Il tempo si fermò. Tutto sembrava muoversi a rallentatore, uno scherzo
del destino.
Quel nome appena sussurrato cambiò tutto. Lo sguardo stupito di Bonnie e
quello sorpreso di Enzo non lasciarono dubbi.
"In carne ed ossa Bon Bon." Fu la risposta del moro dagli occhi di ghiaccio.
Il ragazzo era lì davanti a loro, poggiato sullo stipite della
porta che si teneva un fianco con una mano. Il respiro veloce e irregolare
non gli impedì di sfoggiare uno dei suoi soliti sorrisi sghembi.
I capelli scompigliati, la barba incolta, una maglietta bianca sporca e
strappata e un paio di pantaloni grigi sporchi di fango e strappati alle
caviglie.
La ragazza si portò automaticamente le mani sul viso incredula, la voce le
morì in gola.
Tutto ciò che potè fare fu avvicinarsi, sfiorò appena il suo petto
rendendosi conto che era davvero lui e lo abbracciò, il ragazzo ricambiò
la sua stretta, poggiando il mento sulla testa della mora.
Bonnie soffocò le lacrime stringendo in una mano la maglietta del ragazzo
che cercava di calmarla con delle leggere carezze sulla schiena. Enzo li
guardava intenerito scambiando un'occhiata con Damon che ricambiò con un
sorriso.
Stefan si irrigidì di colpa sentendo la voce di Bonnie nominare suo
fratello e lo stesso accadde a Caroline, ne ebbero la certezza quando
udirono la voce di Damon.
Ma non serviva l'udito da vampiro per rendersi conto di cosa stava
succedendo. Quel sussurrò non arrivò ad Elena ma a raggiungerla fu la voce
di Damon.
Il grande salone affacciava proprio sull'atrio e a tutti bastò
semplicemente voltarsi per assistere alla scena.
Elena fece cadere le scarpe che reggeva tra le mani, lo sguardo si fissò
sul ragazzo, su quel ragazzo che aveva rapito la sua anima senza più
lasciarla andare, quel ragazzo che l'aveva lasciata mesi fa e non era più
tornato da lei. Rimase immobile, mentre gli altri iniziarono ad avanzare
verso il moro che stringeva l'amica
Ogni domanda trovò risposta in pochi secondi. Damon era conciato piuttosto
male, Stefan avanzò lentamente raggiungendo Bonnie che nel frattempo si
staccò dall'abbraccio, Enzo indietreggiò avvicinandosi a Caroline che
portò una mano sul petto intenerita dallo sguardo del suo fidanzato
accendersi, ritrovando quella luce che da tempo non percepiva più, una
lacrima le scivolò sulla guancia e con una mano la scacciò velocemente
rimpiazzandola con un bel sorriso che rappresentava al meglio la felicità
che raggiunse non solo il suo cuore ma quello di tutti in quella stanza.
"Mi fate entrare..o volete ammirare ancora la mia bellezza?"
Non era per niente cambiato, spiritoso, ironico e sarcastico come al solito, tanto da far sbucare una risata sulla bocca di tutti. Stefan posò una mano sulla sua spalla, il moro la seguì con lo sguardo per poi incrociare quello di suo fratello, si scambiarono un dolce sorriso e poi il più piccolo lo strinse in una presa ben salda, temeva fosse solo un sogno. Strinse gli occhi per bloccare le lacrime che si affacciarono agli occhi del ragazzo.
"Sei..tornato.." Il ragazzo riuscì a mormorare poche parole, gli sembrava
tutto così assurdo e con la mente si ritrovò ad anni prima quando vissero
una scena molto simile. La storia si stava ripetendo, mancava solo una
bottiglia di bourbon a coronare il tutto. Quella volta Damon era appena
tornato dall'altro Lato, entrambi ricordano quell'abbraccio come se fosse
ieri.
L'abbraccio durò a lungo, sotto lo sguardo di tutti, il tempo sembrò
fermarsi. Il minore si distaccò dal fratello e sorreggendolo lo condusse
in casa. Lo sguardo del biondino si posò sulle ferite che il ragazzo
riportava chiedendosi quale fosse la causa e cosa fosse successo in quei
mesi ma cercò di domare le domande che affollavano la sua testa, non era
il momento.
Mentre tutti si affrettavano a cercare di capire cosa fosse successo e a
constatare lo stato fisico del moro, lì c'era Elena che aveva
indietreggiato di qualche passo, incapace di reagire.
Lo guardava rapita, il suo inconscio credeva ancora che si trattasse di un
sogno, un bellissimo sogno, il suo fidanzato era tornato, le sue preghiere
erano state ascoltate e il suo desiderio esaudito.
Nonostante tutto rimase ferma, le braccia stese lungo i fianchi e gli
occhi fissi su di lui.
Lui si fermò con lo sguardo su di lei e le sorrise, sognava di farlo da
mesi, giorni infiniti. Stefan capì subito le intenzioni del fratello e
lasciò la presa, il moro avanzò lentamente verso Elena.
Dolci lacrime sfiorano le guance della ragazza.
"Non sei reale."
"Sono io Elena, sono Damon.."
"Sei tornato."
"Sono tornato."
"Mi hai abbandonata.."
"Non ti lascerò mai più, Elena."
Quel breve scambio di battute li separava. La voce tremante di Elena
incontrò quella roca di Damon che aveva un nodo alla gola.
Nessuno sapeva ciò che era successo, nessuno conosceva la sua storia e
sicuramente il suo arrivo era più che inaspettato. Nonostante l'inferno
che aveva vissuto, per l'ennesima volta, l'amore della ragazza lo aveva
aiutato ad affrontare tutto.
"Mi hai abbandonata, Damon, mi hai lasciata sola!" Elena ci stava
provando, voleva fare la dura, era arrabbiata con sè stessa per non averlo
cercato abbastanza e con lui per averla lasciata. Il suo cuore si stava
riempiendo di emozioni insostenibili, era tutto troppo forte e pesante per
lei, voleva resistergli ma allo stesso tempo non aspettava altro. La sua
vita stava iniziando ad avere di nuovo un senso, il suo cuore tornava a
battere. Damon sorrideva appena, poteva solo immaginare cosa stava
provando in quel momento la sua ragazza. Le si posizionò davanti e le
sfiorò il viso con il dorso della mano. Al suo tocco, la ragazza crollò e
finì tra le sue braccia.
E le immagini iniziarono a riempire la mente di entrambi.
Il loro primo sguardo. Il loro primo bacio. La loro prima carezza. Il loro
primo litigio. Un film di momenti intensi e indimenticabili.
Le lacrime si susseguirono veloci seguite dai singhiozzi, la ragazza si
aggrappò alla maglietta del moro come a volerlo trattenere, aveva paura
che potesse lasciarla nuovamente. Aveva attraversato l'inferno cercando di
vivere senza di lui. I ragazzi li guardavano inteneriti, Stefan strinse a
sè Caroline e lo stesso fece Enzo con Bonnie, erano stati fortunati, dopo
tutto non avevano mai dovuto affrontare ciò che avevano vissuto Elena e
Damon, il loro era davvero un epic love. Stefan è stato il grande amore di
Elena, ma Damon è stata la sorpresa più bella della sua vita.
Elena è stata una sfida per Damon.
Damon è stato una sfida per Elena.
Nonostante il destino avverso, il loro amore era cresciuto, scavalcando
gli ostacoli che la vita gli poneva. Nessuno aveva creduto in loro
all'inizio ma in quel momento non c'erano dubbi, il loro amore poteva
superare tutto.
Nessuno osò staccarli o intromettersi in quell'abbraccio.
Nessuno osò rovinare quel momento.
Furono loro a distaccarsi lentamente e a fissarsi così intensamente da far
venire i brividi.
"Ora sono a casa."
Queste furono le parole pronunciate dal ragazzo che appoggiò la fronte su quella di Elena, entrambi chiusero gli occhi assaporando ancora quel contatto che da troppo gli era mancato.
Si separono solo per qualche secondo, quando Stefan guidò suo fratello
in salotto per farlo sedere ma fu subito raggiunto da Elena.
Non si staccavano gli occhi di dosso. Le domande si fiondarono su Damon
che si sentì quasi impotente di fronte a tutte quelle richieste ma sapeva
di dover dare una spiegazione. Elena invece si limitava ad accarezzargli
il viso che portava ancora i segni di lotta ormai quasi guariti.
"Ragazzi.." Elena alzò una mano verso di loro e in seguito li guardò
scuotendo appena la testa.
"Le spiegazioni arriveranno, ora.."
La ragazza poggiò una mano su quella del ragazzo che continuava a
stringersi il fianco e gliela spostò leggermente alzando la maglietta,
quel gesto fece avvicinare Stefan e Bonnie.
"Hanno..hanno sparato dei proiettili di legno..ho cercato di..ma.." Le
parole erano alquanto sconnesse, il ragazzo sembrava ancora scosso.
Per quanto le domande continuassero ad affollarsi nella mente, Stefan si
bagnò appena le labbra e si piegò poggiando le ginocchia per terra.
"Che ti hanno fatto?"
Mormorò il ragazzo che non ebbe risposta, suo fratello si limitò ad abbassare lo sguardo.
"Questo ti farà male.." continuò.
A giudicare dal suo sguardo quasi smarrito, probabilmente quel dolore era
niente in confronto a ciò che aveva subito o che era successo. Damon si
limitò ad annuire e stringeva a mano di Elena, in realtà lei l'aveva
afferrata per non lasciarla più.
Con un abile gesto, Stefan infilò l'indice e il pollice all'interno della
ferita ed estrasse delle schegge di legno impregnate di sangue. Una
smorfia di dolore attraversò il volto di Damon che riprese a respirare
normalmente dopo il gesto del fratello. Il ragazzo esaminò la zona per
assicurarsi di averle tolte tutte e in pochi secondi la ferita iniziò a
rimarginarsi anche se molto lentamente.
"Forse è il caso che ti nutra..sembri molto debilitato."
Propose Bonnie che incontrò subito lo sguardo consenziente di Damon e si
offrì successivamente di andare a prendere qualche scorta giù in cantina
insieme ad Enzo. Damon non parlava, si limitava a guardarsi intorno come a
voler fotografare con la mente ogni volto, ogni angolo, ancora non credeva
di essere riuscito a scappare da lì.
Ognuno fremeva nel capire, ma nessuno gli dava fretta, vedere il moro in
quella condizione era un novità anche per loro.
Passò una mezz'oretta prima che Damon iniziasse a riprendersi, bevve un
paio di sacche di sangue con voracità e subito le ferite si rimarginarono
come al solito. I ragazzi sedevano nel grande salotto dove tutto era
rimasto bloccato a poco prima. Quel silenzio li stava logorando mentre
l'alba di un nuovo giorno li sovrastava.
"Stavate festeggiando.."
La voce di Damon raggiunse tutti che immediatamente si sentirono in colpa
per la festa, per tutto. Elena e Stefan si guardarono appena e la ragazza
prese la parola.
"Damon, era..una festa..inutile."
Gli altri mimarono un "si" in coro ma il ragazzo accennò un sorriso.
"Ragazzi sono stato via più di un anno, non dovete giustificarvi. E'
normale che siate andati avanti..Io vi capisc-"
Caroline era rimasta in disparte tutto il tempo ma si intromise
interrompendo il ragazzo.
"In realtà qui non è andato avanti nessuno, Damon..il loro mondo, il
nostro mondo non è andato avanti." La ragazza gli sorrise appena e si
strinse al suo ragazzo che le accarezzò dolcemente una gamba.
"Cos'è successo, Dam..?" La tanto attesa domanda arrivò proprio da Elena
che tra tutti non aveva posto ancora la domanda direttamente.
Il vampiro rimase leggermente spiazziato dalla domanda, o forse di più
dalla persona che la fece.
"Elena, forse è il caso che lui riposi..e forse ce lo meritiamo anche noi.
Ne parliamo domani.." disse Bonnie notando lo sguardo del ragazzo che
subito scosse la testa.
"So che.. è quello che, giustamente volete sapere."
Il ragazzo prese un bel respiro e si bagnò le labbra con la lingua. In
quel momento iniziò il racconto che avrebbe portato scompiglio anche nella
vita degli altri.
"Quella sera è indelebile nella mia mente, ricordo una ragazza e poi un
dolore irradiarsi in tutta la schiena, mi sono svegliato in una cella.
Nella quale sono rimasto fino ad oggi.
Eravamo in 10, ognuno era chiuso in una cella singola, sembrava una
Augustine 2.0."
Il suo sguardo si posò su Enzo, che subito si irrigidì al ricordo di
quell'esperienza. Bonnie notò subito il cambiamento di umore del ragazzo e
strinse la sua mano nel tentativo di rassicurarlo da qualsiasi pensiero
gli stesse attraversando la mente.
"Poco dopo il mio arrivo si presentò a noi quella che era a capo di tutto,
la dottoressa Smith. Con tono saccente ci spiegò che eravamo lì per un
grande progetto. Disse che era inutile negare l'esistenza di vampiri,
streghe e licantropi e l'unica cosa possibile era sfruttare il tutto a
proprio vantaggio. Voleva trovare la cura per ogni male, riuscire a
scoprire il segreto dell'immortalità.
La struttura era isolata da un incantesimo e nessuno avrebbe mai potuto
localizzarla anche perchè di giorno funzionava come un normale laboratorio
di analisi. Collaborava con una congrega, ogni tanto quelle streghe
venivano a farci visita durante le torture e si divertivano con le nostre
menti già distrutte. Non erano in molte, anzi c'era anche un ragazzo tra
loro. Tutt'ora non mi è chiaro del perchè collaborassero.
Ogni giorno era un esperimento diverso, una tortura diversa. Lì sotto
tutto era ricoperto di verbena per renderci deboli, anche se avessimo
voluto scappare...non avremmo potuto. Non ne avevamo le forze."
Gli sguardi inorriditi dei ragazzi si scontrarono con quello di Damon che
stava ricordando quell'orrore. Elena si strinse a lui lasciando scivolare
una lacrima che cercò di scacciare prima che lui se ne accorgesse. Damon
la strinse appena lasciandole un bacio tra i capelli. Bonnie portò una
mano sulla bocca come a voler soffocare qualche gemito, aveva provato ogni
incantesimo e non aveva funzionato, non era riuscita nemmeno ad aggirare
un incantesimo di protezione. Iniziò a sentirsi ancora più in colpa, provò
a mascherare quella sensazione riportando l'attenzione sul racconto di
Damon.
"Il loro era un obiettivo onorevole in fin dei conti." Disse ironicamente
sospirando appena, nonostante le ferite fossero ormai guarite si sentiva
ancora piuttosto debole.
C'era una ragazzina tra i vari collaboratori, fresca fresca di laurea,
Katie. Con la scusa di controlli e stronzate varie, veniva sempre lì. Le
facevamo pena. O almeno fu quello che pensai, poco dopo invece capìì.
Conosceva uno dei ragazzi che era stato rinchiuso, Evan. Mi raccontò che
si erano conosciuti prima che lui venisse trasformato in un vampiro, solo
pochi anni prima ma per proteggerla, aveva deciso di scappare. I mesi
passavano e in qualche modo lei era il nostro unico contatto con il mondo
esterno. Alcuni le chiesero di liberarci ma anche se lo avesse fatto prima
di oggi, non saremmo riusciti a scappare ridotti come eravamo."
I ragazzi pendevano dalle labbra di Damon e cercavano di mettere insieme
i pezzi. Stefan lo guardava pieno di compassione, per quanto il loro
rapporto fosse burrascoso e contraddittorio lui non aveva mai vissuto una
cosa del genere e per suo fratello era già la seconda volta. Non sarebbe
mai riuscito a convivere con quelle torture, con quel peso interiore. Non
faceva altro che chiedersi come ci riuscisse Damon, come riuscisse ad
affrontare tutto. Caroline notò lo sguardo di Stefan che iniziava ad
assentarsi e a cadere nel vortice dei suoi pensieri, la ragazza strinse
appena il suo braccio e gli prese la mano stringendola vigorosamente.
"L'incubo non volgeva mai al termine, anzì la situazione peggiorò qualche
mese fa quando un gruppo di vampiri ha pensato bene di uccidere l'intera
famiglia della Smith e per vendetta il suo piano umanitario è diventato un
piano per levarci tutti di torno. Non voleva più servire la scienza bensì
se stessa per vendicarsi.
Così ci annunciò che avrebbe trovato il modo per uccidere tutti i vampiri
al mondo."
Damon sentiva lo sguardo di tutti su di sè. Caroline portandosi la mano
tra i capelli scosse leggermente la testa e interruppe il ragazzo.
"Un modo per uccidere tutti i vampiri al mondo?"
Il peggior scenario si fece strada nella mente di tutti. Damon annuì
emettendo un altro sospiro e passò in rassegna i volti quasi storditi
dalle sue parole dei ragazzi per poi continuare.
"Inizialmente credemmo stesse delirando, ma le torture non smisero mai
anzi, alla verbena si aggiungevano altre strane misture chimiche e ci
nutrivano a stento. La ragazzina, Katie, per un periodo non tornò da Evan,
inutile aggiungere che pensavamo al peggio. Una settimana fa la vedemmo
entrare nel seminterrato insieme alla Smith.
Testa bassa, occhi spenti, assecondava il suo capo e non aveva nemmeno il
coraggio di guardarci, la dottoressa con grande orgoglio annunciò che
aveva trovato un modo per creare un virus e che presto saremmo stati
testati tutti e lasciati in libertà per diffonderlo.
Ripensandoci, la Augustine mi sembra un parco divertimenti in confronto
alle torture subite dalla Smith e dai suoi scagnozzi. Credevamo di essere
spacciati e mi ci sono trovato così tante volte al capolinea che iniziavo
a sentire già il gusto della morte. La Smith non risparmiò nessun
particolare. Iniziò ad elencarci tutti i possibili effetti di quel virus e
già iniziavo a sentirne il manifestarsi al solo pensiero."
Una lacrima scivolò lungo la guancia del vampiro centenario. Una singola
lacrima che si infranse sulla bocca. Alzò lo sguardo verso i suoi compagni
mostrando le iridi velate da uno strato di lacrime che tentò di soffocare
inutilmente. Calde lacrime si susseguirono silenziose e seguì un profondo
silenzio. Nessuno aveva visto mai Damon piangere, almeno non così
apertamente. Nessuno lo aveva visto ridotto in quel modo. Damon Salvatore
aveva sepolto l'ascia di guerra con la sua armatura. La stessa Caroline
che non aveva mai provato molta simpatia per l'uomo sentì lo stomaco
stringersi in una morsa, gli occhi di Bonnie ed Elena già lucidi,
lasciarono andare delle lacrime che rigarono i loro visi. Enzo accarezzava
la schiena della sua ragazza con lo sguardo basso e Stefan fissava il
vuoto, non sentiva nemmeno più la mano della sua ragazza che stringeva la
sua.
Poco dopo Damon si passò entrambe le mani sul viso e si schiarì la voce
sforzandosi per continuare.
"Due giorni fa Katie è piombata improvvisamente nel seminterrato dove
eravamo e ha distribuito a tutti noi delle sacche di sangue dicendoci che
il giorno seguente saremmo stati portati tutti di sopra per essere
testati, ci intimò di non toccare le sbarre ricoperte di verbena e di
conservare le energie. Con grande velocità ci spiegò in modo semplice come
fare per uscire partendo dalla sala centrale in cui probabilmente ci
avrebbero portato e che lei avrebbe trovato un modo per mandarci un
segnale e darci il via per agire. Evan, come tutti noi, era rimasto
sbalordito, sapevamo che lo stava facendo per lui, ma in quel momento
pensare che c'era ancora qualcuno che non si era arreso mi dava speranza.
Seguimmo le sue istruzioni e come predetto da lei al calare della notte ci
hanno portato nella sala centrale. Poco dopo è arrivato il suo avviso, un
improvviso blackout durato pochi minuti dandoci la possibilità di prendere
alla sprovvista tutti i medici e collaboratori vari e scappare. Le
indicazioni di Katie sono state utili ma è scattato una sorta di allarme e
ci siamo ritrovati di nuovo in trappola. Fortunatamente è arrivata lei in
nostro soccorso facendoci segno di seguirla verso un'entrata secondaria
per raggiungere l'esterno."
La voce del ragazzo si arrestò nuovamente. Passò la mano sul viso
nuovamente, quei momenti erano così vividi, era successo solo poche ore
prima e dopo un sospiro riprese.
"Mentre ci stava spiegando come fare per raggiungere la città...siamo
stati raggiunti da alcuni colpi di fucile, Katie è stata presa in pieno e
la stessa sorte è toccata anche a noi ma siamo riusciti a scappare. Lei è
rimasta li, con Evan..è morto insieme a lei.
Ha sacrificato sè stessa per aiutarci, se non fosse stato per lei non
sarei uscito di li..e non sarei arrivato fino a quì."
Il moro abbassò la testa, passandosi la lingua sulle labbra, gli altri non
proferivano parola, cosa avrebbero potuto mai dire? Damon era
letteralmente scappato dall'inferno. Il ragazzo con un pò di fatica si
alzò e raggiunse una delle grandi finestre della villa dando le spalle
agli altri, il sole si stava alzando lentamente e illuminava la tenuta.
"Ora è tutto finito Damon. Non possono farti più nulla. Devi solo andare
avanti." Disse Elena alzandosi e raggiungendolo.
Stefan si portò entrambe le mani nei capelli ancora sconcertato da quel
racconto, la sua mente stava metabolizzando e processando il tutto, lo
sguardo vuoto e triste di suo fratello lo preoccupava ancora di più.
"Sei al sicuro, sei a casa. E' finita, e poi ci siamo noi qui con te.."
Aggiunse Bonnie nel tentativo di supportare le parole della ragazza, Enzo
la guardava leggermente contrariato, certe esperienze non ti abbandonano
mai e lui lo sapeva bene, in più non potevano lasciare una pazza con un
virus tra le mani a piede libero. Fu Caroline ad esprimere quello che lui
stesso stava pensando.
"Dire che è finita mi sembra azzardato, l'ho sentita solo io la parte del
'virus contro i vampiri', non sappiamo cosa hanno in mente quei criminali
e con cosa sia fatto questo virus e c'entrano addirittura delle streghe.
La pace a Mystic Falls è durata a lungo eh?" disse ironica, le sue bambine
stavano per tornare con Alaric e metterle in pericolo era l'ultimo dei
suoi pensieri.
"Care, non correre.." Stefan le poggiò una mano sulla spalla che lei
scostò sbuffando e si alzò raggiungendo la postazione del barman e tirò
fuori una bottiglia di vodka.
"La bionda ha ragione. Posso capire Damon alla perfezione ma di certo
andare avanti, dimenticare e chiuderla qui non è la cosa giusta." Aggiunse
Enzo, sottraendosi appena dallo sguardo confuso di Bonnie ed Elena.
Damon rimaneva in silenzio ad ascoltare quella che aveva tutte le premesse
per diventare una discussione di fuoco.
"Ragazzi, non è il caso di parlarne in questo momento. Siamo ancora tutti
abbastanza scossi dalla situazione, Damon è ancora debole e abbiamo
bisogno di tempo per capire e decidere il da farsi, tutti!" Sentire quelle
parole provenire da Stefan stupì tutti.
Gli occhi di ghiaccio del moro raggiunsero tutti in pochi secondi. Il suo
sguardo si indurì di getto. Quella tristezza tornò a celarsi dietro il suo
sguardo fermo.
"Io, vi ringrazio per il supporto ma non c'è niente da metabolizzare e
capire..non me ne starò con le mani in mano. Tornerò lì a distruggere quel
virus. Nessun vampiro morirà per mano di quella stronza, Katie ed Evan non
si sono sacrificati per niente."
Elena indietreggiò inciampando quasi nei suoi stessi passi.
"Cosa?"
Angolo autore: ED ECCOCI QUAAAA alla fine del terzo capitolo. SONO
IMPERDONABILE, non aggiorno da secoli, ma la vita universitaria mi tiene
molto impegnata e ho avuto qualche problema nel decidere tutta la trama
da seguire avevo varie idee, ma ho dovuto scegliere quelle più coerenti
per l'idea iniziale della storia che avevo. Ecco svelato tutto ciò che è
successo, ovviamente ci sarano ancora flashback e dettagli da svelare.
Il gruppo è diviso in due parti, chi vorrebbe lasciar perdere tutto e
chi invece vuole distruggere questo virus, soprattutto Caroline che
ovviamente ha paura per le sue bambine. Man mano la storia si chiarirà
sempre di più. So di non essere una scrittrice e mi scuso già da ora per
qualche errore, l'ho riletta varie volte ma potrei aver saltato
qualcosa. Vi auguro un buon 2017 (anche se in ritardo). Baci, Stefania.