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Autore: idrilcelebrindal    20/01/2017    3 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è terminata, ed è stata una strage; ed anche se nessuno dei Durin ha trovato la morte sul campo, i Nani sono privi di guida. Thorin, menomato dalle ferite, in preda a spaventosi rimorsi e sensi di colpa, straziato dall'ansia per la sorte dei suoi ragazzi, medita di rinunciare al Trono per cui ha tanto combattuto.
Kili, privato di suo fratello disperso in battaglia, profondamente deluso dallo zio, si aggrappa disperatamente alla vita; in questa lotta, ha come solo conforto la presenza della sua dolce Liatris, e la convinzione che Fili non è morto, e prima o poi tornerà.
E intanto, molto più ad ovest, gli Orchi in fuga trascinano con loro alcuni prigionieri: uno, con un'astuta messinscena, prepara una rocambolesca fuga, senza sapere quali ostacoli incontrerà e se l'impresa non gli costerà la vita; un altro, alla disperata ricerca del suo passato, scoprirà che l'amicizia può fiorire anche in luoghi e momenti del tutto inaspettati. Non sa che questa amicizia lo trascinerà su una via oscura e piena di pericoli, ma anche di sorprese, ed alla fine potrebbe anche ritrovare se stesso ed il suo destino.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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54 Un momento di pausa 54 Un momento di pausa

Il giovane ed impegnatissimo principe Reggente e la sua altrettanto impegnata sposa si erano ritrovati nelle loro stanze e concordemente avevano deciso che il Regno sotto la Montagna e tutti i suoi abitanti potevano andarsene cordialmente alle ortiche per un po’. Con l’espressione del bambino che ha sottratto la torta preferita alla custodia della mamma ed è ormai sicuro di farla franca, Kili aveva chiuso a chiave la porta delle loro stanze, si era gettato la moglie ridacchiante su una spalla con gesto atletico,  l’aveva scaricata senza tante cerimonie sul loro letto Elf-size ed aveva proceduto a spogliarla, peraltro senza incontrare alcuna opposizione.

Inginocchiato sopra di lei, si riempiva gli occhi della sua sposa; la pelle d’alabastro, le forme arrotondate  di una Nana al culmine della sua bellezza; i lunghi capelli sciolti da cui la luce delle candele traeva bagliori d’oro...
ma Kili ricordava altrettanto bene come la luna li trasformasse in una cascata d’argento, in una notte d’autunno nel boschetto dei noccioli…  
Una mano piccola ma decisa lo strappò dal suo incanto, afferrandogli il davanti della camicia ed attirandolo bruscamente verso il basso. Il profumo di fiori gli riempì le narici, mentre una voce roca gli sussurrava all’orecchio:
“Allora, amico, fai qualcosa o resti a guardare..?”
Kili si vide riflesso in due iridi di un incredibile color ametista, ombreggiati da lunghe ciglia che davano loro uno sguardo perversamente sensuale. Una specie di insondabile mistero sembrava nascondersi in quelle profondità, tanto che un brivido gli salì su per la spina dorsale...  Sospirò. Cosa può mai fare un uomo? Non ha alcuno scampo.   Non gli rimase altra scelta che baciarla.

Il tempo e lo spazio persero significato per il principe Nano, mentre baciava la sua amata come se non ci fosse un domani; ma a lei non bastava. Le mani lasciarono il suo collo per scorrere con impazienza il corpo ancora vestito del marito alla ricerca di un varco; infine, con un piccolo mugolìo di soddisfazione, gli si infilarono sotto la camicia, mozzandogli il fiato.
Le spalle, la spina dorsale, i fianchi, per poi risalire sul petto: nessun centimetro raggiungibile fu trascurato, finchè Kili si accorse che le manine intraprendenti stavano cercando in tutti i modi di sollevargli la camicia. Nella nebbia dorata che gli avvolgeva la mente, gli parve una buona idea, ed interruppe il bacio giusto il tempo di afferrare l’orlo dell’indumento e trascinarselo sopra la testa…

Improvvisamente si sentì circondare il torace da due braccia inaspettatamente forti, e con un grido di sorpresa si ritrovò ribaltato sulla schiena, con le braccia e la testa ancora intrappolate nella camicia.
“Ehi! Ma cosa…” farfugliò; ma qualsiasi protesta avesse in mente, già soffocata dalla stoffa, svanì rapidamente sotto una pioggia di carezze e di baci che lasciavano scie roventi al loro passaggio, così come qualsiasi altro pensiero coerente.
Kili era completamente perso. Il profumo della pelle della Nana sopra di lui lo inebriava, la seta dei suoi capelli gli si avvolgeva intorno  e la sensazione era come se mille dita delicate lo accarezzassero,  mentre delle dita vere e solide percorrevano la sua pelle nuda alla ricerca dei punti più sensibili per fargli perdere il lume della ragione.
E poi quelle dita scivolarono sotto la cintura dei pantaloni.

Improvvisamente fu come se la stoffa che ancora lo copriva gli bruciasse addosso. Con un ruggito, raccolta la poca capacità di concentrazione che gli rimaneva, si sollevò quel tanto che bastava per liberarsi dalla camicia; combattendo poi contro quelle manine traditrici che insistevano per frugare ed accarezzare proprio dove ottenevano il maggior effetto sul suo autocontrollo, riuscì con dita tremanti a sciogliere i lacci dei pantaloni.
Non seppe mai come era riuscito a sbarazzarsene, ma ora era libero. Era il momento della sua… vendetta.

Liatris amava suo marito.  Amava tutto di lui; il coraggio e l’intelligenza con cui affrontava e gestiva il Consiglio,  fingendo  di  ignorare Balin  che impallidiva , Thorin  che spalancava gli occhi e Dwalin che ridacchiava.  Amava tutti i  suoi sorrisi : quello  largo e coinvolgente  che iluminava la stanza e costringeva  tutti ad amarlo; quello  sarcastico e falsamente innocente che esibiva quando spingeva qualcuno  a fare  come voleva  lui; e quello tenero  e segreto  che riservava  solo a lei.
Amava il suo grande cuore, la sua passione, la sua sensibilità; l’entusiasmo che metteva nelle cose; amava anche quella vena di mistero in lui, quando la sensibilità  diventava empatia o mostrava  il suo singolare legame con i corvi. Lo amava anche quando gli occhi scuri si perdevano lontano, dietro ad una qualche  visione, e lei si rendeva conto  una volta di più  che Kili  non sarebbe mai appartenuto a nessuno  e che nessuno avrebbe  mai  potuto  porgli dei limiti.
Amava toccarlo, e baciarlo; ed era affascinata dall’effetto che i suoi tocchi ed i suoi baci provocavano  in lui. Aveva imparato  presto  a riconoscere i suoi punti più  sensibili; ed ormai sapeva cosa lo faceva sospirare, cosa gli mozzava  il respiro e come ottenere  da lui quel piccolo sibilo che  prometteva sviluppo molto interessanti. ..  E trovava affascinante ed eccitante portarlo fino al punto in cui i suoi occhi scuri divenivano  lucidi, e poi vitrei,  e lui completamente perso nell’incantesimo del piacere. Era una sensazione esaltante, ed estremamente erotica.

Il problema  era che, da parte sua, anche Kili aveva presto scoperto  i punti deboli della sua giovane moglie, e trovava decisamente piacevole cercare di farle  perdere ogni controllo… sempre che non si fosse perso prima lui nelle spire della magia che le mani delicate di lei gli tessevano  intorno.
Spesso quindi la faccenda diventava una giocosa  e stuzzicante  lotta per la supremazia.

Kili afferrò le mani di Liatris nelle sue; rapidamente la rovesciò sul letto, le sollevò entrambi i polsi sopra la testa e con la mano libera  aperta la attirò verso di sé, facendo aderire il corpo morbido di lei al suo. Un sorriso malizioso gli comparve sulle labbra.
“Allora, cosa stavamo dicendo…”
La frase si interruppe quando fu lei, questa volta, a baciarlo.
Giusto per dimostrare che non aveva intenzione di arrendersi.
E poi, come per accordo, entrambi iniziarono a muoversi lentamente,  ognuno accarezzando il corpo dell’altro con il proprio. Le mani di Liatris, chissà come, erano libere, e … tutto scomparve in una nebbia dorata.

I due giovani Nani giacevano aggrovigliati l’uno nell’altro, godendosi una piacevole spossatezza. Racchiusi nel loro bozzolo caldo e confortevole, il mondo sembrava distante ed inoffensivo … finchè qualcuno bussò  con decisione alla porta.
Ci volle più di qualche  momento  perché  entrambi tornassero  alla realtà; ed allora si guardarono allarmati. La porta era chiusa, segnale evidente di desiderio  di privacy; ma chi bussava  aveva superato non solo due coppie di guardie armate, ma anche il loro personale Huan , Halla. E Halla non lasciava passare  nessuno senza un’ottima ragione.
Cosa sta succedendo?  

“Perché qui?” chiese Dìs mentre Dwalin e Thorin la conducevano agli appartamenti di Kili. Si era aspettata un appartamento nell’Ala Reale, ma i due Nani avevano imboccato un’altra  rampa di scale.  
“Beh… Kili voleva poter vedere le stelle,” rispose Thorin, e Dìs scosse il capo con un sorrisetto.  C’era da aspettarselo,  il mio sognatore. 
Solo in quegli ultimi minuti Dìs si era resa conto che Kili non sarebbe stato solo. Era sposato,  per amor di Mahal!  E per quanto lei stessa avesse ‘suggerito’  la soluzione, non poteva evitare un po’ di sconcerto e di apprensione.  Già  l’idea era strana: le parole Kili e matrimonio  nella stessa frase sembravano un’assurda  combinazione. E lei, la ragazza… Dìs si era aspettata di essere quanto meno parte nel processo di scelta delle sue nuore,  come si conviene,  anche se non avrebbe mai costretto i suoi figli a decisioni indesiderate. Anzi, si era già  fatto qualche piccolo progetto, su una certa ragazza. .. sospirò. Come faccio a dirlo a Dehala? 

Oltrepassando l’ultima coppia di guardie entrarono nel corridoio davanti alle grandi porte scolpite con foglie e rami. Dìs vide una Nana di mezza età  venire incontro ed alzò  un sopracciglio perplessa. Una governante, pensò. La Nana lanciò  uno sguardo al terzetto davanti a lei e si produsse in una perfetta riverenza.

“Halla, al tuo servizio, principessa,” fu il saluto. Dìs sorrise.  
“È  passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho ricevuto una tale accoglienza, “ rispose. “Mio figlio è  nelle sue stanze?”
“Sì, mia signora; è  in compagnia della principessa sua moglie.” Così  dicendo Halla indicò   le grandi porte e si fece da parte.
Dwalin brontolò sottovoce, e Dìs si girò  sorpresa verso i due Nani in sua compagnia, per trovare un Thorin sogghignante mentre il guerriero tatuato scambiava occhiate incendiarie  con la governante. La principessa alzò  un sopracciglio con espressione interrogativa.
“Dwalin non apprezza Halla,” commentò  Thorin, “ ed il sentimento è  reciproco.”
“A me sembra perfetta,” commentò  Dìs. “Cosa c’è che  non  va?”
“È  prepotente,” grugnì  Dwalin.
“È  maleducato e supponente,” sibilò contemporaneamente Halla.
Dìs li osservò  entrambi,  poi annui.
“Ah. Ecco.” Poi scrollò le spalle e bussò  alla porta con decisione.

Kili afferrò  velocemente un paio di pantaloni ed una camicia, non senza masticare qualche  colorita imprecazione  sui fastidi della regalità.
Se questa non è  una vera e propria emergenza qualcuno finirà a  spalare merda di drago dai sotterranei!
Assunse la collaudata espressione da Thorin  e senza cerimonie apri  la porta pronto ad inveire  contro il  malcapitato che…
“Mamma!”

Dìs ebbe solo una frazione  di  secondo  per guardare suo  figlio  prima di sentirsi sollevare da terra e stritolare  in un abbraccio travolgente. Non si accorse nemmeno delle lacrime che le rigavano le guance.

Kili aspirò il profumo familiare di sua madre, quello che avrebbe riconosciuto  tra mille. Nascose il viso nelle trecce scure e per un attimo tornò  indietro nel tempo, quando andava a cercare rifugio e consolazione dalla mamma, sicuro che lei avrebbe sistemato tutto, anche il disastro peggiore,  che tutto si sarebbe risolto.  Si rese conto in quel momento  quanto gli fosse mancata; e che aveva atteso il suo arrivo come un evento risolutore, dopo il quale tutto sarebbe stato più facile. Sarebbe stato troppo bello.
Per un attimo si godette la sensazione, lasciò che il passato tornasse a vivere; un passato in cui tutto era facile. Non durò  a lungo.  
C’era troppo davanti a lui per perdere tempo nei rimpianti. Aspirò  ancora una volta il profumo inconfondibile di sua  madre e disse addio per sempre all’adolescenza.

ANGOLO AUTRICE
Sono stata colpita da un gravissimo caso di blocco dello scrittore. Niente mi piaceva, non riuscivo a collegare i rami della storia, ho scritto e cancellato un po’… e poi sono andata in pausa.
Non oso dire ad alta voce che il problema è risolto. Davvero non lo so. Questo capitolo è solo di passaggio, per riscaldare le dita; il prossimo sarà molto Dìs-centrico ( mi sembra che se lo meriti), e poi l’azione dovrebbe decollare fino alla sua  stupefacente (forse) conclusione. Ma questo è un progetto, non faccio promesse.
Se ancora qualcuno ha interesse per questa storia, ringrazio fin da ora con tutto il cuore. Nel frattempo esprimo tutta la mia ammirazione per Sylvie91 che si è letta e recensita millemila capitoli! Un grazie collettivo a tutti, e se qualcuno c’è ancora, batta un colpo!
Alla prossima ( spero molto presto)
Bacio
Idril

  
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