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Autore: tabula rasa elettrificata    11/01/2017    0 recensioni
Una raccolta di piccole dichiarazioni d'amore. Confessioni mai fatte racchiuse per molto tempo, troppo tempo in cartelle dimenticate da dio nel mio computer. Alcune hanno senso, altre no.
Quando scocca la mezzanotte mi trasformo in una languida fanciulla innamorata.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La vita non è in rima, per quello che ne so.


 
Sempre nelle mie caduche visioni notturne, mi sono ritrovata a conversare con lui.
Ricordo una panchina metallica arruginita a macchie ma non ho idea di dove ci trovassimo. Uno sfondo bianco lucente dietro di lui, poteva essere un muro bianco, il cielo d'autunno o potevamo trovarci all'interno di una nuvola. Magari fluttuavamo nell'aria, senza nemmeno rendercene conto. Non posso dirlo con certezza perché non ho mai guardato a terra, devo aver al massimo spostato lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca, dalle clavicole scoperte alle sue mani. Poteva esserci sabbia ai nostri piedi, l'erba fresca o un marciapiede sporco. Di questo, davvero, non sono sicura.

Sono sicura però di aver sentito il tempo correre sulla mia pelle e schivare i peli delle mie braccia assieme all'aria fresca. Quindi, probabilmente, non era inverno e nemmeno estate. Poteva essere primavera ma la luce bianca mi fa pensare fosse ottobre inoltrato. E quindi, il tempo scorreva ed con esso le nostre parole. Quasi avessimmo un filo conduttore, un trait d'union tra le nostre ugole. Per una parola lanciata dalla sua bocca ne usciva una in risposta dalla mia. A tratti qualche risata sonora.

Ha fatto cadere con un calcio la mia borsa che gli stava accanto. Non ho voltato lo sguardo per prenderla, sono rimasta a guardarlo mentre sporgeva la testa in giù dicendo Non mi piace che si siano confini tra noi. Ripensandoci adesso, probabilmente gallegiavamo tra le nuvole per davvero, non ho sentito il tonfo della mia borsa e lui è rimasto a guardare le profondità ai nostri piedi per un bel po'. L'ho visto riposare gli occhi socchiudendoli un poco e risvegliarsi sorridendomi.

- Sei tanto sensibile a certe cose.

- Vero, ma direi più che altro che sono un osservatore. Non è una cosa buona.

- Questo dipende dai punti di vista, per quello che ne so.
  
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