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Autore: Roby_chan_    14/01/2017    2 recensioni
Ohayo, Minna!
Ritorno alla carica con un mare di nuove Gruvie, o meglio, non proprio nuove. Sono storie scritte da quando mi sono iscritta su efp, quindi poco più di un anno, e che non ho avuto modo di pubblicare. Sono forse più di dieci e revisionate, pronte per essere lette da tutti gli amanti di questa coppia. Alcune Gruvie saranno spoiler, ma metterò di volta in volta degli avvertimenti a inizio capitolo, così che possiate leggere in tutta tranquillità.
Spero di avervi incuriosito, buona lettura,
Roby-chan
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gray Fullbuster, Lluvia
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Prompt: Vestiti in comune
Genere: romantico, sentimentale, introspettivo
Raiting: giallo
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: Spoiler!
 
Curiosità: l’ispirazione è venuta quando Mashima ha pubblicato un altro dei suoi disegni, o meglio, lui ha pubblicato Lucy con i vestiti di Natsu, e non so quale genio ha fatto la stessa cosa con Juvia! Vi riporto l’immagine citata alla fine della storia. Potete tranquillamente andare a guardarla prima di leggere per farvi un’idea sull’abbigliamento di Juvia ;)
 
 
 
-Juvia, allora io esco- la avvertì il mago del ghiaccio. Avevano deciso che una volta a settimana, a turno, si sarebbero recati nella vicina città per comprare l'essenziale di cui avevano bisogno.
-D'accordo, Gray-sama - acconsentì lei dalla stanza affianco, mentre l'altro si chiudeva la porta alle spalle, prevedendo già la risposta della turchina.
Ma non appena la porta sbattè, non passarono che pochi minuti che la capigliatura turchina di lei fece capolino dalla cucina, guardandosi con circospezione attorno. Era uscito, vero?
Controllò meglio, aprendo anche la porta d'ingresso per assicurarsi che il moro si fosse effettivamente allontanato. Nulla a destra. Nulla a sinistra. Solo le case abbandonate del villaggio e il fruscio del venticello che si era alzato a scuotere i cespugli qua e là.
Tornò nell'abitazione sospirando sollevata e portandosi una mano al cuore, accelerato per l'adrenalina che aveva iniziato a scorrerle dentro. Un veloce sguardo al Weekly Sorciere appoggiato sul piccolo tavolino di legno di fronte al divano, prima di dirigersi con determinazione verso una stanza in particolare. La camera del suo Gray-sama.
Quando fu davanti alla porta chiusa, prese un altro profondo respiro per calmarsi. Non avrebbe mai pensato di fare una cosa del genere, ma a quanto detto sulla rivista dello stregone, era una cosa comune quando ad una ragazza piaceva qualcuno.
Aprì timorosa la porta di quella stanza proibita, non senza un leggero scricchiolio dei vecchi cardini. Non era mai entrata in quella stanza durante quei tre mesi passati al villaggio. Gray glielo aveva impedito, dicendo che sapeva gestire la sua camera benissimo da solo e che non voleva che lei mettesse le mani tra le sue cose. Di cosa si preoccupava poi tanto Gray-sama? Di certo non gli avrebbe rubato nulla. Al massimo avrebbe preso il suo cuscino per annusarlo e sentire il suo odore, immaginando che fosse lui... O forse Gray-sama le voleva nascondere qualcosa? Una rivale in amore?
Quei pensieri le fecero aggrottare leggermente le sopracciglia. Scosse la testa. No, non era il momento di perdersi nelle sue fantasie. Aveva una missione da compiere. Una missione da portare a termine prima del ritorno del moro.
I suoi occhi vagarono curiosi nuovamente per la stanza disordinata, per poi posarsi sul grosso armadio nell'angolo sinistro. Con cautela aprì le ante del mobile, venendo subito inondata dall'odore pungente del legno, aggiunto ad una fragranza più fresca, di menta. Ormai senza più alcun timore, infilò le sue mani in quella miriade di vestiti poggiati disordinatamente, per poi cacciare fuori una maglietta blu piuttosto larga e una lunga giacca bianca. La stessa che per qualche tempo Gray aveva indossato spesso. Senza ulteriori indugi prese a sfilarsi gli indumenti per mettersi quelli del suo amato. Com'erano freschi e confortevoli...
Si avvolse le braccia attorno al busto, immaginando che fossero quelle del suo amato che la stringevano dolcemente. Successivamente prese i suoi panni e li ripiegò con cura, portandoli nella camera di fronte a quella in cui lei si trovava, la propria.
Dopo li avrebbe ripresi, in fondo non c'era fretta. Prima di uscire però pensò bene che forse sarebbe stato meglio aggiungere un tocco di colore al suo nuovo abbigliamento, e così prese velocemente il paio di codine rosse che aveva comprato qualche settimana prima e che non aveva ancora avuto modo di indossare.
Rientrò infine nella stanza del suo amato, guardandosi ancora intorno curiosa, approfittando della sua assenza. Certo che Gray-sama era davvero disordinato... Osservando meglio la stanza, si accorse della presenza, oltre che del letto sfatto, probabilmente da parecchi mesi, anche di qualche giornale e matita senza punta con la quale cercava gli incarichi da portare a termine con lei. Sorrise ancora, riportando alla mente una ad una tutte le missioni svolte insieme, provando anche un senso di malinconia. Molte di quelle le avevano compiute quando erano a Magnolia, a Fairy Tail.
Inconsapevolmente si portò i lembi del colletto della giacca più vicini al viso, per ispirarne il dolce odore, sperando in un conforto. Ma mentre era ancora immersa nei suoi ricordi, un rumore di passi e lo scricchiolio della porta la fecero sobbalzare.
Il ragazzo che affollava i suoi pensieri era lì, di fronte a lei.
-Gray-sama...- riuscì appena a pronunciare, forse più scioccata di lui.
-Juvia, che ci fai in camera mia?- chiese il moro, avvicinandosi di qualche passo con le sopracciglia corrucciate. C'era qualcosa di diverso in lei...
La squadrò da capo a piedi impassibile, per poi accorgersi di quello che la turchina stava indossando. Una maglia lunga e una giacca. La sua giacca. Perché si era messa addosso i suoi vestiti?
La maga intanto era arrossita a dismisura, stringendosi ancora di più nel colletto della giacca per nascondere il volto imbarazzato.
Il moro la studiò per qualche secondo. I capelli turchini, stranamente legati in due morbide codine che lasciavano uscire alcuni ciuffi ribelli, le ricadevano appena sulle spalle, avvolte dalla stoffa bianca della giacca. Le guance erano lievemente arrossate e lo sguardo tenero quanto imbarazzato per essere stata colta in flagrante. Le labbra rosee e piene leggermente dischiuse per la sorpresa.
Inconsciamente avvertì l'affluire del sangue anche sulle proprie guance. Dannazione, perché la trovava adorabile in quel momento? Si costrinse ad abbassare lo sguardo, ma la situazione non migliorò... La maglia. La sua maglia, seppur lunga, non le riusciva a coprire le gambe lisce e snelle. A stento le fasciava i fianchi, fermandosi al di sopra del marchio turchese sulla sua gamba sinistra.
Deglutì a vuoto, improvvisamente con la gola secca. Si voltò poi di scatto, dandole le spalle.
-Toglili- le ordinò. -Ti stanno male- aggiunse poi con un enorme sforzo.
-D'accordo, Gray-sama -sentì dire la maga con voce dispiaciuta.
Perché? Perché il suo cuore era a mille e non poteva fare a meno di pensare che invece le stessero davvero bene? Cosa gli era preso?
Il tonfo di qualcosa che cadeva a terra lo fece voltare sorpreso.
-Juvia cos...- ma le parole gli morirono in gola, notando come la ragazza aveva fatto scivolare a terra la sua giacca e preso i lembi della sua maglia per sfilare anche quella.
-A-aspetta Juvia...- pronunciò agitato lui, bloccandole le braccia. Lei lo fissò confusa.
-Aspetta almeno che sia uscito -spiegò in fretta lui, con un evidente rossore sulle gote. Lo stesso che si dipinse su quelle di lei non appena realizzò quello che stava facendo.
 
Un paio di minuti dopo...
-Gray-sama...- la voce titubante di Juvia lo richiamò. La ragazza era ancora nella sua stanza, ma aveva aperto solo di poco la porta, giusto il necessario per far uscire la voce e parte del viso. Il moro alzò al testa dal divano sul quale si era appoggiato nel tentativo di ritrovare il suo solito contegno.
-Che c'è, Juvia?- chiese lui, sospirando pesantemente. La vista di prima lo aveva sfiancato in una maniera assurda. Eppure lui non aveva fatto nulla! Ma chi gliel'aveva fatto fare di dimenticarsi la lista della spesa? Sarebbe stato di certo meglio se Juvia avesse fatto quella cosa in sua assenza, se proprio ci teneva. Che poi, da dove le era uscita fuori quell'idea assurda?
-Em... Juvia non sa come dirlo...- iniziò lei, sporgendosi appena, ma restando ancora nascosta dietro la porta della stanza del moro. Il mago, d'altro canto, si avvicinò fino a fermarlesi di fronte, curioso ma anche leggermente irritato per il suo comportamento.
-...Juvia ha dimenticato i vestiti puliti nell'altra stanza- confessò, socchiudendo di poco la porta.
Aspetta un attimo. Allora questo voleva dire che lei era lì dietro... solo in intimo?!
Il mago si portò velocemente una mano al volto per nascondere la nuova, e per lui incomprensibile, ondata di rossore che si stava facendo spazio sulle sue guance.
-D'accordo, cosa ti serve? - le chiese subito dopo, distogliendo lo sguardo. Prima la facevano finita con quella storia e meglio era.
-Juvia pensa che la maglia azzurra e bianca con i pantaloncini blu possano andare bene- pronunciò lei rincuorata, richiudendo di nuovo la porta non appena il moro fu entrato nella sua camera.
Era ordinata, non c'era che dire. Si vedeva il tocco femminile. In confronto alla sua, sembrava una stanza di un castello. Voltò lo sguardo, osservando il letto blu ben sistemato, così come quelle poche cose che si era fatta comprare per abbellire e rendere più confortevole quella triste stanza. Si diresse poi verso il grande armadio, aprendolo. I vestiti erano riposti in ordine, occupando gran parte dello spazio. Ma quanti vestiti aveva? Non si era mai accorto che ne avesse così tanti. Frugò velocemente tra gli indumenti, cercando di non metterli troppo in disordine con i suoi modi poco delicati, ma ad occhio e croce poteva sicuramente affermare che della maglia che cercava la turchina non ce n'era traccia. Si chiese anche se fosse quella che si ricordava lui… in fondo non aveva mai prestato molta attenzione al suo abbigliamento.
Dopo qualche altro secondo sospirò sconfitto, per poi ritornare a mani vuote dalla ragazza.
-Senti, Juvia...- la chiamò lui dall'altra parte della porta, ancora chiusa. -... forse è meglio se ti prendi da sola i vestiti- le propose, aspettando una sua conferma.
-Ma come può fare Juvia ad uscire?- chiese la ragazza perplessa, probabilmente appoggiata alla porta per riuscire a sentirlo.
-Io mi metto sul divano e chiudo gli occhi. Tu intanto vai di là e prendi quello che ti serve- le spiegò lui.
-D'accordo -acconsentì la turchina, per poi attendere ancora qualche secondo prima di riaprire la porta, giusto il tempo di aspettare che Gray-sama facesse come aveva detto.
Silenziosamente sgattaiolò fuori dalla stanza del moro per entrare nella sua. Tirò velocemente fuori dal suo armadio la maglia e i pantaloncini che aveva descritto al moro, avviandosi di nuovo verso l'altra camera.
-Juvia, hai fatto?- chiese il moro, stanco di quella situazione, aprendo poi gli occhi, convinto che fosse entrata nella propria stanza.
-Ops- ma la caduta dalle braccia della ragazza dei pantaloncini le impedirono di sentirlo, accovacciandosi poi sulle gambe per raccoglierli. A volte era davvero sbadata, ma in fondo non era successo nulla di grave...
Tutt'altra reazione colse il moro. La vista di una Juvia accovacciata, e per giunta in intimo, lo fece arrossire come non mai. L'aveva già vista in costume da bagno moltissime volte, eppure quello non gli permetteva di prenderla alla leggera. Insomma, l'intimo era diverso dal costume!
La vide alzarsi dalla sua posizione, notando subito com'era snello e perfetto il suo fisico slanciato. E in un attimo maledisse la sua testa e i suoi ormoni che lo stavano facendo impazzire. Doveva chiudere gli occhi in fretta, prima che Juvia, voltandosi, potesse vederlo.
Con un enorme sforzo si portò una mano sudata al viso in fiamme, forse con troppa forza, perché il rumore che aveva provocato attirò l'attenzione della ragazza.
Autocontrollo. Doveva ritrovare il suo autocontrollo. Ma pensarlo era diverso da farlo, e la presenza della turchina ancora nella stanza non lo aiutava affatto. Cosa aspettava a tornare nella sua camera?
-Gray-sama...- sentì pronunciare in modo incerto.
No, ti prego. Fa che non lo chieda. Fa che non lo chieda...
-...tutto bene?- ecco. Gliel'aveva chiesto.
-Certo- pronunciò meccanico lui, con un tono forse un po' troppo alto per i suoi standard.
La turchina lo osservò ancora per qualche istante, pensando di essersi sbagliata. Così si voltò e ritornò in fretta nella stanza del moro per finire di cambiarsi.
 
Qualche altro minuto dopo...
-Juvia ha fatto, Gray-sama- la voce allegra della ragazza gli arrivò alle orecchie.
-Perché Gray-sama ha ancora la mano sugli occhi?- chiese poi, confusa dalla stana posizione dell'altro. Era rimasto in silenzio e immobile.
-Nulla di particolare- pronunciò lui con il suo tono serio, ma consapevole che se solo l'avesse guardata di nuovo in quel momento, avrebbe perso ancora una volta tutta la sua calma.
Decise però poi di alzarsi, seppur esausto, tenendo lo sguardo basso e togliendosi la mano dal viso.
-Ho trovato la lista, quindi vado a fare la spesa- le disse subito dopo, pronto ad allontanarsi il prima possibile da quella stramba situazione.
-Gray-sama è rosso in viso- gli fece però notare candidamente la turchina, ancora con una punta di confusione nella voce.
Il mago arrossì ancora di più se possibile a quelle parole. -E'-E' colpa della mano sul viso- si affrettò a spiegare.
-Io vado- aggiunse poi, senza lasciare alla ragazza nemmeno il tempo di porgli delle altre domande, ma sbattendo la porta e lasciandola lì, confusa e già persa in nuove fantasie e supposizioni. E chissà che una di quelle più strambe non rispecchiasse proprio la realtà.
Intanto il moro si allontanava da quella piccola casetta, ancora pensieroso su quelle strane sensazioni che aveva provato, chiedendosi poi perché Juvia si comportava sempre in maniera così diversa dalle altre ragazze, anche se proprio questo la rendeva unica. Ma soprattutto... perché  cavolo non era rimasta in camera sua per vestirsi?!


 
 
Nda:
 
Ahh, ma come mi piace vederlo arrossire, ahahah. Sarà tipo la decima volta che lo dico su efp.
Francamente non so che aggiungere, penso che la storia parli da sé… e anche i pensieri di Gray XD
L’innocenza di Juvia è sempre un ottimo modo per vederlo in difficoltà, e io ne approfitto, ihih.
Ad ogni modo spero che la storia vi sia piaciuta come sempre e… alla prossima, minna!
Baci, Roby-chan
 
 

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