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Autore: Eustass_Sara    16/01/2017    1 recensioni
Sin da piccoli ci dicono che l'amore è bello, che può farti soffrire ma che ti regala poi il doppio della gioia, che ha mille strade, mille facce e nessuna regola. Ci dicono la classica frase fatta "gli opposti si attraggono", sorridendo e poi ci dicono che alcune cose sono inconciliabili persino per l'amore. Cose come bene e male, ad esempio.
Ma nessuno ci dice che gli opposti si attraggono sempre e comunque.
Nessuno ci dice che l'amore, così sregolato e potente, non può essere controllato.
Questo è ciò che impareranno una giovane strega e un ladro.
Lei che ha votato i suoi poteri al bene.
Lui che ha votato le sue qualità al male.
Una storia d'amore non voluta, non cercata, ma che ha bussato alla loro porta lo stesso. Una storia complicata, sofferta, oscura, fragile e salda al tempo stesso. Una storia che in genere non viene raccontata ma che io cercherò di raccontarvi lo stesso con i momenti più dolci, i più sofferti, i più cruciali, i più spensierati.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Red X, Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2.



Il primo dialogo che Corvina ebbe con Red x non lo aveva cercato, non se lo aspettava e soprattutto non in certe circostanze.
Era passato poco più di un mese dall'ultima volta che i Titans l'avevano combattuto, quando Rosso si rifece vivo; così, all'improvviso, irruento e con un piano ben delineato in mente. Il suo obbiettivo era recuperare un cip piccolo, stipato all'interno di una cassaforte nell'ufficio del museo antico di Jump City. Cosa poteva esserci di così tanto interessante in un cip appartenente a un museo, non si sapeva, specie perché la persona interessata era un ladro pericoloso e intelligente, poco avvezzo a rischiare la galera per manufatti o mummie.

In quel cip doveva esserci qualcosa di molto importante per attirare l'attenzione di Red x. Un ragionamento logico su cui Corvina si era buttata senza troppi complimenti, determinata a scoprire cosa catturasse l'interesse dell'unico criminale che non aveva mai rappresentato una minaccia per l'intera Jump City. Il piano dei Titans era comunque lo stesso: combattere, sfinire il criminale e farlo arrestare. Non facile, certo, ma pulito e preciso. Si erano introdotti nel museo, cercando di individuare il ladro che correva fra i corridoi dell'edificio chiuso e avvolto dalla notte; scovarlo fu difficile, perché i suoi passi erano soffici e felini come quelli di un gatto, inoltre era veloce e si muoveva come se avesse imparato a memoria la piantina dell'edificio.

Alla fine lo trovarono. Mentre cercava di scassinare la cassaforte in cui si supponeva ci fosse il cip, Robin aveva spalancato la porta e l'attacco era partito subito, senza troppi preamboli. L'ufficio ordinato presto fu un caos di fogli e mobili ribaltati, la cassaforte dimenticata, Titans contro Red x. Dall'ufficio passarono al tetto e lì le cose precipitarono troppo in fretta perché un solo Titan potesse reagire.

Stella fu colpita.
Robin perse il controllo.
Cyborg urlò il nome del leader.
Bibi non riuscì ad avvicinarsi nemmeno un po' per trattenerlo.
Rosso fu ferito a un fianco.
Corvina era paralizzata.

Solo dopo Bibi e Cyborg riuscirono a raggiungere Robin e impedirgli di aggravare a situazione. Ma mentre Stella si rialzava un po' traballante e il leder sfogava la sua ira urlando, Red x riuscì a fuggire. Solo la giovane strega si accorse dell'eccessiva fatica che il ladro impiegò per scappare e della mano premuta con forza sul fianco. I suoi occhi violetti continuarono a osservare il ragazzo che fuggiva, spaventata, paralizzata e spaesata. Robin non aveva mai mostrato simili comportamenti se si escludeva l'intera faccenda di Slade e ritrovarsi lo stesso leader di quella volta, non era piaciuto a nessuno.

Ma perché solo Corvina aveva osservato Red x? Perché nessuno si era preoccupato di inseguirlo? Non era da Robin non urlare un “inseguitelo!”, non era dagli altri rimanere lì affianco al leader in apprensione come se a quest'ultimo fosse appena stata recapitata una brutta notizia. Forse sbagliava Corvina a dare tanto peso al ladro?

Beh, questo è certo.

Quella vocina fu prontamente zittita e la giovane strega tornò alla T-Tower con l'amaro in bocca per il mezzo fallimento di quella notte, come tutti del resto. Tornò e si rinchiuse nella sua stanza in silenzio, con la bruciante sensazione di non essersi posta le giuste domande, di star sbagliando qualcosa nel suo ragionamento, che il problema non era la reazione dei Titans. Lei odiava quella sensazione: la teneva sempre sveglia, gli occhi sbarrati a fissare il soffitto e i pensieri che correvano tanto veloci da farla innervosire.

Poi ripensò a Red x. Ripensò alla sua fuga scoordinata, alla ferita che gli aveva inflitto Robin e alla mano che aveva tenuto premuta sul fianco leso. Per chissà quale ragione, Corvina zittì a prescindere la vocina che cercava di dirgli quanto fossero sbagliati quei dubbi, quei pensieri; per la prima volta, zittì la sua coscienza, lasciando che la sua mente vagasse spinta da chissà quale sentimento. Di sicuro la logica non c'entrava, altrimenti non avrebbe mai ripensato alla ferita di Red x, al contrario l'avrebbe scordata nel momento stesso in cui aveva rimesso piede nella T-Tower.

Qualunque cosa fosse ciò che la spinse a fare quegli illogici pensieri, la portò anche ad alzarsi dal letto con stizza e passi felpati. La spinse a richiamare a sé il suo potere che l'avvolse completamente; alzò il cappuccio della sua mantella, tese una mano avanti e passò attraverso la finestra chiusa. Sospesa nel vuoto, Corvina ritirò il suo potere e lo sfruttò per rintracciare il ladro, volando più veloce che poteva.

E lo trovò. Un po' per banale fortuna, un po' per caso e un bel po' grazie ai suoi poteri, lo individuò su un tetto, accasciato in un angolo e ben mimetizzato grazie al costume nero misto alla notte calata da un bel pezzo. Il tempo di posare i suoi piedi sul freddo tetto di un anonimo palazzo e il suo primo dialogo mai avuto con un criminale, iniziò.

-Qualunque cosa hai in mente, te la sconsiglio.-

E lì, la giovane strega si bloccò. Era sola con il ladro, ci stava parlando in un certo senso e lei non era avvezza a quelle situazioni. Lei era brava a usare i suoi poteri, a parlare di tanto in tanto coi suoi amici, a chiudersi nei suoi silenzi e nella sua camera e a nascondersi nell buio. Di solito erano gli altri Titans a controbattere verbalmente coi nemici, difficilmente lei si prendeva tale ruolo. Non faceva per lei parlare, cosa doveva dire? Il desiderio di calarsi ulteriormente il cappuccio sugli occhi, la investì.

Perché i suoi occhi sembravano leggere i suoi?

Alla fine scelse l'unica cosa che poteva riuscirle bene in quei casi: abbassare lo sguardo. Non era timida e non aveva paura, solo che non le piaceva quando la osservavano così intensamente negli occhi. Era fastidioso, lo odiava. In quel momento voleva solo sotterrarsi nelle tenebre più profonde, ma era lì per una ragione e i suoi occhi improvvisamente bassi gliela ricordarono.

-Sei ferito.-

-Non mi dire.-

Di nuovo, rimase spiazzata e zittita. In lei bruciò vivo il desiderio di urlargli contro tutta la stizza che sentiva in quel momento, di mandarlo al diavolo e di lasciarlo lì a soffrire tutto il dolore possibile che quella ferita poteva trasmettergli. Ma a colpirlo era stato Robin e lei voleva, doveva accertarsi che il suo leader non avesse fatto sciocchezze e se così fosse stato avrebbe dovuto rimediare a qualunque costo perché loro non erano criminali. Non si sporcavano le mani in quel modo.

Con furbizia, Corvina si avvicinò in uno scatto a Red x e con la mano destra attivò il suo oscuro potere che bloccò il ragazzo. Come previsto i suoi riflessi erano più lenti, certamente a causa del dolore; con la mano libera, si avvicinò piano al fianco ferito e la sua mano esitò, illuminata di una luce bianca. Quello che stava per fare richiedeva un contatto fisico e lei non era certa di volerlo. Non con un criminale.

È per Robin.

Concentrandosi sulla sua mano, la giovane strega posò piano le dita sul corpo del nemico e un brivido la travolse. Un brivido di disgusto, di orrore e incredulità: ciò che sentiva era del tessuto lacero, la pelle liscia fino a un certo punto e poi un buco. Un buco che si estendeva in lunghezza e, colpo di grazia per il suo stomaco già annodato, sulle sue dita solitamente gelide ora vi era qualcosa di caldo che Corvina si sarebbe rifiutata di guardare anche alla luce del sole. Che diavolo aveva fatto Robin?! Non sapeva se poteva riuscirci, ma doveva rimediare, assolutamente. Anzi lei doveva riuscirci, ad ogni costo.

Ignorò il sussulto di Red x, il suo fiato trattenuto e i muscoli tesi, chiudendo piuttosto i suoi occhi. Doveva ignorare quelli del ragazzo, doveva isolarsi dal mondo circostante, perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Doveva immergersi nei suoi poteri e pregare che fosse sufficiente per richiudere la carne aperta. All'improvviso, tutto quello che percepì fu il vuoto, il buio, il silenzio... la solitudine più profonda e concreta. Ma non era male, anzi: sembrava un rifugio, una piccola tana in cui nascondersi dalle tormente. Poi sentì i suo poteri: avvolgenti, irruenti, agitati. Li richiamò a sé per poi guidarli nella giusta direzione e rilasciandoli, affidandosi completamente ad essi.

Il sospiro di sollievo fin troppo vicino per i suoi gusti, la destò dalla sua concentrazione con un sussulto impossibile da nascondere. Ricomponendosi in fretta, tastò ancora la ferita del ladro, sentendola più piccola e chiusa; era probabile che non si fosse rimarginata del tutto e che necessitasse comunque di cure il prima possibile ma se non altro ora Red x aveva smesso di soffrire, avrebbe potuto alzarsi e... vivere. Ci era riuscita. Aveva rimediato al danno di Robin. Per una volta, si sentiva di aver fatto la cosa giusta nell'ignorare la sua logica, ma quella sarebbe stata la prima e ultima volta.

Si alzò, allontanandosi da Rosso che teneva una gamba stesa e l'altra piegata, braccio sul ginocchio e testa reclinata all'indietro. Il sospiro che gli era sfuggito la diceva lunga su come si sentisse ora, probabilmente stava ringraziando il sollievo inaspettato e la tregua dal dolore. Chissà quanto gli aveva fatto male. Beh, ormai non aveva più importanza: il suo dovere l'aveva fatto, quell'episodio poteva rimuoverlo dalla sua mente e tornare alla sua vita.

-Ti serviranno delle cure, comunque. La mia magia non basta.-

Beh, era doveroso avvisarlo: in quel modo lui si sarebbe curato, lei non avrebbe avuto altre strane sensazioni e ognuno per la sua strada.

-Perché?-

O forse no. Senza il coraggio di abbassarsi il cappuccio e con le spalle già pericolosamente voltate al nemico, Corvina girò appena la testa e vedere Red x in piedi nel tentativo di non vacillare, le fece venire voglia di volare via il più velocemente possibile.

-Perché non siamo assassini.-

E fuggì, pregando di non dover mai più rifare una cosa del genere, né tanto meno di avere altri contatti ravvicinati con il nemico. Non con Red x e non da sola.

Nonostante il dovere svolto e i buoni propositi, Corvina quella notte non chiuse occhio.





Angolino Eustassiano_

.Ok. Mi è appena uscito un poema più che una flash, ma più corta di così giuro che non sono riuscita a farla xD In due sere sono riuscita a rivisitarla la bellezza di sette volte, mi si sono prosciugati gli occhi e credo di essere un po' troppo maniacale con le mie ff. Cosa c'entra tutto questo? Nulla, ovviamente, ma se io non straparlo allora non sono Eustass_Sara e in tal caso vi converrebbe preoccuparvi.
Ciance a parte, ho brutalmente accorciato la non-flash (più che una flashfic, qui abbiamo raggiunto la one-shot.. <.<...) e beh, secondo capitolo = ferita grave per uno dei due pg principali. Quanto sono bastarda da uno a cento? Ma beh, una Corvina che bussa romanticamente alla finestra di Red x in stile Romeo e Giulietta al contrario, non ce la vedevo.
Dite che ci arriveremo mai a un Rosso che raccoglie mazzolini di fiori per Corvina?
Va bene, la pianto. Probabilmente a questa mia uscita si saranno rivoltati occhi e organi a qualcuno di voi (coff coff, Edo, coff coff) e per questo chiedo scusa ma non ho saputo contenermi. E comunque lo sclero/schizzo di Robin merita tante recensioni u.u
Ora però vado a pestarlo perché ha ferito Red x e non lo accetto °impugna la mannaia°.
Prima di rintanarmi nel mio anfratto, vi ringrazio per aver letto fin qua (sopportando i miei deliri), spero che il capitolo vi sia piaciuto e niente, alla prossima! <3
Kiss and Bye



Eustass_Sara






   
 
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