Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: scriveremibasta    10/01/2017    3 recensioni
Una leggenda, ormai dimenticata da tutti.
Un paese dove la nobiltà regna incontrastata e il popolo patisce la fame.
Roghi, uccisioni e suicidi di massa.
Il Monstre Charmant, una figura caritatevole...o solo un mostro?
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La leggenda narra, che il Monstre Charmant non sia soltanto un mostro.
Non come oggi lo conoscono tutti, non come un tabù.
Il Monstre Charmant è un demone sacro, affascinante e caritatevole.
Abitava pacificamente in quella piccola cittadina, sotto l'aspetto di una bambina dai lunghi capelli d'oro ed occhi smeraldo. Ad accompagnarla vi era sempre un coniglio dalla grande forza fisica, che aveva scelto di proteggerla e tenerle compagnia.
Il Monstre Charmant era molto gentile e, spesso e volentieri, donava parte della sua ricchezza alle persone bisognose. Purtroppo, se da una parte il popolo lo venerava e gli portava il massimo rispetto, dall'altra c'era chi lo bramava e lo voleva per sé.
Tra questi, un uomo in particolare, ricco e con qualsiasi cosa lui volesse, mandò un gruppo di guardie a prendere il piccolo mostro, perchè lo potesse possedere.
Il coniglio, che con la sua grande forza si era dato il compito di proteggere la bimba, usò qualunque mezzo alla sua portata per impedire all'uomo di rapirla.
Non funzionò.
Le guardie ucciserò il coniglio, convinte di poter avere, così, in pugno, il Monstre Charmant.
Ma ciò non accadde.
Quando varcarono la porta della casa del mostro, lo trovarono già morto; il corpo senza vita adagiato su un trono d'oro, sembrava quello di una bambola.
Era morto, avevano ucciso un mostro.
L'umanità aveva ucciso un demone sacro e caritatevole.
"Il cuore del mostro, era il coniglio. Ucciso il coniglio, veniva ucciso anche il mostro"

Aprì gli occhi, svegliato da un raggio di sole che gli era arrivato dritto in faccia.
Diamine...ma perchè aveva dovuto mettere il letto voltato proprio verso finestra? Ogni mattina sempre la stessa storia...
Si girò, sbuffando e cercando di riprendere sonno. Non era poi così difficile, si stava bene sotto le coperte, si sentiva rilassato e fuori dal mondo che, ora come ora, avrebbe voluto soltanto sbatterli in cella. Si stiracchiò, sorridendo soddisfatto e quasi facendo le fusa come un gatto, quando le sue braccia incontrarono un altro corpo accanto a lui, molto più minuto e piccolo.
Sorrise ancora di più, riconoscendo nel dormiveglia di chi si trattasse ed attirandolo a sé.
Ora si, che si stava bene...
Certo, queste cose non le avrebbe ammesse neanche sotto tortura, una volta sveglio e lucido...ma avere qualcuno da abbracciare e proteggere come un orsetto gli colmava il vuoto che gli avevano lasciato i suoi quand'era piccolo.
Fece una smorfia, tenendo sempre gli occhi chiusi.
Meglio non ricordare quei fatti spiacevoli...
"Già" pensò, stringendo ancora di più il suo piccolo "Teddy bear" umano "Ora non ci voglio proprio pensare, rilassiamoci e godiamoci questi piccoli momentucci..."
Senza neanche rendersene conto, iniziò a muovere la punta della sua folta coda lentamente; quasi non volesse svegliare lo scricciolo che aveva tra le braccia.
Sospirò, in modo soddisfatto, sentendo finalmente di starsi quasi per addormentare, quando...
-Cosa? Scodinzoli anche, coniglio?-
Si irriggidì istantaneamente, di fronte a quella voce addormentata ed infantile. E, non avrebbe dovuto, perchè di fatto era solo una bambina...come poteva sentirsi in soggezione?
"Infatti è rabbia, si rabbia" pensò, sentendo la vena sulla tempia gonfiarsi.
-Mocciosa insolente- sussurrò, prima di lasciarla e girarsi dall'altra parte del letto -Non sono un coniglio- sbottò, infastidito, sempre ad occhi chiusi.
L'altra rise, mettendosi velocemente seduta sul letto.
Ma dove la trovava, tutta quella forza di alzarsi? L'iperattività dei bambini...o cosa?
-Secondo la leggenda, lo sei- gli disse, scuotendolo per una spalla.
L'albino sbuffò pesantemente, non muovendosi di nemmeno un millimetro. La bimba smise di scuotergli la spalla. Sembrava aver rinunciato, e invece...
Il ragazzo si sentì tirato per le orecchie da cane che aveva in cima alla testa, il che lo fece arrabbiare ancora di più.
"Se continua, giuro che..."
-Kagome...- sibilò, tremando dalla rabbia.
-Inuyasha...- gli fece il verso, la bambina.
A quel punto, non seppe più resistere e, con un movimento veloce si mise seduto sul materasso, guardando la bambina dall'alto della sua statura. Gli occhi dorati di Inuyasha erano pieni di fastidio e fissavano quelli rossi di Kagome, curiosi e fissi sulle sue orecchiette.
Passarono attimi ed attimi così.
Poi l'albino, dopo un sospiro, alzò una mano e la diresse verso la fronte di Kagome.
Le tirò un buffetto e le sorrise mestamente subito dopo.
-Su- esordì, di seguito -Dobbiamo curarti...ricordi?-
Kagome ridacchiò -Sei più bipolare di quanto credessi...- sussurrò -E dormi ancora in mutande...- aggiunse, poi, accigliata.
Inuyasha ebbe un brivido di freddo -Non sento freddo- disse, soltanto, voltando la testa; rosso com'era in faccia, non si sarebbe nemmeno detto che fosse lui, quello adulto.
-Mmmh?-
Sbuffò -E poi, anche tu non è che sei molto coperta...con quella canottiera- disse, per ripicca, aprendosi in un sorrisetto.
-Si, ma io ho un cane peloso che mi abraccia per tutta la notte, a riscaldarmi- rispose, annuendo convinta, l'altra.
-Gne gne, io ho un cane peloso che mi riscalda gne- le fece il verso, il "cane peloso" in questione -Avanti, smettila di fare la spavalda e fatti disinfettare quelle brutte cicatrici- aggiunse, poi, con tono di chi non accetta repliche. Kagome fece una smorfia, trattenendosi dal ribattere.
Poi, con un movimento lento e calcolato, si tolse la canottiera, come se non avesse nessuno di fronte a lei.
-Gweh?!- fece, Inuyasha, come al solito infastidito dal comportamente ambiguo della bambina.
-Cosa?- chiese Kagome, facendo un sorrisetto malizioso -Ti sei eccitato?-
L'albino gli tirò un leggero pugno nella testolina -Certo che no, ho visto miliardi di donne e, credimi, quando ti dico che un corpo poco sviluppato come il tuo non mi fa alcun effetto- fece, serafico, completamente convinto di ciò.
-Mmmh? Quindi è tutto okay, lì sotto?-
-Cos?! Mocciosa precoce!-
Senza attendere altro tempo, la prese per le spalle e la girò di forza.
"Dannazione, okay che è ancora una bambina...ma sono pur sempre un maschio!"
Ignorò le risatine di Kagome e, allungandosi verso il comodino accanto al letto, prese un barattolo piuttosto fresco e profumato di erbe. La bimba tolse i capelli dalla schiena, portandoseli davanti, e sospirando sonoramente.
-Fa presto- gli disse, con voce nervosa.
"Una parola..." Inuyasha aprì il barattolo, prendendo un po' della crema verdastra che conteneva ed osservando la schiena della bambina. Trattenne il fiato.
Si impressionava sempre, ogni qual volta che vedeva quelle cicatrici. Rosse, dei veri e propri solchi che partivano dalle scapole e, a mezza luna, arrivavano alla zona lombare della schiena.
Sembravano gli artigli di un mostro, un mostro che, squarciandole la schiena, fosse entrato oppure uscito dal suo corpo...
Deglutì, scuotendo leggermente la testa per risvegliarsi da quei pensieri. Kagome diceva sempre che non le facevano male, ma che le sentiva come quando porti una maglietta e la senti sulla pelle. C'erano giorni, invece, che le bruciavano come se fossero state fatte in quel momento.
"Un dolore infernale" lo definiva, lei.
-Guarirai presto- le sussurrò, cominciando a spalmarle la crema sulle cicatrici; lentamente e delicatamente, facendo attenzione a non farle alcun male.
Kagome ridacchiò, in una smorfia dolorosa -Non posso guarire, Inuyasha- disse -Sono marchi, non posso liberarmene se non uccido chi me li ha procurati-
Inuyasha strinse i denti, sentendo la rabbia montargli in corpo -Lo ucciderò- sibilò.
La bimba rise di gusto -Mi ucciderai, Inuyasha?-

-Siamo lieti di avervi qui, Signor No Taisho, Signorina- un uomo dagli strani occhi blu intenso, accolse i due all'entrata della villa -Io sono il Miroku Kazaana, potete chiamarmi solo Miroku- si presentò, inchinandosi leggermente e porgendo la mano ad Inuyasha, che l'accettò subito.
Kagome guardò accigliato il giovane uomo, riconoscendo in lui una voce profonda e mascolina.
-Signorina- le baciò la mano, facendola scoppiare per poco a ridere e poi, rivolgendosi di nuovo ad Inuyasha, li accompagnò dentro la villa.
-Abbastanza interessante, quel Miroku- sussurrò ad Inuyasha, incrociando le braccia e ridacchiando. Quello gli scoccò uno sguardo, facendo un sorrisetto.
-Non ti sembra un po' troppo vecchio, per te? Avrà almeno due anni in più di me!- rise, sottovoce, per non farsi sentire dal "vecchio" in questione.
-Oh, beh, ma io ho occhi solo per te- mormorò Kagome, tra l'ironico ed il beffardo.
-Si, si certo...ora sta attenta a ciò che ci dice-
Miroku si voltò verso di loro, indicandogli una strada sulla destra -Dobbiamo andare di qui e...ah! I bambini, non possono entrare...- si grattò nervosamente la nuca.
Inuyasha parve diventare serio -Lei è la mia protetta- esordì -Dove dovrei portarla, se non con me?- lo sfidò, prendendo saldamente il polso di Kagome; che fece una smorfia.
-Come ho detto, Signor No Taisho...- ripetè Miroku -Non posso lasciarla entrare, si parla pur sempre di politica e questioni...da adulti- "Sul serio, adulti? Ma se ho praticamente rubato alla maggior parte di voi!" pensò Kagome, accigliandosi.
Inuyasha strinse la presa sul suo polso -Badi bene- iniziò, il tono serio e minaccioso -Che non le succeda nulla- continuò, fulminando con lo sguardo il servitore che era arrivato lì, proprio in quel momento; per occuparsi di Kagome.
-Sarà fatto- deglutì, quello, avvicinandosi a lei.
La ragazzina guardò per un attimo il servitore, che tremò ancora di più, poi si rivolse ad Inuyasha: lo tirò per la cravatta del completo che indossava, abbassandolo alla sua altezza.
-La prossima volta che mi tratti come un pacco da spedire, giuro che ti castro- gli sussurrò, tra il minaccioso e l'infantile. Inuyasha tremò, guardandola a bocca aperta e ricevendo, come risposta, soltanto un alzata di spalle ed un sorrisetto irriverente.
-Su, andiamo!- esclamò, poi, Kagome, dirigendosi verso un punto non ben definito, senza aspettare il servitore; come se fosse a casa sua.
Miroku la guardò allontanarsi con un sorriso -Sempre pieni di energia, i bambini, eh?- chiese, ad Inuyasha, con voce intenerita.
L'albino annuì, deglutendo -Proprio così!- disse, nervosamente.
E lui, lo sapeva bene.
-Prego, per di qua- fece il moro, indicandogli la strada. Inuyasha annuì.
Attraversarono un corridoio piuttosto corto, che conduceva ad una grande porta di legno bianco con particolari in oro. Non appena si aprì, Inuyasha si ritrovò davanti un enorme tavolo bianco, rotondo, al quale erano sedute circa cinque persone.
Ognuna di esse apparteneva ad una famiglia aristocratica diversa.
Inuyasha si sedette vicino a Miroku, nel posto dov'era scritto il suo cognome in un cartellino. Alla sua destra, a capo tavola, il cognome "Kazaana" e, alla sua sinistra, il cognome "Saimyosho"; il cui posto era vuoto.
Vicino a questo, poi, vi era una donna. Abbastanza elegante,  con i capelli legati in uno chignon e gli occhi truccati, l'aspetto era molto severo.
Inuyasha deglutì, messo a disagio tra tutte quelle famiglie nobili.
-Dunque- iniziò Miroku -Ho convocato questa riunione per discutere con voi degli ultimi fatti avvenuti in città- mise le mani a coppa, appoggiandoci il volto in modo che non si vedesse la bocca, lo sguardo indagatore.
-Scusi se la interrompo- fece un ragazzo castano, il cui cognome nel cartellino corrispondeva a quello di "Akitoki" -Ma noto che il rappresentante degli Yoro e dei Samiyosho sono assenti- ad Inuyasha parve di tornare bambino, quando i suoi amici facevano la spia.
Ecco, gli dava lo stesso fastidio.
-Il mio futuro marito, Naraku, era impegnato- parlò la donna di fianco al posto vuoto -Per questo sono venuta sola- il suo tono era particolarmente infastidito.
Inuyasha prese appunti mentalmente: la famiglia Samiyosho e quella Ougi si sarebbero presto sposate.
-Capisco- fece, soltanto, Miroku -Allora, per il signor Samiyosho ci penserà lei, signora Kagura, a riferire- sorrise alla donna -Per quanto riguarda gli Yoro...-
-Ci penso io- con sorpresa di tutti i presenti, Inuyasha alzò la mano, proponendosi per avvertirli in caso ce ne fosse stato bisogno -Ci conosciamo da tempo- fece, come scusa.
La serietà del suo tono convinsero Miroku e nessuno parve opporsi.
Inuyasha, a quel punto, esultò mentalmente: così, avrebbero avuto una scusa per informarsi sul rappresentante degli Yoro...
Si schiarì la voce, pronto a riprendere ad ascoltare le parole del Kazaana, quando uno sguardo lo squadrò da lontano. Sapeva perfettamente a chi appartenesse.
Gli dava ancora fastidio come quando era ancora un bambino.
Proveniva dall'altra parte del tavolo, dove due individui erano seduti: un maschio ed una femmina. Il loro cognome scritto sul cartellino era "No Taisho".
Ghignò.
A quanto pare, suo fratello, non perdeva colpi...

Kagome osservò il servitore che, a bocca aperta, se ne stava beatamente a dormire, stravaccato sulla poltrona. Ce ne aveva messo di tempo ad addormentarsi, quel maledetto...
Eppure, era stata venticinque buoni minuti a leggergli quello stupidissimo libro...con la scusa che "Voglio leggerti questo libro! Posso?" aveva persino fatto gli occhi da cucciolo, facendolo cedere quasi subito. Tutto questo, per evitare di usare un sonnifero e lasciare tracce...
Odiava comportarsi da bambina, ma a volte era tremendamente utile.
Quindi, tanto valeva utilizzare questa sua forma, prima che se ne fosse liberata.
Si guardò intorno, in quella piccola stanzetta piena di libri e giocattoli. Era come se quel Miroku avesse avuto un figlio...ma ufficialmente era scapolo e non parevano esserci tracce che avesse avuto una donna.
Era abbastanza strano...
Gettò un'altra occhiata al servitore e, dopo essersi assicurata che stesse ancora dormendo, uscì svelta dalla camera. Quella bava alla bocca le dava la nausea, non sarebbe rimasta un secondo di più, dentro quella stanza.
I corridoi erano grandi, alti e zeppi di quadri.
Avevano tutti tonalità sul verde. "Verde acqua, chiaro, scuro, color prato, palude..." fece una smorfia, accelerando il passo e sentendo la gonna del suo vestitino muoversi "Puah! Che noia di uomo, questo Miroku Kazaana!" pensò, superando ogni quadro e non guardandoli più nemmeno per sbaglio. Doveva andare al piano di sopra.
Kagome lo sapeva, il piano terra non aveva mai ciò che le interessava...avrebbe dovuto curiosare nella stanza del padrone di casa o in quella dei genitori.
Stanze più importanti, insomma.
Salì le scale con sguardo assorto, contandone i gradini da brava bambina qual era.
Le scale erano alte, spesse e le rampe si portavano fino a superare il soffitto. Erano a chiocciola.
E la ragazzina arrivò ad odiarle.
Perchè fare delle scale così lunghe? Ci si poteva fare un secondo piano, al posto di quella chioccciola!
Con tanta fatica riuscì ad arrivare in cima, trovandosi di fronte ad un incrocio.
Destra o sinistra?
Fece la conta. Ed uscì destra.
"Pff" pensò, con un sorrisetto, facendo spallucce ed avviandosi verso la parte opposta.
-Mmmh...immagino che questa sia la stanza di Miroku- mormorò, nel silenzio della casa.
Aveva aperto una porta a caso, certa di non trovarci nesssuno dentro poichè, lo sapeva bene, i pochi servitori che erano dentro quella casa, non entravano mai dentro le stanze dei padroni.
Miroku era un uomo ordinato e riservato.
Sapeva benissimo anche questo.
"Odia la compagnia e preferisce spendere il suo tempo a leggere romanzi" passò di fronte alla libreria con un sorriso, sfiorandone il legno degli scaffali "Questi sono solo pochi, dei libri che ha letto...i suoi preferiti, probabilmente" si voltò verso il letto, davanti alla libreria ed appoggiato al muro, verso nord. Era immenso, bianco e pulito.
Le riportò alla mente bei ricordi.
"Sempre stato famoso e bramato dalle donne" si avvicinò al letto con passo lento "Ha soddisfatto i più oscuri desideri di ognuna..." passò la manina sulla candida coperta, inginocchiandosi al pavimento e abbassandosi ad odorarla.
Si, ne era rimasto poco. Pochissimo...
Ma si sentiva ancora l'odore di sangue.
Sbuffò una risata "Che donnaiolo..." lo insultò mentalmente, immaginando tutte le poverette che, una volta avuta una notte di fuoco col bell'uomo, erano state scaricate.
-Eppure, deve amare molto il genere femminile- sussurrò, riflettendo sui libri che aveva trovato in quella libreria; non sapeva esistessero, ma ce n'erano un bel po' sulla psiche femminile...
Bah, uomini.
-In fondo, non serve un genio per capirci- fece, piccata -Anche quello stupido coniglio...- si distese a terra, guardando sotto al letto del giovane uomo.
Pensava fosse un idea stupida...ed invece...
Sotto quel letto, al di là di quelle coperte che cadevano a terra, c'era qualcosa...
Un po' più grande di un libro, era...
-Un quadro!-
Kagome non perse tempo, si protese sotto a quel letto, avvicinandosi sempre di più a quel quadro ormai pieno di polvere. Una volta afferrato, uscì velocemente da sotto il letto e, dopo avergli dato una spolverata, lo osservò attentamente.
Quello si, che era davvero qualcosa di interessante...

-Quindi, che hai combinato a quel servitore?- Inuyasha, seduto sulla carrozza, osservò Kagome seduta sulle sue gambe. Quella fece spallucce, ridacchiando.
-Niente- disse, con voce infantile -Gli ho letto una storia, e lui è crollato come un bambino- spiegò, preferendo omettere il fatto di averci impiegato ben venticinque minuti.
"Si, peccato che qui, la bambina, sei tu" sospirò Inuyasha
 -Kagome...- la riprese, poi.
-Non ho utilizzato alcun sonnifero, giuro!- si giustificò subito, la bimba, facendo sospirare ancora una volta l'albino.
-E mi dici, cosa sei andata a fare, durante il suo...sonnellino? E se qualcuno della servitù ti avesse scoperto?- si affacciò al suo viso, in modo da guardarla negli occhi, ora color nocciola.
-Ma non è accaduto! E pensa che ho scoperto cose su quel Kazaana!-
-Ah, ah. Sentiamo-
-Già dalla prima volta che l'ho visto, Inuyasha, ho capito che non era tanto santarellino e buonista come l'hai visto tu...- lasciò in sospeso la frase -Quell'uomo ha una maledizione pericolosa ed autodistruttiva tanto quanto la nostra, e noi...- si voltò verso Inuyasha, con un sorrisetto e lo sguardo furbo -Lo utilizzeremo a nostro vantaggio!-

Angolino <3
Ehilà! Avevo detto, che stavolta continuavo...no? ;)
Ci ho messo un po' di tempo per aggiornare perchè tra esami e ripasso...T . T
Ma non parliamo di cose simili, oggi è un bel giorno perchè sono riuscita ad aggiornare!  <3
Inuyasha e Kagome in veste di ladri, Inuyasha nella sua forma canina (con aggiunta la coda perchè è troppo pucciosa e spumellosa) e Kagome da bambina...
Mmmh! Ne vedremo delle belle! :3
Già dal primo capitolo iniziano a crearsi misteri...Miroku è...maledetto?
E lo sono anche Inu e Kaggy? C'entrano quei graffi sulla schiena?
Che c'entra il Monstre Charmant, in tutto questo? E il quadro?
Nel prossimo cap approfondirò la "riunione" tra ricconi!
Per ora, non vi (e mi) resta che aspettare!
Ringrazio tutti quelli che continueranno a seguirmi ed anche quelli che hanno recensito il capitolo precedente! <3
Per chi ha iniziato la scuola, lunedì, un grande buona fortuna e bentornato e, per chi deve dare esami in questo periodo...auguro un grande e bella botta de culo! xD
Buona fortuna a tutti voi...e a me! >:3
Bye!
   
 
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