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Autore: blu992    19/01/2017    5 recensioni
Di come Stiles deve risolvere un problema sovrannaturale da solo. O quasi.
Persone scomparse. Nuove amicizie. Nuove alleanze. Stessa Sterek.
Dalla storia:
Stiles si svegliò quella mattina di inizio dicembre perfettamente riposato, i muscoli distesi e i piedi gelati [...] Afferrò il cellulare sulla scrivania per controllare se ci fossero notifiche. Aprì il messaggio di Scott, probabilmente il suo buongiorno come ogni mattina, ma si bloccò al centro della stanza dopo averne letto il contenuto.
(Ore 22:45) Nemeton. SM
Era della sera prima, ed era davvero un messaggio strano. Per questo decise di non rispondere, ma di far partire la telefonata. Telefonata che dopo dieci squilli si interruppe per mancata risposta.

[Sterek]
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona lettura!

 

 

Stiles si rese conto di aver dimenticato di avvisare suo padre della presenza di Derek solo quando l’uomo bussò alla porta di casa di Seth. Quando se lo ritrovò davanti doveva avere un’espressione davvero strana, dato che suo padre gli chiese più volte se stesse bene. Dovette capire anche il motivo dell’espressione del figlio da solo, quando mise piede in caso e un lupo nero gli si avvicinò e alzò il muso come per salutarlo.

“Papà, ti ricordi di Derek Hale, vero?”

Ma forse lo sceriffo non era davvero pronto ad una rivelazione del genere, dato il mutismo che seguì le parole di Stiles per almeno un minuto. Il primo a muoversi fu proprio il lupo, che fece un paio di passi verso John, mettendosi davanti a Stiles tra di loro, e gli afferrò una gamba dei pantaloni tra le zanne, trascinandolo verso la biblioteca. Nello stesso momento, Seth scese le scale e si avvicinò a Stiles.

“Il tuo lupo sta già giocando con tuo padre?” sussurrò, ma Stiles gli diede una gomitata nelle costole, senza pentirsene quando sentì il lamento uscire dalle labbra del biondo.

Stiles impiegò almeno un’ora per spiegare a suo padre cosa ci facesse lì Derek e come fosse arrivato lì e cosa avevano scoperto dai libri che aveva portato con sé, omettendo qualcosa qui e lì. Lo sceriffo si passò un paio di volte le mani tra i capelli, si alzò per camminare avanti e indietro nella stanza e chiese fin troppe spiegazioni, ma alla fine si risedette, di fianco allo Stiles cane che si era acciambellato sul divano, e parlò accarezzando il cucciolo.

“Lui è Derek Hale che è entrato qui da lupo, rischiando di farsi rapire dal Nemeton; ha portato con sé i libri di sua madre e non può tornare umano. Dio, Stiles!”

A risponde allo sceriffo fu, stranamente, Seth.

“Signore, come le abbiamo detto l'altro giorno, stiamo cercando di fare di tutto, nei limiti del possibile, per riportare qui le persone scomparse. Sappiamo che tutto le suona assurdo, ma avere questi volumi potrebbe aiutarci davvero. Ci sono alcuni rituali che potrebbero riportare qui Scott e gli altri, dobbiamo solo studiarli a fondo.”

Lo sceriffo sembrò pensarci su, poi fece la domanda che Stiles stava aspettando.

“Lo diremo questo a Deaton?” chiese indicando Derek sull'altro divano.

Stiles non ne aveva ancora parlato con Seth. Ma il suo sguardo era molto eloquente.

“Papà, credo che potremmo dirglielo se funziona. Non credo la prenderebbe bene se gli dicessimo che ci siamo immischiati nei suoi affari da druido e poi nemmeno ci riuscissimo” spiegò per poi aggiungere con il suo migliore sguardo da cucciolo “ti fidi di me?”

 

Quando suo padre se ne andò, Stiles si accasciò sul divano di fianco a Seth, mentre il cane cercava di farsi spazio tra loro due.

“Odio questa bestia!” sbuffò il biondo mentre il cucciolo gli si stava sistemando addosso.

“Dai, lui ti adora” sorrise Stiles, per poi guardarsi intorno. “Misia dov-“

“ECCOMI!” urlò una ragazza alta, magra, rossa e con una pelle di porcellana scendendo le scale. Le urla, però, sembravano aver infastidito Stiles cane e anche Derek, che avevano preso a ringhiare all’unisono verso quel rumore molesto.

“Ehi, ehi, calma cuccioli” trillò la ragazza passando una mano sulla testa di Derek e innervosendolo ancora di più. Stiles decise che doveva intervenire, prima che il lupo sbranasse il toro.

“Misia, ti cercavamo per chiederti di tradurci quel passo del libro sul rituale.”

“Certo!”

La ragazza si sedette alla scrivania su cui era aperto il volume e sembrò immergersi nella lettura. Avevano trovato quel paragrafo la sera prima, l'aveva trovato Seth, ma era troppo stanco e aveva detto a tutti di aver forse trovato qualcosa solo quella mattina. Era scritto in una qualche lingua antica, forse qualche parola era anche in latino, ma mentre stavano cercando di capirne qualcosa era arrivato lo sceriffo.

Di fianco al paragrafo era disegnato un grosso albero, il Nemeton, dato che almeno quella parola erano riusciti a capirla e, alla sua base era seduto un lupo, come se gli stesse facendo la guardia. Il lupo aveva poi, tra le zampe, delle catene, ma non gli erano avvolte intorno alle zampe.

Stiles stava passeggiando, guardando i titoli dei numerosissimi libri sugli alti scaffali, quando Misia cominciò a leggere ad alta voce.

“Uno il tronco

Uno il padrone.

Uno il servo

Uno il custode.

Dalla forza trae forza, dalla protezione prende protezione.

Se manca una o manca l'altra, il tronco attua la sua ribellione.”

Stiles pensò, ancora rapito da quelle parole, che erano ancora più complicate delle predizioni di Greta, ma Seth lo distrasse dai suoi pensieri.

“Io non sopporto gli indovinelli. Cosa cazzo significa? Non c'è altro?”

“Sì, spiega qualcosina. Continuo?” chiese Misia, che continuò la lettura dopo un cenno di assenso dei tre.

Il Nemeton necessita dei suoi custodi, i lupi che hanno sempre vissuto nel territorio che l’albero protegge”

 

Stiles guardò istintivamente verso Derek. Il lupo, però, era concentrato sull’Aatxe.

“Quando i suoi custodi abbandonano la…terra, il Nemeton perde forza e protezione. I custodi sono servi dell'albero, ma non sono incatenati ad esso. Accettano le conseguenze del loro allontanamento. Il Nemeton cercherà nuova forza e nuova protezione. Ecco! Qui parla dei vostri amici. Cioè di chi viene rapito!

Ogni essere sovrannaturale è fonte di forza, solo i membri della famiglia protettrice, però, sono custodi. Il Nemeton cercherà di attrarre verso di sé più forza possibile, fino a quando un custode non tornerà.”

“E poi?” chiese Stiles che ormai fremeva quasi. Se tutto era come aveva capito, un custode era tornato. Derek era lì.

“E poi parla del rituale. Un custode per una forza, dice.”

“Nel senso che con Derek qui, possiamo portare indietro una delle persone scomparse?” questa volta i dubbi erano di Seth.

“Sì, sembra sia così.”

Stiles si sentì sollevato e guardò di nuovo Derek, ma ebbe una specie di illuminazione.

“Quindi Derek può trasformarsi? E, soprattutto, ci servono altri Hale per portare tutti indietro. Ma…ma c’è solo Cora.”

Il ringhio di Derek ruppe il silenzio appena Stiles fece il nome di sua sorella. Ed aveva ragione, il ragazzo sapeva che Derek non avrebbe mai messo in pericolo sua sorella.

“C’è anche Peter, ma non sappiamo dove sia” suggerì quindi.

“Qui parla anche dei casi in cui i custodi siano morti o se siano in numero inferiore rispetto alla forza.”

Stiles si risedette, Seth fece segno a Misia di proseguire.

Solo una forza che è allo stesso tempo distruttrice e protettrice può ricompensare il Nemeton. Solo una protezione che è forza pura, può ricompensare il Nemeton. In ogni famiglia di custodi succede una volta ogni due generazioni.”

E cosa sarebbe?” chiese Seth dando voce ai pensieri di Stiles.

“Non lo dice, ma c'è un'altra illustrazione” rispose Misia girando il libro verso di loro. Derek si avvicinò e per poco non ringhiò di nuovo, ma Stiles non ne capiva il motivo.

L'immagine rappresentava di nuovo il Nemeton, solo che ai suoi piedi questa volta non c’era il lupo dell'altra figura, ma due esseri umani che si stringevano una mano, mentre l'altra la tenevano appoggiata sul tronco. Le catene c’erano ancora e come prima non erano chiuse, ma avvolgevano i piedi di entrambe le persone.

Stiles non sapeva cosa pensare. Non c’erano altre descrizioni, nessuna spiegazione a quelle parole e a quella immagine. Forse bastavano Derek e Cora e il loro legame fraterno? Forse dovevano perdere le speranze? Anche gli altri sembravano sommersi da quei dubbi, tranne Derek che aveva preso a camminare avanti e indietro sul tappeto. A Stiles sembrò preoccupato, nonostante non potesse parlare, la sua espressione era molto eloquente. Poteva vedere le sopracciglia aggrottate come se fosse il Derek umano.

Quella situazione era complicata, molto, ma dovevano tentare a riportare almeno qualcuno indietro e sperare che il Nemeton non attirasse altri esseri sovrannaturali.

“Misia, come possiamo portare qualcuno indietro?” chiese quindi.

“Ecco qui. Praticamente dobbiamo andare lì con uno dei custodi ritornato in patria, farsi riconoscere versando il sangue sul tronc-“

“SANGUE?” perché doveva esserci sempre qualcosa di macabro e doloroso?

“Si, piccolo Stiles, sangue. In questo caso sangue suo, suppongo” indicò Derek che si era fermato di nuovo, e sembrava… deciso.

“Okay, prima di dissanguare qualcuno, mi dite quanto sangue serve?” chiese Stiles quasi nel panico.

Misia abbassò di nuovo lo sguardo verso il volume e Stiles aspettò appoggiando i gomiti sulle ginocchia e tenendosi il capo tra le mani. Gli faceva schifo la vista del sangue; finché si trattava dei film splatter andava bene, ma se era quello di persone che conosceva, se doveva assistere anche alla scena, proprio non andava bene.

Un colpo al ginocchio gli fece rialzare la testa. Derek gli si era seduto davanti, guardandolo fisso negli occhi, mentre, al limite del suo campo visivo, vide Seth avvicinarsi a Misia.

“Sourwolf, no.”

Derek gli diede un altro colpo al ginocchio, ringhiando appena senza mostrare le zanne.

“So che ti sacrificheresti, ma no. Non ti dissanguerai!” continuò guardandolo fisso.

Derek fece un altro passo, colpendolo con il muso sulla fronte questa volta.

“Ehi, mi fai male!” si lamentò massaggiandosi la parte colpita. Gli sembrò vedere Derek alzare un sopracciglio. Forse se lo era immaginato, ma sapeva cosa voleva dire.

“Hai ragione, lo farei anch'io, ma…No, non lo fara-“

“Basta piccioncini, nessuno perderà litri di sangue!” lo interruppe Seth. “Qui non parla di fiumi rossi, credo basti una goccia sul tronco o qualcosa del genere, basta che testimoni che quello lì” indicò Derek “sia un Hale, un custode e tutte quelle cose lì. Riavremo qualcuno indietro”.

Stiles appoggiò testa contro lo schienale, sentendosi sollevato, anche solo un po'. Poi si alzò, con un nuovo spirito e si rivolse a tutti.

“Andiamo a fare il culo al Nemeton, allora e riprendiamoci uno dei nostri amici!”

Gli unici ad esultare con lui furono il cane e Misia, ma non si aspettava nulla di diverso. Seth, però si sedette sul tavolo.

“Io resto qui.”

“Cosa? E se tornasse tua sorella?” chiese Stiles avvicinandosi.

“E se non fosse lei? Se fosse uno dei tuoi amici o qualcuno che non conosciamo?” chiese. “Andate voi due, Stiles, io non riuscirei a vedervi gioire o a vedere che non si tratta di Ana. Non credo sarete in peric-“

Stiles si spinse fin troppo istintivamente ad abbracciarlo, pentendosene il secondo dopo, ma rimase stupito quando Seth appoggiò la testa sulla sua spalla e ricambiò la stretta.

“Sarò felice per te se sarà uno dei tuoi amici.”

“E io ti porterò subito Ana qui, se sarà lei.”

 

Nonostante fosse stato imbarazzante sciogliere quell'abbraccio, Stiles si era sentito bene dopo aver compiuto quel gesto. Avevano gli stessi problemi lui e Seth in quel momento ed erano due ragazzi cresciuti in fretta. Riuscì anche a scherzarci prima di uscire di casa, lasciandogli l'altro Stiles a fare la guardia.

Lui, Misia e Derek arrivarono al Nemeton in dieci minuti. Nulla era cambiato in quel posto, era ancjey uguale ai disegni del libro, solo che il tronco era tagliato alla base. Si avvicinarono, Stiles tra i due e Derek che camminava sicuro davanti. Quando il lupo raggiunse il tronco, si girò verso di loro, intimandogli coon lo sguardo di .fermarsi e si sedette di fronte al Nemeton.

Stiles non ebbe nemmeno il tempo di chiedergli cosa avesse intenzione di fare, non ne avevano nemmeno parlato, ma Derek aprì la bocca, affondando le zanne su una delle zampe anteriori. Stiles fece un passo verso di lui, ma Misia gli afferrò un braccio trattenendolo.

Derek allungò la zampa appoggiandola sul tronco e Stiles poté vedere una macchia rosso scuro sporcare il legno. Il cuore prese a martellargli furiosamente nel petto, ma gli si bloccò insieme al respiro quando una luce avvolse Derek e il Nemeton.

Non riusciva a vedere nulla, faceva male agli occhi ed era troppo bianca, ma durò pochi secondi. Stiles si rese conto di aver urlato forte il nome di Derek solo quando sentì la gola bruciare appena la luce si spense.

Sul Nemeton, sdraiato, c'era un corpo che Stiles non riuscì a riconoscere a distanza, ma sull'erba c'era Derek acciambellato che si leccava una zampa.

Questa volta Misia non riuscì a trattenerlo e Stiles in poche falcate raggiunse il lupo, abbassandosi alla sua altezza per controllare la ferita. Non era profonda e quasi non sanguinava più, ma si strappò comunque un pezzo di camicia per avvolgergliela intorno. Derek, stranamente docile, lo lasciò fare fino a quando la stoffa non fu ben stretta, poi Stiles alzò lo sguardo verso di lui.

“Bravo, Sourwolf, ma la prossima volta avvisa. Fa un ringhio, scrivi con la zampa sul terreno, ma non morderti all'improvviso, okay?”

Derek, in tutta risposta, gli ringhiò a un centimetro dal naso, facendolo sorridere.

“Cos’è questo posto? Dov'è finito il mio letto con il baldacchino? Non ero in campeggio!”

Stiles si bloccò con il sorriso sulle labbra e si rialzò guardando la persona che ora era seduta al centro del tronco tagliato. Si lanciò forse con troppo entusiasmo, sbattendo con le ginocchia contro la corteccia e facendosi male, ma se ne fregò.

“Bentornato, mezzo lupo!” urlò stringendo Elìas che si lamentò per quella stranezza.

   
 
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