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Autore: Lover    27/05/2009    14 recensioni
Edward e Bella si sposano, ma il nostro vampiro non sembra molto felice. che sia per colpa dell'agitazione... oppure perchè gli manca qualcosa? o meglio, qualcuno? ecco a voi una versione del celebre matrimonio un pò... diversa!
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wedding Day

Right now I wish that I could turn back
And beg the hands of time
For the days that I remember (oh baby)
The days when you were mine
And if I never said I love you
Its cause the words got in the way


Now all I do is say Im sorry
Sorry I missed your wedding day


Wedding Day – Bon Jovi


E finalmente il grande giorno era giunto. La piccola cappella, sapientemente decorata da Alice, era totalmente immersa in una dolce profusione di calle, orchidee, margherite e rose bianche, così profumate da stordire i presenti. Il prete, un vecchietto dall'aria tranquilla, si stava apprestando ad iniziare la funzione. Sorrise ad Edward, che contraccambiò con una smorfia appena accennata. Poteva essere spacciata per agitazione, la sua freddezza, oppure per nervosismo... ma era qualcosa di più profondo. Un pensiero, un ricordo, un dolore... un'emozione autodistruttiva, che lo faceva soffrire come un dannato senza che egli potesse fare a meno di struggersene.

La musica dell'organo si diffuse in tutta la chiesa, come un leggero profumo dal sapore mistico, ed accompagnò l'entrata della sposa. Isabella Swan... la sua futura moglie. Le rivolse uno sguardo, sentendosi stringere il cuore quando vide come fosse luminoso il suo viso, talmente radioso da contrastare gli ultimi raggi di sole che penetravano dalle vetrate decorate con mosaici sacri. Era davvero bellissima, dovette ammetterlo, ma mancava qualcosa. Quel qualcosa che, inconsciamente, si mise a ricercare nel bagliore dorato di una morta luce, riflessa nell'incavo di un bocciolo di rosa. Così prematura, così acerba, eppure così perfetta... la sua storia, la loro storia... Tirò un profondo sospiro, osservando con rassegnazione il prato all'esterno dell'edificio, semi-celato dai portali che ormai si chiudevano. Si sentì in trappola, si sentì soffocare... gli mancava l'aria, a lui che non ne aveva nemmeno bisogno per vivere. La sua non era vita, ricordò, perché era morto. Lui era un vampiro, un ignobile creatura delle tenebre... eppure non si era mai sentito così inutile e privo di spirito come in quel momento. Era l'amore a mandare avanti quelli come lui, ora che aveva capito di averlo perduto ogni attimo della sua immortale esistenza era privo di significato. Per un attimo era stato tentato di scappare, lo stesso attimo in cui aveva visto Bella vestita da sposa, poi aveva fissato l'attenzione sulla sua famiglia... Carlisle ed Esme, in prima fila, che si tenevano teneramente per mano... Alice e Jasper, dietro di loro, lei raggiante e lui malinconico... Emmet e Rosalie, al loro fianco, che si guardavano e ridevano per qualcosa... più indietro, Renée che, con le lacrime agli occhi, osservava la figlia incedere sul tappeto rosso, a braccetto con Charlie... Erano tutti così felici, così sereni, dopo tante tribolazioni... di cui erano stati proprio loro la fonte, la maggior parte delle volte. Non voleva essere lui a deluderli.

Cercò di sorridere a Bella, mentre saliva i due gradini per mettersi al suo fianco. Cercò di sembrare naturale, mentre rispondeva con un cenno all'occhiolino che Charlie gli rivolse. Cercò di non mettersi a gridare, mentre si voltavano verso il prete e tutti si sedevano, con un fruscio di stoffa. Cercò di non mostrare quanto fosse profonda la sua devastazione interiore. Sembrava tutto così perfetto... ma mancava qualcosa. Quel qualcosa che lo faceva morire, e lo teneva al contempo spietatamente in vita. L'amore.


I tried to make it to the church now baby
A broken heart got in the way


Jacob correva a perdifiato da giorni, ormai. Perché si fosse allontanato così tanto da casa per poi decidere di tornarci all'ultimo minuto, era impossibile da capire. Era rimasto per settimane solo, in mezzo ai boschi, cercando di scacciare quell'immagine dalla mente. Eppure, proprio quando meno se l'aspettava, questa tornava, colpendolo a tradimento, strappando un altro brandello di un'anima già devastata. Eppure, di per sé, il ricordo non pareva troppo importante... aveva passato di peggio, in confronto. Non c'era sangue, non c'erano scontri, neppure delle urla, ad eccezion fatta di quelle dentro di sé. Eppure, era più doloroso di quanto non si fossero rivelati tutti gli altri messi assieme. Un volto... e un nome. Talmente impronunciabile da ferire qualsiasi lingua avrebbe osato anche solamente sussurrarlo. Perché la loro era una realtà improbabile, assurda, surreale... così tragicamente perfetta da rivelarsi piacevolmente dolorosa.

-Mi sposo.- aveva detto, senza tanto preamboli. Era questo il suo stile, aveva sempre parlato chiaramente con lui. Il lupo si era sentito infinitamente piccolo, drammaticamente distrutto, mentre osava chiedere:-Quando?-

-Fra tre settimane, forse meno.-

Non una lacrima, non un singulto, non un gesto che gli facesse capire quanto soffrisse. Recitava una parte, questo era ovvio, ma fino a che punto?

-Perchè?- aveva poi domandato. Era rimasto ad osservare un labbro impietosamente torturato dai denti, attendendo la risposta.

-Glielo devo, Jacob.-

E con quella risposta aveva distrutto un mondo. Il suo nome... aveva pronunciato il suo nome con un tono così tranquillo e pacato da farlo sentire insignificante, eppure tanto gratificato. Era la sua magia, elevarlo alle vette del paradiso per poi gettarlo negli abissi più infernali.

E così era fuggito. Nella solitudine, mille voci gli aveva parlato. Alcune sottolineavano l'ingratitudine, altre la rabbia... altre ancora, le più forti, l'amore. Si, era l'amore a renderlo pazzo, ma anche a tenerlo in vita. Un amore così grande da non poter cancellare, da non poter negare, da non poter nemmeno nascondere... celarlo dietro una fuga era sciocco, così come era stupido coprirlo con un matrimonio. C'erano volute tre settimane nelle foreste canadesi per meditarlo, struggendosi nel desiderio e nel patimento... poi, la chiamata. Che gli aveva reso chiara ogni cosa.

-Si sposano.- aveva annunciato Seth, l'unico che avesse mai capito, l'unico che avesse mai saputo. Jacob aveva emesso un suono inarticolato, poi aveva posto sempre la stessa domanda:-Quando?-

-Fra due giorni, giusto il tempo che ti serve per tornare dal canada.- aveva ribattuto il giovane licantropo. Jacob non aveva controbattuto, ma non era nemmeno riuscito a riattaccare.

-Jacob.-

La voce di Seth l'aveva fatto sobbalzare. Era un tono duro, eppure terribilmente debole. Stava per mettersi a piangere.

-Che c'è, Seth?-

Difficile fingersi forti, quando non si ha coraggio.

-Ho ricevuto una visita.-

Una semplice notizia, un tuffo al cuore. Senza rendersene conto, Jacob aveva iniziato a guadagnare terreno per uscire dal fitto intrico di vegetazione nel quale si era ficcato.

-Ci hai parlato?-

Difficile contenere l'entusiasmo, quando si ama.

-No, piange e basta. Non vorrebbe che te lo dicessi, ma non posso rimanere a guardarvi mentre buttate via le vostre vite.-

E aveva interrotto la comunicazione. Non serviva dire altro... Jacob era già partito.

Seth aveva ragione, non poteva rinunciare a ciò che erano, anche se questo avrebbe fatto soffrire più di qualche persona. Non gli importava, al momento. Tutto quello che realmente gli interessava era rivedere il suo sorriso e sentire, fosse anche per l'ultima volta, la sua voce.


Bella si rese conto di essere al settimo cielo, mentre contemplava con adorazione il suo Edward. Suo, in tutti sensi oramai. Chissà perché, però, quell'idea non pareva piacere parecchio al vampiro... egli, infatti, rimaneva nel suo cantuccio isolato e giocherellava con un bocciolo di rosa bianco. Nemmeno ascoltava quello che diceva il prelato... o forse era solo agitato. Si, doveva essere per forza così. Ne era certa, Edward la amava sopra ad ogni cosa, e presto avrebbe giurato di fronte a Dio e agli uomini di farlo per sempre. Si... il suo Edward. Suo.

-Vuoi tu, Isabella Swan, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Edward Cullen, e amarlo ed onorarlo nella salute e nella malattia...-

Perse il filo di tutti i giuramenti... una sola parola aveva spazio nella sua mente: si. Avrebbe tanto voluto gridarlo, ma attese paziente che il piccolo uomo terminasse la lista di promesse.

-...finchè morte non vi separi?-

-Lo voglio.- sussurrò, sentendosi quasi svenire mentre pronunciava quelle poche parole. Era il turno di lui, adesso. Bella avvertì chiaramente che si stava innervosendo, accanto a lei.

-Vuoi tu, Edward Cullen...-

Ma non riuscì a proseguire, perché le porte della chiesa vennero brutalmente spalancate e una figura sudata e stremata apparve. Alle ultime luci del tramonto, la sua pelle bronzea brillava di un bagliore inconfondibile: Jacob. La ragazza sbuffò, infastidita. Certo, si era augurata che l'amico si presentasse alla sue nozze, ma di certo non si era prefissata un'entrata così plateale. Né, tantomeno, desiderava che rovinasse quel momento tanto importante. Aveva come l'impressione che, se non avesse subito giurato, non si sarebbe più potuti tornare indietro. Si voltò verso Edward, indignata, attendendosi una sua reazione irosa come minimo. Il vampiro fissava il licantropo con aria di sbigottimento e di sorpresa, quasi fosse in trance. Di certo meditava una vendetta... ma il suo volto non lasciava trasparire altro che stupore, come avesse veduto un fantasma. Il quileute si fece strada fra i mormorii degli invitati, giungendo a pochi passi dall'altare.

-Amore mio...- sussurrò, una volta arrivato tanto vicino da parlare.

-Jacob, ma che cosa ci fai qui?- domandò lei, malcelando un tono arrabbiato.

-Sono qui per te... Sono venuto a implorarti di non sposarti.-

Bella rimase a bocca aperta. Mai si sarebbe aspettata che lui arrivasse così in basso. Spostò nuovamente lo sguardo sul vampiro, attendendo che si muovesse per cacciare quello spasimante della moglie, ma fu nuovamente delusa. Edward, infatti, continuava a comportarsi in modo strano: arrossito, si stava aggiustando i capelli dietro alle orecchie. Ma che aveva per la testa?

-Io ti amo, ti amo con tutto me stesso.- dichiarò Jacob.

-Si, è tutto molto romantico da parte tua, ma vedi...-

Senza dare segno di averla udita, il licantropo si lasciò cadere in ginocchio e disse:-Io non posso vivere senza di te, nella solitudine dei miei giorni l'ho capito. E sai perché? Perché io vivo per te, io sono nato per essere tuo! Non posso avere nessun altro scopo, nessun altro fine... se non quello di adorarti per ogni singolo attimo della mia esistenza. Non posso resistere senza vedere ogni giorno il tuo sorriso, senza specchiarmi nei tuoi occhi, senza godere dei tuoi baci... Ti ho gustato una volta, e mi hai attratto come il più irresistibile dei cibi. Sono diventato dipendente di te, capisci?-

Bella stette immobile, ascoltando quella dichiarazione. Certo, era veramente profonda, ma la imbarazzava non poco. Tutt'intorno, la gente piangeva di commozione. Notò Carlisle porgere un fazzoletto ad Esme, mentre Seth sorrideva soddisfatto.

-Abbiamo cercato di nasconderci, abbiamo cercato di negarci, ma siamo riusciti soltanto a farci del male! Perché, a che scopo? Io voglio te, non ho paura a dirlo. Che gli altri pensino quello che vogliono... a me importa soltanto ciò che pensi tu. Voglio essere felice, e voglio esserlo con te. Per sempre, per tutto il resto della vita. E se devo implorarti per conquistare anche solo una briciola del tuo cuore, allora lo farò. Guardami, sono in ginocchio, qui di fronte a te. Sono disposto a strisciare per te, a morire... tutto quello che ti chiedo è di amarmi, e di farlo ora.-

Si alzò lentamente. La ragazza notò che tremava lievemente. Egli rimase a capo chino, l'espressione tesa e contrita, mentre diceva:-Se mi vuoi, baciami ora, qui davanti a tutti. Facciamo vedere al mondo chi siamo, senza più nasconderci. Altrimenti... dimmi almeno addio per l'ultima volta.-

Bella si sentì male al pensiero di doverlo fare, ma era un suo dovere. Aveva appena accettato di congiungersi in matrimonio con Edward, non poteva rimangiarsi le parole giurate. E così prese fiato, per dire addio. Ma non riuscì a parlare, perché Edward si mosse dal suo fianco, raggiunse il licantropo ed insieme, congiuntamente, si abbandonarono ad un lungo bacio appassionato.


Edward si rese conto di essere al settimo cielo. Quelle parole, quel gesto... Jacob l'aveva fatto per lui. Ed era stato tutto così magnifico, così fiabesco... Come nella migliore delle favole, tutto terminava con un dolce bacio. Le labbra del suo amato sapeva di sale, o forse erano le sue lacrime a provocare quel sapore. Qualsiasi cosa fosse, era perfetto. Ed era meraviglioso, per una volta, non dover pensare alle conseguenze delle sue azioni. Aveva preso una decisione, aveva scelto l'amore... e mai, mai sarebbe rimangiato ciò che aveva scelto di fare. Si strinse a quel corpo perfetto, così simile eppure così diverso dal suo, e sorrise. Intorno a loro, il silenzio provocato dall'inaspettato gesto passionale fu rotto da quell'abbraccio. Mille sussurri, quale grido, alcuni commenti. A lui non importava... non importava più di nulla. Aveva il suo Jacob, il mondo era finalmente perfetto.


Jacob lasciò che il suo volto, bagnato dalle lacrime del suo amante, sprofondasse nei capelli rosso scuro di quest'ultimo. Ne aspirò il lieve profumo, sentendo il suo cuore battere fino a scoppiare. Erano insieme, c'era riuscito! Non poteva credere che si fossero baciati, lì, davanti a tutti... persino davanti a Bella. Arrischiò un'occhiata verso la ragazza e la vide seduta sui gradini, sorretta da un'Alice in preda ad un attacco di ilarità isterica. Jasper lanciò un grido di apprezzamento, al quale si aggiunse anche Seth. Che pazzi... ma mai quanto loro, che non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altro. Che non riuscivano a vivere, l'uno senza l'altro. Perché erano stati creati, l'uno per l'altro. Il loro unico scopo era amarsi, l'un l'altro. Udì Carlisle dire ad Esme:- Tutto sommato, a me non dispiace che sia finita così.-

La vampira, senza pensarci due volte, si trovò d'accordo. Più indietro, Renée stava spiegando ad uno sbigottito Charlie come avesse sempre saputo che Edward era gay. Billy, dal fondo della chiesa, applaudì, seguito da uno zelante Emmet e da una trionfante Rosalie. A lei, Bella non era proprio mai piaciuta.

Ma la battuta forse più comica fu quella del povero curato che disse:-Allora, di chi sono le nozze?-

Tutti scoppiarono a ridere, mentre i due amanti e amati si dividevano. Si guardarono negli occhi, tenendosi per mano. Fuoco nel ghiaccio, amore e passione. Una cosa sola.

-Non c'è davvero niente di normale in noi, eh?- commentò Edward, la voce spezzata dall'emozione. Jacob gli appoggiò una mano sulla guancia, scuotendo la testa.

-Non sarebbe così bello.-

L'altro annuì, senza rispondere. Ogni parola gli morì in gola, soffocata da un altro accesso di lacrime. Le loro fronti si sfiorarono, a creare un cuore di spirito.

-Il mio piccolo vampiro...- mormorò Jacob.

-Il mio piccolo licantropo...- sussurrò Edward.


Note dell'autrice: Salve! sono nuova di questo fandom, ma spero che la mia song - fic vi piaccia! recensite, vi prego, fatemi sapere la vostra opinione! a presto, Love.

  
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