Videogiochi > Final Fantasy IV
Segui la storia  |       
Autore: RiyelaAlelita    10/01/2017    0 recensioni
È una notte illuminata da una singola luna quella che vede Kain lasciare Baron, verso il suo esilio volontario sul Monte dell'Ordalia.
Questa storia inizia dopo la fine di Final Fantasy IV, e proseguirà nel sequel, quindi se volete evitare spoiler non leggete.
Buona parte dei dialoghi sono tratti dal gioco, di cui ho ripreso molte scene.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kain Highwind
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Finalmente, a casa


Cecil guidò Kain per le scale del castello, e il dragone lo seguì in silenzio. Erano passati anni da quando se n'era andato, ma riconosceva ancora ogni angolo di quel luogo, come se non l'avesse mai lasciato. E capì subito dove l'amico lo stava portando.
Si fermarono davanti a una porta, e Cecil si fece da parte: -Vai avanti tu.-
Kain spinse leggermente, e la porta si aprì con un debole cigolio. La luce del sole della tarda mattinata entrava dalla grande finestra sulla sinistra, illuminando l'arredamento semplice della stanza: un tavolo con due sedie proprio davanti all'ingresso, una rastrelliera per le armi e un manichino per l'armatura, vuoto; a destra, un letto con ai piedi una cassapanca.
La sua vecchia stanza.
L'uomo entrò, guardandosi attorno, e si rese conto che niente era cambiato da quella notte, diciassette anni prima; anche il biglietto che aveva lasciato era ancora lì, sul letto, sebbene l'inchiostro fosse ormai sbiadito.
-Io e Rosa avevamo deciso di lasciare questa stanza per te, per quando saresti tornato.- commentò l'amico dietro di lui.
-Cecil...-
Non trovava le parole. Non si aspettava tutto quello, non dopo che li aveva lasciati in quel modo. Le lacrime sfuggirono al suo controllo, rigandogli le guance, e le gambe cedettero per l'emozione. Era felice, come forse non lo era mai stato in tutta la sua vita. Felice di avere ancora un posto non solo nel castello, ma anche nel cuore dei suoi amici. Di sapere che lo aveva sempre avuto.
Sentì Cecil avvicinarsi a lui e appoggiargli una mano sulla spalla: -Bentornato a casa, amico mio.-


Quella sera soffiava una leggera brezza, troppo debole per far sventolare le bandiere con lo stemma del regno, ma abbastanza forte da increspare l'acqua nella grande vasca della terrazza. La luce del tramonto tingeva di rosso le mura del castello e la città. Oltre le ultime case, le pianure di Baron portavano i segni della pioggia meteoritica di pochi giorni prima.
Kain avanzò lentamente fino al parapetto, contemplando finalmente in pace il luogo che poteva nuovamente chiamare casa; si era liberato dell'armatura, indossando semplici vestiti leggeri. Erano tornati quella mattina, e il ritorno del re era passato subito in secondo piano quando si era saputo che ad essere tornato era anche Kain Highwind, il capitano dei dragoni sparito anni prima. Tra i soldati, l'uomo ne aveva riconosciuti alcuni che erano stati sotto il suo comando, nonostante il tempo trascorso, ma la maggior parte erano facce nuove, dragoni troppo giovani perché potesse averli conosciuti. E proprio questi avevano continuato a seguirlo, a cercarlo per tutto il giorno, alcuni più timidamente di altri, per potergli parlare: sembrava quasi che fosse diventato una figura leggendaria, e il pensiero non poté che farlo sorridere.
Un clangore di spade attirò la sua attenzione nello spiazzo sottostante la terrazza: Ceodore e Golbez stavano duellando, scambiandosi colpi in rapida successione nella luce calante della sera.
Anche la presenza dello stregone aveva suscitato scalpore tra gli abitanti di Baron, soprattutto quando il suo nome era divenuto pubblico: in molti ricordavano ancora con terrore gli eventi di diciassette anni prima. Lui sembrava non curarsi delle occhiate che riceveva, né dei mormorii alle sue spalle, ma Kain si chiedeva a cosa pensasse davvero.
Dei passi alle sue spalle lo riscossero da quelle riflessioni, ma non si voltò, intuendo chi fosse a cercarlo.
-Immaginavo che ti avrei trovato qui.- esordì Cecil, affiancandosi a lui.
-Come un tempo, eh?-
-Già.-
Kain lo guardò: anche lui aveva lasciato da parte l'armatura, per indossare abiti di fattura semplice, ma con ricami in oro sui bordi; sul capo portava la corona, un tempo appartenuta al suo padre adottivo.
-L'ultima volta, però, non eri ancora re.- commentò il dragone con un sorriso.
Cecil sospirò: -Sono passati un po' di anni da allora...-
-Eppure, mi sembra ieri che venivamo su questa terrazza, a parlare.- replicò l'amico, la cui attenzione fu richiamata nuovamente al duello sotto di loro: Golbez era balzato indietro tendendo il braccio destro davanti a sé; una fiammata si creò attorno a Ceodore, ma il suo corpo fu avvolto da una luce verde e parte del fuoco fu deviato alle sue spalle.
-Se la cava bene con la magia bianca.- commentò Kain, mentre ripensava al suo primo incontro con il giovane e a quanto fosse migliorato da allora.
-È stata Rosa a insistere che la imparasse. Voleva che fosse più protetto, in caso di necessità. Certo, speravamo non ce ne fosse bisogno...- fece il re, che invece guardava il figlio leggermente preoccupato.
-Non devi avere paura che si faccia troppo male: si è trovato in situazioni ben peggiori di questo combattimento.-
Cecil annuì senza dire niente, e Kain studiò il suo volto: sembrava ritornato quello di un tempo, sebbene fosse ancora più pallido e magro del solito, ma c'era qualcosa di diverso nei suoi occhi, come un'ombra.
-Come ti senti, ora?- domandò l'uomo.
L'amico sussultò, quindi sorrise: -Bene. Ormai mi sono ripreso quasi del tutto.-
-E dentro?- Kain si girò del tutto verso di lui -Saranno anche passati molti anni, ma ti conosco ancora abbastanza bene per capire che c'è qualcosa che non va.-
-Immaginavo.- sul volto del re, il sorriso si fece più triste -Per quello...non credo che riuscirò a tornare come prima. È un'esperienza che ti segna.-
Il dragone non poté che annuire: ricordava perfettamente come si era sentito anni prima, e non credeva che sarebbe mai riuscito a dimenticarlo.
-Mi sentivo confuso, senza controllo di ciò che facevo. Anche pensare era difficile. Vedevo quello che succedeva, e quello che facevo, ma mi sembrava quasi di non riuscire a capire se fosse giusto o sbagliato.- strinse forte i pugni sul parapetto -Poi c'è stato il buio, e il vuoto. Sentivo le vostre voci intorno a me, ma non riuscivo a raggiungervi.- sospirò -Credo di riuscire a capire, ora, come vi siete sentiti tu e Golbez.-
-Per me è stato diverso. Io avevo molta più libertà in ciò che facevo, però ho agito lo stesso in quel modo. È per questo che non riuscivo a perdonarmi.-
Tra i due amici cadde il silenzio. Tornarono a guardare zio e nipote che combattevano, ormai con meno energia di prima. Improvvisamente, il corpo di Ceodore fu avvolto da una forte luce bianca, quindi il giovane principe riprese ad attaccare con nuovo vigore; i suoi colpi si fecero più potenti e rapidi, tanto da costringere lo stregone a indietreggiare. Non durò a lungo, però: dopo alcuni fendenti, mentre il ragazzino stava per disarmare il suo avversario, cadde sulle ginocchia, sostenendosi con le braccia. Golbez gli si avvicinò, appoggiandogli la punta della spada sulla guancia, e gli disse qualcosa che i due uomini non sentirono.
-È stata una mossa imprudente.- fu il commento del dragone -Se fosse stato un vero combattimento, in quel modo si sarebbe fatto uccidere.-
-Sì.- assentì Cecil -Però si è battuto bene. È diventato molto più sicuro di sé in questi giorni, e quasi non lo riconosco. Prima non credo che avrebbe accettato di combattere contro mio fratello, se ne avesse avuto l'occasione.-
Kain guardò Golbez aiutare il nipote a rialzarsi e dirigersi verso le scale che portavano alla terrazza.
-Ceodore sembra essersi legato molto a lui.- constatò.
-Credo che sia perché è rimasto a vivere sulla luna.- il re sorrise -Quando era più piccolo, mi chiedeva spesso di parlargliene, ma purtroppo non potevo dirgli molto.-
-In fondo, anche lui è un po' Seleniano, no?-
Il paladino annuì, quindi abbassò lo sguardo: -Domani Golbez se ne va.-
-Come?- il dragone spalancò gli occhi.
-Ha detto che vuole tornare sulla luna.-
-Ho saputo quello che è successo lassù. Ma è possibile che non sia stata distrutta?-
-Non lo so...-
La loro conversazione fu interrotta dall'arrivo di Ceodore e Golbez sulla terrazza.
-Padre! Kain!- il ragazzino spalancò gli occhi nel vedere i due uomini, per poi arrossire visibilmente anche nella luce della sera -S-stavate guardando?-
-Sì.- rispose il dragone, incrociando le braccia -Ti sei battuto bene, ma la tua ultima mossa ti sarebbe potuta costare la vita.-
-Lo so. La prossima volta sarò più attento.- il principe raddrizzò le spalle.
-Sei cresciuto molto, ultimamente.- Cecil gli andò di fronte, posandogli una mano sulla testa -Ma non era esagerato usare la magia, fratello?-
-È stato lui a chiedermi di farlo. Ed è un bene essere pronti anche a queste situazioni.- replicò lo stregone, quindi si voltò, tornando nel castello.
-Aspetta!- gridò Ceodore nel corrergli dietro.
Golbez era veramente distaccato, come se non volesse avere relazioni con nessuno. E forse era così. Kain non poteva fare a meno di pensarlo.
-Sembra essersi legato molto anche a te.- il commento di Cecil lo strappò da quelle sue riflessioni.
Il dragone replicò con una smorfia: -Immagino sia naturale, dopo aver viaggiato insieme così tanto.-
L'amico gli sorrise, poi tornò serio: -In realtà, ti stavo cercando anche perché ho una cosa da chiederti.- fece una breve pausa -Ho intenzione di ricreare le Ali Rosse, e vorrei che tu fossi il nuovo comandante.-
Kain lo guardò sbalordito, senza riuscire a dire niente per un lungo periodo: -Stai scherzando, vero?-
-No.- replicò il re -Non saranno più una forza d'attacco verso altre nazioni, e ho già deciso che domani darò ordine di disarmare tutte le aeronavi, ma ho bisogno che sia tu a guidarle.-
-Perché proprio io?- domandò il dragone, dopo una breve pausa.
-Perché mi fido di te, e anche Ceodore. E so che non lo tratterai diversamente solo perché è il principe.- Cecil alzò lo sguardo al cielo -Era anche il motivo per cui avevo lasciato che fosse Biggs ad addestrarlo: lui non ha mai fatto favoritismi.-
Kain annuì, ripensando a quando Ceodore gli aveva parlato del suo comandante: diceva che era molto severo con lui, ma alla fine era stato proprio lui a salvargli la vita.
-Non pretendo che tu mi dia una risposta ora- continuò il re -ma ti chiedo di pensarci. E spero che accetterai.-
Erano passati anni da quando Kain comandava i dragoni, e non era sicuro di essere ancora in grado di guidare qualcuno dopo essere stato da solo per tutti quegli anni, ma con un sospiro rispose: -Va bene, ci penserò.-
Cecil lo ringraziò, quindi i due amici ripresero a parlare come facevano quando erano ragazzi, mentre nel cielo iniziavano a comparire le prime stelle e la luna illuminava d'argento i muri del castello.
Ebbene, finalmente è finita! Seriamente, non credevo che sarebbe venuta così lunga, era nata come una semplice one-shot, e invece sono arrivata fin qui XD
E così, il cerchio è chiuso: Kain che se ne va da Baron e che ritorna. E Cecil gli chiede di diventare il comandante delle Ali Rosse XD
Non credo di avere altro da dire. Grazie di aver letto, spero vi sia piaciuta, e, se volete, lasciatemi il vostro parere nelle recensioni ^-^
Vi lascio con un piccolo bonus, che non ho potuto non scrivere.

-Dovresti lasciare che Ceodore cresca un po' da solo.-
Cecil guardò Kain con lo sguardo confuso: -Come?-
-Tu e Rosa siete troppo preoccupati che si possa fare male. Dovreste lasciare che diventi più indipendente.- continuò il dragone, incrociando le braccia.
-Lo stiamo già facendo...-
-E allora perché dorme ancora con voi?-
-C-cosa...?-
-Sono stato nella vostra stanza.- replicò secco Kain.
Cecil balbettò qualcosa, poi disse: -Devo andare...- e corse via.
Kain sospirò, sorridendo.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy IV / Vai alla pagina dell'autore: RiyelaAlelita