<< Verrai?Verrai?Verrai zia?>> Il suo tono petulante non mi infastidisce, so quanto la mia presenza possa renderla felice. Non gliela negherei mai.
<< Certamen..>>
<< Quando?>> Una parola che interrompe la mia risposta ed una voce maschile che rompe ogni mio piano per riacquistare una serenità pienamente meritata.
Kevin è arrivato, come sempre, per distruggere i rari momenti che posso definire "normali, tranquilli". Come al solito, indossa un elegante completo grigio, impeccabile quanto le occhiate severe che mi rivolge...Rese invulnerabili dai diversi colori dei suoi occhi.
<< Domenica.>> Sibilo, senza nemmeno intercettare il suo sguardo di ghiaccio. Mi sorprenderebbe scoprire in lui non un robot, bensì una persona in carne ed ossa, dotata di sentimenti umani.
<< Alle 19.oo di questa domenica devi partecipare ad una conferenza stampa, indetta da Gossip NY. Spero tu non te ne sia dimenticara, Nicole...>>
<< Parteciperò a quella maledetta conferenza, Kevin...Starò lì un'ora scarsa e poi me ne andrò. Non ti preoccupare ci sarò.>>
<< Secondo te non dovrei preoccuparmi? All'ultima conferenza, sei arrivata con un bernoccolo enorme su quella testaccia che ti ritrovi e con un ritardo di due ore....mmmm....Si, credo che preoccuparmi sia il minimo, in questo caso.>> Il suo tono diventa duro, un'aspra inflessione colora la sua voce. Ricordo perfettamente l'evento di cui parla. Durante un pomeriggio newyorkese tremendamente torrido, avevo deciso di praticare skateboard. Da piccola avevo sempre sognato di provarci, mi ero ripromessa di imparare...ed in quel momento, con molti soldi a disposizione, mi era sembrata l'occasione adatta per realizzare un dei miei piccoli e poco preteziosi sogni. Prevedibilemente, ero caduta. Mi avevano portata di urgenza all'ospedale e solo dopo un'ora e mezza di inutili controlli mi avevano lasciato andare.
<< Sempre a farmi ramanzine, come se fossi una bambina di due anni...>> Esplodo, stufa marcia di quella insostenibile situazione e dimenticandomi della presenza di Lauren.
<< Forse lo sei.>> Quelle parole, dal restrogusto amaro, non impiegano molto tempo a marchiare i pensieri. Un'espressione allibita ed offesa compare sul mio volto. Ma Kevin non appare turbato dai miei occhi inviperiti.
<< Forse se avessi tenuto la bocca chiusa, la tua eredità sarebbe rimasta una questione privata>> Un'altra crudele coltellata che mi spiazza ancora di più. Kevin non è mai stato così cattivo nei miei confronti...
<< Credi che io ne abbia parlato a qualcuno? Ti sbagli. Bene..Questa è la fiducia che hai in me, Kevin? Non capisco perchè tu sia ancora il mio manager!>>
<< Ah, se la metti così Nicole...Nemmeno io lo capisco...Forse, forse è meglio che cominci a cercartene un altro! Non si sa mai!>> Detto questo, se ne va. Senza un saluto, senza aggiungere nemmeno una parola gentile. Le sue grosse spalle si fanno spazio tra la gente, sempre più lontane, sempre più piccole. Le seguo fin quando mi è possibile, tentando di apparire indifferente.
<< Nicky..?>> E' la voce di Lauren, che per la prima volta da anni mi chiama con il mio vero nome. Un labile sorriso piega le mie labbra e sento le magre braccine della piccola cingermi teneramente i fianchi. Socchiudo gli occhi, chiudendo Kevin e le sue parole in un cassetto inaccesibile. Con un calcio lo sposto verso l'angolo più buio della mia mente.
<< Che ne dici di andare un pò da Julius...Devo vedere alcune foto che mi ha scattato...Ti piace l'idea, tesoro?>> Dico a bassa voce, riaprendo gli occhi. Con la coda dell'occhio intravedo un taxi fermo all'incrocio e lo raggiungo, dopo aver sentito un dolce "Si" di Lauren.



* * *




<< Non posso crederci.>>
<< Invece dovrai crederci. Ti giuro che non sembrava nemmeno lui. Non riuscivo a riconoscerlo, quando mi ha detto quelle cose>> E sbuffo, per la quindicesima volta..Seduta al tavolo, le braccia scoperte incrociate e la testa appoggiata su di esse.
<< Forse...,Nicky, Kevin non stava tanto bene. Sai anche lui può ammalarsi di tanto in tanto.>>
<< Impossibile. Semplicemente non credo sia umano>>
Alle mie parole Julius ride e, dopo un'attimo di esitazione, lo seguo a ruota. Mentre gli occhi di lui brillano di divertimento, i miei diventano lucidi e sono costretta ad asciugarmeli con un fazzoletto. Riconosco di aver bisogno di quei momenti, pezzi di giornate vissuti senza impegno, senza scopo. Per questo adoro Julius. Ammiro l'uomo ed il bambino che sono in lui. Una parte di me, non so quanto importante, vorrebbe assomigliare almeno un pò a lui.
<< Non devi rimanerci male, cara mia. Sai com'è Kevin. Ossessionato dal lavoro e dagli impegni che si prende. Sono sicuro che lui vuole soltanto il meglio per te...Ecco perchè fa tanto bene il suo lavoro.>>
Nonostante Julius stia parlando, io non voglio ascoltarlo. Le sue parole sono senza senso, tranne quelle che si riferiscono al suo maniacale desiderio di lavorare incessantemente.
<< Kevin è un persecutore spietato. Nella sua vita non c'è spazio per gli sbagli o le sviste ed io dovrei incarnare il modello assoluto di perfezione terrena, se volessi davvero ingraziarmelo. Ma è impossibile. Ogni cosa che faccio sembra essere destinata al fallimento, secondo il suo punto di vista.>> Ed ecco che le parole scivolano sulle mie labbra con una faciltà sorprendente. Mentre parlo, afferro la loro profonda verità. E' triste, ma inevitabile.
Nascondo il viso tra le braccia ed i miei lunghi capelli, increspati da onde infuocate, rotolano sulla mia pelle.
<< Credo...che prima o poi...si licenzierà. Mi ha consigliato di cercarmi un altro manager. Forse, soltanto in questo modo, la situazione potrà migliorare.>>
<< No. E' solo la conseguenza delle azioni di due delle teste di coccio più dure che io abbia mai incontrato. Siete così uguali che ogni vostro litigio non mi stupisce più di tanto. Trovare un compromesso...Questa è l'unica possibilità che vi resta.>>
Potrei rispondergli a tono, ma non voglio dimostrarmi ancora una volta una stronza senza cuore. Rimango in silenzio, solo il mio respiro accompagna i miei pensieri.
<< Smettila di frignare.>> Mi ordina all'improvviso ed immagino quanto la luce nei suoi occhi sia diventata grave. Lo percepisco dal silenzio opprimente che cade tra di noi.
Rialzo il capo, mossa da un orgoglio sempre pronto a riafforiare quando viene richiesto.
<< Non sto frignando. Preferisco non guardarti, mentre pronunci cavolate.>>
Mi aspetto che ribbatta, che mi sbatti in faccia le sue folli convinzioni, ma Julius si distrae. Distoglie lo sguardo da me e lo posa su Victoria, che sta passando davanti all'ufficio, accompagnata dalla piccola Lauren. Uno sguardo morboso che si focalizza su di un punto molto lontano da me.
<< Julius Jane McRoy, Sei indecente! Non le guardare il...>>
<<...sedere? Che c'è di male se controllo la materia prima delle mie subalterne?>>
<< Non mi colpisce il tuo comportamento maniacale di per sè, bensì la tua palese incoerenza! Hai sempre detto che non avresti mai e poi mai sedotto membri del tuo personale!>>
<< Certo, chèrie. Come dico spesso: il mare è pieno di pesci. Ma, ora, è diverso. Victoria è divers..>>
<< Non mi dire che ti piace sul seio?>>
<< Assolutamente no! Al contrario, io odio Victoria!>>
<< La...odi?>>
<< Si..Perchè è perfetta. Un segretaria perfetta, una ragazza bellissima, una presenza inoppugnabile e servizievole. Più cerco un difetto in lei, più scopro dei pregi. Confesso: la metto continuamente la prova...Eppure lei esegue tutti i miei ordini, come se da questi ne dipendesse la sua vita >>
Ah..se solo Kevin avesse qualcosa in comune con Victoria! Certamente...il mondo sarebbe un posto migliore ed in particolare il mio mondo sarebbe più vivibile..
<< Sai..Qualsiasi uomo d'affari pagherebbe oro per una segretaria come lei.>> Esclamo pensierosa. Prima Kevin, poi Julius...Sembra che alcune persone stiano vivendo una giornata fuori dagli schemi. Un Julius capriccioso è uno spettacolo divertente quanto insolito.
<< Vorrei soltanto che lei avesse un difetto. Un difetto che possa limitare la sua apparente perfezione...>>
<< Tu sei pazzo!>> Vorrei accusarlo di molte altre cose, ma l'entrata in scena di Victoria e Lauren distrugge le mie intenzioni. Stranamente, non mi dispiace. Soprattutto perchè Lauren sembra essere al settimo cielo. Non so cosa la faccia sprizzare gioia da tutti i pori, ma, in questo momento, vorrei che il ricordo del suo candido sorriso rimanga per sempre nel mio cuore.


* * *




Infilo la chiave nella serratura e, dopo un giro completo, apro la porta di casa. Me la chiudo alle spalle, togliendomi il cappotto ed il foulard che appoggio sulla cassettiera nell'atrio. Ora sono sola. Completamente. Posso rilassarmi, gettare al vento la mia maschera, sorridere e piangere a mio piacimento. Ma un muro indistruttibile separa la mia coscienza dalle mie emozioni e non posso far altro se non restare a fissarlo, certa di non poterlo mai scavalcare definitamente. Ad un tratto, non posso dire quando precisamente, il telefono comincia a squillare ed il suo suono mi attraversa, senza fermarsi. Dovrei rispondere, ma non ho voglia di farlo. Mi dirigo verso la mia camera da letto e, dopo averne varcato la porta, raggiungo insonnolita l'enorme e roseo letto a baldacchino. Sento la morbidezza del materasso sotto la mia schiena ed anche lo scatto sonoro della mia segreteria telefonica. Una voce maschile riempe il silenzio delle stanze e mi induce ad alzare il busto, appoggiandomi sui gomiti.
<< Signorina Vince. Sono Marsham. L'amministratore capo delle propietà e delle attività di vostro zio Bertrand. Mi dispiace di non averla trov...>> Ma prima ancora che possa terminare la sua frase, io ho già la cornetta incastrata tra il profilo del mento e la spalla.
<< Mi scusi...Mi ero addormentata.>> Rispondo con la voce ancora impastata, simile ad un borbottio appena comprensibile
<< Oh capisco. Allora sono io a dovermi scusare. Se vuole posso richiamare in un altro momento.>>
<< No, assolutamente >>
<< Vabbene. In questo caso la informo che è mio desiderio incontrarla. E' possibile incontrarci durante questo fine settimana?>>
<< Si. Sono libera questo sabato, signor Marsham.>>
<< Perfetto.>>
Riattacco, ancora più confusa di prima. Quella voce...Non mi è sconosciuta, ma non ricordo a chi appartenga. Poco male. Ci saremmo incontrati sabato ed io avrei colto l'occasione per riconoscerlo. E' un amministratore, un uomo che usa il cervello più che i muscoli. Molto probabile che si tratti di un omino calvo, dal sorriso fragile e la sensibilità di un giglio in sboccio. Magari, sarebbe stato divertente conoscerlo e pungolarlo.
E con l'immagine di un signor Marsham del tutto virtuale nella mente mi addormentai.



Continua...












Ma bièn! Ora un applauso for me!!!
Ho finito un altro ciappy....Sono molto orgogliosa delle mie care manine.
Spero che ne sia valsa la pena XDXD
Pucciosi ringraziamenti speciali vanno a:
- yellow hai ragione ad essere curiosa, ho tante cose in serbo per la nostra cara Nicky ^^
La mia speranza è che riesca (la sottoscritta) ad aggiornare con regolarità...Zizi Ti mando un grosso bacione affettuoso =D TvB
- stellina per il suo commento, grazie per il complimento. Mi fai arrrrossire **
Thanks a lot!! Kiss Kiss.
- Elyche segue la mia ff….Sono contenta che la mia fic ti piaccia…
Spero che sia sempre così!!Smaaack **
- Anthy , Mana_chan, kikka che seguono la mia ficcy ** Una sola parola: Grazie =D
Ora vi lascio.
Alla prossima.
Bacione.
Mary.





  
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