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Autore: Fajander    19/01/2017    1 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Hai sentito anche tu?» gracchiò la voce rauca di Raichi.
«Sì, si tratta di Gohan.» rispose il namecciano.
«Immaginavo. Tienilo d'occhio, non voglio che distrugga il mio pianeta.».
Piccolo annuì con il capo e, sollevatosi in volo, lasciò il castello. Nel frattempo Gohan si era svegliato e, cacciato e mangiato qualche animale per rimettersi in forze, aveva iniziato il proprio allenamento. Il posto da lui scelto gli ricordava il deserto in cui il suo maestro lo aveva portato quando era piccolo, per fronteggiare l'arrivo dei saiyan. Lì aveva imparato le basi della sopravvivenza, e soprattutto a cavarsela con le proprie forze senza l'ausilio del padre. La situazione adesso era molto simile: un nemico da sconfiggere, un deserto in cui allenarsi in isolamento dal resto del mondo. Agitava vorticosamente il proprio corpo nell'aria, sferrando calci e pugni. I suoi lunghi capelli seguivano le stesse movenze, mentre copiose gocce di sudore toccavano il suolo scandendo il ritmo della fatica.
Dopo più di due ore ininterrotte di esercizio, il terrestre decise di sedersi per terra e riprendere fiato. Si osservò in un riflesso di una pozzanghera d'acqua accanto a lui. Era cresciuto, eccome se lo era. I segni della prigionia, le cicatrici che aveva sul volto e che facevano capolino dal petto gli ricordavano quelle giornate terribili in cui progettava come andarsene.
«Tsk, luride guardie, non valevate niente. Se non fosse stato per quel siero vi avrei ridotto in cenere! E soprattutto Grend sarebbe ancora vivo...» mormorò, sputando per terra.
«Bene, mi sono riposato a sufficienza, riprendiamo da dove avevo interrotto!» si disse.
«Prima però voglio liberarmi di questa tuta, è ridotta a brandelli e mi ricorda il puzzo della mia cella.» la afferrò con la mano e se la strappò via, rimanendo con i soli pantaloni. Nel frattempo, a svariati chilometri di distanza anche Meyra e Cream si stavano allenando duramente per prepararsi a un probabile scontro contro Cooler.
«I miei poteri non sono abbastanza contro di lui, per cui prima devo migliorarmi fisicamente!»
«Che intendi?»
«Voglio dire che non funzionano con quelli che sono molto più forti di me, non riesco a entrare nelle loro menti o applicare la gravità su di loro. Coraggio, cominciamo!» intimò la ragazza, scagliandosi contro il compagno che si parò incrociando le braccia. Egli rispose sbalzandola via con la propria aura e dopodichè approfittò della sua perdita di equilibrio per sferrarle un pugno in pieno volto, che però venne deviato da un colpo energetico. La giovane sorrise e ricambiò l'offensiva dando una ginocchiata sull'addome, facendo piegare in due Cream, e in seguito lo colpì con un calcio rotante che lo fece scaraventare contro una roccia.
«È tutto qui quello che sai fare? Sono più forte di te, lo ammetti?» gli urlò la guerriera, ridendo.
«Non è ancora detta l'ultima parola!» si sentì aldilà della coltre di fumo. Da essa fuoriscì una sfera energetica che si dirigeva a tutta velocità contro di lei. «Fin troppo facile!» disse Meyra, deviandola verso l'alto col braccio. «Dietro di te!» si annunciò Cream, colpendo con entrambi i pugni la schiena della compagna che cadde inevitabilmente a terra, dolorante. Si rialzò tossendo e ansimante.
«Niente male, hai nascosto la tua aura e sei riuscito a distrarmi con quel colpo energetico.» disse.
«Già, sono proprio furbo, eh? La prossima volta, anzichè parlare concentrati!» si vantò l'altro, impettito.
«Ricordati che in un combattimento vero ti sconfiggerei come niente, usando i miei poteri!» ribattè questa. Si legò i capelli argentei formando una coda di cavallo, poi si rimise in guardia.
«Il vero scontro inizia adesso, arrivo!». Il giovane sorrise e si preparò al secondo round. Non poteva fare a meno di notare il corpo formoso della ragazza che aveva di fronte. Indossava un top bianco che le arrivava all'ombellico e un paio di pantaloncini aderenti dello stesso colore che lasciavano scoperte gran parte delle cosce. Preso da quella visione angelica egli non la vide arrivare e così ricevette una gomitata sul naso, che lo fece urlare dal dolore.
«Ahi, ahi! E dai, ero distratto!» disse, tastandosi il naso e con le lacrime agli occhi.
«Le distrazioni non sono concesse, nemmeno se stai ammirando la mia bellezza!» replicò Meyra facendogli l'occhiolino e al contempo tartassandolo di calci e pugni.

Luogo: Pianeta Fantasma, deserto

Il saiyan stava eseguendo dei piegamenti sulle braccia in verticale e con sole due dita per mano quando percepì una presenza a lui familiare nelle vicinanze.
«Da quanto tempo mi osservi?» disse, non fermandosi.
«Da un po'. Sei diventato forte dallo scontro con Freezer, sai? Avevo ragione su di te.» rispose Piccolo, atterrando alle sue spalle. Gohan si mise in piedi con un salto e lo fissò dritto negli occhi.
«No, LUI aveva ragione, non tu. Sei solo la sua ombra.» affermò il ragazzo, guardandolo come se fosse un mostro.
«Io sono esattamente identico a lui, non lo capisci? Guarda...» disse questi, sorridendo. Una scarica elettrica partì dalle sue antenne e ripristinò i vestiti di Gohan. Adesso quest'ultimo indossava una tuta viola in tutto simile a quella del namecciano. L'umano si osservò e poi tornò a fissare l'uomo davanti a sè con indifferenza.
«Questa è una cosa che farebbe lui, no? Ho i suoi ricordi, la sua forza, le sue tecniche.»
«Ma sei comunque controllato da quel vecchio.»
«Il Dr Raichi ha fatto sì che mettessimo da parte le nostre emozioni individualistiche. In uno scontro è importante collaborare, non credi? Se fossimo stati perfettamente coordinati probabilmente avremmo vinto contro Freezer, forse anche contro Cold. Pensa a tutti noi, uniti, che agiamo sotto un'unica mente, compreso Vegeta Super Saiyan, contro quei due Demoni. Io dico che saremmo stati invincibili.» spiegò.
«Non voglio pensare al passato, non può essere cambiato e nessuno può tornare in vita. Le Sfere del Drago sono solo un ricordo ormai. Non mi interessa se sei davvero come lui, aiutami solo a diventare più forte. Voglio essere come mio padre, voglio salvare l'universo.».
Piccolo sorrise nuovamente e si mise in posizione di combattimento.
«Molto bene, chiamerò anche Vegeta, mentre Crilin e Yamcha si alleneranno con quei tre.».
E così i mesi passarono e i guerrieri accrebbero la loro forza, raggiungendo vette mai pensate. Come preannunciato dal maestro di Gohan, Igin e Cream si addestrarono insieme ai fantasmi di Yamcha e Crilin e ogni tanto anche con Meyra, che si dimostrava diverse spanne sopra questi e pertanto preferiva un allenamento più individuale. Ben presto, raggiunta una potenza molto vicina a quella di Freezer nella forma più ridotta, si unì al gruppo formato da Gohan, Piccolo e Vegeta. In particolare la donna si affrontava spesso con il namecciano, più forte di lei, mentre i due saiyan combattevano violentemente e al massimo del loro potenziale.
«Devi diventare un Super Saiyan, o non avrai alcuna chance contro la lucertola.» ricordava spesso il principe al figlio del suo eterno rivale. Egli, sebbene fosse soltanto una copia era in tutto e per tutto uguale all'originale.

Sei mesi dopo

«Sei solo un patetico mezzosangue! Il solo pensiero che tu sia l'ultimo sopravvissuto della nostra orgogliosa razza mi fa venire il voltastomaco!» gli urlò il guerriero dorato mentre sferrava un calcio al giovane terrestre, mandandolo K.O. per l'ennesima volta. Questi, facendo forza sulle gambe stanche e tremanti dalla fatica si rimetteva in piedi, asciugandosi con il dorso della mano il sangue che gli colava dal labbro. Non riusciva a capacitarsi dei suoi fallimenti. Per riuscire a diventare un leggendario Super Saiyan aveva bisogno di arrabbiarsi come non mai, e lui di collera ne aveva da vendere, eccome se ne aveva. E allora perchè non si trasformava? Cosa lo bloccava? Questo evidentemente gli sfuggiva, e finchè non lo avrebbe scoperto sarebbe rimasto sempre un passo indietro a Vegeta. Quest'ultimo lo fissava dall'alto in basso con uno sguardo di disapprovazione che aveva imparato a conoscere bene, avvolto dalla sua fiammeggiante aura dorata.
«Non riuscirai mai a sconfiggermi, arrenditi moccioso!» lo intimava.
«Mi prendi in giro? Se mi potessi trasformare anch'io, ti batterei come niente!» replicò l'altro.
«E allora trasformati!»
«Tsk, non mi serve, Freezer è più debole di te, posso batterlo anche senza il Super Saiyan, sono diventato abbastanza forte ormai.»
«Ah sì? Vediamo un po'...».
Il principe dei saiyan concentrò la sua aura fino a farla diminuire leggermente.
«Questo corrisponde più o meno all'80% del livello di Freezer quando era su Namek, attaccami.» gli disse, facendogli cenno con la mano e sorridendo beffardo. Come risposta Gohan liberò tutta la sua piena potenza e si scagliò contro l'avversario. A pochi metri da lui il terrestre si teletrasportò sopra la sua testa e iniziò a tartassarlo con dei colpi energetici, che caddero sulla superficie come una pioggia esplosiva. Quando si alzò un gran polverone al punto che non si vedeva più nulla il mezzo saiyan interruppe l'attacco, riprendendo fiato. Sentì uno spostamento d'aria alle sue spalle e si voltò di scatto.
«Tutto qui? Non mi hai preso nemmeno una volta.» informò trionfante Vegeta.
In tutta risposta Gohan digrignò i denti e si gettò su di lui, colpendolo con una serie di calci e pugni che però vennero parati tutti dal guerriero dorato.
«Troppo lento.» disse. Il Super Saiyan cominciò la propria controffensiva mettendo a segno tutti i propri attacchi per poi concludere la stessa con una gomitata che fece schiantare al suolo il ragazzo. Quando quest'ultimo, fortemente debilitato, si rimise in piedi il nemico gli era nuovamente addosso e in poco tempo lo rimandò a terra con un poderoso calcio sul mento.
«Lo vedi, moccioso? Sei solo un insetto. Immortalità o no, Freezer ti farebbe fuori in pochissimi attimi. Allenati duramente e trova il modo di trasformarti, o al momento del dunque morirai presto.» il principe dei saiyan gli voltò le spalle, e, tornato normale, lo lasciò lì, cosparso di polvere e sangue. Il figlio di Goku, disteso e piegato in due dal dolore, osservava con occhi carichi di odio l'avversario che pian piano scompariva in lontananza. Ribolliva di rabbia e frustazione, ancor più di prima, ma in cuor suo sapeva che ciò che gli aveva appena dimostrato Vegeta fosse vero. La sua eccessiva sicurezza avrebbe potuto portarlo alla morte, non avrebbe più commesso questo errore. Con le poche energie rimaste egli si sollevò in volo per recarsi alla Vasca di Rigenerazione dell'astronave e ripristinare le proprie forze. Una volta guarito avrebbe ripreso i propri allenamenti ancor più duramente. Intanto, Meyra, aveva osservato tutta la scena, compatendo il ragazzo. Poteva capirlo in fondo, anche lei provava lo stesso. Voleva uccidere Cooler per tutto il male che aveva fatto alla sua gente e al suo pianeta, ma non aveva i mezzi per farlo. Per ora. Quei pensieri però sfumarono via velocemente poichè un Makankosappo di Piccolo stava per raggiungerla.

Un anno dopo

Gohan passeggiava avanti e indietro nel laboratorio di Raichi, impaziente.
«Perchè mi ha fatto chiamare?» disse ticchettando le dite sulle braccia conserte.
«Le mie ricerche di questi ultimi mesi mi hanno portato a un'analisi approfondita di come funzioni la biologia saiyan. Vegeta mi ha riferito le tue difficoltà nel trasformarti, così ho deciso di aiutarti: malgrado il mio stesso ribrezzo verso la vostra razza ritengo necessario il tuo pieno contributo per sconfiggere Freezer.».
«Capisco. Allora, cosa ha scoperto?» chiese il giovane.
«I saiyan riescono a concentrare la propria energia innescando la trasformazione in Super Saiyan utilizzando il proprio corpo come un catalizzatore. Tale infusione di energia, infatti, spiegherebbe anche il cambiamento del colore degli occhi e dei capelli. Per sfruttarla appieno i saiyan devono convogliarla dentro di loro ed espellerla contemporaneamente, accelerandone il flusso. Per potersi trasformare e sopportare tutta quell'energia bisogna avere una grande resistenza fisica alla gravità, dati gli sforzi a cui sarai sottoposto soprattutto all'inizio. Ho anche scoperto, che, come già saprai, le emozioni giocano un ruolo fondamentale, anche se come hai visto non sono l'unico fattore. Ho condotto diversi esperimenti sul sistema nervoso di Vegeta e ho compreso come la rabbia sia l'emozione più efficace e utile per innescare la trasformazione. È quindi di rilevante importanza essere arrabbiati, poichè in quei momenti l'aura cresce enormemente e si acquisisce una maggiore forza seguita da una evidente contrazione dei muscoli. È un'emozione primaria di cui ci serviamo naturalmente per eliminare gli ostacoli che si frappongono tra noi e il nostro obiettivo, per cui concentrati Son Gohan, qual è il tuo più profondo desiderio?» concluse lo tsufuru.
«Uccidere Freezer.» replicò con tono deciso l'altro.
«Bene, allora datti da fare. Ora hai tutti gli strumenti per diventare più forte, per cui vedi di sfruttarli al meglio.»
Il terrestre annuì, e, pensieroso, si avviò verso l'uscita. "Quindi non basta la rabbia, devo anche insegnare al mio corpo come resistere a un tale sforzo. Bene, il Dr Raichi ha parlato di gravità, ho un'idea a riguardo..." rifletteva, quando fu interrotto da quest'ultimo prima di lasciare l'edificio.
«Ragazzo, ho un'ultima cosa da comunicarti.». L'anziano tsufuru si avvicinò a lui fluttuando sulla sua sfera.
«E sarebbe?».
«Ho fatto un confronto tra le tue cellule e quelle di Vegeta, e ho notato un'interessante differenza.»
«Che cosa?! Come ha avuto quei campioni?!».
Raichi ghignò, trionfante. «Quando siete arrivati qui ho prelevato tramite delle nanospie le cellule di ognuno di voi. Abitudini di un vecchio scienziato...».
Gohan lo fulminò con lo sguardo, irritato.
«Ad ogni modo, sembra che la prima trasformazione in Super Saiyan modifichi permanentemente le cellule del vostro corpo. Infatti, nonostante apparteniate alla stessa razza, le tue e quelle di Vegeta sono diverse.».
«Non ha senso. Io sono per metà umano, la differenza di cui lei parla potrebbe dipendere da questo.».
«Lo so, infatti per il momento resta solo una teoria. Quando ti trasformerai ne sapremo di più.».
Uscito dal laboratorio il terrestre si alzò in volo e si diresse nella zona di allenamento, dove trovò Meyra. Ella era in cima a una collina e stava meditando, sospesa a mezz'aria. Il ragazzo atterrò davanti a lei e questa aprì gli occhi, tornando a terra.
«Ti chiami Meyra, giusto?» domandò.
«Sì. Che c'è?».
«Ho un favore da chiederti.». Tale affermazione incuriosì la guerriera, che finora non aveva avuto chissà quale rapporto con l'umano. Quest'ultimo spiegò la propria situazione e lei acconsentì, dopotutto era anche un allenamento per lei.
«Sei pronto?» chiese questa.
L'altro annuì.
«Cominciamo pure.». La donna si concentrò, alzò le braccia e le puntò in avanti. Ad un certo punto il corpo di Gohan si fece come più pesante, sentì una pressione così forte che lo costrinse a cadere in ginocchio. «Forza, prova a muoverti!» lo incoraggiò lei. "Se voglio sconfiggere Freezer, devo superare i miei limiti!" pensò lui. Il saiyan fece appello a tutta la sua potenza e iniziò a mettersi in piedi lentamente. Con i muscoli tremanti che imploravano pietà riuscì nel suo intento dopo qualche secondo. Meyra sorrise, soddisfatta.
«Bene, e ora prova a fare qualche passo. Fa' piano, non devi sforzarti!» disse.
«Fare piano, dici? No, non ho tempo per questo.». Con la fronte madida di sudore Gohan espanse la propria aura al massimo e iniziò prima a muoversi lentamente, poi a fare dei saltelli, poi a correre. Dopo qualche minuto era in grado di eseguire dei movimenti naturali, come se la gravità fosse normale. La guerriera osservava la scena sbigottita, sgranando gli occhi.
«Com'è possibile? Si è abituato alla mia Super Gravità in pochissimo tempo! Questi saiyan sono strepitosi... E sia, vorrà dire che dovrò impegnarmi ancora di più!».
Così proseguì l'allenamento dei due, con una continua sfida atta a oltrepassare i propri limiti, fisici di Gohan, psichici di Meyra. Ogni volta che il primo si abituava alla nuova pesantezza del proprio corpo, la seconda incrementava ulteriormente con non poca fatica la gravità, e via proseguendo. Entrambi in pochi mesi riuscirono ad ottenere un immenso potere, una grande forza che non sarebbe però passata inosservata agli occhi di qualcuno...

   
 
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