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Autore: Mel96ly    21/01/2017    0 recensioni
Derek sapeva che non avrebbe dovuto accettare quella scommessa quella sera, ma lui non rifiutava mai le sfide. Isabelle non sapeva di doversi trovare un giorno a rendere pubblica la propria vita e i propri scheletri nell'armadio. Un programma televisivo e due persone che non vogliono parteciparvi: questo è il modo in cui si sono conosciuti Derek e Belle.
Lei una bambolina bionda più simile a una barbie che a un'essere umano. Così eterea da sembrare un angelo. Non è però la solita ragazzina svampita: è intelligente, schietta e decisa, ama divertirsi ed è felicemente single. Le sue coinquiline però non la pensano allo stesso modo...
Lui è il tipico playboy del college che si porta a letto una ragazza diversa ogni notte. È ricco, egocentrico, simpatico e incredibilmente attraente. Astinenza, amore e monogamia non sono parole che fanno parte del suo vocabolario, ma Derek ha perso una scommessa, una scommessa che lo obbligherà a partecipare ad "A fairy-tale love", un programma televisivo per ragazzi universitari in cerca dell'anima gemella.
Due personalità simili, due passati diversi, due ragazzi che non credono di essere fatti per stare insieme e che non vogliono alcun partner, eppure sono obbligati a conoscersi.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Universitario
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DEREK

-Amico quel locale è una figata! C'è una moretta che fa venire la pelle d'oca, giuro. Anche se è la bionda il vero spettacolo. Peccato che non salga spesso sul palco quella bomba sexy.- Sento raccontare da un certo Arold... Aaron... Ashton... Sinceramente non mi ricordo il nome di 'sto tizio, ma poco importa perché non è amico mio, se lo è trovato Lucas, quindi ora sono affari suoi. Stiamo andando in un locale di Palo Alto, dove, a sentire questo Arold, ci lavorano i più bei corpi della California. Considerato che prima stava facendo il cascamorto con un cesso di cameriera al fast food dove abbiamo cenato, non so se fidarmi del suo giudizio o tornarmene direttamente a casa a rimuginare su quella cazzo di scommessa che sapevo già di perdere in partenza, e che infatti, ho perso. Eravamo in un pub sulla spiaggia quando Lucas mi ha sfidato a chi otteneva i numeri di più ragazze nel giro di un'ora. Mi aveva preso in giro il bastardo. Mi aveva provocato e io avevo accettato, come un idiota. Lucas ha quel qualcosa che io non ho, quel qualcosa che fa si che tutte le ragazze gli caschino ai piedi appena sorride. A me non basta sollevare gli angoli della bocca per ottenere un numero. Devo almeno dire un paio di parole, qualcosa di carino e il gioco è fatto, ma, in confronto a lui, non ho speranze. Meglio non pensarci o finirò solo per incazzarmi di più. Mi conviene, invece, godermi questa ultima settimana da spirito libero, perché poi verrò ingabbiato e addio divertimento. Un'insegna rosa mezza spenta mi fa capire che siamo dal lato della strada opposto al locale nel quale dovremmo entrare. "G...'s...pop" dicono le lucine sopra all'entrata. Un nome originale dopo tutto. Da tipico e squallido bar per ubriaconi. Nonostante questo però devo ammettere che fuori la fila è infinita e le persone in attesa di entrare non sono vecchi panciuti ubriachi, ma ragazzi e ragazze del college, da quelli in jeans e T-shirt a quelli in camicia o polo costose. Senza guardare, attraversiamo la strada e andiamo direttamente davanti all'entrata del locale, senza affrontare la fila. A quanto ho capito questo tizio conosce un tizio che ci dovrebbe far entrare senza fare la coda. Spero sia vero o mi toccherà fare a botte con qualcuno. 

-Ash!- Esclama un armadio di colore a 5 ante, completo di scarpiera e tutti i comfort.

-Ciao Travis. Allora? Tutto a posto questa sera?-

-Pienone, come al solito. Ma oggi c'è la school night, sono tutti su di giri.-

-Immagino. Allora amico, ci fai entrare? Siamo troppo importanti per fare la fila, noi.-

-A dire il vero non sei nessuno, tu, ma considerato che mi hai salvato il culo un paio di volte, ti sono debitore. Forza entrate.- Dice l'uomo sganciando la corda che tiene indietro il resto dei ragazzi in coda. Probabilmente con quella non si riuscirebbe neanche ad avvolgerlo per metà. Da qualcuno arrivano grida e insulti, ma non credo che siano disposti a prendersela col buttafuori. Camminiamo in un lungo corridoio spoglio e dalle pareti scrostate, illuminato solo da qualche luce penzolante senza protezione, ma, mentre ci avviciniamo, si iniziano a sentire le note di una di quelle canzoni adatte per uno strip teas pompare a una forza incredibile. Non ho ancora capito se questo sia un pub o una discoteca, ma in entrambi i casi, se si tratta di donne nude, la cosa inizia a stuzzicarmi. 

-Se abbiamo fortuna ci becchiamo anche Barbie oggi.- Esclama a un certo punto... Ashton. Sì, Ashton.

-È davvero quello il suo nome?- Chiedo alzando le sopracciglia. Se così fosse ora non avrei alcun dubbio del fatto che si tratta di uno strip club e che questi due mi abbiano trascinato qui solo per farmi soffrire ancora di più per la mia perdita. Quanto meno stasera potrei sfogarmi e scoparmi un po' di belle ragazze.

-No.- Mi risponde lui ridendo, come se avessi fatto chissà che battuta. Guarda la mia faccia seria e subito si ricompone. –Nessuno sa come si chiama. Qui è semplicemente Barbie perché... cazzo, è una fottuta bomba bionda! Occhi azzurri, tette esplosive e un culo che farebbe rizzare pure un vecchio di novant'anni senza prendere nessuna pastiglietta blu.- 

-Allora mi tocca conoscerla prima di dover essere incatenato.- 

-Amico quella non si tocca. Non è mai uscita con nessuno che frequenta questo locale.-

-Perché non ha ancora conosciuto il sottoscritto.- Esclamo convinto. Se c'è una ragazza difficile da conquistare quella è mia. Non bastano i sorrisi di Lucas per loro. –Anzi, facciamo un altro patto. Ci stai?-

-Un patto? Derek penso tu sia già fottuto così, non peggiorare la situazione.- Esclama il mio amico ridendo. Non si immagina neanche come possa migliorare la situazione per me.

-Dico sul serio.- Lo blocco per il braccio. –Se ottengo il numero di questa bionda impossibile mi sciogli dall'altra scommessa.-

-E se non te lo da?-

-Vedi tu.-

-Bene. Oggi mi sento buono, quindi se non te lo da non importa. Tanto non lo avrai.- Dice convinto. Vedo quell'aria di sfida nei suoi occhi, ma anche una certa incertezza che mi fa sorridere e mi carica ancora di più. Insomma, devo solo corteggiare questa ragazza stupenda finché non accetterà di darmi il suo numero. E magari se ho fortuna riesco anche a portarmela da qualche parte per una passatina veloce. Vedo il locale alla fine del corridoio, dietro una porta aperta. Camminiamo fino alla porta ed entriamo, facendoci spazio tra la gente accalcata. "Gasolina" di Daddy Yankee esce dalle casse a un'altezza assurda e al di là della gente, su ciò che penso sia un palco, una mora e una rossa di spalle agitano il loro lato b senza ritegno, ma riconosco che sono fin troppo vestite per trattarsi di un locale di spogliarelli. Non vedo il bancone al quale prendere da bere e seguo Ashton che si avvia verso un tavolino libero.

-Vado io al banco. Cosa volete?- Ci chiede Ash. Se lo scorda! Io devo andare a ottenere la mia vincita.

-Dov'è la bionda?- Chiedo io di rimando. Non ho tempo da perdere se voglio tirarmi fuori dal casino in cui mi sono cacciato.

-Di solito lei serve al bancone.-

-Allora vado io.- Non devo farmi vedere insicuro. La prima cosa che ragazze del genere capiscono è se sei imbarazzato o se esiti. Io non devo esitare, se no me lo scordo il numero di questa Barbie. Prendo le ordinazioni dei miei amici e mi avvio a gomitate tra la folla che urla e sbava verso le due sul palco. E sbavano davvero. A quanto mi ha spiegato Ashton non è il palco quello, ma proprio il bancone. Da quando si balla su un bancone? I bicchieri? I clienti? Come fanno? Tra poco avrò tutte le mie risposte, devo solo arrivare a quel dannato banco. Spintono un uomo di cento chili fin troppo eccitato e riesco a trovare un posto di fortuna a quel che sembrerebbe proprio essere ciò che stavo cercando. Le ballerine sono dall'altra parte, quindi posso ordinare tranquillamente, anche se devo ammettere che non mi sarebbe dispiaciuto trovarmi la a vedere tutto il ben di Dio che si trova al di sotto di quelle gonne striminzite. Scandaglio con gli occhi dietro il bancone, in cerca della ragazza che devo sedurre, e non ci metto molto a individuarla. È di spalle che prepara qualcosa, ma il sedere è troppo coperto dalla gonna per capire se è bello come dicono. Si gira e la squadro attentamente. Deve avere su per giù la mia età e ammetto che è piuttosto carina, ma, da come me la aveva descritta il ragazzo, pensavo a qualcosa di molto più intrigante. Gli occhi non sono azzurri, ma verdi, e il seno non mi sembra poi così "esplosivo". Nonostante tutto, però, è una bella preda e, per uno che ci provava con la cameriera di prima, è ovvio ritenerla irraggiungibile. 

-Ehy bionda.- Le urlo dietro per attirare la sua attenzione. Vedo una mora avvicinarsi al bancone e fermarsi direttamente davanti a me.

-Dimmi dolcezza.- 

-Ma io a dire il vero...- Cerco di dire senza essere troppo sgarbato.

-Piccolo non siete qui per provarci con le bariste, siete qui per bere e ballare quindi ordina o esci dal locale.- Diretta e sexy. Si sposta i lunghi capelli dietro la schiena e appoggia le mani al bancone, come se volesse spaventarmi con il suo modo di fare da dura.

-Un whisky liscio con ghiaccio, una birra e un Martini dry.- Ordino ancora sotto shock per l'atteggiamento della ragazza. Lei prende una bottiglia di whisky e inizia a riempire un bicchiere.

-Bambola fammi un Martini dry.- Urla verso qualcuno che si trova dietro l'angolo del bancone e che non riesco a vedere. La bionda intanto serve gli altri clienti senza degnarmi neanche di uno sguardo. La barista alla quale ho ordinato se ne va e scompare dietro l'angolo verso il quale la avevo sentita urlare per il Martini. Anche lei è carina. Bel seno, fisico da modella, ma niente culo. Anche nascosto dalle pieghe della gonna si poteva capire che il sedere non esisteva li sotto. Appena torna mi posa le ordinazioni su un vassoio e me lo piazza davanti.

-Devo portarlo io?-

-Ti sembra che ho intenzione di portartelo io?-

-No.- Rispondo ancora più scioccato di prima, e anche un po' irritato. Prendo il mio vassoio e mi faccio spazio cercando di non fare cadere tutto. Stranamente la gente è così cortese da spostarsi senza che io neanche lo chieda e forse questa è la cosa più gentile che vedo fare in questo posto.

-Allora?- Mi chiede Lucas appena arrivo al tavolo. –Hai ottenuto il numero?-

-Non ci ho neanche parlato. Una mora si è messa in mezzo. Penso che se avesse potuto mi avrebbe staccato i coglioni a morsi.-

-Quella è Violet. È un po' aggressiva, ma innocua, tranquillo.- Si mette in mezzo Ashton.

-Non ho paura!- Per chi mi ha preso? Una ragazzina?

-Ah me sembrava di sì.-

-Bhè, ti sbagli.- Rispondo minaccioso. Okay, forse un po' troppo aggressivo, ma non mi importa. Devo raggiungere questa Barbie. Devo vincere la sfida. La seconda. Finisco la mia birra in due sorsi e torno subito al bancone. Mi guardo attorno e vedo che sta volta, però, è la bionda a essere sul bancone a ballare. Ordino un'altra birra e aspetto. Aspetto e ordino un'altra birra ancora. E poi ancora, ancora, ancora, finché il liquido ambrato quasi non lo sento neanche più scendere in gola e lo bevo solo per riempire l'attesa. A quanto pare la ragazza non ha intenzione di scendere da quel palco improvvisato. Ormai siamo qui da 3 ore e io ho bevuto un numero di birre impossibile da contare, ma la vedo. La vedo scendere dal palco, ravviarsi i capelli e venire dritta verso il banco. Sono sicuro di essere piuttosto sbronzo, ma sono comunque affascinante. 

-Ehy piccola.- Le dico attirando subito la sua attenzione.

-Ciao.- 

-Sono qui da tutta la sera a aspettare che mi guardi in faccia e tu solo ora ti degni di parlarmi? Mi hai fatto patire le pene dell'inferno, sai?

-Ah sì?- Fa lei, sporgendosi di più verso il bancone e dandomi così il modo di guardarle nella scollatura del top striminzito che indossa.

-Già.- La stuzzico io, facendo il mio sorriso da conquista.

-E come mai mi stavi aspettando?-

-Perché volevo provarci, dirti che sei bellissima e chiederti il numero, ma finché tu non venivi qui non potevo fare niente di tutto questo.- Dico sfacciato. A volte funziona, e credo che con questa Barbie sia proprio il metodo giusto. Forse quello che nessuno ha mai usato.

-Ora sono qui "biondo"!- La frecciatina non mi fa sorridere, ma abbocca all'amo e questo mi basta.

-Allora? Me lo dai il tuo numero?- E tiro il filo lentamente...

-Senza neanche offrirmi da bere?- Lentamente...

Metto sul banco venti dollari. –Piccola prenditi quello che vuoi e tieniti il resto anche.- Con calma la ragazza si infila la banconota nel reggiseno e versa in un paio di bicchierini di tequila, tira fuori una fettina di lime e mette il tutto davanti a me. Poi si lecca il lembo di pelle tra pollice e indice, vi cosparge sopra del sale e mi mette la mano sotto gli occhi.

-Alla salute allora.- Alza il suo bicchierino e ingoia senza la minima esitazione. Tosta anche lei, come la mora, ma probabilmente questa biondina è anche molto più disponibile ad un party privato post-serata in camera mia. Guardo gli occhi di questa ragazza e vedo subito lo scintillio della provocazione. Scintillio che non mi sarei aspettato di trovare nella ragazza che mi aveva descritto Ashton. Certo che se fosse stato lui a provarci, con il suo strano balbettio e l'accento inglese troppo marcato, non mi meraviglio che lei gli abbia dato un due di picche. Prendo tra le labbra la mano della ragazza, assaporando ogni millimetro e leccando la sua pelle saporita. Le do un leggero morso, poi mi alzo e butto giù teatralmente la tequila, infine morsico il lime. Sento la gola bruciarmi mentre il liquido scende lentamente fino allo stomaco. Devo assolutamente smetterla di bere questa sera. –Io stacco alle cinque, se ti interessa.- Mi risveglia dalle mie riflessioni la bionda, per poi girarsi e andarsene contenta verso un altro cliente. Sul banco, davanti a me, c'è un fazzoletto chiuso a metà. Lo apro e all'interno, in penna, è scritto un numero di telefono. Ha abboccato! È fatta. Sono a posto. Ho vinto! Corro a spintoni fino al tavolo per annunciare la bella notizia e sbatterla in faccia a Lucas.

-Era ora Derek. Muovi il culo e usciamo di qui.- Mi rimprovera Lucas lanciandomi addosso la mia giacca. Ma che cazzo gli è preso?

-Ma io...-

-Aspetta fuori, non sento niente qua dentro.- Decido di tener la bocca chiusa perché nello stato in cui sono potrei dire qualche stronzata e farlo innervosire ancora di più. Guardo Ashton, ma fa spallucce e alza le mani. Certo, era qui con lui e non ha capito qual è il suo problema! Usciamo in fretta dal locale e ci avviamo verso la macchina. Barcollo e probabilmente è un bene che non debba essere io a guidare.

-Ora posso parlare?-

-Che vuoi?- Mi chiede Lucas scontroso. Ce l'ha con me, ovviamente. Quando mai non ce l'ha con me?

-Senti amico ma che problemi...-

-Ehy, Derek, cosa dovevi dirci?- Ecco che si intromette il buon samaritano. 

-Ho il suo numero.- Rispondo fiero di me stesso. Gli occhi di Lucas si spalancano come se non credesse al fatto che sul tovagliolo che gli sto mostrando ci sia davvero un numero di cellulare. Ashton invece scoppia a ridere.

-Non può essere amico. Sarà un numero falso.-

-Giuro che me lo ha scritto la bionda.-

-Sì, ma non sarà il suo. Non può proprio essere!- Continua a ripetere. Inizia a darmi sui nervi e l'alcool che ho in circolo non aiuta. Vedo chiaramente la sua faccia in mezzo alla mia traiettoria e se non la smette in fretta gli arriverà un pugno dritto in mezzo agli occhi.

-Allora chiamiamola.- Lo sfido io. So sicuramente che si sbaglia perché una che ti guarda in quel modo, come se ti volesse saltare addosso, e che ti fa leccare il sale dalla sua mano, non può che averti dato il numero giusto. O almeno spero.

ISABELLE

-Che serata ragazze!- Esclama Ginger sdraiandosi su uno dei divanetti ai lati della sala. Ha proprio ragione. Sono le cinque e abbiamo appena cacciato a calci i nostri ultimi clienti. Ora basta dare una pulitina veloce e poi dovrebbe essere tutto a posto. Raccolgo qualche bottiglia di birra vuota che trovo in giro e, mentre ballo a ritmo di una musica a volume soft che ha messo su Kristal, cerco il cestino del vetro che non è al suo posto. Vedo Eva entrare col broncio dalla porta principale.

-Ehy ragazzina, cosa c'è che non va?- Le chiede Violet. Insiste a chiamare Eva ragazzina, nonostante i pochi minuti che separino le due nascite. Violet e Eva sono gemelle, ma non potrebbero essere l'una più diversa dall'altra. Dal punto di vista estetico quanto da quello mentale.

-Ho rifiutato ben sette, e dico sette, incontri focosi per stanotte, perché contavo su un moretto sexy che ci ha provato con me al bancone. E ora voi lo vedete? Ovviamente no! Se ne è andato il bastardo.- Racconta lei, abbastanza furiosa. Sbuffa e inizia a passare lo straccio sui tavolini.

-Oh sì, ho visto la scena della tequila. Un classico alla Eva!- Commenta Krystal. Ridacchio perché ha proprio ragione. Avrò visto migliaia di volte fare la scenetta del sale sulla mano a quella ragazza.

-Squadra vincente non si cambia! La tequila è la mia migliore compagna di viaggio ormai. Senza di lei come farei ad avere tante fantastiche avventure?-

-Eva non devi mica portarti a letto tutti i clienti del locale.-

-No, non devo, ma voglio, che è molto più importante!- Precisa lei iniziando poi a cantare a squarciagola il ritornello di "I'm sexy and I know it", accompagnato a qualche movenza piuttosto spinta. Iniziamo tutte a ridere sguaiatamente. La parte dopo il lavoro è quella che preferisco perché non c'è niente che più mi rilassa del mettere in ordine un posto completamente disordinato. Non come quando non metti a posto la camera per un paio di giorni, ma come quando fai le grandi pulizie di primavera e inizi a spostare mobili, pulire pavimenti e ordinare oggetti che prima erano alla rinfusa. -Gli ho anche dato il mio numero.- Sospira appoggiando la guancia paffuta su una mano.

-E non ha chiamato?- Le chiedo. Cosa più unica che rara che un ragazzo non ci stia con Eva. Ha dei bellissimi occhi verde smeraldo, lunghi capelli biondi e un seno perfetto, non c'è da meravigliarsi se la gente fa la fila ogni giorno per vederla.

-No. A dire il vero un numero mi ha chiamata, ma ho sentito solo dei versi incomprensibili, come di qualcuno che vomitava, e una voce di sottofondo che urlava di chiudere la chiamata e aiutare qualcuno. Non è stato piacevole.-

-Direi proprio di no.- Commento iniziando a ridere. Dopo due secondi stiamo tutte ridendo insieme. Uno dei momenti che preferisco. 

-Barbie i ragazzi sbavano per te. Perché niente bancone?- Mi chiede Violet mentre inizia a rigirare le sedie sui tavolini per poter spazzare il pavimento. Mi avvicino per darle una mano.

-Non mi piace troppo mettermi al centro dell'attenzione, lo sai.-

-Ma se a volte fai dei balletti da strafiga! Ti guardano tutti con la gocciolina che gli esce della bocca.- Commenta, imitando poi la faccia di uno di quei "clienti che sbavano" per me. Ridiamo per la smorfia.

-Ma ballare in mezzo alla pista è un conto, farlo sul bancone è diverso. E poi Ginger preferisce quando tengo il controllo dietro.-

-Parole sante bambola.- Conferma il mio capo. -Grazie al corso che ti ho fatto fare l'anno scorso e alla tua esperienza, sei quella che sa fare meglio i cocktail qui dentro.- So che ha ragione, perché più che altro il mio lavoro è quello di preparare drink, mentre le altre puntano sulle cose più semplici, eppure fa uno strano effetto sentirselo dire. 

-Secondo me, comunque, dovresti farla salire sul palco di più.- Dice la sua Eva. –Più loro sbavano, più hanno sete e più hanno sete, più noi guadagniamo.- Si avvolge una ciocca di capelli biondi intorno al dito e inizia a guardarsi le doppie punte, che probabilmente non ha.

-Vero anche questo.- Le risponde Ginger. –Mettiamola così: da settimana prossima sei obbligata a scendere in pista o a stare sul banco almeno una volta ogni due settimane. Se l'idea della biondina funziona, allora avrai un posto fisso li sopra.-

   
 
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