2.
Il
giorno dopo Matt andò a scuola, si avvertiva uno strano odore nell’aria e San
Francisco era caotica più che mai. Aveva gelato la notte stessa e le strade
erano scivolose,Matt era distratto e scivolò.
“ehi
che fai, non ti reggi in piedi?” Matt si girò, era Lydia dal finestrino della
macchina.
“
buongiorno Matthew, vuoi un passaggio?” Il padre di Lydia Jonathan
Puiltizier,famoso avvocato di San Francisco.
“
come mai vai a piedi?” chiese Lydia.
“ mia
madre è andata a lavorare presto, mio padre non è tornato ed ho perso il
pullman stamattina.”
“
Dai,sali che non disturbi.” Fece un cenno con la mano il padre di Lydia.
“ ve
bene, grazie.” Il tepore della macchina lo scaldò e si tolse il berretto dalla
testa con la radio accesa della macchina che stava trasmettendo una
trasmissione radiofonica.
“
Mamma mia, che freddo!”disse sfregandosi le mani.
“allora
Matthew…”
“
papà, chiamalo Matt…”
“ E
va bene, sua madre lo chiama sempre matthew…allora matt, come stano i tuoi?”
“
Bene, ora che ci penso mia madre le manda gli auguri di Natale in anticipo
anche se ci troviamo solo a fine novembre, in questo periodo è molto
impegnata.”
“Eh
tua madre matthew, volevo dire Matt, è una donna molto in gamba, è riuscita a
mandare avanti uno dei migliori negozi di san Francisco, direttrice di un
centro commerciale non è cosa da poco, comunque ricambio gli auguri volentieri.”
“
Allora Matt, che cosa hai chiesto per regalo quest’anno?”
“ il
videogioco dei giocatori del NBA,tu invece?”
“ I
miei genitori preferiscono una gita in
montagna per imparare a sciare,già immagino le cadute.”
“ a
te non va?”
“
Preferivo rimanere qui a San Francisco.”
“
Come mai?”
“Beh,
potevo rimanere a giocare con te.” Matt abbassò il viso, divenne rosso ,
accidenti! Ancora quel morso allo stomaco.
“
Bene, ragazzi siete arrivati a scuola.”
“
Allora ciao papà!” si chinò a dargli un bacio sulla guancia. E Matt avrebbe voluto che quelle labbra si
posassero anche sulla sua guancia, ma Matt cosa stai pensando?
“Lydia,
ricordati di andare alla lezione di danza oggi pomeriggio?”
“Sì,
alle 16,00 …”Matt svincolò il pensiero e ringraziò il padre di Lydia per il
passaggio.
“
Matthew, Matt…mi scordavo, manda gli auguri anche a tuo padre quando lo vedi.”
“
Sicuro, signore arrivederci.” La campanella era appena suonata, così Matt e
Lidya si sbrigarono ad entrare in aula. Matt andò a salutare i suoi amici di
banco Bob , Peter e Jackson, mentre Lydia andava dalle sue compagne di banco
Elisabeth e Alexis.
“ehi
Matt…” parlò Peter.
“
Sbaglio, oh Lydia , si è fatta molto carina ultimamente, mi sembra che le siano
cresciute le tette, l’anno scorso era piatta…” sogghignò Bob .
“
Peter…”
“ Dai
Matt, non fare quella faccia, passi più
tempo con lei che con noi, possibile che non ti è mai saltato in mente di
dargli un bacio?” Pensava alla sera
prima a quando si erano trovati a un centimetro di distanza e il cuore che
pulsava,e quel terribile morso allo stomaco.
No,
non gli era mai passato in mente di baciarla! Matt era un ragazzino di 14 ani e
non aveva baciato ancora nessuna ragazza e non perché fosse brutto, anzi era un
bel ragazzino con i suoi occhi azzurri intensi e i suoi capelli neri che gli
donavano un’aria misteriosa, secondo le sue ammiratrici come Elisabeth, amica
di Lydia, che riempiva il suo banco di bigliettini profumati. Lui era semplicemente
molto timido , rispetto a Bob e Peter che avevano baciato quasi tutte le
compagne della loro classe,invece Jackson lo capiva , un tipo solitario con gli
occhiali con cui gli piaceva parlare.
“ non
dargli retta Matt, fanno i sbruffoni…” lui lo difendeva sempre. Bob e Peter,
comunque, lo consideravano un gran fico, perché nonostante fosse un taciturno,
aveva sempre le ragazze ai suoi piedi, ma Matt in realtà non gli importava niente.
Era semplicemente se stesso.
Ma
lui aveva classe nel rispondere e disse: “ Non ho bisogno di baciare Lydia , ne
ho tante che potrei baciare.” Mentì, ma per lo meno smisero di fargli domande.
“ Hai
ragione, guarda Kate per esempio, ha due bombe…”disse Bob.
“
Allora, non ti dispiace se ci provo io con Lydia!”chiese Peter. Matt guardava
Lydia che rideva con le sue compagne, a quella domanda Matthew si girò di
scatto.
“
no.”
“ ma
se hai appena detto che non t’importa niente.”
“
Lydia è una brava ragazza, non credo che sia interessato a un tipo come te. E’
come una sorella per me, non voglio che la prendi in giro.”
“
Vedremo, vedremo che ne pensa lei…” Peter le fece un occhiolino e Lydia guardò
male Matt. Arrivò la professoressa di storia che concluse la loro
conversazione.
”
Ragazzi, fate silenzio! Faccio l’appello, poi cominciamo la lezione, allora
Alan George….”
Bergen
“ ah
ah, gliel’hai fatta a quel volpone,Mannelli.”
“ il
caro Jonhson non ha tanto fiuto ed io ormai avevo l’affare in tasca, c’è
cascato in pieno”
“ Se
andiamo avanti così, per la fine del’anno avremmo guadagnato il doppio delle
vendite.”
Era
sera a Bergen, vicino Oslo e loro si trovavano a bere un bicchiere di cherry
per festeggiare il contratto.
“ Per
fortuna che non sei partito prima, se non ci fossi stato tu, probabilmente
avremmo perso l’affare, quella bufera di neve è capitata a proposito.”
“ ho
una famiglia caro Mc Feel che mi aspetta a casa,ormai Natale si sta
avvicinando.”
“tua
moglie come sta?”
“
Bene, ma è sempre molto impegnata, ultimamente i nostri orari non coincidono.
Quando io parto,lei sta a casa, quando ritorno sta a lavoro, insomma…”
“ Se
state bene, scusa non per fare indiscreto ma ci andate ancora a letto insieme?”
“ eh
tu Mc Feel, quante donne ti sei portato a letto alle spalle di tua moglie?” Lui
rise sotto i baffi.
“
Comunque , si quando capita, anche se a volte si tira indietro, sarà l’età!” E
rise anche lui.
“
Signori, scusi se vi disturbo..” arrivò il cameriere con due bicchieri in un
vassoio.
“
Sì…”
“ vi
è arrivato un omaggio dal balcone del bar, due vermouth…”
“ E
chi l’ha mandato?” chiese Mc Feel.
“
Vedete quelle belle signorine al banco, dite che vogliono conoscervi.”
C’erano
due ragazze provocanti, una rossa e una coi capelli scuri che indossavano una
minigonna e top molto stretti da cui
si intravedevano le forme preponderanti. Il pub era molto
caldo,per questo le ragazze erano svestite.
“ Che
dici? Le invitiamo al nostro tavolo?”
“ va
bene, non ci sono problemi…” Le ragazze arrivarono al tavolo salutando in modo
molto malizioso. Mannelli aveva 42 anni ed aveva ancora molto fascino sulle
donne, due occhi azzurri intensi con i suoi capelli scuri, d’ altronde Matthew
aveva preso i suoi occhi e capelli dal padre. Mc Feel le fece sedere e le due
ragazze gli posero un bacio sulla
guancia.
“
Salve!” Le ragazze erano molto belle, per la prima volta Mannelli si sentì di
20 anni più giovane. Quelle due donne li corteggiavano , perché avevano molti
soldi,anche se non era la prima volta che attiravano le
ragazze a causa del oro lavoro, infatti erano degli agenti di borsa che
svolgevano trattative finanziare in tutte le parti del mondo.
Le
donne si sedettero sopra le loro gambe.
“ che
charme che avete signori, che bei vestiti che avete,perché non ci portate a
ballare?”
Mannelli
fissava quella donna castana sopra di lui, quegli occhi scuri che lo
penetravano facendolo eccitare. La donna fumò una sigaretta,” vuoi?” chiese
lei. Lei pose una sigaretta nella sua bocca e Federico tirò una boccata di
fumo. La donna si chiamava Heidi e si mise a giocare con la sua cravatta, con
il suo colletto. Era spaventato da quelle emozioni forti, probabilmente
l’alcool gli aveva dato alla testa, comunque era un marito, un padre esemplare,
non avrebbe mai potuto! Federico si alzò e si scusò con le due donne.
“
Sono molto stanco, vado in albergo che domattina ci dobbiamo svegliare presto.
Il volo è alle 7,00.”
“ Ma
Federico, queste donne vogliono la nostra compagnia.” Federico spense la sigaretta e lasciò Mc Feel
da solo con le due puttane, come lui pensava .
Mannelli
era un uomo molto orgoglioso con delle tradizioni e valori da rispettare, ma
ultimamente sentiva come qualcosa che gli mancasse, adorava il lavoro, però non
sentiva l’entusiasmo di un tempo. Era in una città straniera ,per un istante
pensò al figlio che lo adorava, diceva che sarebbe voluto diventare come lui e sospirò.
Si
trovò davanti al’albergo, ma aspettò prima di entrare per fumare un’altra
sigaretta, dopo entrò nell’hall dell’albergo.
“ il
bar è chiuso?” chiese Federico che vedeva il barista che lavava i bicchieri.
“ fra
mezz’ora termino il servizio, nel frattempo cosa ordinate?”
“ uno
scotch per favore.”
“
Anche per me,liscio per favore.” Lui si girò, non so cosa vide, forse una luce
intensa, una stella caduta a terra, forse un angelo, vide dei capelli
biondi d’oro ondulati, due occhi verdi
d’acqua stupendi e un calore che sentì nello stomaco, sì ,stava bevendo troppo!
Lui
rimase a bere, tuttavia la donna non parlava, di sfuggita guardava quel viso
radioso. La donna portava un vestito a pois bianco con sopra una lunga sciarpa bianca che la copriva. Lui era senza parole, quando:
“E’ proprio
freddo questa sera!” esclamò sistemando la sciarpa fino al collo.
“ Da queste parti in effetti la temperatura è
piuttosto rigida, in fondo ci troviamo in una zona piuttosto alta.”
“ Non
è per me questo posto, io preferisco i posti caldi, esotici.”
“ E’
qui per lavoro?” chiese Federico curioso.
“
Purtroppo sì, sono una hostess, ma la bufera di neve ha impedito di decollare
l’aereo e sono dovuta rimanere.” Federico la guardò bene, era giovane,
all’incirca avrebbe avuto tra i 25-26 anni.
“ Il
mio stesso motivo, sarei dovuto partire ieri sera, poi ho finito di lavorare
oggi e parto domattina.”
“ che
lavoro fa?” chiese la donna che fece cenno
al barista di darle un altro scotch che aveva finito.
“ L’
agente di borsa, investo denaro, firmo contratti in tutte le parti del mondo
come Amsterdam, Vienna, Parigi,Sidney….”
“ E
le piace questo lavoro che gli fa andare da tutte le parti?.”
“ Sì,
mi fa sentire forte.” Federico finì il so scotch.
“ E
se non avesse il lavoro, cosa farebbe?” Per la prima volta Federico si sentì
colpito, non aveva mai pensato a una cosa del genere nella sua vita, per lui il
lavoro era tutto.
“ Non
lo so, lavoro da quando ho 23 anni in questo campo , non ne ho la più pallida
idea.”
“ io
di sicuro se non fossi una hostess, strano a dirsi , ma vorrei essere
semplicemente una mamma, ho iniziato a lavorare a 18 anni ed ora che ho 27 anni
, ho bisogno di mettere i piedi a terra. E poi il volo m’impedisce di avere un
rapporto stabile e duraturo con una persona, ora vorrei crearmi una famiglia. Comunque
se non dovessi lavorare vorrei essere un’artista, dipingere quadri.”
“ Lei
dipinge?” Federico aveva ragione sulla sua giovane età.
“ sì,
quando ho tempo, perché tra un volo e un altro non ho molto tempo per me
stessa. Torno a casa,ceno, mi faccio una doccia, invece di guardare la tv o
uscire dipingo…”
“
caspita, è una cosa bella.”
“ Signori, vi avverto che fra pochi minuti
devo chiudere.”
“ Va
bene, è molto tardi , devo salire in camera, la devo salutare, è stato un
piacere parlare in sua compagnia.” Cercò di svincolare dopo il lungo discorso.
“ mi
permetta di pagare lo scotch.”
“ Non
c’ è bisogno, grazie!” La donna pagò.
“ che
maleducato! Non mi sono presentato, Federico Mannelli.”
“
Questo è il mio biglietto da visita.” Le porse il suo biglietto che sfilò dal
portafoglio.
“
pensa che ci rivedremo?” chiese Federico.
“
Chissà, forse in qualche altro posto, speriamo più caldo come l’ Europa.”
“ di
dove è lei, dove vive?”
“ Io
sono italiana. Vivo a Pavia in Lombardia.”
Dopo queste parole s’incamminò.
Lesse
il biglietto. Quell’angelo che vide scomparire tra le porte dell’ ascensore si
chiamava Silvia Ferraris.
Ore 15,00 pm San Francisco
“Ehilà,c’è
qualcuno in casa?”
“
papà ,finalmente sei a casa!” Corse Matt verso il padre gli diede una pacca
sulla spalla.
“
Salve ometto, ogni giorno sei sempre più alto, non è che mi superi?”
“ Non
credo,sono già alto 1,67…”
“
beh, qualche altro cm crescerai,tua madre?”
“
Torna stasera, ha detto che ha molto da fare, con l’avvicinarsi del Natale il
magazzino è sempre più pieno.”
“ Mi
hai portato qualche regalo?”
“
purtroppo no ,figliolo, ma non ti preoccupare per Natale ci rifaremo.”
“
Sono contento.” Il padre gli scompigliò i capelli.
“
vado a cambiarmi e a dami una rinfrescata, poi parliamo un po’…”
Dopo
un po’ Federico scese , un uomo affascinante con una leggera barba incolta e
due occhi azzurri intensi. Andarono dalla cucina.
“ Papà
,Martha ti ha lasciato qualcosa da mangiare, in frigo,vuoi?”
“ sì,
in effetti ho un pò di fame, prendimi anche una birra. Se vuoi prendila anche
tu, allora Matt cosa mi racconti?” Matt non la prese, non aveva mai toccato un
alcoolico in vita sua.
“ Ho
preso A sul compito di matematica…”
“ Sei
bravo come me con i numeri.”
“
Merito di Lydia che mi aiuta sempre, se no per me la matematica sarebbe arabo.”
“ gli
allenamenti di tennis invece?” Federico non piaceva tanto che facesse tennis,ce
l’aveva mandato Jane, lo considerava una cosa da snob, preferiva uno sport da
uomini come il basket, ma a Matt piaceva anche se non giocava tifava per i giocatori
del NBA. Qualche volta in primavera Federico giocava a basket con il figlio nel
campetto vicino casa e a suo modo Matt se la cavava.
“
Domani è sabato, scuola non c’è e vado agli allenamenti.”
“okay…”
“papà…”
“sì…”
“ che
cosa provavi quando ti sei innamorato della mamma?”
“ Beh
ero felice, il cuore batteva a mille, parlavo come un imbranato e stavo in
paradiso.”
Ma
ora per Federico il cuore sembrava spento come a un semaforo di cui si aspetta
il verde per passare.
“
Sentivi qualcosa nello stomaco?”
“in
che senso?”
“
Tipo un buco!” il padre prese un sorso di birra. Cercando di ricordare la prima
volta che si era innamorato di Jane, bella, determinata e intraprendente, si
era innamorato del suo carattere forte. Però Jane a causa del suo lavoro dopo Matthew
non voleva avere altri figli.
“
Mmmm,si…Ricordo che avevo lo stomaco in subbuglio , come se qualcuno mi avesse
dato un cazzotto allo stomaco,ma in realtà era solo estasi, perché lo chiedi?
Ti sei innamorato?”
“ No,
no, papà cosa dici?
“ Tua
madre dice che passi molto tempo con Lydia, sarebbe normale se provassi
qualcosa…ora stai diventando anche un uomo, sai ti sta cambiando la voce
ultimamente.”
“
L’avevo notato, infatti con questa voce roca, Bob e Peter mi prendono in giro.”
“ Papà, a proposito di questi
cambiamenti…”Matt era imbarazzato di parlare di se stesso con il padre.
“ Che
c’è’ ? Dai non fare il timido, tra noi uomini possiamo parlare.”
“
Stamattina quando mi sono alzato, come posso dire? E’ uscita una roba bianca ….ce
l’avevo tutto dritto, ieri sera avevo visto un film…” Federico capì all’istante
e si pulì la bocca con un tovagliolo.
“
Matt, vieni qui, fatti abbracciare…”
“ che
c’è papà? Sto male? E’ grave?”
“
Niente di tutto questo, stamattina sei diventato un uomo.” Matt non capiva
“ Ma
che è la roba bianca?”
“ma la
scuola non t’insegna nulla di queste cose, con i tuoi amici non ne parli mai?”
“
beh,sì, parliamo di ragazze, però…”
“
capisco, andiamo in camera mia, facciamo un bel discorsetto,ma fammi capire una
cosa, quale film hai visto?”
“ 9
settimane e ½, me l’ha dato Bob; diceva che mi avrebbe svegliato….”
“ in
effetti…Dopo lo guardiamo in camera mia prima che arrivi mamma, devo spiegarti
alcune cose.”
Eh
sì! Il caro Matt era cresciuto e Federico lo vedeva crescere sotto i suoi
occhi, si ricordava quando camminava a carponi nel salotto di casa. Per un
attimo pensò a quella donna che aveva conosciuto a Bergen, a ciò che avesse
detto sulla famiglia e sul bisogno di mettere radici e se avesse ragione? Mah,
finì di mangiare e andò in camera con il figlio.