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Autore: Le_FF_di_Max_Casagrande    14/01/2017    0 recensioni
Questa è la storia di James Potter, come lui me l'ha raccontata.
"Mi chiamo James Potter, mio fratello è il bambino che è sopravvissuto... e sono il prescelto"
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'James Potter'
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Era già da un bel po’ di tempo che era su quel treno.
Era quasi stupefatto del accaduto. Non gli sembrava vero di essere appena salito sull’Hogwarts Express. Al contempo, tuttavia, non ne era incredibilmente sorpreso, non aveva mai dubitato dell’esistenza di Hogwarts, o almeno così ricordava. Ricordava esattamente ogni suo singolo pensiero o opinione riguardo a Harry Potter, ma non ricordava assolutamente nulla per quanto riguardava la sua vita. Solo il suo nome e la sua data di nascita, anche se pure quelli erano vaghi. Non era neanche certo di come si chiamasse, credeva fosse buffo.
Rise tra se e se.
Guardò fuori dalla  finestra,  i campi perfettamente pettinati che si erano visti fino ad allora erano stati sostituiti da una vegetazione fitta e verde scuro, che si presentò a Marco sfocata, data l’elevata velocità del treno. Fece una rapida stima e pensò che Harry e Ron avevano appena incontrato Hermione, alla ricerca del rospo di Neville. Con un po' di fortuna sarebbe passata anche da lui e gli avrebbe fatto la domanda che probabilmente aveva fatto a tutti i Grifondoro.
Di colpo si chiese perchè lo stesse facendo. Perchè se non sapeva neppure chi fosse stava inseguendo quel sogno assurdo? Sapeva che il motivo non era quello che continuava a ripetersi:  è l'unica cosa che ricordi. Era qualcosa di particolare, come se non riuscisse a spiegarselo. Era semplicemente spinto da qualcosa che sapeva, ma non riusciva a ricordare.
-Scusa, hai mica visto un rospo?- disse una voce, interrompendo i pensieri di Marco.
-No, mi spiace- rispose seccamente e rapidamente Marco. Per un attimo si sorprese di se stesso: aveva risposto come un Serpeverde, e ciò era imperdonabile per un amante dei Grifondoro come era. Poteva anche quasi quasi accettare Tassorosso, Corvonero al limite. Ma si sarebbe gettato dalla torre di astronomia anche il secondo giorno se fosse stato smistato in Serpeverde.
Avrebbe dovuto aiutarlo... poi rifletté sul gigantesco sbaglio che aveva commesso: si era lasciato scappare Neville. Alzandosi di scatto, si mise a correre verso il corridoio del treno, sbattendo anche contro la portiera dell'abitacolo. Aperta la porta, si ritrovò d'avanti probabilmente l'unica persona che in quel momento non voleva incontrare: Percy Weasley, che con difficoltà gonfiava il petto per sfoggiare la spilla da prefetto, lo squadrava in quello stesso momento. dio solo sa cosa avrebbe fatto ad un babbano sul treno per Hogwarts. Cosa gli avrebbero fatto? Cancellato la memoria? La sua testa era già vuota senza che nessun mago ci avesse messo le mani sopra.
-Perchè non indossi la tua uniforme?-
-Come?- chiese Marco di tutta risposta, era talmente sicuro di ricevere un'altra domanda che non aveva neanche capito cosa significassero le parole che aveva appena detto Percy.
-Sei del primo anno, vero?- chiese di nuovo Percy senza aspettarsi una risposta -tra meno di trenta minuti arriveremo ad Hogwarts, dovresti indossare la tua divisa- concluse Percy con un tono più da amico che da studente più grande. Notò come un'affinità. 
-Ehm, in realtà avrei un problema e dovrei parlare con...-
-Con?-
-Con il professor Silente-
"Cosa cavolo hai detto, idiota!" imprecò tra se e se Marco, se non lo aveva smascherato Percy, lo avrebbe fatto senza alcun dubbio il preside. Almeno Percy avrebbe negato il permesso per fare una simile sciocchezza, in fondo la carrozza insegnati non era accessibile agli studenti, senza contare che di sicuro il preside aveva certamente qualcosa da fare.
-Credo sia una cosa urgente se devi disturbare il preside, allora vai, è nella carrozza insegnanti, proprio qui accanto-
"Cosa? Ma che razza di prefetto sei se lasci andare un ragazzo di undici anni a disturbare uno dei maghi più importanti della storia?" pensò tra se e se Marco. Ma non era questo il problema, né tanto meno doveva farsi distrarre da un pensiero del genere. Visto che ormai era certo del fatto che esistesse il mondo magico, gli serviva una scusa per non andare dal professor Silente. Iniziando a camminare verso la carrozza degli insegnanti, dopo aver ringraziato Percy dell'informazione, cominciò immediatamente a pensare ad una scusa per uscire immediatamente dalla carrozza.
Ancor prima di accorgersene si ritrovò di fronte alla porta per il vagoni insegnanti. Prima fissò la porta per qualche istante, poi alzò il pugno, che rimase vicino al legno tremante. Non sapeva cosa fare, una qualunque scusa lo avrebbe fatto tornare a posto, ma un'ottima scusa lo avrebbe fatto arrivare al castello. Anche se lo avrebbe comunque smascherato il cappello parlante, per non contare che la stessa Hogwarts gli sarebbe dovuta apparire modificata. Se non ricordava male, la scuola gli doveva sembrare un castello in rovina e doveva avere un impegno importante, se non si stava confondendo con la coppa del mondo di Quidditch. 
Il tremore alla mano involontariamente aveva provocato un fragoroso "toc" sulla porta, che fu seguito da altri fatti, stavolta, volontariamente. Doveva cercare pur sempre di restare credibile. 
Senza aspettare il permesso di entrare, spinse senza troppa forza la porta per udire distintamente le parole "babbano, sta entrando un babbano". All'inizio Marco si fermò, incapace di muoversi e cercando di capire chi avesse parlato. Constatò che la voce era molto simile alla doppiatrice di Sibilla Cooman, la professoressa di divinazione. Con una forza che gli sembrò disumana, Marco continuò a spingere la porta. Intanto pensò, aveva più possibilità correndo via o entrando? Non importava, doveva entrare e provare anche l'impossibile. Notò che il vagono insegnanti era ben differente dagli altri, sembrava più che altro un comune treno babbano, senza gli scompartimenti ma semplicemente con sedili disposti a gruppi di quattro, legati da un tavolo. Le tende delle finestre, queste ultime erano particolarmente grandi, erano, come la tappezzeria, a scacchi neri e grigio chiaro e riportanti lo stemma di Hogwarts. I professori, che Marco capì immediatamente essere uguali agli attori dei film, fissarono la porta a metà tra l'incuriositi e lo spaventati, per poi ritrovarsi di fronte un normale ragazzo di 11 anni.
-Scusate il disturbo, dovrei parlare con il professor Silente-  Interruppe, senza dare neanche peso alle parole che disse, senza neanche pensare alla possibiltà che ciò poteva comportare l'essere scoperto, ma considerando tutto, aveva più possibilità in questo modo che scappando via.
Un imponente  figura si alzò da infondo al vagone, che Marco non riconobbe per la barba tanto che per lo sguardo che era in grado di trasmettere più emozioni contemporaneamente, insieme agli annessi pensieri.
-E cosa volevi dirmi?- chiese Silente, con il solito tono calmo e pacato che si aspettava. Per Marco era impossibile rispondere con un tono che anche solo ci somigliasse a quello che aveva appena sentito, trasse un profondo respiro con il naso, cercando di farlo sembrare normale, e continuò. doveva dire qualcosa di molto grosso, non importava se fosse una bugia o altro, serviva qualcosa che potesse attirare l'attenzione del più grande mago della storia e ritardare il suo intervento su un babbano. Quindi ci pensò un pochino, e sperando semplicemente che fosse l'anno giusto, disse.
-Dovrei darle qualche informazione su Harry Potter, mio fratello-
Solo dopo alcuni secondi il vagone si era diviso in due fazioni distinte: una che pensava fosse uno scherzo di pessimo gusto, e l'altra, chiaramente più numerosa, che non riusciva a credere a quello che Marco aveva detto, ma non ne dubitava comunque. Marco continuò il suo discorso, con una naturalezza quasi innaturale
-Mi chiamo James Potter, figlio di James Potter senior e Lily Evans, e sono il fratello maggiore di Harry...-
-Scusi l'interruzione- interruppe una signora dai lunghi capelli nocciola e dalla faccia parzialmente coperta da occhiali, che Marco, ormai James, dedusse essere la professoressa Cooman -ma lui è il babbano della visione di cui le ho parlato ad inizio viaggio-
Allora in tutto il vagone cominciò uno scrosciare di voci di tutti i professori che dividevano la loro opinione su ciò che era successo, creando un vero trambusto. James, rimase semplicemente fermo lì, senza dire nulla, guardando, a fatica, gli occhi del preside.
-SILENZIO- strillò l'unica professoressa, vestita di una toga verde smeraldo, che era rimasta in silenzio al suo posto, proprio di fronte a quello del professor Silente -Datevi del contegno, per l'amor del cielo. Albus, cosa dovremmo fare?-
Il professor Silente squadrò James da capo a piedi per qualche interminabile secondo. Poi tirò fuori la sua bacchetta, che ormai il ragazzo conosceva bene, e la puntò verso quest'ultimo. Ormai il danno era fatto, era stato scoperto e Silente stava per cancellargli la memoria. Ma la luce che uscì dalla bacchetta non era blu-argentea come doveva essere, ma di un giallo scuro che illuminò i vestiti che mutarono piano piano, ma comunque in pochi secondi: i jeans diventarono neri, la maglietta si tramutò in una camicia bianca mentre la felpa in un gilet di lana grigio scuro, ed in fine, allungandosi, la giacca diventò un lungo mantello nero con lo stemma della scuola cucito sul pettorale destro.
-Sarà il cappello parlante a dire cosa succederà a questo ragazzo-
Il cuore di James accelerò di battito, sapendo di non poter mentire al cappello, mentre i suoi secondi nel mondo magico piano piano finivano, una voce distinta riportò James alla realtà: "Tra tre minuti arriveremo ad Hogwarts"

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