L’inferno era passato. Le urla. Il pianto… Singhiozzavo tra le sue braccia, per dieci minuti buoni non mi mossi.. Poi alzai lo sguardo e lo vidi vicino, troppo, per il mio impulso. Ero attratta da lui, come una calamita… -va meglio?- mi chiese, serio e preoccupato. Sentii il suo respiro caldo. Non riuscii più a trattenermi, e quasi involontariamente mi avvicinai. Anche lui fece lo stesso. Portai le braccia al suo collo, mentre il suo naso mi sfiorò la guancia. Sorrisi, poi avvicinai ancora il mio viso, a sfiorargli le labbra.