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Autore: Crateide    10/01/2017    2 recensioni
"Era forse una sfida? Credeva, forse, che non ne avrebbe avuto il coraggio?
Per un breve istante Gabrielle si fermò a riflettere. Xena stava scherzando o diceva sul serio? Perché lei, sì, l’avrebbe baciata senza alcun indugio. Non sognava altro, forse, dal giorno in cui si erano incontrate? Tante volte aveva fantasticato sulla consistenza di quelle labbra carnose e rosse come ciliegie mature..."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: PWP
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Prompt: A Gabrielle non piace la neve, perché odia il feddro. Anche se ha cambiato idea da quando Xena ha scelto un modo molto piacevole per riscaldarla...

Pagina facebook: we are out for prompt.

Numero parole: 569.

Note: Ciao a tutti, che gioia approdare su questo fandom! Ho sempre sognato di scribacchiare qualcosa su Xena e Gabrielle (o Olimpia, come mi è sempre piaciuto chiamarla in onore della me bambina) e sono più che felice di aver ricevuto questo prompt.

Parto dicendo che non sapevo bene con che rating pubblicare la storia, ma alla fine ho optato per l’arancione – nonostante l’avvertimenti PWP – giacché non viene descritto l’atto vero e proprio, ma è più concentrato sul lime che lo precede.

Vi confesso di essere molto più ferrata con le Originali, per cui perdonatemi qualche svista: i consigli e le critiche costruttive sono sempre ben accetti!

p.s.: è la prima fem!slash spinta che elaboro (e si nota). Spero di non aver scritto castronerie.

 

 

 

 

 

 

 



 

 

Gabrielle odiava la neve.

E ancor di più odiava il freddo.

Quando era bambina, poteva almeno sedersi davanti al fuoco e scaldarsi i piedi congelati, al riparo fra le mura domestiche. Ma adesso che era in viaggio con Xena, nonostante gli anni passati, non ancora era riuscita ad abituarsi a quei ripari improvvisati, dove gli spifferi di freddo la facevano rabbrividire in ogni istante, scuotendo quel misero fuocherello che a malapena riusciva ad accendere.

Mentre era ancora assorta nei suoi pensieri, la porticina della piccola capanna venne aperta e da essa fece il suo ingresso una Xena avvolta in un pesante mantello e completamente ricoperta di neve.

Appunto, la neve.

Gabrielle sospirò, affranta. Eh no, proprio non lo sopportava il freddo!
- Beh? Cos’hai? – le chiese ad un tratto l’amica – come mai sbuffi come un cavallo imbizzarrito?
- Io non sbuffo come un cavallo imbizzarrito – rimbeccò, quasi offesa – è solo che non amo né la neve né il freddo, lo sai bene.

Xena le sorrise con malizia e le si inginocchiò di fronte, flessuosa come una pantera.
- Lo so, che lo detesti – sussurrò – e se, invece, ti dicessi che conosco un modo per fartelo amare?
- E quale sarebbe?

Gabrielle trasalì e avvampò di rossore non appena la sua compagna le scostò i lunghi capelli biondi dal volto e le si accostò all’orecchio.
- Baciami e lo scoprirai.

Era forse una sfida? Credeva, forse, che non ne avrebbe avuto il coraggio?

Per un breve istante Gabrielle si fermò a riflettere. Xena stava scherzando o diceva sul serio? Perché lei, sì, l’avrebbe baciata senza alcun indugio. Non sognava altro, forse, dal giorno in cui si erano incontrate? Tante volte aveva fantasticato sulla consistenza di quelle labbra carnose e rosse come ciliegie mature...
- Xena – disse e la guardò fissamente negli occhi – io ho da confessarti una cosa.
- Non ti ho chiesto di confessarmelo – la interruppe la compagna – ma di dimostrarmelo...

Fu a quel punto che Gabrielle la baciò e sentì le farfalle nello stomaco. Xena approfondì quel bacio e, in poco tempo, le loro lingue si ritrovarono a danzare insieme, intrecciate come serpi.

Ricaddero entrambe sul manto di foglie che tappezzavano il terreno freddo, l’una avvinghiata all’altra.

Il fuoco scoppiettò, mentre le mani di Gabrielle esploravano il corpo sodo di Xena, sempre più desiderose e audaci. E quando si ritrovò seminuda, a contatto con la pelle calda e invitante della compagna, provò un moto di vergogna. Fece per coprirsi il seno, ma Xena la bloccò e le baciò il collo, scendendo sempre più giù. Appena giunse ai capezzoli turgidi, Gabrielle lanciò un grido di sorpresa, imbarazzo ed eccitazione insieme. Prese coraggio e con le mani a coppa, afferrò i seni dell’amata, ormai liberi dall’armatura. Con un colpo di reni si portò su lei e la sottopose alla stessa piacevole tortura, che Xena sopportò e trovò altrettanto piacevole come lo era stato per lei.

La principessa guerriera le carezzò le cosce e le risalì fino all’intimità, che penetrò con le dita, sempre più a fondo e con più frenesia.

Gabrielle si morse il labbro inferiore e si carezzò i seni.
- Xena, io ti amo – trovò la forza di sussurrare, mentre anche lei s’intrufolava nella femminilità dell’amata e le strappava gemiti sempre più forti.
- Ti amo anch’io, sciocca...!

Da quella sera Gabrielle iniziò inaspettatamente ad amare il freddo e la neve. In fondo, adesso sapeva come scaldarsi, no?

 

 

 

   
 
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