Allora ho solo due piccole
dediche da fare...
La prima a Selhin che mi sopporta
tutte le sante volte che scrivo qualcosa. (grassie mille tata)
La seconda a
Lusty perchè scrive un
sacco di ZoSan fantastiche e questo è il mio modo di ringraziarla.
Ringrazio
inoltre tutti coloro che hanno letto e commentato l'altra mia fic. grazie a
tutti non sapete quanta carica mi danno i vostri commenti, grazie
davvero.
Wet Shirt
“Uomo in mare!”
Non era strano
sentire la voce della navigatrice urlare quelle parole, anzi era una routine,
una frase ripetuta così spesso che ormai nemmeno mentre usciva dalle labbra
della rossa aveva più quel tono di emergenza con cui si è soliti
pronunciarla.
Figurarsi poi se la ciurma si preoccupava di accorrere con
solerzia al richiamo.
Quello che seguiva non era il panico, né la prontezza
che ci si aspetterebbe nelle emergenze.
Tutti i “nuotatori” della nave si
riunivano sul ponte ed iniziava un gioco di sguardi per decidere chi sarebbe
stato il fortunato a salvare il capitano.
Nami veniva esclusa in
partenza e nessuno osava ribattere sulla sua decisione, anche perché dal suo
sguardo si capiva fin da subito come sarebbe finita se fosse stata costretta a
tuffarsi in acqua.
Alla fine dei giochi rimanevano sempre Zoro e Sanji,
perché Usopp aveva ogni volta qualche nuova malattia che gli impediva ogni tipo
di contatto con l'acqua salata.
E mentre Rufy rischiava l'annegamento,
spadaccino e cuoco si impegnavano in una violenta battaglia di sguardi.
Ma
bastava una semplice provocazione del verde, una di quelle che si insinuano con
le unghie proprio nel cuore del tuo orgoglio, che il biondo era già in acqua a
menare bracciate.
Gli era terribilmente difficile ammetterlo, ma Zoro era
perfettamente consapevole di provocare quella reazione di proposito, e non tanto
per evitare di tuffarsi in mare, quello era il minore dei suoi problemi, ma
perché alla fine di tutto, quello era uno dei suoi più grandi vizi.
Non tanto
provocare Sanji, quella poteva definirsi monotonia, un rito abituale, ma
l'osservare dettaglio per dettaglio il ritorno del cuoco con il capitano
sottobraccio.
Si perché osservare il biondo, mentre faticosamente saliva a
bordo della nave con la camicia intrisa di salsedine e completamente
trasparente, poteva definirsi davvero il più grande vizio dello
spadaccino.
Ma un vizio simile non sarebbe niente, solo una piccola e
semplice perversione che tutti si concedono almeno una volta nella vita, il vero
problema di Zoro era quello che accadeva dopo.
Dopo quella perversione si
trasformava lentamente in ossessione, e l'ossessione diventava bisogno,
animalesco e travolgente.
Un bisogno che veniva soddisfatto solo durante la
notte, mentre sentiva il pallido calore del cuoco avvolgerlo e i gemiti
soffocare tra le sue labbra.
Durante quelle notti si lasciavano consumare
dalle fiamme di quel piacere, fino a quando il fuoco dentro di loro non
diventava il timido tepore che li trovava avvolti in un abbraccio alle prime
luci dell'alba.
E lo spadaccino iniziava nuovamente la sua solita giornata
convinto che la passione consumata in quella notte fosse solo frutto della sua
abitudinaria perversione.
Solo il cuoco si soffermava a riflettere su quanto
fosse strana una simile disattenzione da parte di Zoro, soprattutto mentre era così
concentrato sui particolari.
Possibile che in tutta la sua ingenuità non si
fosse ancora accorto che lui indossava sempre e solo camicie bianche quando Rufy
cadeva in mare?