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Autore: Florestan    13/01/2017    1 recensioni
Rieccomi, come promesso, con una nuova storia con gli eroi “storici” della serie del ’78 insieme a nuovi personaggi che ho già introdotto nei miei due racconti precedenti. Questa lunga storia è infatti il seguito delle due precedenti “L’inverno della Regina” e “Intermezzo Tripartito”. Questa volta il nostro capitano si troverà ad affrontare una nuova (ma proveniente dal passato…) e terribile minaccia in grado di mutare drammaticamente le sorti dell’intero universo! Ma gli eventi legati a quest’oscuro ed incombente pericolo lo coinvolgeranno in prima persona in modo molto stringente, come potrete presto scoprire…e poi si spiegherà finalmente perché Esmeralda abbandonò sua figlia, la piccola Mayu, lasciandola sola con Harlock…
Genere: Azione, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Mayu, Nuovo personaggio, Raflesia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                      15. Ombre

 

 

 

 

La regina guardò esterrefatta l’amica studiosa e quest’ultima scoppiò improvvisamente a ridere:

-Accidenti, avevavamo la risposta proprio davanti il naso, ma dobbiamo ringraziare il tuo bel terrorista per avercela disvelata! Magari ci può dire qualcosa pure sul resto dell’enigma, leggiamoglielo!

Purtroppo Zarek non seppe dare ulteriori chiarimenti sulla parte rimanente dell’indovinello, ma si mostrò piuttosto interessato all’intera faccenda: - Se è vera questa storia dell’antico santuario, forse potrei esservi utile, in questi ultimi anni per guadagnarmi da vivere ho fatto la guida esperta in molte zone del pianeta e conosco come le mie tasche anche questa piana, purtroppo di questi tempi anche gli ex eroi se la passano male...

-Fammi capire, Zarek, adesso all’improvviso vorresti addirittura aiutarci, ma ci credi proprio sceme? Gli rispose la regina sarcastica. –Beh, capisco che può sembrare strano, ma in fondo lo faccio anche per la salvezza del mio pianeta, mi ricordo che nelle storie di mio nonno i Metanoidi non erano proprio dei gran simpaticoni, al confronto sbiadisce persino il vostro sanguinario esercito...mentre diceva queste parole lanciò un occhiata ad Ariel.

-In effetti uno come lui potrebbe esserci realmente utile...riflettè Galia...-Sarebbe una proposta da considerare...

-Va bene, disse la regina, -Allora ti prendiamo in parola, ma attento, niente scherzi, che le nostre “sanguinarie” soldatesse ti terranno sempre sotto mira...

-Ma, con tutto il rispetto, siete pazze a fidarvi di questo individuo, le interruppe Ariel scandalizzata, -Questo...bel tomo... solo poche ore fa voleva vendicarsi su di te, Raflesia, e gli dei solo sanno che avrà in mente!

-Io non mi preoccuperei troppo, secondo me ormai è inoffensivo, e poi sarà sorvegliato a vista...le rispose la studiosa.

-Grazie per l’inoffensivo! Commentò l’uomo ironico.

-E tu taci! Lo zittirono in coro le tre amiche.

 

 

 

                                                                          **

 

 

 

L’Arcadia e la Queen Emeraldas erano da poco attraccate all’interno dell’isola spaziale Ombra di Morte. Harlock, il suo equipaggio ed Esmeralda stavano seguendo in diretta le notizie che arrivavano dalla Terra via subspazio. I Meccanoidi, coadiuvati da forze metanoidi avevano sferrato il loro primo attacco dimostrativo al sistema solare colpendo le basi terrestri su Marte. Fortunatamente la terribile arma metanoide capace di inghiottire nel nulla tutto ciò che incontrava sul suo cammino sembrava non essere stata usata. –Probabilmente Helmatia non ha potuto ancora ricostruirla sin da quando Io e Warrius Zero la distruggemmo insieme al Castello Infernale...

Commentò il capitano. –Harlock, sono arrivate in soccorso le forze della SDF, dieci treni, tra cui il Big One, stanno respingendo l’attacco dei Meccanoidi! Comunicò Yuki. –Bene! Sapevo che quei ragazzi sarebbero venuti in aiuto della Terra...ma ora a noi tocca il compito di penetrare nella fortezza volante di Helmatia! Yattaran, abbiamo bisogno di un efficente dispositivo di occultamento da istallare su di uno space wolf con cui avvicinarsi senza problema al planetoide. Io ed Esmeralda tenteremo l’abbordaggio.

-Harlock, vorrei venire anch’io, disse Maetel, -E’ me che vuole Helmatia...

-No, rispose il capitano, -Non sappiamo nulla di quello che potremmo trovare, c’è bisogno di qualcuno che conosce bene i Metanoidi che rimanga sull’Arcadia per ogni evenienza!

-Capitano, lo space wolf sarà pronto tra un ora, inoltre posso fornirvi dei dispositivi di occultamento personale, sono dei giocattolini che ho sviluppato modificando degli aggeggi che avevamo rub…ehm, ritrovato tanti anni fa su di un cargo tirelliano... disse il vicecomandante.

-Bene, rispose Harlock, accennando un sorriso, mi affido al tuo genio...

Un ora più tardi Esmeralda ed il capitano volavano alla volta del planetoide: -Questa volta non hanno disseminato le mine gravitazionali, sarà più facile! Disse la piratessa. Decisero di attraccare vicino a quella che sembrava una grossa bocca di servizio. Assicurarono la navetta a delle ancore magnetiche attaccate alla parete metallica del planetoide, indossarono le mini tute e si avventurarono all’interno di quell’enorme sfera di acciaio. –Se i dispositivi di Yattaran funzionano, dovremmo risultare del tutto invisibili sia alla vista che agli scanner elettromagnetici, disse il capitano. –Ma non agli infrarossi...speriamo bene, rispose Esmeralda. –Tadashi è riuscito a scandagliare molto approssimativamente l’interno del planetoide, abbiamo delle indicazioni piuttosto vaghe di come muoverci all’interno, comunque questo condotto dovrebbe portare nelle zone di servizio e da lì dovremmo risalire al cuore della fortezza, dove dovrebbero trovarsi la metanoide e Mayu!

 

 

 

                                                                         **

 

 

-Ecco, quelli sono i tre giganti, fece Zarek. –Da questo punto si vedono molto bene.

Si erano spostati andando verso est e si trovavano a circa una decina di chilometri dalla catena montuosa. In quel punto la conformazione delle montagne assumeva contorni molto ripidi ed effettivamente il risultato erano quei tre picchi che s’innalzavano, assomigliando a degli enormi aguzzi canini che si stagliavano verso il cielo. –Io li avrei chiamati “dentoni” piuttosto che giganti...commentò Ariel. –Sì, ma giganti è più suggestivo, disse Galia mentre consultava delle carte geologiche. –Ed ora che facciamo? Chiese la regina. –Fatemi controllare un paio di cose...ho una mezza idea che potrebbe essere la strada giusta...continuò la studiosa tirando fuori uno strano attrezzo montato su di un treppiede. –E’ un vecchio teodolite a puntamento laser...Lo diresse verso i monti e, attraverso un piccolo obiettivo, mirò alla vetta di uno dei tre picchi. Fece lo stesso con le altre due vette trascrivendo i dati rilevati sul suo portatile. –Perfetto! E’ proprio come immaginavo!

Disse soddisfatta. –Cioè? Chiesero Ariel e la Regina, mentre Zarek la guardava impressionato.

-Credo di aver risolto l’indovinello...

...allora, i tre giganti li abbiamo, mentre la duplice luce mi pare evidente che siano i due soli di questo sistema, e la linea si riferisce a quando i due soli sono perfettamente allineati con il pianeta, cosa che accade una sola volta ogni quindici anni...ora, ricostruendo la posizione del pianeta e del suo asse sedicimila anni fa e la sua posizione rispetto i soli possiamo mettere tutto nel computer e simulare quella configurazione in modo tale...

-In modo tale...? Chiesero gli altri.

-...In modo tale da ricostruire la posizione esatta delle tre ombre proiettate dai tre picchi esattamente nell’istante di quel particolare evento...voilà!

Sullo schermo del computer la ricostruzione simulata mostrava le tre ombre che s’incrociavano contemporaneamente in un preciso punto della piana. –Quel punto è l’ingresso al santuario! Sentenziò solenne Galia.

-Stupefacente...balbettò Zarek, -Fantastico! Esultò Raflesia, -Impressionante, aggiunse Ariel.

-Bene, ora il mitico Scorpione ci porterà in quel punto preciso del deserto! Concluse l’accademica consegnando all’uomo un foglietto con le coordinate del luogo.

 

 

                                                                           **

 

 

 

Harlock ed Esmeralda avevano percorso già un lungo tratto di quel condotto di servizio, quando improvvisamente si aprì una paratia sulla destra dalla quale uscirono alcuni androidi. –Sono addetti ad operazioni di manutenzione, disse il capitano, -Non ci hanno visto, approfittiamone per entrare! Rapidamente imboccarono la paratia e, attraversato un lungo corridoio, si ritrovarono in un vastissimo ambiente popolato dalle più diverse tipologie di androidi, cyborg e meccanoidi.

-E’ una specie di città che si sviluppa su diversi piani, commentò Esmeralda, -Ricorda molto la struttura che aveva il pianeta di Andromeda... Dovevano muoversi con molta attenzione cercando di schivare quegli esseri che, non potendoli vedere, rischiavano di sbattergli contro. –Presto! Prendiamo quell’elevatore, disse la piratessa indicando un grosso tubo trasparente che s’innalzava al centro di quell’immenso ambiente, -Dovrebbe portarci al cuore della fortezza. Entrarono in quella sorta di ascensore appiattendosi lungo le pareti per evitare di toccare gli altri occupanti che erano entrati con loro. Salirono cinque livelli prima di arrivare a quello che sembrava il centro operativo di quella base. In un lungo e largo corridoio si muovevano decine di soldati meccanoidi che entravano e uscivano da diverse porte, probabilmente sezioni di sosta e smistamento delle truppe che man mano stavano partendo per il sistema solare. –Se non fosse per Mayu, avremmo potuto minare e far saltare in aria questo maledetto posto! Sibilò Esmeralda. –Faremo anche quello, non ti preoccupare, appena l’avremo messa in salvo sarò il primo a piazzare le cariche esplosive! Le rispose il capitano. –Guarda! Fece Esmeralda, -Laggiù c’è Helmatia, -Seguiamola! –E’ un colpo di fortuna averla individuata subito! In effetti il biondo cavaliere metanoide era inconfondibile in mezzo a quella schiera di soldati meccanoidi. –Teniamoci a debita distanza, disse Harlock, -Quell’essere è imprevedibile!

Dopo una lunga camminata la metanoide prese un corridoio laterale ed arrivò ad una piccola porta ad apertura elettronica. –Maledizione, come facciamo ad entrare tutti lì dentro! Mormorò il capitano, -E’ impossibile, dovremo aspettare che esca! Fortunatamente l’aliena riuscì poco dopo e i due pirati ripresero a seguirla. - Si sta dirigendo verso una zona d’imbarco, disse Esmeralda. –Che si fa se lascia il planetoide? –In quel caso torneremo a quella piccola porta e vedremo cosa c’è dietro.

E così fecero.

   
 
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