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Autore: Shareeza    18/01/2017    0 recensioni
Cosa fareste se un giorno scopriste di dover frequentare l'Università sotto le sembianze di un ragazzo? Questo è quello che succede a Hikaru, una bellissima ragazza costretta a travestirsi da ragazzo per frequentare l'Università dei suoi sogni; tutto causato da uno stupido errore.
Non dovrà assolutamente essere scoperta, pena l'espulsione. Perchè arrivare fino a tanto?! Lei ha un sogno e, in ricordo di una persona molto importante, cercherà di realizzarlo a tutti i costi...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Era arrivato il momento, un nuovo anno accademico aveva inizio. Sono al mio secondo anno in questa Università e ricordo ancora quello appena passato.
Mi son iscritto qua' perchè gioca una delle squadre di basket più forti del paese e, ovviamente, ne volevo fare parte.
Il basket mi accompagna fin da quando andavo alle scuole medie; non sono mai stato particolarmente interessato a qualcosa fino a quando i miei genitori non mi regalarono proprio un pallone di Basket per il mio compleanno. Erano sempre impegnati e fuori casa per via del lavoro, ma trovavano sempre tempo per me, il loro amato figlio. Grazie a quel regalo iniziai a praticare sport, all'inizio volevo solo rendere fieri i miei genitori ma, senza rendermene conto, iniziai ad appassionarmi sul serio.

Gli anni passavano e io diventavo sempre più bravo nel basket, durante il secondo anno del liceo mi trovai persino una ragazza, non potevo essere più felice... finchè non arrivò quel giorno.
E' ancora vivido nella mia memoria, il giorno in cui i miei genitori morirono. Era l'estate dei miei 17 anni; già da qualche giorno si era abbattuta sulla regione una tempesta: una pioggia torrenziale e il vento impedivano a chiunque di uscire di casa.
Io e mia sorella Kaoru, di un anno più grande, eravamo nelle nostre camere e attendevamo i nostri genitori, di ritorno da un lungo viaggio. Stavo guardando distrattamente la Tv quando il telefono squillò. Fu mia sorella a rispondere, io mi affacciai dalla porta della mia stanza, incuriosito, e vidi Kaoru sbiancare all'improvviso; era l'ospedale che ci comunicava che i nostri genitori avevano appena avuto un incidente; a causa della pioggia un camion aveva slittato facendo un frontale proprio con la loro auto. La nostra corsa in ospedale fu inutile, i loro corpi, nella camera mortuaria, erano freddi e senza vita, ma almeno avevano un'espressione serena sul viso.
Fummo affidati ai nostri zii, dato che ancora eravamo minorenni, e la nostra vita continuò ad andare avanti, nonostante il vuoto lasciato dai nostri genitori.

Volevo continuare a giocare a basket, anche una volta finito il liceo, e quindi iscriversi all'Università di Tokyo fu una cosa naturale; tra tutte le facoltà scelsi quella di Informatica.
Il primo anno non è stato semplice: seguire le lezioni, integrarmi nella squadra e perfino andare d'accordo con il mio compagno di stanza.
Dopo la morte dei miei genitori mi son molto chiuso in me stesso e fare amicizia è diventato un problema, mi è difficile esprimere quello che provo quindi spesso risulto scontroso e acido verso gli altri. Nella squadra riuscii quasi subito a inserirmi, grazie anche all'aiuto di Shiro che si è sempre comportato come un fratello maggiore per me, forse proprio il mio essere un ragazzo problematico gli ha sviluppato questo senso di protezione nei miei confronti. Nel giro di pochi giorni tutta la squadra si era abituata al mio modo di fare, e piuttosto che prenderla a male, avevano iniziato a prendermici in giro in modo amichevole.

Tutt'altra storia era quella con il compagno di stanza, Akihiro Itou, un ragazzo della mia stessa età ma dal carattere fin troppo estroverso. Non riusciva a stare zitto un attimo, era sempre lì a farmi domande e a essere invadente. Era solito rovistare sempre tra le mie cose fino a quando non trovò la foto della mia ex ragazza.
Ero appena rientrato in camera dopo un allenamento quando lo vidi seduto sul mio letto con la fotografia in mano - Wow!! Chi è questa sventola, la tua ragazza? Aspetta, ma io questa ragazza mi sembra di averla vis..-
Non fece in tempo a finire la frase che già ero su di lui, lo afferrai per il colletto e iniziai a strattonarlo, fuori di me dalla rabbia.
-Chi cazzo ti ha dato il permesso di toccare la mia roba?- gli urlai addosso
-Ehi amico stai calmo! Non è niente di che, ero solo curioso, tutto quà- mi rispose stupito, era la prima volta che mi vedeva in quello stato.
-Ridammi immediatamente quella fottuta foto e sparisci dalla mia vista! La prossima volta che ti vedo ti ammazzo!- finii.
- O-ok, ok ho capito! T-tieni!- mi diede la foto e lo lasciai andare, lui di tutta risposta prese le sue cose e scappo letteralmente dalla camera. Quello stesso giorno andò in segreteria a farsi cambiare la stanza.
Forse avevo esagerato a reagire a quel modo ma nonostante fossero passati 2 anni, ancora per me era una ferita aperta...

Ed eccoci qua, un nuovo anno stava per iniziare. Mi fermai all'ingresso dell'Università a contemplare la grandezza dell'edificio, perso nei miei pensieri quando sentii qualcuno sbattermi addosso.
Uno “Scusa” mi arrivò alle orecchie prima di voltarmi. A terra, davanti ai miei occhi, c'era un ragazzino biondo con occhi azzurro cielo che mi fissavano. Sembrava un bambino, era basso di statura e indossava degli abiti troppo grandi per lui, da farlo risultare ancora più minuto. Forse era il fratellino di qualcuno al campus?
-Ehi tappo! Stai più attento la prossima volta o ti picchio!- gli dissi irritato, notando che la sua espressione da stupita diventava... delusa?
-La prossima volta farò più attenzione- mi rispose arrabbiato. La prossima volta? Non dirmi che quel ragazzo è uno studente, eppure sembrava un liceale. Lo vidi alzarsi e andarsene impettito verso i dormitori. Non ci diedi troppo peso, non era un mio problema, presi le mie cose diretto verso la mia stanza, era rimasta la stessa dello scorso anno, la 303.
Entrai e buttai subito lo zaino sul letto alla destra dell'ingresso. Il mio nuovo compagno di stanza non era ancora arrivato, poco male, avrei avuto modo di svuotare la valigia con calma.
Ormai avevo finito da un pezzo quando sentii la porta aprirsi e chiudersi subito dopo. C'era qualcuno boccheggiante all'ingresso, probabilmente non era abituato alla folla dei corridoi del primo giorno.
-Ehi tu! Pensi che rimarrai a lungo lì all'ingresso?!- gli dissi, cercando di farmi notare.
-Piacere sono Hikaru Aoki! Il tuo com...- stavo per concludere la frase quando incrociammo gli sguardi.
-TU?!!!- urlammo insieme, indicandoci contemporaneamente. Era lo stesso ragazzino di qualche ora prima.
-Cosa ci fai qui tappo?! Questa sicuramente non è la tua stanza!- non volevo iniziare a discutere fin da subito ma ancora mi era incredibile che un ragazzino del genere potesse avere solo un anno di differenza da me.
-Ti sbagli di grosso! Queste è la mia stanza, stupido e arrogante come sei avrai di certo confuso le camere. La tua dovrebbe essere come minimo dall'altra parte dell'istituto- neanche ci conoscevamo che già stavamo litigando. Sono più grande di lui, come si permette di parlare in modo così sfrontato?
-Cosa hai detto?! Con quale coraggio mi dai dello stupido, femminuccia!- ed effettivamente lo sembrava, una ragazza intendo, non avesse avuto quei capelli così corti, quell'abbigliamento maschile e quel seno inesistente magari sarebbe stata pure carina. Non so perchè, ma i suoi occhi avevano qualcosa che mi colpiva.
-Zitto testa di riccio! Vai a importunare gli idioti come te!- ribattè.


“Sei un idiota, non capisci che non mi interessi più?”

 

Quelle furono le parole con cui mi lasciò Misaki, la mia ex ragazza. Scoprii che era stata con un altro ragazzo, ma cercai comunque di chiarire, di riappacificare i rapporti, eppure lei non ne volle sapere. Ero un idiota a non aver capito e un idiota a voler cercare di trattenerla a me nonostante tutto.
No,non potevo accettarlo. Un perfetto estraneo che mi chiamava in quel modo era troppo per me. Accadde tutto in fretta, lo afferrai per il collo della maglia, avvicinando pericolosamente il mio volto al suo, ero di ghiaccio.
-Non ti azzardare mai più a darmi dell'idiota, puoi dirmi quello che ti pare, tanto le accuse da un nanerottolo come te non mi toccano, ma dì un'altra volta idiota e ti pentirai di essere nato-
Lo lasciai, facendolo cadere e me ne andai in fretta dalla camera. Dovevo sbollire la rabbia e una partita a basket mi avrebbe aiutato. Forse per uno come me è impossibile avere un compagno di stanza.

Raggiunsi il campetto all'aperto dato che la giornata era splendida, ero solo quindi iniziai a fare qualche tiro. Poco dopo mi raggiunsero Yasu e il nuovo membro, Itsuki.
-Ehi, Kyo! Come mai solo? Di solito aspetti gli altri prima di iniziare – mi disse Yasu mentre mi guardava sorridendo, seguito da Itsuki, eccitato perchè a breve avrebbe giocato insieme a noi.
-Mha, niente di che. Mi piace fare qualche tiro ogni tanto per calmarmi- gli risposi indifferente.
- Cos'è hai litigato con qualcuno?- continuò fissandomi e, non ottenendo alcuna risposta, iniziò a ridere. Aveva indovinato.
Nel frattempo arrivarono anche gli altri della squadra salutandoci.
- Dai non ci pensare! Vedrai che si risolve, adesso pensiamo solo a giocare!- concluse rubandomi la palla un attimo prima che tirassi a canestro. Iniziammo a giocare e, senza rendermene conto, mi calmai. Questo era un altro dei motivi per la quale amavo quello sport, riusciva a tranquillizzarmi e a dimenticare tutto. Tra un passaggio e l'altro, uno dei compagni mancò la palla e quella andò a finire in testa a qualcuno, che non era altri che quel ragazzetto... aveva detto di chiamarsi Hikaru? Erano fin troppi gli incontri accidentali di quel giorno ma alla fine erano pur sempre compagni di stanza, era inevitabile non incrociarsi. Oramai non ce l'avevo con lui, non mi conosceva, non sapeva, quindi dovevo andare oltre ma quel suo atteggiamento impertinente mi irritava non poco.
Il filone dei miei pensieri si interruppe quando Itsuki si rivolse a Hikaru dicendo -Tranquillo! Se uno di questi giorni vuoi fare qualche tiro non esitare a chiedere- Ci mancava solo che giocassimo a basket insieme e sarebbe stato il colmo.
- Come no! Basso com'è sarà impossibile da vedere. Potremmo perfino schiacciarlo per sbaglio- mi intromisi. Non so' per quale motivo, ma prenderlo in giro mi veniva spontaneo.
A quel punto arrivò anche Shiro che, da bravo fratellone del Campus, voleva che tutti andassero d'accordo e così invitò il ragazzino a giocare con noi.
-Bene Hikaru, starai in squadra con Kyo!- esclamò il capo dormitorio con un tono che non ammetteva alcuna replica.
-COSA??!!- furono le uniche parole che riuscimmo a dire sia io che il nanerottolo, fissandoci sbalorditi e leggermente contrariati. Dovevo giocare con qualcuno che probabilmente non aveva mai visto come era fatta una palla da basket.
-La smetti di stare con la testa per aria?? Mettiti in posizione schiappa!- gli dissi dopo aver notato la sua distrazione
-Zitto razza di umanoide inutile!- replicò lui. Come faceva ad avere sempre la risposta pronta? Shiro ci interruppe, divertito dal nostro battibeccare, ma almeno la partita ebbe inizio.
Cercavo di dare ordini alla squadra, leggermente teso dalla presenza di quell'esterno, che non faceva altro che guardare gli altri, confuso. Sapevo che sarebbe stato un problema gestirlo, almeno Shiro poteva dargli un'infarinatura di regole generali prima di servirlo in pasto ai leoni. Gli ordinai di marcare Yasu ma, come se non bastasse, Hikaru non sapeva nemmeno chi fosse.
-Oddio che palle! Quello con la maglietta verde, muoviti!-
Almeno dopo quella indicazione iniziò a rendersi utile alla squadra. Giocammo per diversi minuti ma nessuna delle due squadre manteneva il vantaggio troppo a lungo. Ad un certo punto della partita mi ritrovai marcato da tre avversari, mi temevano così tanto? Effettivamente ero tra in più forti in squadra, marcandomi così stretto avevano qualche possibilità di impedirmi da fare punto.
-Forza passamela!- sentii Hikaru incitarmi.
-Neanche per sogno!- ribattei contrariato, rimanendo allo stesso tempo concentrato, non avrei permesso ad un nanerottolo di “salvarmi” da quella situazione.
-Ma sei scemo?! Forza sono libero!-
-Un tappetto come te neanche riesce a correre senza inciampare, figuriamoci con una palla in mano!- conclusi, ridendo mentalmente. Scartai di lato velocemente e mi liberai degli avversari, guardando di sfuggita lo sguardo stupito del nanetto. Non te lo aspettavi eh?
L'azione fu improvvisa, Hikaru mi si affiancò, rubandomi la palla e iniziando a correre verso il canestro avversario. Rimasi sbigottito a tal punto da fermarmi per qualche secondo, non mi era mai capitato che qualcuno della MIA squadra mi rubasse la palla. Guardavo la testa del biondino che si allontanava con la palla, cercando di palleggiare nel mentre, ovviamente impacciatissimo, risultò difficile non ridere ma non mi sarei fatto battere da qualcuno inesperto come lui. Iniziai a correre e lo raggiunsi in pochi secondi, sul mio viso era stampato un sorriso, è dura da ammettere ma quel tizio era una scoperta continua. A pochi secondi dalla fine Hikaru tirò la palla al canestro, ma quest'ultima rimbalzò sul tabellone. Eccola lì la mia occasione, saltai recuperando la palla e facendo canestro. Quella fu pure la fine della partita.
Mi girai a fissare Hikaru e incrociai il suo sguardo, mi sorrideva imbambolato probabilmente colpito dalla mia ultima azione. Era una persona alquanto.... interessante? Nemmeno io riuscivo a capirlo.
-Fai schifo a giocare a basket, schiappa!- gli dissi, ed eccola lì, quella sua espressione offesa, era troppo buffa!!
Il ragazzino di tutta risposta sospirò senza speranza. Durante la partita si erano radunati degli spettatori, incluse alcune ragazze che mostravano apprezzamenti nei miei confronti. Non nego di aver ricevuto attenzioni da parte di diverse studentesse, ma a me non interessavano, dopo la storia con Misaki qualcosa in me si era spezzato.
Sentii Yasu ridere a crepapelle e vidi che lui e Itsuki stavano parlando con il nanetto, probabilmente avevano scoperto con chi avrei condiviso la mia camera quell'anno.
-Tranquilli! In caso sarà lui a dover scappare a gambe levate, di certo non io- sentii rispondere Hikaru agli altri due. Ma quante arie si dava, solo perchè aveva sempre la risposta pronta?
-Faresti prima a non disfare le valigie nanerottolo, potresti non durare a lungo in questa università- lo interruppi.
-Si, si certo, sicuramente scapperò da te... ma dai!!!!- iniziò a ridere di gusto il ragazzino. Mi stavano prendendo in giro, che mocciosi.
-Attento Kyo, hai trovato pane per i tuoi denti!- disse Yasu all'amico.
-Tsk! Lo divorerò in un baleno questo pane. Vado a fare una doccia, ci vediamo più tardi in mensa- conclusi, avevo davvero bisogno di un bagno e a quell'ora il bagno comune non doveva essere troppo affollato.

Non ci misi molto, una volta finito mi diressi verso la camera per poter recuperare il cellulare e chiamare mia sorella. Si era raccomandata di farle avere mie notizie. Feci per aprire la porta ma, improvvisamente, mi sbatté in faccia, chissà perchè sapevo che tutto quello era colpa di Hikaru.
-Ma che cazzo fai! Mi hai fatto malissimo al naso!- gli sbraitai da dietro la porta. Non faceva troppo male ma iniziai a sentire qualcosa colarmi.
-Scusami! Non volevo! E' solo che mi sono spaventato, non sapevo chi fosse- lo sentii rispondermi.
-E chi vuoi che sia?! L'uomo nero? Apri stupido!- continuai ancora più arrabbiato, iniziando anche a battere qualche colpo contro il legno.
-Emh... non posso, mi devo cambiare aspetta un secondo-
-Cosa?! E c'era bisogno di deviarmi il setto nasale per cambiarti?- lo sentii agitarsi per la stanza e dopo pochi secondi aprì la porta. Entrai e quello che vidi fu inaspettato, c'era questo ragazzino biondo con i capelli tutti in disordine, i pantaloni enormi, con la cerniera aperta che a momenti cadevano e una maglietta così larga da lasciargli una spalla scoperta. Iniziai a ridere di gusto, dimenticandomi persino che il sangue mi stava colando dal naso.
Hikaru, preso alla sprovvista, arrossì fino alla punta delle orecchie e iniziò a sistemarsi partendo dagli indumenti fino ai capelli, e in tutto ciò sorrideva. Un sorriso timido, imbarazzato, i suoi occhi cerulei guardavano in basso per la vergogna.
Smisi di ridere, un colpo mi arrivò al cuore, che cosa era? Mi era sembrato...carino? Era un ragazzo, come potevo trovare carino un RAGAZZO???
Cercò di guardarmi in faccia per capire la mia reazione ma, senza nemmeno farlo apposta, distolsi lo sguardo. Mi stavo comportando come un bambino, era ridicolo!
-Sai, dovresti andare al circo, saresti il buffone principale!- gli dissi, cercando di prenderlo in giro.
-Ah si?! Non è cattiva come idea; magari potresti farci un salto anche tu, con quel naso potresti intrattenere il pubblico per una serata intera- mi rispose scherzando. Bene, tutto come al solito; gli feci un verso di stizza per poi recuperare il cellulare dal mio comodino.
Presi un fazzolettino, iniziai a tamponarmi il naso e a controllare i messaggi. Sentii nel frattempo la porta del bagno chiudersi di colpo.
Chiesi spiegazioni e Hikaru si giustificò dicendo di avere mal di pancia, di certo non avevo intenzione di rimanere in camera e metterlo a disagio.
-Io esco! Ricorda quello che ti ho detto!-
-Dove vai?- domandò il ragazzino. Dopo le risposte “simpatiche” che mi aveva dato in giornata, non immaginavo potesse essere un tipo curioso
-Non sono affari tuoi clown!- terminai sorridendo, chiudendomi la porta alle spalle e digitando il numero di cellulare di mia sorella mentre percorrevo i corridoi del Campus.

La conversazione non durò molto, Kaoru voleva soltanto sapere come stesse il suo fratellino, nonostante fossero passati solo pochi giorni dall'ultima visita.
-Ehi fratellino, qualche novità? L'inizio del nuovo anno indica anche nuovo compagno di stanza, tutto bene? Dopo il tizio dell'anno scorso spero che tu sia stato più fotunato- come al solito si preoccupava per cose futili, ma come potevo biasimarla, essendo rimasti orfani era inevitabile perderci cura l'uno dell'altro.
-Mmhh...- mugugnai di tutta risposta
- Dai non fare lo scontroso! Sono sicura che se ti apri un pochino avrete modo di diventare amici- se la rideva.
- Alla fine non è poi così male, dobbiamo solo conoscerci meglio... credo- cercai di tranquillizzarla.
-Dai la prossima volta che ti passo a trovare me lo fai conoscere! Ah!- la sentii interrompersi e diventare seria -...oggi una delle signore del vicinato mi ha parlato di Misaki, pare che abbia cambiato università - mi irrigidii. Non era una novità che le vicine spettegolassero, soprattutto dopo aver saputo della mia storia con Misaki.
-Sembra che anche lei, attualmente, stia frequentando l'università di Tokyo, volevo avvisarti in modo da non avere sorprese – concluse con tono di voce dispiaciuto. Sospirai e forzai una risata, non volevo farla preoccupare -Tranquilla! Ormai è storia passata – ed era vero, anche se continuava a far male.
Kaoru riprese a parlare allegra, come se non fosse accaduto niente e, dopo poco, mi salutò. Prima di riporre il telefono in tasca guardai che ore fossero, avvertendo un certo languorino, e con la testa piena di pensieri mi diressi in mensa, dove trovai anche Yasu e Itsuki, seguiti da Shiro.
Mi servii al self-service e raggiunsi gli altri; non passò molto prima che si unisse anche Hikaru a noi. Lui era molto gioviale con gli altri e sorrideva sempre, mentre con me si comportava in modo scontroso; ma questo mi fece sorridere, alla fine quel suo atteggiamento infantile era troppo buffo.
- Perdonatemi se vi sono stato di intralcio durante un allenamento!- Hikaru si era alzato di scatto e, completamente rosso in viso, si era inchinato. Non stavo seguendo molto i loro discorsi ma a quanto pare aveva scoperto a che “livello” era la squadra di basket. Scoppiammo tutti a ridere, anche se cercai di nasconderlo, guardandolo di sottecchi. Era la seconda volta, in quella giornata, che lo vedevo arrossire.
- Su, su tranquillizzati! Ci hai fatto divertire parecchio oggi! Scommetto che anche Kyo si sia divertito nonostante mostri sempre il suo broncio- disse Shiro, concludendo ancora una volta nella risata generale. A quelle parole non risposi, non l'avrei mai ammesso, mi limitai a scostarmi imbronciato dall'altra parte.
Il sole era calato da un pezzo quando finimmo di cenare, le luci dei lampioni esterni attraversavano le vetrate della mensa. Prima di andare ognuno per la sua strada, Yasu propose a tutti di passare la serata nella sua stanza ma, dopo la giornata intensa appena passata, avevo bisogno di rilassarmi per i fatti miei; quindi declinai gentilmente ed iniziai a incamminarmi verso il dormitorio.
-Ehi, aspettami!!- sentii una voce provenire alle mie spalle; non mi volsi nemmeno per capire che Hikaru mi stesse seguendo. Non ci feci molto caso, continuando per la mia strada, e fu così che arrivammo in camera, in silenzio, senza scambiarci alcuna parola.

Anche una volta entrati in stanza io e il biondino non ci calcolammo molto, mi sedetti sul letto e sfogliai un fumetto che si trovava lì vicino. Non appena Hikaru entrò in bagno, approfittai dell'occasione per cambiarmi, indossando il pigiama e sedendomi nuovamente, con la schiena poggiata sul cuscino. Il cellulare iniziò a suonare, erano i ragazzi della squadra che stavano parlando nella chat comune che avevamo creato per tenerci tutti in contatto.
All'inizio quella chat era stata creata per tenerci aggiornati sugli allenamenti e quant'altro inerente al basket, ma in poco tempo si era trasformata in una conversazione di “svago”; ognuno parlava del più e del meno, anche di argomenti fittizi, al fine di intrattenerci. Non potevo lamentarmi, mi trovavo bene con i ragazzi, forse potevo dire di avere dei veri amici.
Il mio compagno uscì dal bagno e si accomodò a letto, bofonchiando un “buonanotte” prima di addormentarsi.
Lo guardai di sfuggita prima di coprirmi con il lenzuolo, era ancora troppo caldo per usare le coperte, e in pochi minuti ero già tra le braccia di Morfeo.


Fu il suono della sveglia che mi fece alzare il giorno dopo, le 7.30. Ebbi tutto il tempo di prepararmi, per il primo giorno di lezione potevamo indossare abiti casual invece della divisa, quindi indossai i miei jeans e la stessa maglietta nera del giorno prima; presi la borsa e poco prima di uscire mi fermai all'ingresso a guardare il ragazzino.
Dormiva di lato con un'espressione beata, i capelli biondi erano in disordine, riversati sul cuscino, che incorniciavano un viso delicato, un ovale perfetto; le ciglia chiuse sembravano lunghissime, le guance arrossate e la bocca leggermente aperta con labbra carnose. Le mani, piccole, erano poggiate vicino al viso... con i capelli più lunghi poteva davvero sembrare una ragazza! Non era la prima volta che pensavo ad una cosa del genere e questo mio strano interesse mi spaventava... attrazione? Per un uomo??? Non credo proprio. Me ne uscii di corsa, cercando di pensare ad altro, dirigendomi in mensa per la colazione e in seguito in aula.
Hikaru arrivò quando già la lezione era iniziata da 10 minuti, trafelato, probabilmente si era svegliato tardi. Nonostante fossero di anni e corsi diversi, poteva comunque capitare di avere qualche lezione in comune. Feci finta di niente,guardando da un'altra parte, ma sentii comunque il suo sguardo su di me.
Il ragazzino prese posto tra le file centrali, vicino a Yuki, la manager della squadra, e notai subito che la ragazza stava arrossendo. Che si fosse presa una cotta per quel nanetto?!Nhaaa, mi era alquanto impossibile da credere.
Finita la lezione stavo per uscire dall'aula quando Hikaru, con uno sguardo furioso, mi afferrò il braccio.
- Ehi! Non mi toccare! Che cavolo vuoi!-
- Che significa “che cavolo vuoi?! Potevi anche svegliarmi questa mattina! Che ti costava? Vabbè che ti sto' antipatico ma non pensavo fossi così infantile!- mi urlò contro, attirando gli sguardi degli altri studenti... mi irritava essere al centro dell'attenzione.
- Non sono certo tua madre! Sei grande abbastanza per svegliarti da solo!- risposi il più freddamente possibile. A quel punto la faccia del ragazzino sbiancò ma approfittai di quel momento per staccarmi dalla sua presa e andarmene.
Mi ci volle qualche ora per sbollire la rabbia e durante la giornata mi capitò di rivedere il ragazzino in altre lezioni in comune, ma non mi disse niente, era come se non mi vedesse davvero; il suo sguardo era, assente, vuoto.
Nonostante tutto mi sentii in colpa, forse avevo esagerato a rispondergli in quel modo? Eppure aveva iniziato tutto lui! Cercai di non pensarci troppo e raggiunsi gli altri in mensa.
- Ciao ragazzi! Eccomi arrivato!- esclamò Itsuki al gruppo.
- Ciao Itsuki! Vieni siediti di fianco a me!- lo incitò Yasu. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
- Ehi, ma dov'è Hikaru?- chiede Shiro guardandosi intorno. Leggernente a disagio feci spallucce, tenendo il mio sguardo basso, rivolto verso il vassoio, ormai vuoto.
- L'ho visto prima in corridoio- tutti si voltammo verso Itsuki -non era molto allegro. Mi ha detto che oggi non è stata una grande giornata per lui-
- Bhè, può capitare, dopotutto è il suo primo anno. Probabilmente si sente spaesato- intervenne Yasu.
- Mmm... non credo si tratti di questo, non sembrava stare molto bene, era abbastanza demoralizzato. Non so cosa possa essergli successo- aggiunse Itsuki, portando la sua attenzione sul cibo.
- Kyo tu sei il suo compagno di stanza, hai qualche idea?- mi chiese Shiro, ma non ebbi tempo di formulare una risposta.
- Scusate ragazzi ma io ho finito, vado via un po' prima. A domani- mi alzai di scatto, uscendo dalla mensa, senza aspettare i commenti dei ragazzi.

Con passo svelto mi diressi verso il dormitorio, immaginavo che lui si trovasse lì, aprii la porta e trovai Hikaru seduto sul letto, schiena poggiata al muro, gambe portate al petto con le braccia che le cingevano. Il suo viso poggiava sulle braccia, lo sguardo puntato dritto a se, a fissare il vuoto. Lo guardai di sottecchi, cercando di capire cosa dirgli, lui intanto rimaneve in silenzio così scelsi di ironizzare.
- Oggi è stata una giornata fantastica, non sentire la tua voce fastidiosa è stato a dir poco... sublime- sorrisi, aspettando una qualsiasi reazione da parte sua... che però non arrivò. La sua apatia iniziava a preoccuparmi, mi aspettavo una reazione offesa e arrabbiata, una di quelle risposte pronte che il giorno prima aveva sfoggiato senza freno... e invece nulla.
- Ehi! Si può sapere che hai? A parte questa mattina, è tutto il giorno che sei silenzioso, eppure ieri mi sembravi alquanto loquace!- continuai leggermente indispettito.
– Mia madre è morta di malattia quando avevo 6 anni. Dopo quel giorno nulla è stato più lo stesso, nemmeno i rapporti con mio padre... ma questi non sono affari tuoi- la risposta arrivò improvvisa e violenta. Tutto potevo aspettarmi tranne quello; un ragazzo così solare ed energico... non potevo immaginare che avesse una ferita del genere. Anche lui aveva subito una grave perdita, eppure io avevo mia sorella, nonostante tutto, mentre lui sembrava... solo. Mi sentii mortificato per quelle stupide parole, dette superficialmente, rivoltogli quella mattina.
-Scusami per quello che ti ho detto oggi, non sapevo che... scusa-
Non saprei dire che sguardo avessi in quel momento perchè Hikaru mi fissò stupito, dovevo sembrare uno stupido.
- Lo so che non ne eri al corrente, tranquillo. E' ok!- disse mostrandomi un sorriso radioso. Come faceva? Come riusciva a cambiare umore in così poco tempo?
- Punto la sveglia! Almeno domani sarò in grado di alzarmi in orario!- esclamò, cambiando discorso.
- Non ci voleva un genio per pensare ad una cosa del genere!- lo presi in giro e stranamente non controbattè.
- Buonanotte!- concluse esasperato. Si, era meglio concludere lì la giornata, sicuramente le prossime sarebbero andate meglio, dopotutto... si sentiva più vicino al nuovo arrivato.
- Mmm... nanerottolo- borbottai, ridendo tra me e me.



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Note Autrice: Si lo so, ne sono consapevole. Sono passati diversi anni dalla pubblicazione del mio ultimo capitolo eppure questa storia l'ho sempre continuata nella mia mente.
Ogni tanto mi capitava, prima di andare a dormire, di ripensarci, immaginarmi nuovi scenari, nuove situazioni, come se stessi vedendo un Anime, eppure le mie insicurezze mi han sempre frenato nel continuare a trascrivere le mie idee.
Non mi reputo una scrittrice, mi rendo conto di scrivere in maniera molto semplice se non addirittura infantile, ma dar vita a quello che mi frulla per la testa mi fa sentire bene.
Per scrivere questo capitolo ci ho messo due giorni, mi son riletta bene i capitoli perchè il tutto doveva combaciare. Mi piaceva l'idea di dar voce ai pensieri di un altro personaggio, oltre che alla protagonista, vedere entrambi gli aspetti della medaglia.
Spero non rimaniate delusi.

  
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