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Autore: CrazyFantasyWriter    16/01/2017    0 recensioni
7° libro alternativo.
Harry non sa più cosa fare. Silente è morto e ormai lui è solo. Ha gli amici di sempre, dovrà pensare a quello, all'amore. Tra segreti da scoprire e nuovi ricordi che lo tormentano sarà ancora in bilico tra la vita e la morte per la salvezza del mondo magico e delle persone che ama.
Inizia tutto con una lettera. Dopo averla letta Harry sa che nulla sarà più come prima.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Prologo

Silente era morto, Voldemort aveva vinto.

Era finita.

La cosa peggiore in tutta quella storia era che Harry continuava ad essere solo nella vecchia stanza di Dudley, con degli zii che lo odiavano e senza la possibilità di fare qualcosa. Voleva agire, partecipare alle riunioni dell'ordine, sapere quale sarebbe stata la prossima mossa di Voldemort. Voleva ammazzarlo o farsi ammazzare, bastava che finisse quello strazio. Non avrebbe più permesso a nessuno di morire per colpa sua. Non ce la faceva più a reggere tutte quelle morti ingiuste.

Erano ormai le undici del mattino nella casa dei signori Dursley al numero 4 di Privet Drive ed Harry stava fissando il soffitto dalla sera prima. Sperava di trovare una soluzione a quella situazione di stallo che lo stava facendo impazzire, ma l'unica cosa che aveva trovato erano un paio di ragni che correvano tranquilli sulla parete, e di certo non avrebbe sconfitto il Signore Oscuro con il potere dei ragni.

Si era quasi deciso ad alzarsi quando qualcuno bussò alla porta, e non bussava mai nessuno alla sua porta. Quel fatto curioso lo fece scendere dal letto alla velocità della luce per poi fargli fare un salto fino alla parta e aprirla.

Si ritrovò di fronte ad una zia Petunia preoccupata, non era la prima volta che Harry la vedeva preoccupata, si disperava sempre per il suo povero bambino Dudley, ma qualcosa gli diceva che questa volta il cugino non c'entrava nulla.

“Ho bisogno di parlarti” disse secca, cercando di cancellare quell'espressione preoccupata dal proprio volto.

“Okay” rispose automaticamente Harry, e si scansò dalla porta, in modo che la zia potesse entrare.

Erano anni che non si trovavano soli nella stessa stanza, e probabilmente zia Petunia non era mai entrata in quella camera da quando era diventata di Harry. Il ragazzo si guardò intorno, poi abbassò lo sguardo, vergognandosi un po'. La camera era un disastro totale. C' era la gabbia di Edvige tutta sporca di cacca, il baule di Hogwarts aperto a terra affianco al letto con tutti i vestiti buttati sopra, i libri di scuola impilati sul comodino e il letto sfatto. Il tutto era circondato da un forte odore di chiuso, segno che da quando Harry era tornato a casa una settimana prima non aveva mai aperto la finestra.

“Oh” fece zia Petunia, soffermandosi con lo sguardo sulla gabbia di Edvige, la civetta si mosse bruscamente per spulciarsi un'ala, e la zia sobbalzò.

“Cosa dovevi dirmi?” chiese Harry.

“So tutto” disse la donna, “Mi hanno spedito una lettera dal Ministero”

Harry era sorpreso.

“Il Ministero della Magia?”

“Sssh, non vorrai mica che la gente senta!” lo rimproverò la zia.

Harry non voleva irritarsi, dopotutto era già una gran cosa che la zia non lo avesse sgridato per il disordine, quindi prese un respiro e chiese:

“Quindi?”

Petunia si strinse le mani, come se fosse agitata per un esame, poi le liberò e tirò fuori un foglio di carta dalla tasca del grembiule e la porse ad Harry.

“Cos'è?”

“Vedrai” rispose nervosa, “Ora prepara il baule, porta via tutto, noi... dobbiamo andare via da qui”

“Cos-”

“Non c'è tempo. Avremmo dovuto farlo tempo fa.”

Harry era scioccato. La zia lo stava praticamente cacciando di casa dopo anni che aveva sognato un momento del genere, e lui non aveva intenzione di andarsene. Era tutto troppo affrettato, strano.

“Almeno spiegami perché... non capisco. Credevo sareste andati via il giorno del mio compleanno.”

“Non si può più. Nella lettera c'è scritto tutto.” la zia aveva ripreso a tormentarsi le mani, “Leggila quando sarai dai Weasley.”

“Cosa c'entrano loro?” Harry non capiva più niente.

“Verranno a prenderti a mezzanotte, starai da loro. Noi partiremo domattina, ma c'è scritto tutto lì” e indicò la lettera in mano ad Harry. Poi si avvicinò alla porta, pronta ad uscire, “Noi stasera andiamo a cena fuori, torneremo dopo che...” esitò, come se volesse dire altro, poi andò via.

Harry rimase immobile sull'uscio della stanza ad ascoltare il rumore dei passi attutiti dalla moquette fino a quando sentì chiamare il suo nome. Si sporse fuori dalla porta e la zia era in cima alle scale, con gli occhi arrossati, l'aveva vista così solo una volta, quando un paio di anni prima lui e Dudley erano stati attaccati dai dissennatori.

“Sta attento”.




NOTE:
Buongiorno gente,
sono davvero secoli che non posto fanfic ma eccomi qua. Nuova ideuzza nata dal niente mentre guardavo Westworld (no, non ho intenzione di fare un crossover).
Spero vi piaccia, ci tengo a questa idea, mi piace ed era tantissimo che non mi facevo catturare così dalla scrittura, quindi ci terrei a concludere la storia.

Fatemi sapere se vi piace e se siete curiosi di leggere il prossimo capitolo che pubblicherò giovedì/venerdì.
:)
Baci

 
  
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