Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: fra_eater    20/01/2017    1 recensioni
Hermione sta per affrontare uno dei momenti più bui della sua vita, accanto a lei però ci sarà Ron a sostenerla e magari entrambi si renderanno conto che la loro non è solo una semplice amicizia.
La storia partecipa al contest "SE MAGNA!"indetto da Paperetta@ sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
You are my Earthquake
 
 
 
Nonostante il caldo afoso di metà Luglio all’esterno, un ragazzo dai capelli rossi si stringeva nelle spalle per contrastare il freddo che provava in quella sala d’attesa improvvisata e tetra in cui oggetti che mai aveva visto prima brillavano sinistri alla luce del neon, la ragazza accanto a lui  invece aveva lo sguardo perso nel vuoto e non sembrava neanche rendersi conto del freddo glaciale che attanagliava le ossa del suo accompagnatore e probabilmente anche le sue.
Lui la scrutò attentamente con i suoi grandi occhi cobalto e corrucciò le labbra sottili, sentendosi impotente nel vederla così, come se fosse svuotata dentro.
Allungò un braccio e lo portò alle spalle di lei, sentendo i capelli ricci e cespugliosi solleticarli la pelle e la trascinò a sé, svegliandola un attimo dal suo stato di immobilità.
“Andrà tutto bene” si limitò a dire, baciandole la chioma con un gesto decisamente troppo dolce per lui ma che la situazione lo richiedeva.
“Chi te lo dice che andrà tutto bene, Ron?”  lo attaccò a lei, frustrata. Il ragazzo non se la prese e la abbracciò ancora più forte, lei si lasciò coccolare ma mantenendo lo sguardo austero e la schiena rigida.
Rimasero in silenzio per un po’, quando lui iniziò ad accarezzarle i capelli lunghi con dolcezza, giocherellando con i ricci morbidi rigirandoseli tra le dita callose per aver passato gli ultimi mesi a sistemare scatoloni nel negozio del fratello.
“Io sono certo che andrà tutto bene” ripetè, sorridendo con convinzione “Sta tranquilla, Hermione, non sono loro”.
Hermione sollevò lo sguardo, gli occhi nocciola lucidi, come se stesse sul punto di piangere “Se non fosse stato per me…” riuscì solo a dire prima di strozzare un sussulto.
“Hermione, non è colpa tua!” la ammonì Ron, prendendole le mani “Tu hai agito per il loro bene, non potevi di certo immaginare che venissero coinvolti in un terremoto! Tu volevi salvarli da Voldemort! Tu sei riuscita a salvare loro e anche tutto il mondo magico da lui!”.
Un uomo con il camice bianco passò loro accanto per varcare un’altra porta e Ron abbassò la voce “Tu sei una strega formidabile. Pochi avrebbero il coraggio di alterare la mente dei propri genitori per salvarli come hai fatto tu!”
“Ron… ma io…”
“Tu non hai alcuna colpa!” ripetè il ragazzo con più forza, stringendole le mani e costringendola a guardalo negli occhi “Hermione, tu sei la persona più calcolatrice, prudente e sveglia che io conosca. Sei colei che mi ha fatto uscire il meglio di me, che mi ha spinto a tornare indietro quando per la mia testardaggine e viziagine…“
“Viziagine non esiste” lo interruppe lei, arricciando il naso scherzosamente inorridita.
“Lo so, ma non ho trovato un termine migliore per dire che ero tremendamente viziato dalla vita comoda e tranquilla di Hogwarts e di mia madre”. Lei rise. Ron riusciva sempre a farla rilassare anche in un momento teso come quello.
Erano giunti da pochi giorni in Australia, decisa a tutti i costi a ridare la memoria ai suoi genitori, ad abbracciarli e dire che andava tutto bene, che tutto era finito; ma quando erano arrivati lì non era andata come speravano. Un terribile terremoto aveva devastato la zona dove i genitori di Hermione erano andati a vivere e ora erano lì, in una sala autopsie vuota adibita a momentanea sala d’attesa per l’obitorio che puzzava di cadaveri e intrugli chimici.
“Andrà tutto bene” ripetè il ragazzo, baciandole nuovamente i capelli. Da quando stavano insieme si sentiva ancora impacciato e non sapeva bene fin dove poteva spingersi con lei, certo, ormai si conoscevano da anni, litigavano in continuazione, ma un conto era litigare con lei, un conto era essere dolce e comportarsi da bravo fidanzato, se così poteva definirsi dato che si erano limitati a qualche bacio senza mai discuterne. Nella sua vita aveva avuto una sola fidanzata e, essendo sincero con se stesso, non era stata una vera storia d’amore dato che era stato con lei solo per ripicca nei confronti della ragazza che stringeva tra le braccia in quel momento.
“Ti sei arrabbiato prima?” chiese Hermione improvvisamente, voleva cambiare discorso per non dover pensare ai suoi genitori e alla loro sorte incerta.
Allo sguardo assente di Ron aggiunse “Quando quell’addetto ha detto il suo amico?”, aveva notato come Ron aveva storto il naso a quelle parole.
“Bè” disse, grattandosi il naso “A parte che non sono affari suoi e poi, cosa crede? Che uno come me non può stare con una come te?” si fermò un attimo, guardando il vuoto e abbassando il viso, le labbra contratte in una smorfia di rammarico  “Forse non ha tutti i torti”.
“Cavolo” pensò la ragazza. Conosceva bene Ron e le sue insicurezze e il fatto di non essere alla sua altezza era uno dei principali motivi di mutismo ed eccolo di nuovo rabbuiarsi, certo di non essere abbastanza per lei, lui che era stato il vero terremoto che aveva scomposto la sua vita solitaria e fin troppo rigida, lui che aveva portato il colore e le risate e che le era accanto in uno di quelli che era certamente il momento più difficile della sua vita.
Si lanciò in avanti e lo baciò sulle labbra piene con dolcezza “Tu sei tutto per me” disse solamente e lo fissò negli occhi.
“Signorina Granger”.
L’uomo che prima aveva definito Ron amico era spuntato sulla soglia a chiamare la ragazza per il riconoscimento dei cadaveri che avevano trovato sotto le macerie.
Hermione si alzò dalla sedia non prima di aver sentito la stretta forte di Ron nelle sue mani per infonderle coraggio.
“Il suo amico deve attendere qui” disse l’uomo con la divisa blu da inserviente, fissando Ron con sguardo mezzo divertito.
“Non è mio amico” esclamò Hermione con fare austero “è il mio futuro marito”.
Queste parole lasciarono Ron più interdetto dell’uomo che riuscì solo a dire “Oh, congratulazioni! Speriamo di poter aggiungere un’altra buona notizia a questa” e le fece cenno di seguirlo per sparire entrambi oltre la soglia.
Ron rimase sulla sedia a fissare il punto in cui la ragazza era sparita sentendo pian piano le guancie imporporarsi e l’agitazione salirli dallo stomaco fino su alla gola.
“Futuro marito” mormorò, passando lo sguardo dalla soglia alle sue scarpe marroni con il laccio della destra sul punto di sciogliersi.
“Futuro marito” disse a mezza voce, spostando gli occhi su tutta la sala che in quel momento non gli sembrava né grigia né maleodorante, ignorò persino il trapano con la punta insanguinata e i bisturi sporchi poco lontano e scattò ritto, alzandosi in piedi e cominciando a girare su sé stesso in preda ad un attacco di iperventilazione, le orecchie più rosse dei suoi capelli come il volto lentigginoso e il fiato corto.
Non aveva mai pensato a quella eventualità.
 Cioè si, ci aveva pensato,o meglio, fantasticato, ma voleva essere lui a fare la proposta. Era quella la tradizione, no?  E ora lei aveva rovinato tutto.
Che doveva fare?
“Ron!”
Ron si voltò nel sentire il proprio nome e vi trovò una Hermione piangente, ma con un gran sorriso stampato sul volto.
Lo abbracciò con foga “Non sono loro” disse, singhiozzando di gioia.
“Oh, è una notizia meravigliosa!” esclamò lui, ricambiando l’abbraccio.
Quando si allontanarono, senza togliere le braccia dal collo del ragazzo, Hermione sorrise “Ora possiamo cercarli con tranquillità!”
“Certo, Hermione!” il volto di Ron divenne improvvisamente serio “Ma prima volevo dirti che, insomma… non ti arrabbiare… ma… cioè…”
Hermione si allontanò, portando le mani ai fianchi sui jeans scuri “Che cosa vuoi dire, Ronald?” esclamò con fare austero e sollevando un sopraciglio.
Il ragazzo deglutì, quando lo chiamava con il nome completo non era mai un buon segno, ma poi la sua testa calda ebbe la meglio “Potevi dirmelo che avevi deciso che dobbiamo sposarci. Cioè spettava a me fare la proposta, perché devi sempre fare tutto sola?”
“Che cosa?” questa domanda le uscì con voce strozzata.
“Mi hai definito futuro marito!” esclamò, come se fosse la più grande offesa che potesse ricevere.
Hermione spalancò gli occhi, incredula, poi li socchiuse e stirò le labbra. Ron avvertì che quella era solo la prima scossa che annunciava una valanga di insulti, anzi, un terremoto che l’avrebbe devastato.
“Ron! L’ho detto solo perché eri rimasto male che l’inserviente ti avesse chiamato amico!”
“Ah!” esclamò il ragazzo, rosso in viso per l’imbarazzo. Lei lo guardò intensamente, socchiudendo ancora di più gli occhi e stringendo le labbra “Se ti da tanto fastidio l’idea, non preoccuparti! Non succederà mai!” esclamò inviperita e si voltò per andare via, quando il ragazzo la prese per un braccio e la trascinò a sé.
“Mi dispiace” mormorò.
“Questa è la prima volta che ti sento dire queste parola!” commentò lei, acida.
Ron la ignorò “Non potrei volere nessun altro accanto a me” disse con un po’ di fatica. Non era abituato al fatto che poteva finalmente esternare i suoi sentimenti senza provare imbarazzo “Io ti amo e ti amerò anche quando avrò ottant’anni”
Hermione deglutì e si sentì arrossire. Era una cosa strana vedere Ron così, con quello sguardo serio che parlava di amore in una sala autopsie.
Ron respirò profondamente, ormai aveva iniziato e doveva dirle tutto, non era più un ragazzino che si tirava indietro “ Non so come ho fatto a innamorarmi , non so neanche come me ne sia accorto, ma so che ogni giorno della mia esistenza con te l’ho passata ad amarti ogni istante di più, a essere geloso di chiunque ti facesse ridere. Ho sempre odiato vederti sorridere a qualcuno che non sono io, perché penso di essermi innamorato di te la prima volta che ti ho visto sorridere”.
Il ragazzo tacque, rosso in viso e abbassò lo sguardo, imbarazzato ma al tempo stesso orgoglioso per essere stato finalmente sincero con i suoi sentimenti. Era come se quelle parole dette da Hermione, quel futuro marito che non avevano un significato particolare, l’avessero colpito in pieno, facendo crollare il suo imbarazzo e incertezza e spingendolo a essere forse per la prima volta romantico e onesto al cento per cento con sé e con lei.
Dopo la guerra entrambi erano stati troppo concentrati su loro stessi e sul loro dolore per le perdite subite e sul futuro incerto.
Loro e Harry si erano tenuti per mano durante gli anni, si erano fatti forza a vicenda. Harry era sempre presente nelle loro vite e molto spesso Hermione aveva pensato che se non fosse stato per lui, lei e Ron non si sarebbero nemmeno rivolti la parola.
Fissò il ragazzo e gli accarezzò il viso “A volte sei così stupido”
“Cosa?” Ron strabuzzò gli occhi, sorpreso da queste parole.
La ragazza scrollò il capo “Sei uno stupido” ripetè, ridacchiando.
“E per quale motivo?” chiese lui,scettico, socchiudendo gli occhi e trattenendosi dal risponderle male.
Lei sorrise “Perché se non fossi stato uno stupido non avremmo mai litigato, non avrei mai pianto quel giorno del mio primo anno ad Hogwarts e non mi avresti mai salvato la vita”.
Sorrise, speranzosa in qualche risposta del ragazzo che tardava a arrivare.
“Vedi che sei stupido?” esclamò lei spazientita.
“Se tu non ti sai esprimere non è colpa mia!” rispose lui, nervoso.
“Se non lo avessi capito, era il mio modo di dirti che se non fossi stato così non ci saremmo mai nemmeno rivolti la parola e oggi non saremmo qui, non avremmo affrontato tante cose insieme e non mi sarei innamorata di te!”
“Quindi mi ami anche tu?”
Ron trattenne il fiato, nonostante si fossero baciati più volte non si erano mai definiti fidanzati e quella probabilmente era la prima volta in cui ammettevano che erano innamorati l’uno dell’altra.
“Certo! Razza di beota con la sfera emotiva di un cucchiaino!”
Un colpo di tosse fece trasalire i due.
Ron e Hermione si voltarono e videro due uomini con un camice verde entrare con una barella trasportante un sacco nero a misura d’uomo.
Uno dei due, i più anziano considerando i capelli brizzolati e le rughe intorno agli occhi e la bocca, abbozzò un sorriso “Ci dispiace interrompervi, ma questa sala autopsie deve tornare a essere tale” .
“Oh, si!” esclamò Hermione con un volto che era un misto tra il sorpreso e l’imbarazzato.
“Usciamo subito!” aggiunse Ron, prendendola per le spalle e trascinandola verso l’uscita “Buona serata, anzi, buon lavoro” e portò via Hermione subito dopo aver sentito l’uomo anziano dire al suo collega “Io e mia moglie litighiamo allo stesso modo”.
Una volta fuori impiegarono un po’ ad abituarsi al sole cocente e al caldo afoso dopo esser stati per così tanto al freddo.
Ron respirò a pieni polmoni il caldo di luglio e si voltò a guardare Hermione, convinto che  volesse continuare il discorso,ma lei aveva il volto perso nel vuoto e si era portata una mano al labbro che tremolava.
“Hermione?” la chiamò il ragazzo, in pensiero per quello sguardo perso .
Lei lo fissò, con gli occhi lucidi “Non pensavo che da dentista potesse diventare medico legale”
“Che cosa?”
“L’uomo che ci ha interrotti” rispose “Era mio padre”.
E mentre le lacrime di gioia nel sapere che i genitori erano vivi e stavano bene le rigavano le guancie, Ron le prese il volto tra le mani e la baciò.
Hermione era il terremoto che aveva sconvolto la sua vita, che l’aveva travolta e stretta in pugno,  lei lo aveva reso un uomo migliore, lei gli aveva insegnato cosa significasse provare dei sentimenti.
Al distacco le asciugò una lacrima fuggiasca.
“Quando tutto sarà finito, ti porterò al ristorate”
“A mangiare cosa?”
Il ragazzo ci pensò su “Salmone speziato?”
Lei arricciò il naso “Preferisco i gnochetti di patate al curry di tua madre” disse con un risolino.
Lui le baciò una guancia “Ma voglio che tu prepari della crema catalana ”.
“Cos’è questa? Una sfida?” chiese Hermione con un sorriso indagatore. Lei e la cucina non andavano molto d’accordo e sapeva che quel piatto non era dei più semplici.
“Consideralo un test. Se vuoi sposarmi devi saper cucinare!”
“E chi ti dice che io voglia sposarti?”
“Non vuoi?”
“Certo che voglio!” esclamò con veemenza, come se fosse offesa, poi socchiuse gli occhi, sorridendo timidamente “Solo che non posso dartela vinta” disse ridendo e lui scosse il capo, divertito.
“Non ti facevo così dispettosa” il ragazzo ridacchiava mentre giocava con i suoi capelli.
“Ci sono tante cose che non sai di me” gli mostrò la lingua, ridendo a sua volta e finalmente rilassata.
“Ho tutta la vita per scoprirle” rispose il ragazzo baciandola di nuovo.
Hermione si lasciò baciare e rispose con trasporto. I suoi genitori stavano bene, il ragazzo che aveva sempre amato era con lei.
Non poteva che essere felice.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: fra_eater