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Autore: truelovealways96    16/01/2017    4 recensioni
Storia nata da un attimo di follia. SPOILER ALERT!
Tutto inizia 3 anni dopo il risveglio di Elena e 1 anno e mezzo dalla scomparsa di...
Volete scoprirlo? Allora date un'occhiata alla storia, sono ben accette critiche e suggerimenti vari, sono alle prime armi e non sono una scrittrice ma solo una fangirl con un pò di immaginazione.
La storia tiene conto della sesta stagione e di molti avvenimenti della settima.
Ho preferito non tenere conto del salto temporale che percorre la settima stagione e inserirlo successivamente, quindi gli avvenimenti della settima di cui ho tenuto conto e che scoprirete nel corso della storia avvengono in tempi ridotti rispetto alla serie.
Vi auguro una buona lettura.
Baci, Stefania.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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3 "Damon.."

Il tempo si fermò. Tutto sembrava muoversi a rallentatore, uno scherzo del destino.
Quel nome appena sussurrato cambiò tutto. Lo sguardo stupito di Bonnie e quello sorpreso di Enzo non lasciarono dubbi.

"In carne ed ossa Bon Bon." Fu la risposta del moro dagli occhi di ghiaccio.

Il ragazzo era lì davanti a loro, poggiato sullo stipite della porta che si teneva un fianco con una mano. Il respiro veloce e irregolare non gli impedì di sfoggiare uno dei suoi soliti sorrisi sghembi.
I capelli scompigliati, la barba incolta, una maglietta bianca sporca e strappata e un paio di pantaloni grigi sporchi di fango e strappati alle caviglie.
La ragazza si portò automaticamente le mani sul viso incredula, la voce le morì in gola.
Tutto ciò che potè fare fu avvicinarsi, sfiorò appena il suo petto rendendosi conto che era davvero lui e lo abbracciò, il ragazzo ricambiò la sua stretta, poggiando il mento sulla testa della mora.
Bonnie soffocò le lacrime stringendo in una mano la maglietta del ragazzo che cercava di calmarla con delle leggere carezze sulla schiena. Enzo li guardava intenerito scambiando un'occhiata con Damon che ricambiò con un sorriso.
Stefan si irrigidì di colpa sentendo la voce di Bonnie nominare suo fratello e lo stesso accadde a Caroline, ne ebbero la certezza quando udirono la voce di Damon.
Ma non serviva l'udito da vampiro per rendersi conto di cosa stava succedendo. Quel sussurrò non arrivò ad Elena ma a raggiungerla fu la voce di Damon.
Il grande salone affacciava proprio sull'atrio e a tutti bastò semplicemente voltarsi per assistere alla scena.
Elena fece cadere le scarpe che reggeva tra le mani, lo sguardo si fissò sul ragazzo, su quel ragazzo che aveva rapito la sua anima senza più lasciarla andare, quel ragazzo che l'aveva lasciata mesi fa e non era più tornato da lei. Rimase immobile, mentre gli altri iniziarono ad avanzare verso il moro che stringeva l'amica
Ogni domanda trovò risposta in pochi secondi. Damon era conciato piuttosto male, Stefan avanzò lentamente raggiungendo Bonnie che nel frattempo si staccò dall'abbraccio, Enzo indietreggiò avvicinandosi a Caroline che portò una mano sul petto intenerita dallo sguardo del suo fidanzato accendersi, ritrovando quella luce che da tempo non percepiva più, una lacrima le scivolò sulla guancia e con una mano la scacciò velocemente rimpiazzandola con un bel sorriso che rappresentava al meglio la felicità che raggiunse non solo il suo cuore ma quello di tutti in quella stanza.

"Mi fate entrare..o volete ammirare ancora la mia bellezza?"

Non era per niente cambiato, spiritoso, ironico e sarcastico come al solito, tanto da far sbucare una risata sulla bocca di tutti. Stefan posò una mano sulla sua spalla, il moro la seguì con lo sguardo per poi incrociare quello di suo fratello, si scambiarono un dolce sorriso e poi il più piccolo lo strinse in una presa ben salda, temeva fosse solo un sogno. Strinse gli occhi per bloccare le lacrime che si affacciarono agli occhi del ragazzo.

"Sei..tornato.." Il ragazzo riuscì a mormorare poche parole, gli sembrava tutto così assurdo e con la mente si ritrovò ad anni prima quando vissero una scena molto simile. La storia si stava ripetendo, mancava solo una bottiglia di bourbon a coronare il tutto. Quella volta Damon era appena tornato dall'altro Lato, entrambi ricordano quell'abbraccio come se fosse ieri.
L'abbraccio durò a lungo, sotto lo sguardo di tutti, il tempo sembrò fermarsi. Il minore si distaccò dal fratello e sorreggendolo lo condusse in casa. Lo sguardo del biondino si posò sulle ferite che il ragazzo riportava chiedendosi quale fosse la causa e cosa fosse successo in quei mesi ma cercò di domare le domande che affollavano la sua testa, non era il momento.
Mentre tutti si affrettavano a cercare di capire cosa fosse successo e a constatare lo stato fisico del moro, lì c'era Elena che aveva indietreggiato di qualche passo, incapace di reagire.
Lo guardava rapita, il suo inconscio credeva ancora che si trattasse di un sogno, un bellissimo sogno, il suo fidanzato era tornato, le sue preghiere erano state ascoltate e il suo desiderio esaudito.
Nonostante tutto rimase ferma, le braccia stese lungo i fianchi e gli occhi fissi su di lui.
Lui si fermò con lo sguardo su di lei e le sorrise, sognava di farlo da mesi, giorni infiniti. Stefan capì subito le intenzioni del fratello e lasciò la presa, il moro avanzò lentamente verso Elena.
Dolci lacrime sfiorano le guance della ragazza.
"Non sei reale."
"Sono io Elena, sono Damon.."
"Sei tornato."
"Sono tornato."
"Mi hai abbandonata.."
"Non ti lascerò mai più, Elena."
Quel breve scambio di battute li separava. La voce tremante di Elena incontrò quella roca di Damon che aveva un nodo alla gola.
Nessuno sapeva ciò che era successo, nessuno conosceva la sua storia e sicuramente il suo arrivo era più che inaspettato. Nonostante l'inferno che aveva vissuto, per l'ennesima volta, l'amore della ragazza lo aveva aiutato ad affrontare tutto.
"Mi hai abbandonata, Damon, mi hai lasciata sola!" Elena ci stava provando, voleva fare la dura, era arrabbiata con sè stessa per non averlo cercato abbastanza e con lui per averla lasciata. Il suo cuore si stava riempiendo di emozioni insostenibili, era tutto troppo forte e pesante per lei, voleva resistergli ma allo stesso tempo non aspettava altro. La sua vita stava iniziando ad avere di nuovo un senso, il suo cuore tornava a battere. Damon sorrideva appena, poteva solo immaginare cosa stava provando in quel momento la sua ragazza. Le si posizionò davanti e le sfiorò il viso con il dorso della mano. Al suo tocco, la ragazza crollò e finì tra le sue braccia.
E le immagini iniziarono a riempire la mente di entrambi.
Il loro primo sguardo. Il loro primo bacio. La loro prima carezza. Il loro primo litigio. Un film di momenti intensi e indimenticabili.
Le lacrime si susseguirono veloci seguite dai singhiozzi, la ragazza si aggrappò alla maglietta del moro come a volerlo trattenere, aveva paura che potesse lasciarla nuovamente. Aveva attraversato l'inferno cercando di vivere senza di lui. I ragazzi li guardavano inteneriti, Stefan strinse a sè Caroline e lo stesso fece Enzo con Bonnie, erano stati fortunati, dopo tutto non avevano mai dovuto affrontare ciò che avevano vissuto Elena e Damon, il loro era davvero un epic love. Stefan è stato il grande amore di Elena, ma Damon è stata la sorpresa più bella della sua vita.
Elena è stata una sfida per Damon.
Damon è stato una sfida per Elena.
Nonostante il destino avverso, il loro amore era cresciuto, scavalcando gli ostacoli che la vita gli poneva. Nessuno aveva creduto in loro all'inizio ma in quel momento non c'erano dubbi, il loro amore poteva superare tutto.
Nessuno osò staccarli o intromettersi in quell'abbraccio.
Nessuno osò rovinare quel momento.
Furono loro a distaccarsi lentamente e a fissarsi così intensamente da far venire i brividi.

"Ora sono a casa."

Queste furono le parole pronunciate dal ragazzo che appoggiò la fronte su quella di Elena, entrambi chiusero gli occhi assaporando ancora quel contatto che da troppo gli era mancato.

Si separono solo per qualche secondo, quando Stefan guidò suo fratello in salotto per farlo sedere ma fu subito raggiunto da Elena.
Non si staccavano gli occhi di dosso. Le domande si fiondarono su Damon che si sentì quasi impotente di fronte a tutte quelle richieste ma sapeva di dover dare una spiegazione. Elena invece si limitava ad accarezzargli il viso che portava ancora i segni di lotta ormai quasi guariti.
"Ragazzi.." Elena alzò una mano verso di loro e in seguito li guardò scuotendo appena la testa.
"Le spiegazioni arriveranno, ora.."
La ragazza poggiò una mano su quella del ragazzo che continuava a stringersi il fianco e gliela spostò leggermente alzando la maglietta, quel gesto fece avvicinare Stefan e Bonnie.

"Hanno..hanno sparato dei proiettili di legno..ho cercato di..ma.." Le parole erano alquanto sconnesse, il ragazzo sembrava ancora scosso.

Per quanto le domande continuassero ad affollarsi nella mente, Stefan si bagnò appena le labbra e si piegò poggiando le ginocchia per terra.

"Che ti hanno fatto?"

Mormorò il ragazzo che non ebbe risposta, suo fratello si limitò ad abbassare lo sguardo.

"Questo ti farà male.." continuò.

A giudicare dal suo sguardo quasi smarrito, probabilmente quel dolore era niente in confronto a ciò che aveva subito o che era successo. Damon si limitò ad annuire e stringeva a mano di Elena, in realtà lei l'aveva afferrata per non lasciarla più.
Con un abile gesto, Stefan infilò l'indice e il pollice all'interno della ferita ed estrasse delle schegge di legno impregnate di sangue. Una smorfia di dolore attraversò il volto di Damon che riprese a respirare normalmente dopo il gesto del fratello. Il ragazzo esaminò la zona per assicurarsi di averle tolte tutte e in pochi secondi la ferita iniziò a rimarginarsi anche se molto lentamente.

"Forse è il caso che ti nutra..sembri molto debilitato."

Propose Bonnie che incontrò subito lo sguardo consenziente di Damon e si offrì successivamente di andare a prendere qualche scorta giù in cantina insieme ad Enzo. Damon non parlava, si limitava a guardarsi intorno come a voler fotografare con la mente ogni volto, ogni angolo, ancora non credeva di essere riuscito a scappare da lì.
Ognuno fremeva nel capire, ma nessuno gli dava fretta, vedere il moro in quella condizione era un novità anche per loro.
Passò una mezz'oretta prima che Damon iniziasse a riprendersi, bevve un paio di sacche di sangue con voracità e subito le ferite si rimarginarono come al solito. I ragazzi sedevano nel grande salotto dove tutto era rimasto bloccato a poco prima. Quel silenzio li stava logorando mentre l'alba di un nuovo giorno li sovrastava.

"Stavate festeggiando.."
La voce di Damon raggiunse tutti che immediatamente si sentirono in colpa per la festa, per tutto. Elena e Stefan si guardarono appena e la ragazza prese la parola.
"Damon, era..una festa..inutile."
Gli altri mimarono un "si" in coro ma il ragazzo accennò un sorriso.
"Ragazzi sono stato via più di un anno, non dovete giustificarvi. E' normale che siate andati avanti..Io vi capisc-"
Caroline era rimasta in disparte tutto il tempo ma si intromise interrompendo il ragazzo.
"In realtà qui non è andato avanti nessuno, Damon..il loro mondo, il nostro mondo non è andato avanti." La ragazza gli sorrise appena e si strinse al suo ragazzo che le accarezzò dolcemente una gamba.
"Cos'è successo, Dam..?" La tanto attesa domanda arrivò proprio da Elena che tra tutti non aveva posto ancora la domanda direttamente.
Il vampiro rimase leggermente spiazziato dalla domanda, o forse di più dalla persona che la fece.
"Elena, forse è il caso che lui riposi..e forse ce lo meritiamo anche noi. Ne parliamo domani.." disse Bonnie notando lo sguardo del ragazzo che subito scosse la testa.
"So che.. è quello che, giustamente volete sapere."
Il ragazzo prese un bel respiro e si bagnò le labbra con la lingua. In quel momento iniziò il racconto che avrebbe portato scompiglio anche nella vita degli altri.

"Quella sera è indelebile nella mia mente, ricordo una ragazza e poi un dolore irradiarsi in tutta la schiena, mi sono svegliato in una cella. Nella quale sono rimasto fino ad oggi.
Eravamo in 10, ognuno era chiuso in una cella singola, sembrava una Augustine 2.0."

Il suo sguardo si posò su Enzo, che subito si irrigidì al ricordo di quell'esperienza. Bonnie notò subito il cambiamento di umore del ragazzo e strinse la sua mano nel tentativo di rassicurarlo da qualsiasi pensiero gli stesse attraversando la mente.

"Poco dopo il mio arrivo si presentò a noi quella che era a capo di tutto, la dottoressa Smith. Con tono saccente ci spiegò che eravamo lì per un grande progetto. Disse che era inutile negare l'esistenza di vampiri, streghe e licantropi e l'unica cosa possibile era sfruttare il tutto a proprio vantaggio. Voleva trovare la cura per ogni male, riuscire a scoprire il segreto dell'immortalità.
La struttura era isolata da un incantesimo e nessuno avrebbe mai potuto localizzarla anche perchè di giorno funzionava come un normale laboratorio di analisi. Collaborava con una congrega, ogni tanto quelle streghe venivano a farci visita durante le torture e si divertivano con le nostre menti già distrutte. Non erano in molte, anzi c'era anche un ragazzo tra loro. Tutt'ora non mi è chiaro del perchè collaborassero.
Ogni giorno era un esperimento diverso, una tortura diversa. Lì sotto tutto era ricoperto di verbena per renderci deboli, anche se avessimo voluto scappare...non avremmo potuto. Non ne avevamo le forze."

Gli sguardi inorriditi dei ragazzi si scontrarono con quello di Damon che stava ricordando quell'orrore. Elena si strinse a lui lasciando scivolare una lacrima che cercò di scacciare prima che lui se ne accorgesse. Damon la strinse appena lasciandole un bacio tra i capelli. Bonnie portò una mano sulla bocca come a voler soffocare qualche gemito, aveva provato ogni incantesimo e non aveva funzionato, non era riuscita nemmeno ad aggirare un incantesimo di protezione. Iniziò a sentirsi ancora più in colpa, provò a mascherare quella sensazione riportando l'attenzione sul racconto di Damon.

"Il loro era un obiettivo onorevole in fin dei conti." Disse ironicamente sospirando appena, nonostante le ferite fossero ormai guarite si sentiva ancora piuttosto debole.
C'era una ragazzina tra i vari collaboratori, fresca fresca di laurea, Katie. Con la scusa di controlli e stronzate varie, veniva sempre lì. Le facevamo pena. O almeno fu quello che pensai, poco dopo invece capìì. Conosceva uno dei ragazzi che era stato rinchiuso, Evan. Mi raccontò che si erano conosciuti prima che lui venisse trasformato in un vampiro, solo pochi anni prima ma per proteggerla, aveva deciso di scappare. I mesi passavano e in qualche modo lei era il nostro unico contatto con il mondo esterno. Alcuni le chiesero di liberarci ma anche se lo avesse fatto prima di oggi, non saremmo riusciti a scappare ridotti come eravamo."

I ragazzi pendevano dalle labbra di Damon e cercavano di mettere insieme i pezzi. Stefan lo guardava pieno di compassione, per quanto il loro rapporto fosse burrascoso e contraddittorio lui non aveva mai vissuto una cosa del genere e per suo fratello era già la seconda volta. Non sarebbe mai riuscito a convivere con quelle torture, con quel peso interiore. Non faceva altro che chiedersi come ci riuscisse Damon, come riuscisse ad affrontare tutto. Caroline notò lo sguardo di Stefan che iniziava ad assentarsi e a cadere nel vortice dei suoi pensieri, la ragazza strinse appena il suo braccio e gli prese la mano stringendola vigorosamente.

"L'incubo non volgeva mai al termine, anzì la situazione peggiorò qualche mese fa quando un gruppo di vampiri ha pensato bene di uccidere l'intera famiglia della Smith e per vendetta il suo piano umanitario è diventato un piano per levarci tutti di torno. Non voleva più servire la scienza bensì se stessa per vendicarsi.
Così ci annunciò che avrebbe trovato il modo per uccidere tutti i vampiri al mondo."

Damon sentiva lo sguardo di tutti su di sè. Caroline portandosi la mano tra i capelli scosse leggermente la testa e interruppe il ragazzo.
"Un modo per uccidere tutti i vampiri al mondo?"
Il peggior scenario si fece strada nella mente di tutti. Damon annuì emettendo un altro sospiro e passò in rassegna i volti quasi storditi dalle sue parole dei ragazzi per poi continuare.

"Inizialmente credemmo stesse delirando, ma le torture non smisero mai anzi, alla verbena si aggiungevano altre strane misture chimiche e ci nutrivano a stento. La ragazzina, Katie, per un periodo non tornò da Evan, inutile aggiungere che pensavamo al peggio. Una settimana fa la vedemmo entrare nel seminterrato insieme alla Smith.
Testa bassa, occhi spenti, assecondava il suo capo e non aveva nemmeno il coraggio di guardarci, la dottoressa con grande orgoglio annunciò che aveva trovato un modo per creare un virus e che presto saremmo stati testati tutti e lasciati in libertà per diffonderlo.
Ripensandoci, la Augustine mi sembra un parco divertimenti in confronto alle torture subite dalla Smith e dai suoi scagnozzi. Credevamo di essere spacciati e mi ci sono trovato così tante volte al capolinea che iniziavo a sentire già il gusto della morte. La Smith non risparmiò nessun particolare. Iniziò ad elencarci tutti i possibili effetti di quel virus e già iniziavo a sentirne il manifestarsi al solo pensiero."

Una lacrima scivolò lungo la guancia del vampiro centenario. Una singola lacrima che si infranse sulla bocca. Alzò lo sguardo verso i suoi compagni mostrando le iridi velate da uno strato di lacrime che tentò di soffocare inutilmente. Calde lacrime si susseguirono silenziose e seguì un profondo silenzio. Nessuno aveva visto mai Damon piangere, almeno non così apertamente. Nessuno lo aveva visto ridotto in quel modo. Damon Salvatore aveva sepolto l'ascia di guerra con la sua armatura. La stessa Caroline che non aveva mai provato molta simpatia per l'uomo sentì lo stomaco stringersi in una morsa, gli occhi di Bonnie ed Elena già lucidi, lasciarono andare delle lacrime che rigarono i loro visi. Enzo accarezzava la schiena della sua ragazza con lo sguardo basso e Stefan fissava il vuoto, non sentiva nemmeno più la mano della sua ragazza che stringeva la sua.
Poco dopo Damon si passò entrambe le mani sul viso e si schiarì la voce sforzandosi per continuare.

"Due giorni fa Katie è piombata improvvisamente nel seminterrato dove eravamo e ha distribuito a tutti noi delle sacche di sangue dicendoci che il giorno seguente saremmo stati portati tutti di sopra per essere testati, ci intimò di non toccare le sbarre ricoperte di verbena e di conservare le energie. Con grande velocità ci spiegò in modo semplice come fare per uscire partendo dalla sala centrale in cui probabilmente ci avrebbero portato e che lei avrebbe trovato un modo per mandarci un segnale e darci il via per agire.  Evan, come tutti noi, era rimasto sbalordito, sapevamo che lo stava facendo per lui, ma in quel momento pensare che c'era ancora qualcuno che non si era arreso mi dava speranza. Seguimmo le sue istruzioni e come predetto da lei al calare della notte ci hanno portato nella sala centrale. Poco dopo è arrivato il suo avviso, un improvviso blackout durato pochi minuti dandoci la possibilità di prendere alla sprovvista tutti i medici e collaboratori vari e scappare. Le indicazioni di Katie sono state utili ma è scattato una sorta di allarme e ci siamo ritrovati di nuovo in trappola. Fortunatamente è arrivata lei in nostro soccorso facendoci segno di seguirla verso un'entrata secondaria per raggiungere l'esterno."

La voce del ragazzo si arrestò nuovamente. Passò la mano sul viso nuovamente, quei momenti erano così vividi, era successo solo poche ore prima e dopo un sospiro riprese.

"Mentre ci stava spiegando come fare per raggiungere la città...siamo stati raggiunti da alcuni colpi di fucile, Katie è stata presa in pieno e la stessa sorte è toccata anche a noi ma siamo riusciti a scappare. Lei è rimasta li, con Evan..è morto insieme a lei.
Ha sacrificato sè stessa per aiutarci, se non fosse stato per lei non sarei uscito di li..e non sarei arrivato fino a quì."

Il moro abbassò la testa, passandosi la lingua sulle labbra, gli altri non proferivano parola, cosa avrebbero potuto mai dire? Damon era letteralmente scappato dall'inferno. Il ragazzo con un pò di fatica si alzò e raggiunse una delle grandi finestre della villa dando le spalle agli altri, il sole si stava alzando lentamente e illuminava la tenuta.
"Ora è tutto finito Damon. Non possono farti più nulla. Devi solo andare avanti." Disse Elena alzandosi e raggiungendolo.
Stefan si portò entrambe le mani nei capelli ancora sconcertato da quel racconto, la sua mente stava metabolizzando e processando il tutto, lo sguardo vuoto e triste di suo fratello lo preoccupava ancora di più.
"Sei al sicuro, sei a casa. E' finita, e poi ci siamo noi qui con te.." Aggiunse Bonnie nel tentativo di supportare le parole della ragazza, Enzo la guardava leggermente contrariato, certe esperienze non ti abbandonano mai e lui lo sapeva bene, in più non potevano lasciare una pazza con un virus tra le mani a piede libero. Fu Caroline ad esprimere quello che lui stesso stava pensando.
"Dire che è finita mi sembra azzardato, l'ho sentita solo io la parte del 'virus contro i vampiri', non sappiamo cosa hanno in mente quei criminali e con cosa sia fatto questo virus e c'entrano addirittura delle streghe. La pace a Mystic Falls è durata a lungo eh?" disse ironica, le sue bambine stavano per tornare con Alaric e metterle in pericolo era l'ultimo dei suoi pensieri.
"Care, non correre.." Stefan le poggiò una mano sulla spalla che lei scostò sbuffando e si alzò raggiungendo la postazione del barman e tirò fuori una bottiglia di vodka.
"La bionda ha ragione. Posso capire Damon alla perfezione ma di certo andare avanti, dimenticare e chiuderla qui non è la cosa giusta." Aggiunse Enzo, sottraendosi appena dallo sguardo confuso di Bonnie ed Elena.
Damon rimaneva in silenzio ad ascoltare quella che aveva tutte le premesse per diventare una discussione di fuoco.
"Ragazzi, non è il caso di parlarne in questo momento. Siamo ancora tutti abbastanza scossi dalla situazione, Damon è ancora debole e abbiamo bisogno di tempo per capire e decidere il da farsi, tutti!" Sentire quelle parole provenire da Stefan stupì tutti.
Gli occhi di ghiaccio del moro raggiunsero tutti in pochi secondi. Il suo sguardo si indurì di getto. Quella tristezza tornò a celarsi dietro il suo sguardo fermo.
"Io, vi ringrazio per il supporto ma non c'è niente da metabolizzare e capire..non me ne starò con le mani in mano. Tornerò lì a distruggere quel virus. Nessun vampiro morirà per mano di quella stronza, Katie ed Evan non si sono sacrificati per niente."
Elena indietreggiò inciampando quasi nei suoi stessi passi.
"Cosa?"


Angolo autore: ED ECCOCI QUAAAA alla fine del terzo capitolo. SONO IMPERDONABILE, non aggiorno da secoli, ma la vita universitaria mi tiene molto impegnata e ho avuto qualche problema nel decidere tutta la trama da seguire avevo varie idee, ma ho dovuto scegliere quelle più coerenti per l'idea iniziale della storia che avevo. Ecco svelato tutto ciò che è successo, ovviamente ci sarano ancora flashback e dettagli da svelare. Il gruppo è diviso in due parti, chi vorrebbe lasciar perdere tutto e chi invece vuole distruggere questo virus, soprattutto Caroline che ovviamente ha paura per le sue bambine. Man mano la storia si chiarirà sempre di più. So di non essere una scrittrice e mi scuso già da ora per qualche errore, l'ho riletta varie volte ma potrei aver saltato qualcosa. Vi auguro un buon 2017 (anche se in ritardo). Baci, Stefania.

   
 
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