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Autore: RomioneInLove    20/01/2017    5 recensioni
«E i loro visi si riaccesero di una luce nuova.
Il viso di Hermione di una speranza più forte.
Sul volto di Ron però si dipinse finalmente anche la consapevolezza di ciò che avrebbe davvero dovuto affrontare, del ruolo che per sua scelta avrebbe ricoperto durante quei mesi e chissà, forse anche per tutta la vita se lei glielo avesse permesso.
Lui l’avrebbe protetta ad ogni costo.
Avrebbe sacrificato ogni cosa per lei.
Ma sarebbe davvero riuscito a sacrificare il suo cuore ora che ogni pezzo era andato a completare il puzzle?»
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Opporsi al vento


Ron arrivò ansante in dormitorio, con il cuore palpitante e la fronte madida di sudore freddo. Non appena il battito cardiaco riprese un’andamento regolare fece una breve ricognizione della stanza stranamente ancora in penombra; solo alcuni sprazzi di luce filtrati da un fessura della finestra illuminavano debolmente la stanza, facendo notare a Ron i letti ancora disfatti, il caos sparso nella stanza ed infine il suo baule aperto ai piedi del letto e ancora da preparare.. 
L’avrebbe fatto in un secondo momento, pensò tra se e se, mentre con gesti meccanici alzò le tende pesanti e scarlatte e spalancò la finestre, respirando a pieni polmoni un po' d’aria pura nell’ingenua speranza che tutto ciò potesse bastare per alleviare almeno un poco il suo dolore. 
 Improvvisamente il colore del cielo mutò ed il sole fu coperto da nuvole scure e cariche di pioggia si oscurò mentre un vento forte e freddo -decisamente eccessivo per quel mese di maggio- faceva ondeggiare le fronde dei maestosi alberi della Foresta Proibita e lo colpiva irruente come uno schiaffo in pieno viso. 
Ron sospirò e decise di bloccare anche solo per qualche secondo il flusso incessante di pensieri che scorrevano nella sua mente come un fiume in piena e si fermò contemplare più attentamente il paesaggio che aveva di fronte, che forse avrebbe potuto ammirare per l’ultima volta.
No, proprio non riusciva a non pensarci. 
Non che si fosse pentito della promessa fatta al suo migliore amico poco prima ma non poteva, non riusciva, a trattenere un brivido di paura e incertezza al momento della partenza, una volta lasciata Hogwarts per sempre. Cosa ne sarebbe stato di lui? Di loro? 
Per non parlare della sua famiglia; che cosa sarebbe accaduto ai suoi genitori e a i suoi fratelli? 
E più si costringeva a non pensarci, più questi pensieri gli offuscavano la mente e la ragione. Persino il loro fidato preside, il celebre Albus Silente, era stato sconfitto e che speranza avevano invece loro di sopravvivere alla clandestinità senza scoperti? Che speranza aveva loro di sopravvivere alla battaglia senza perdere qualcuno per strada? Che speranza avevano loro, tre semplici studenti di cui uno ancora minorenne, di sopravvivere?
Sfuggire a tutti quei pensieri e preoccupazioni sarebbe stato come scappare da un mare in tempesta, sarebbe stato proprio come opporsi al vento, che in quel momento soffiava forte e tagliente graffiandogli la pelle.
 Ron avrebbe dato qualunque cosa per scambiare in quel momento la propria vita con quella di un Babbano qualunque. Avrebbe dato qualunque cosa per evadere da quel cielo tanto buio, nuvoloso e incerto anche solo per qualche minuto. 
“Ron..” Un flebile sussurrò bastò a far cessare ogni suo più macabro pensiero. Quel flebile sussurro servì a ridargli la consapevolezza di sé stesso e della realtà mentre si voltava per incrociare il suo sguardo.
I suoi occhi.
Non avrebbe scambiato mai e poi mai la propria vita con nessuno se non avrebbe mai più potuto contemplare i suoi occhi scuri e luminosi, se non avrebbe avuto l’occasione di incrociare il suo sguardo così profondo e penetrante, così  abile nel trasmettergli sicurezza e maestro nel fargli palpitare il cuore. 
E propio con il cuore palpitante si voltò e la guardò, vergognandosi profondamente dei pensieri formulati poco prima. 
“È successo qualcosa?” Chiese immediatamente, allarmato come non mai.
Hermione scosse quasi impercettibilmente la testa e a passi incerti lo raggiunse vicino alla finestra. 
Ron la vide appoggiare entrambi i palmi delle mani sul davanzale e abbassare lentamente le palpebre mentre ogni suo muscolo facciale si distendeva alle carezze del vento ed un sospiro sfuggì dalle sue labbra perfette. E Ron non poté fare a meno di dimenticare il paesaggio di fronte a lui: perdersi di fronte a lei era inevitabile come il rassegnarsi di fronte quello strano formicolio nello stomaco e a quel calore particolare al petto ogni volta che si trovava al suo fianco e che, rispettando ogni previsione, si presentò qualche secondo dopo. 
“Stupendo, non trovi?” Domandò Hermione riaprendo gli occhi e iniziando a osservare il panorama che quella facciata della torre le stava gentilmente mostrando. 
Ron istintivamente annuì con veemenza, ancora perso da un’altro genere di panorama, ma non per questo meno attraente. 
“Siamo qui da sei anni e mai un momento ci siamo fermati a guardarci intorno per accorgerci di quanto bello sia questo posto. È davvero assurdo.” Sospirò infine la ragazza e finalmente si voltò facendo intrecciare il suo sguardo con quello azzurro di Ron, scontrandosi con l'intensità con la quale la stava guardando e cogliendo un forte e tenero rossore in zone orecchie per averlo colto in flagrante. Anche Hermione arrossì senza nessuna precisa ragione sino alla punta dei capelli e istintivamente sciolse nuovamente il suo sguardo con quello del rosso, spostando oltre la sue spalle, sul disordine concentrato su un letto a baldacchino lì accanto, aspettando che le guance smettessero di andare in fiamme e che riprendessero un colorito perlomeno decente. 
Un sorriso divertito le increspò le labbra e si avvicinò al letto precedentemente adocchiato - il più disordinato di tutta la stanza se non dell’intero dormitori, pensò Hermione - prendendo una maglietta da una pila precaria di vestiti stropicciati sistemati al suo fianco e iniziando a piegarla per poi riporla sul fondo del baule, senza mai perdere quel cipiglio divertito che stava più che mai incuriosendo Ron in quel momento.
“Come sapevi che quello..” Ma il rosso non terminò mai la frase; nello stesso momento in cui Hermione rialzò lo sguardo le parole gli morirono in gola. 
Gli occhi ridenti, il sorriso luminoso, le fossette agli angoli della bocca, cos’era che aveva alimentato quel particolare formicolio allo stomaco? Ma sul fatto che lei ne fosse la causa ormai non c’era più alcun dubbio poiché da un po' di tempo a quella parte solo in sua presenza quelle strane sensazioni lo avvolgevano e lo scombussolano come un uragano.
“ Sei l’individuo più disordinato che io conosca, Ronald, anche volendo non avrei potuto non riconoscerlo all’istante.” Affermò la riccia con un sorriso sempre più grande mentre continuava a piegare gli abiti dell’amico dentro il baule, e Ron non poté fare a meno di ricambiare regalandole a sua volta un sorriso radioso, il primo e il più  sincero dopo giorni e giorni, un sorriso più che spontaneo che anche volendo non sarebbe riuscito mai e poi mai a tenersi per se.
“Be’, perlomeno qualche certezza su cui contare c’e, non ti pare?” E il tono divertito di poco prima si incrinò leggermente, scoprendo un velo di tristezza nella sua voce e nei suoi occhi improvvisamente più scuri. 
“Non credo sia l’unica certezza su cui poter contare, sai?” E malgrado gli occhi tristi di Hermione il sorriso di Ron si estese leggermente, nel tentativo infantile di sviare il discorso, di ignorare ciò che stava succedendo intorno a loro e ciò che si sarebbe compiuto a breve.
“Cosa intendi dire, Ron?” Chiese Hermione inarcando il sopracciglio destro e contemporaneamente assumendo  un'espressione  curiosa e perplessa al tempo stesso -la tipica espressione ‘Hermionesca’ che Ron sapeva trovare tanto irritante quanto irresistibile allo stesso tempo- che lo spinse a continuare.
“Qualunque cosa possa cambiare sono sicuro che io e te non la smetteremo mai bisticciare in questo modo tutto nostro, tu non smetterai mai di essere la strega più brillante della nostra generazione, ed io...beh io sarò accanto a te, persino quando mi rinfaccerai di essere un troglodita, un energumeno, un troll ciondolante, un...” 
Ma Ron non fece in tempo a terminare che le braccia di Hermione si aggrapparono alle spalle larghe dell’amico ed il corpo esile di quest’ultima si strinse forte contro il suo.
Nonostante il volto di Ron assunse tutte le sfumature di rosse conosciute ricambiò immediatamente e con lo stesso affetto l’abbraccio, felice per poter avere la sua migliore amica tutta per se, per poterla cullare tra le sue braccia. Che poi, dopotutto, Ron doveva ammettere che forse -forse-Hermione Granger per lui era qualcosa di più di una migliore amica, ma che cosa esattamente provasse per lei era ancora un gran mistero; se solo non fosse lei la diretta interessata le avrebbe chiesto volentieri uno di quei suoi impeccabili consigli in materia di sentimenti.
In un  gesto involontario il rosso spostò una mano dalla schiena della ragazza e la poggiò sulla sua chioma ribelle, accarezzandole con delicatezza i ricci color cioccolato mentre la ragazza sollevò leggermente il viso dalla sua spalla per spostarla sul suo petto, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dal battito irregolare del suo amico ed un altro sospiro sfuggì al  suo controllo.
“Ho paura, Hermione.” Un sussurro a malapena percettibile sfuggì stavolta dalle labbra screpolate di Ron, terribilmente simile a un lamento. 
Rimasero per un momento entrambi in silenzio. 
I suoi pensieri finalmente avevano preso forma ed erano sfuggiti al suo controllo improvvisamente, erano diventati più reali che mai e ignorarli d’ora in poi sarebbe stato sempre più difficile. Con questa prospettiva deglutì e sentì la vista appannata senza accorgersi che nel frattempo Hermione stava trattenendo il respiro, mordendosi il labbro inferiore nella disperata ricerca di qualcosa appropriato da dire per rassicurarlo. Ma in realtà nel profondo lei sapeva già cosa avrebbe dovuto dirgli da quando aveva salito le scale del dormitorio maschile e varcato la porta di quella stanza, ma quello che le mancavano erano le parole giuste, perché dopotutto lui non era un ragazzo qualunque, lui era così...così...così Ron che voleva con tutta se stessa donargli un po' della suo ottimismo, trasmettergli quella speranza che nel corso del loro viaggio lo avrebbe spinto a non darsi per vinto.  Ma come? Perché come aveva già detto, lui era quel Ron, il suo Ron, e quando si trattava di lui tutto prendeva una piega diversa, tutto si faceva più complicato del previsto per lei. 
“Sono uno stupido. Una frana totale. Avrei dovuto  distrarti ed invece mi sto sto solo lagnando come un idiota. Razza di imbecille!.” Sbottò bruscamente Ron, facendo sussultare Hermione e facendola riemergere dal fiume in piena in cui scorrevano i suoi pensieri più profondi e più intimi.
Sollevò lo sguardo e lo intrecciò con il suo e con una mano gli sfiorò la guancia ancora liscia e morbida come quella di un bambino, di un bel bambino.
“Sei un uomo, Ron. Un uomo forte. Ma prima di tutto sei un essere umano con dei sentimenti. E reprimerli sarebbe come..” Lanciò un’occhiata fugace alla finestra e fece per riprendere la parola.
“Come opporsi al vento.” Terminò Ron al posto suo, riacquistando nuovamente sicurezza e increspò labbra  in un sorriso solo per la ragazza minuta e esile, ma al contempo forte e coraggiosa che ancora stringeva tra le sue braccia. 
“Proprio così.”Affermò Hermione, lo sguardo di nuovo acceso e le labbra incurvate in un dolce sorriso, uno di quelli che trasmettevano tanta tenerezza da mandare in fiamme le orecchie di Ron e a scombussolarlo del tutto: un’altra cosa che non sarebbe mai e poi mai cambiata da aggiungere alla lista, pensò Ron mimetizzandosi alla perfezione con il colore dei suoi capelli.
E i loro visi si riaccesero di una luce nuova. 
Il viso di Hermione di una speranza più forte. 
Sul  volto di Ron però si dipinse finalmente anche la consapevolezza di ciò che avrebbe davvero dovuto affrontare, del ruolo che per sua scelta avrebbe ricoperto durante quei mesi  e chissà, forse anche per tutta la vita se lei glielo avesse permesso. 
Lui l’avrebbe protetta ad ogni costo. 
Avrebbe sacrificato ogni cosa per lei. 
Ma sarebbe davvero riuscito a sacrificare il suo cuore ora che ogni pezzo era andato a completare il puzzle?


Nota Autrice
Buonasera popolo di Efp!
Confesso di essere un po' nervosa/emozionata dato che è la prima One-Shot che pubblico su questo sito oltre ad essere la prima che scrivo dopo non so quanto tempo e confesso di essere un po' “arrugginita” dopo mesi  senza scrivere niente di niente. Ma a ogni modo eccomi qua!
Spero che questa One-Shot vi sia piaciuta e vi chiedo inoltre di scusarmi per alcuni errori di battitura, prometto di correggere appena ho un po' di tempo! 
Detto ciò vi invito a commentare per farmi sapere il vostro giudizio.
A presto!

S..








 




   
 
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