Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: jessycat    17/01/2017    3 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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10.Robot

 

 

 

 

Ho capito il gioco che fai tu,

scusa ma io non ci sto più.”

(anonimo)

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno sparo.

Le orecchie mi fischiavano, non sentivo più nulla.

Avevo gli occhi serrati per lo spavento e le mie mani erano poste sulle mie orecchie.

Una volta finito il rumore, aprì prima un occhio e poi l'altro.

Mi toccai tutto il corpo.

Ero ancora viva.

Non mi aveva ucciso, o almeno, non per adesso.

Lo avrebbe fatto presto se avessi continuato a infastidirlo.

Comunque, non ci vidi più dalla rabbia.

Con quel suo stupido aggeggio mi aveva provocato un buco nel comodino difianco al mio letto.

“Ma ti sei bevuto il cervello? Cosa stavi pensando di fare?”

“Devo pure spiegartelo?

Volevo ammazzarti.”

“Allora perchè non lo hai fatto?”

“Non otterrei nulla prendendo la tua stupida e inutile vita da cameriera.”

“Ma si può sapere che ti prende?”

“Non te ne sei accorta?

Fingo così bene?

Dovrei fare l'attore...”

“Fingere..?

Ma di cosa stai parlando...?”

Io non ti amo. Non ti amo e non lo farò mai.

Io non sono nato per amare. Non ho un cuore, non ho dei sentimenti, o qualsiasi cosa di questo genere.

Ho finto per tutto questo tempo.”

Sentì il mio cuore andare in tantissimi pezzetti.

Ero delusa più che mai.

“Io... non ne capisco il motivo...”

“Avevo voglia di giocare un po'..”

Disse a bassa voce, poi mi si avvicinò.

Mi prese per il mento, costringendomi a guardarlo.

“Volevo solo scoparti.”

“Sei una merda di uomo. Non solo per quello che fai, anche per quello che sei.”

“Se fossi in te chiuderei quella bocca.”

“Altrimenti? Vuoi spararmi di nuovo?”

“Non hai idea di quanto vorrei farlo...”

“Vorresti? Vuoi dire che non puoi farlo?”

“Fai troppe domande. Odio le persone che fanno domande.

In ogni caso sì, non posso farlo, anche se a volte mi fai salire il sangue al cervello e vorrei solo strangolarti.”

“Perchè non puoi farlo?”

“Ti ho detto di smetterla con le domande.”

“Rispondi.”

“Solo se poi la smetti e te ne starai zitta.”

“Va bene...”

“Cosa mi darai in cambio?”

Mi sorrise malizioso.

“Chiedimelo dopo aver risposto.”

“Il motivo per cui non posso ucciderti, è perchè dovrò portare il tuo culo e quello del tuo amico gay via da qui.”

“Spiegati meglio.”

“Sapete troppe cose su di noi. Uccidervi peggiorerebbe solo la situazione.

Da domani dovrete lasciare casa, lavoro e la vostra vita attuale.”

“Ma sei impazzito?! Dove andremo a vivere? E senza soldi, come faremo?”

“Avevi detto che avesti smesso con le domande.”

Sembrava davvero infastidito.

“Domani mattina scoprirai da te le informazioni.

Ti verranno a prendere presto.

Ci divertiremo, piccola.”

Cosa intendeva per ci divertiremo?

Le cose non potevano andare peggio di così.

“Ora dormi. Ci vedremo presto.”

Se ne andò, lasciandomi in stanza da sola. Con mille domande che ancora mi frullavano per la testa.

Era una situazione troppo strana e complicata.

Non ci capivo più nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mattino seguente arrivò in fretta nonostante non riuscì a dormire neanche per un' ora.

Continuavo a chiedermi dove ci avrebbero portato...

Saremmo stati prigionieri per sempre?

E per di più l'uomo di cui mi ero innamorata, sarà l'artefice di tutto questo.

Sarà il mio carnefice.

Gli amici di Jimin non attardarono ad arrivare, preparai tutti i vestiti necessari in una grande valigia.

Avrei avvisato il proprietario dell'appartamento con un messaggio inventando qualche scusa.

“Ragazzina, vuoi darti una mossa? Non abbiamo mica tutta la giornata.”

Annuì.

Lì seguì poi in una macchina nera.

Jin non lo avevo ancora visto e la cosa mi preoccupò.

Spero che nessuno gli abbia fatto del male, spero stia bene.

Quanto vorrei abbracciarlo in questo momento...

E' l'unico in grado di darmi conforto.

Contemporaneamente, uno dei ragazzi mise in moto il veicolo, sfrecciando verso quella che sarebbe stata la mia nuova casa... la mia nuova vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Come?! Mi state prendendo in giro, vero?”

“Ti sembriamo persone che in questo momento vogliono fare giochetti? Si, hai capito bene.”

“Volete dirmi che dovrò vivere in casa di Jimin, con Jimin?”

“Ma sei sorda? Te lo abbiamo appena detto.”

“Quindi noi saremo soli in questa villa enorme?”

“Perchè? L'idea ti eccita?”

Tutti scoppiarono a ridere maliziosi tranne me.

Non era affatto divertente come cosa.

Ora ero davvero caduta in basso, avevo toccato il fondo.

“Conoscendo Jimin, ti scoperà alla prima notte, sentiremo le tue grida fino alle nostre abitazione.”

Tutti risero una seconda volta.

Tutto ciò mi preoccupava sempre di più.

“Muoviti, entra. Ti sta aspettando.”

Entrai... un po' insicura, la porta era aperta.

All'inizio rimasi sbalordita... quella villa era meravigliosa...

e accogliente.

Nonostante tutto, era arredata in modo semplice e il colore che prevaleva era il bianco.

Rimasi a bocca aperta per qualche minuto.

Poi cercai Jimin... era come se non fosse in casa.

Lasciai la valigia all'ingresso e iniziai a girovagare per la casa curiosa.

Trovai molte foto, sopratutto quelle con i suoi migliori amici, il loro, doveva essere un legame molto stretto.

Lo cercai al piano superiore ma nulla...

Al secondo nemmeno.

Provai al terzo... trovai una porta socchiusa, da essa usciva del vapore.

Spiai e lo vidi... era bellissimo.

Si trovava in una vasca da bagno dello stesso colore della sua pelle: bianca, con della schiuma che gli ricopriva l'intero corpo.

Aveva la testa all'insù e teneva gli occhi chiusi.

Il suo volto era racchiuso in una espressione rilassata.

Rimaneva l'uomo più bello che io abbia mai visto.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Eccomi tornata in fretta!

Come promesso ce l'ho fatta ed ho aggiornato subito u.u

eheheheh quindi da ora in poi Ev dovrà vivere con Jimin eheheh

io sono felice di questo, non so voi ahahah

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Chiedo scusa in caso di errori di battitura.

Alla prossima! <3

-Jessy 

  
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