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Autore: Verde Pistacchio    08/01/2017    0 recensioni
Marina ha deciso di cambiare città, perché ad un certo punto della vita bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Marina viveva da sola da ben tre anni, adesso però era giunto il momento di cambiare le cose. Ecco perché cambia città, iniziando così una nuova vita. Si dedicherà alle sue passioni, con la speranza di poter ripagare il suo debito. Nell'ultimo mese però avvengono dei cambiamenti: incontra una vecchia conoscenza che credeva di aver dimenticato.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ed anche l’ultimo scatolone fu svuotato. Lo accartocciò su se stesso riducendone il volume e lo mise in una grande busta nera insieme a tutti gli altri. La chiuse con un doppio nodo, dopo l’avrebbe buttata nel cassonetto della spazzatura.
L’atrio era purtroppo era occupato in gran parte dalle tre grandi buste. Adesso però tutto il lavoro era terminato, il trasloco poteva dirsi finalmente concluso, si guardò i palmi delle mani che ormai erano arrossati e si potevano già intravede dei calli nelle dita per lo sforzo. «In fondo le mani servono a questo.» borbottò ignorando il fastidio. Erano trascorsi quattro giorno da quando aveva traslocato, fino a pochi giorni fa il piccolo monolocale era pieno zeppo degli scatoloni, aveva già fatto una prima scrematura, ma fare tutto il lavoro da sola era veramente stancante. Avrebbe potuto concludere il tutto in un paio di giorni, ma aveva deciso di rallentare il ritmo a causa del suo stato e così impiegò il doppio del tempo. Andò in cucina a prendersi qualcosa da bere e si appuntò mentalmente di andar a fare la spesa, di nuovo.
L’ultima volta aveva battuto il record mondiale, ne era sicura! Non voleva incontrare di nuovo quel uomo così entrò cautamente al supermercato, si guardò intorno e cominciò a prendere tutto ciò che le serviva in men che non si dica. In realtà non sapeva con esattezza il tempo che aveva impiegato ma era contenta di non aver incontrato nessuno. Ora però doveva tornarci, a meno che non avesse preso la strada più lunga e cambiato negozio. Ma perché nascondersi e cambiare le abitudini per colpa di un estraneo?
Un estraneo che ti conosce evidentemente.
Si forse questo era vero. Ma lei aveva paura ed era diffidente per natura, specie se non aveva memoria di quella persona. Ad ogni modo sarebbe stato meglio non incrociare il suo cammino.

Mentre si rilassava cinque minuti godendosi il suo succo di mela sperando di combattere per un po’ la calura estiva sentì il suono di un messaggio sul cellulare. Da parecchi giorni non lo usava e stranamente non ne sentiva la mancanza.
-Ciao Marina. Come va con il trasloco?- era Ilaria, una delle poche amiche con cui intratteneva un semplice e genuino rapporto d’amicizia, stranamente le ragazze dell’università erano sparite chi cambiando città, chi si trasferiva all’esterno e chi si dedicava alla famiglia. Così le era rimasta fedele Ilaria, certo non era la sua migliore amica ma era sempre disponibile per un consiglio o una chiacchierata. Dopo una settimana fuori città l’amica tornava a farsi sentire.
-Ciao Ilaria, tutto bene ho terminato proprio adesso-
-Bene quindi non ci resta che un buon caffè per una chiacchierata!-
C’era aria di novità questo era sicuro! Ilaria aveva deciso di accettare un viaggio per rappresentare la sua azienda. Al momento la settimana appena trascorso era solo l’inizio. Accettò contenta l’invito, forse era il caso di aggiornarla su alcuni avvenimenti, chissà se potrà aiutarla sul fronte lavoro.
 
***

Il caffè in questione non era molto affollato, d’altronde nel periodo estivo la gente andava in vacanza e poi nelle ore diurne c’era ancora qualcuno che lavorava. Il chiacchiericcio della gente aiutava a mescolarsi fra gli altri senza importunare i vicini. Marina girava pigramente la cannuccia della sua bibita facendo scontrare i cubetti di ghiaccio mentre Ilaria si godeva il suo cappuccino.
«Allora Ilaria raccontami. Com’è andato questo viaggio?»
«Mi sono divertita parecchio, strano ma vero. È la mia prima esperienza sotto la protezione dell’azienda ma ne sono contenta. Mi sono messa alla prova in un’ottica un po’ diversa rispetto al mio ruolo di impiegata.»
«Eravate in tanti?»
«Be’ eravamo io, il nostro superiore Sergio e il delegato aziendale Luca ed altri tre colleghi. In verità ti dico che noi eravamo un po’ le ruote di scorta, abbiamo svolto il lavoro sporco, però ti dico che accetterò sicuramente di partecipare alla prossima trasferta, quella definitiva.»
Martina era molto contenta per la sua amica e purtroppo dovette anche lei raccontarle gli ultimi giorni che non furono certo rosa e fiori. Ilaria bevve un sorso d’acqua «Vedo che la situazione è più seria di quanto pensassi. Devi andare per gradi, al momento la questione più urgente da risolvere mi sembra il lavoro. Magari prova a guardarti in giro se non dovessi trovare quello che cerchi allora penseremo ad un piano B, e per quanto riguarda l’altra questione devi assolutamente cercare una conferma. Una risposta è necessaria, quindi Marina via il dente via il dolore.» aveva ragione e lei lo sapeva ma fin’ora aveva sempre temporeggiato e rimandato, sapeva di dover trovare una soluzione ma quel limbo in cui si trovava non era così brutto.
«Piuttosto parlami un po’ di questo famigerato ragazzo!» un sorrisino malizioso si dipinse sul volto di Ilaria e Marina sorrise a quella reazione «Non cominciare! Non è niente di che, non so neanche chi sia e come fa a conoscermi.» terminò la sua bibita. «Forse è una vecchia conoscenza.» non era molto convinta. Voleva continuare a parlare e a rimuginare con l’amica ma dovette abbandonarla all’improvviso, a quanto pare suo figlio aveva fatto un’altra delle sue bravate.
 
Era rimasta ferma lì a pensare, non poteva occupare il tavolo fino alla chiusura e poi si sentiva osservata.
«Posso sedermi?» alzò la testa a quella voce.
Oh no lui!
Eccolo, parli del diavolo… a quanto pare fare la spesa lampo non era servito a niente.
«Si certo è libero.» e adesso perché balbettava e aveva la voce rauca? Quell’uomo era sbucato dal nulla che per un attimo le venne un colpo. Proprio al suo tavolo poi…
«Sono contento di averti incontrato di nuovo. Ti ho visto appena sono entrato.» una strana espressione notò Marina si stampò sul volto, non capiva se stesse prendendola in giro o era veramente contento di vederla. Decise di risponde con un timido sorriso e un rossore acceso si diffuse sulle gote.
«Allora Marina…»
«Come mi conosci?» lo interruppe, preferiva tagliare la testa al toro che perdersi in inutili convenevoli. Ma lo sguardo del suo interlocutore la incuriosì «Ma come non ti ricordi di me?»
A quanto pare no o non te lo avrei chiesto tesoro.
 Fece di no con la testa e così si presentò «Sono Marco Borsello della sezione B! abbiamo frequentato la stessa scuola elementare.» aveva detto tutto e niente quel Marco, onestamente aveva deciso di mantenere tutti gli anni dell’infanzia trascorsi a scuola nel dimenticatoio, meno ricordava e meglio era. E a quanto pare c’era riuscita.
«Mmm… Marco Borsello. Marco…» cercò di riportare alla memoria tutti i nomi e i volti dei compagni delle elementari ma nella sua mente c’era il vuoto. Non ricordava nessun Marco nella sua classe, a meno che… un’illuminazione improvvisa! Ora ricordava chi fosse il bell’imbusto davanti a lei! «Tu… tu!» strinse la mano in un pugno, le guance si arrossarono ma non per l’imbarazzo e indicò il ragazzo con il dito accusatore «Tu sei quel Marco! Il bulletto che mi ha reso quattro anni d’inferno.»
L’aveva tormentata con tutti gli scherzi possibili, da quelli più fastidiosi a quelli più viscidi e schifosi, per non parlare poi dei nomignoli e delle canzoncine che aveva inventato ispirandosi a lei. Se prima l’atteggiamento di marina era di imbarazzo e un pizzico di curiosità adesso tutto il suo corpo e l’animo si stavano infervorando, era in balia dei ricordi scomodi e fastidiosi.
«Si be’… ecco.» adesso era lui ad essere in imbarazzo, non si aspettava certo una reazione di quel genere, il gentil sesso mostrava ben altre risposte davanti alla sua figura. «Credo tu abbia ragione.»
«Credi?!» se non fosse stato lui il protagonista di questa vicenda si sarebbe messo a ridere, ma facendo ciò avrebbe firmato la sua condanna a morte considerando il temperamento della ragazza. «Hai ragione ad arrabbiarti. Non mi sono comportato bene i quegli anni. A mia discolpa posso dire che ero un bambino abbastanza irrequieto e infantile.»

Marina non era molto convinta ed era ancora arrabbiata con lui. Certo erano passati tanti anni ma il ricordo faceva male, quanti pomeriggi aveva pianto per gli insulti e gli scherzi di quel bambino antipatico e quante volte aveva detto a sua madre che odiava Marco Borsello. Se qualcuno le avesse detto che dopo tutto questo tempo avrebbe incontrato lui si sarebbe fatta una sonora risata. Però aveva ragione lui era inutile rimanere aggrappata al passato, erano entrambi bambini ne era passata di acqua sotto il ponte e magari lui era cambiato. Fisicamente era avvenuto un cambiamento radicale, Marina lo ricordava si più sviluppato degli altri ragazzi ma sempre magro e alto adesso invece… era un piacere per gli occhi, il suo sorriso era contagioso e gli occhi ti fissavano intensamente come se volessero leggerti dentro. Aveva fascino doveva ammetterlo.
«Guarda che ci vogliono ben altro che due scuse per farti perdonare.» il tono scherzoso con cui aveva pronunciato quelle parole non lo preoccuparono e decise di approfittarne «Se la metti così dovrai darmi la possibilità di rimediare. Che ne dici di uscire a cena con me?» le sfiorò le dita con le proprie e lei si ritrasse subito, cercava di essere spavalda ma rimaneva pur sempre una ragazza estremamente timida. Arricciò le labbra in un’espressione che doveva sembrare sensuale ma Marco trovò buffissima, infatti rise ma per non sembrare maleducato portò la parte superiore dell’indice sulle labbra.
Accettò, Marina era curiosa di sapere di più sul suo vecchio nemico, magari c’era qualcosa di buono anche in lui. E poi era da parecchio che non usciva con uomo. Se ci fosse stata Ilaria le avrebbe detto di godersi la cena e di non pensare ai problemi per una volta.
«Allora credo sia giunto il momento di lasciarmi il tuo numero di telefono.» Marco le strizzò l’occhio. Era per caso una velata allusione a qualcosa?











Nda
Salve a tutti! Inizio queste brevissime note augurandovi un buon anno a tutti. Per tutti coloro che stanno leggendo vi dico che ho deciso di cancellare il capitolo che avevo pubblicato precedentemente e di riscriverlo. Da un po' l'ispirazione non arriva ma ci tenevo almeno ad inserire un nuovo capitolo per questo nuovo anno. Ringrazio tutti coloro che seguono e leggono la storia. Vi invito a lasciare un commento o dei consigli se li avete, questo mi aiuterebbe molto visto che è la prima ff romantica che vorrei portare a termine :)
All prossima!
   
 
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