Però l’hai chiesto.
Proprio tu che dicevi di essere felice con quello che avevi, d’un tratto..
cos’è successo?
Non ti bastava più.
Volevi qualcos’altro? Quello che avevi non era all’altezza di quello che
desideravi?
Avevi lottato un’intera vita per farti questo scampolo di gioia – avevi lottato
una vita intera per un’illusione e te ne sei accorta solo alla fine?
O già sapevi e soffocavi i tuoi pensieri sotto le unghie, graffiandomi la
schiena, quando facevamo l’amore?
Eri così tenera la notte, tra le mie braccia. Mi svegliavi
in continuazione scalciando e alzandoti per andare a controllarla, ad ogni ora
della notte, anche se sapevi che non c’era più pericolo, là fuori.
Perché tu lo avvertivi lo stesso, e avevi paura. Solo, non avevi capito dove
fosse il pericolo – nemmeno io – nessuno avrebbe potuto intuirlo.
Eri tu, era dentro di te l’angoscia e la causa della tua agitazione.
Io non ci badavo. Si, sono fisime, è solo un residuo di
tensione, passerà, faremo degli incantesimi di protezione, vedrai, passerà – ti
dicevo, mi dicevo. Eri sempre stata nervosa, testolina, e dopo l’ultima grande
battaglia pensavo di poter immaginare quali incubi ti assillassero. Mi
sbagliavo.
Non ti avevo capita così a fondo, difficile vedere la luna nel pozzo quando è
coperta da nuvole di tempesta. Non ti eri capita nemmeno tu, sempre così acuta
e introspettiva.
L’unica forse era Rose, era lei ad averti capito e magari, in quelle parole
notturne che aveva preso da me, in quel parlare notturno che tanto ti faceva
sorridere, te lo diceva anche, chi lo sa. Eri tu la sola a sentirla parlare, la
notte; quel tuo piccolo amore parlava solo con te.
Io, io preferivo dormire. Tanto per cambiare..
Tanto per cambiare, non riesco a focalizzare il momento,
l’attimo preciso che decidesti di perderci. So quando e come e perché e per chi
è successo, lo ricordo – lo piango. Non afferro il momento però: quando hai
voluto togliere la tua mano dalla mia, quando hai smesso di cullare Rose la
notte?
So che è successo, ma quando?
Che domande oziose, sì.. beh, vedi, ora non dormo più così tanto. Prendersi
cura di una bambina da solo non è facile, nemmeno con la magia, e non mi va di
far entrare altra gente a casa, io.. insomma, mi hai capito, mi conosci,
preferisco fare da me. E tutto sommato, sai, potrebbe andare peggio di così,
anche se non saprei davvero dire come.. l’unica cosa buona è sempre la nostra..
la MIA piccolina, il resto è il solito schifo.
Harry ha provato a tirarmi su di morale. Davvero. E’ molto
più forte di me – ma in fondo lui non c’ha rimesso una sorella e una moglie in
un colpo solo.. e io non dovrei parlare così del mio migliore amico.
Ha fatto davvero tanto.
Sin da subito. Era distrutto anche lui, ma ha reagito, in questi mesi si è
ripreso completamente e non mi capita quasi più di vedergli nascondere una
lacrima fra i sorrisi – non capita quasi più. Davvero. Diglielo.
E’ stato un grande aiuto, senza di lui avrei perso il lavoro.. mi ha coperto,
mi ha portato pure fuori, coi gemelli. Loro non si sono spenti, ma non.. non
sanno, credo, non chiedono.. non parliamo tanto, ecco. Hanno saputo poco, da me
e da Harry.
Forse la tua Ginny gli ha raccontato qualcosa di più,
chissà..
La bambina cresce ogni giorno di più.
Ti somiglia tantissimo, molto più che a me.
Ok, forse nel carattere ha preso da me, specie per le sue manie.. ma siete due
gocce d’acqua. E non saprei dire se la cosa mi fa più bene o più male – so solo
che non mi lascia indifferente. Harry non sembra accorgersene, forse se lo
capisse riuscirebbe a comprendere meglio la mia costante depressione. O forse
sono io che rivedo in lei quei piccoli tuoi particolari tanto detestabili e
così adorabili.
A volte, sembra quasi di averti ancora per casa, ‘Mione..
A volte, mi sembra quasi di desiderarlo.