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Autore: Mel96ly    20/01/2017    0 recensioni
Derek sapeva che non avrebbe dovuto accettare quella scommessa quella sera, ma lui non rifiutava mai le sfide. Isabelle non sapeva di doversi trovare un giorno a rendere pubblica la propria vita e i propri scheletri nell'armadio. Un programma televisivo e due persone che non vogliono parteciparvi: questo è il modo in cui si sono conosciuti Derek e Belle.
Lei una bambolina bionda più simile a una barbie che a un'essere umano. Così eterea da sembrare un angelo. Non è però la solita ragazzina svampita: è intelligente, schietta e decisa, ama divertirsi ed è felicemente single. Le sue coinquiline però non la pensano allo stesso modo...
Lui è il tipico playboy del college che si porta a letto una ragazza diversa ogni notte. È ricco, egocentrico, simpatico e incredibilmente attraente. Astinenza, amore e monogamia non sono parole che fanno parte del suo vocabolario, ma Derek ha perso una scommessa, una scommessa che lo obbligherà a partecipare ad "A fairy-tale love", un programma televisivo per ragazzi universitari in cerca dell'anima gemella.
Due personalità simili, due passati diversi, due ragazzi che non credono di essere fatti per stare insieme e che non vogliono alcun partner, eppure sono obbligati a conoscersi.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Universitario
Capitoli:
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16 Agosto 

ISABELLE

Dio, cosa ho fatto di male per meritarmi questo? No, davvero, perché? Perché sono masochista, ecco perché, e ostinata, e orgogliosa, e perché tanto so che quando tornerò a casa, anche se sarò una poltiglia e mi dovranno tirare su col cucchiaino, comunque sarò fiera di me stessa per averci provato. Anche quando mia sorella mi dirà che sono pazza e ossessionata.

-Caleb ti prego fermati.- Gli urlo senza voce, rilasciando l'ultima aria che ho nei polmoni. Non ce la faccio più. Già vedo la luce bianca in fondo al tunnel, la mia tris nonna che mi tende la mano per portarmi nella beatitudine eterna con lei. Tranquilla nonna arrivo appena riprendo un po' di fiato.

-L'atletica Belle non riesce neanche ad arrivare fino a casa? Dai muovi il culo, prima che ti si afflosci.-

-Se per poter sopravvivere mi si deve afflosciare il sedere, allora che si afflosci pure.- Rispondo affannata, tra un respiro e l'altro, con le mani sulle ginocchia. Non sono esattamente il miglior esempio di femminilità ora. I polmoni bruciano e le gambe fanno dannatamente male.

-Davvero vorresti arrenderti? Concedermi la vittoria? Ammettere che non riuscirai mai ad avere la mia resistenza?-

-Stai zitto.-

Caleb si mette la mani aperte intorno alla bocca. –Attenzione, attenzione a tutti.- Inizia a urlare facendo girare una decina di ragazzi intorno a noi. –Isabelle Grant è una mezza sega.-

-Zitto Caleb.- Esclamo ridacchiando per le facce dei passanti. A quest'ora il parco è pieno di corridori, sono sicura che più rossa di così non posso diventare, ma se non fossi affaticata avvamperei.

-E non riesce a faticare per più di un'oretta. Chissà se ha questa resistenza anche sotto le...-

-Caleb!- Mi lancio addosso al mio amico nel tentativo di farlo smettere. Lui mi alza di peso e inizia a portarmi in braccio, mentre io scalcio e gli tiro pugni sulla schiena muscolosa. Ovviamente lui non sente niente. –Fammi scendere.- Lancio un urletto. Mi fa il solletico alla pancia e io rido come una bambina. –Mi arrendo, mi arrendo. Basta!- Caleb mi fa tornare a terra e io scoppio a ridere. Gli tiro un pugno leggero sul braccio. –Stronzo.- 

-Noiosa.-

-Antipatico.-

-Masochista.-

-Questo è vero!- Concordo continuando a ridere. Lo prendo a braccetto e mi appoggio con la testa alla sua spalla. –Andiamo a casa, sono esausta.-

-Vuoi che ti porto in braccio?- L'idea mi alletta, ma non potrei mai accettare e cedere in questo modo.

-Riesco ancora a stare in piedi, tranquillo.- Gli rispondo stringendogli di più il braccio. Quando mai ho deciso di accettare la sua sfida ieri mattina! "Ho più fiato di te." L'ho provocato io quando l'ho incrociato fuori dal supermercato col fiatone. "Davvero? Allora perché non vieni con me a correre domani?" Mi ha sfidata lui. E Dio solo sa quanto io non riesca a resistere alle sfide. "Certo!" Gli ho risposto convinta. Ma chi volevo prendere in giro? Io corro, io faccio kick boxing, io ballo e io cavalco, ma io non devo comunque sfidare un ex corridore di atletica e attuale halfback della squadra di football dell'università. 

Ridendo e scherzando arriviamo al mio appartamentino appena fuori dal campus e già dai rumori che sento in corridoio deduco che in casa ci siano Malissa, Brooke e Alex, che, nonostante non sia un mio coinquilino, sembra essere perennemente a casa nostra. Sicuramente stanno litigando. Lo so. Li sento. Apro la porta e di fronte a me si apre una scena ormai fin troppo conosciuta. Malissa, con in mano un cucchiaio di legno e un libro di ricette urla contro Alex, che intanto cerca aiuto in Brooke, che come al solito lo ignora, come se non fosse il suo ragazzo, e lo lascia a sbrigarsela da solo con l'ira della mia amica mentre lei fa zapping alla tv. –Buonasera.- Dico mentre entro in casa. Giusto per evitare che mi arrivi in testa qualche stoviglia. Caleb entra dopo di me, chiudendosi la porta alle spalle. Lo sento sospirare nel vedere la scena, proprio come ho fatto io poco fa.

-Oh, per fortuna sei arrivata Belle.- Esclama Malissa tutta contenta. Mi corre incontro, sventolando il cucchiaio e puntandomelo sotto il naso. –Per piacere, di anche tu a questo ragazzo che ha una casa propria e un proprio frigorifero e quindi, se vuole mangiare qui, deve pagare parte della spesa.- 

Guardo Alex con aria di rimprovero. Lo sa perfettamente che se tocca il cibo di Malissa lei finirà con l'urlargli dietro, eppure lo fa sempre. –Cosa hai mangiato questa volta?- Gli chiedo annoiata.

-Ma niente...- Mi risponde lui cercando di temporeggiare. 

Lissa lo interrompe. -Ha mangiato la mia cioccolata. Ora spiegami Belle, come posso fare le fragole ricoperte di cioccolato, se manca il cioccolato?- Urla lei. Sento Caleb sghignazzare alle mie spalle, se la ride, mentre io sto qui a fare da stato cuscinetto tra due paesi in guerra. Mi appunto mentalmente di fargliela pagare più tardi. O subito.

-Semplice.- Esclamo, quando mi viene l'idea perfetta. –Caleb aveva comunque voglia di fare un'altra corsetta. Può andare al supermercato e prendere non solo il cioccolato necessario, ma anche il gelato, quello al caramello con il croccante sopra che mi piace tanto, e una bomboletta di panna montata.- Dico guardando il mio migliore amico e lanciandogli uno di quei sorrisi a trentadue denti, e con gli occhi che sbattono, ai quali so che non resiste. Mi lancia un'occhiataccia, ma poi, rassegnato, afferra i soldi che Alex gli sta spingendo davanti, sul bancone, e esce di casa. Lascio i miei amici nelle loro discussioni e mi chiudo in bagno per una bella doccia fresca. 

-Guarda un po' chi è rientrata dalle vacanze.- Esclama Ginger vedendomi entrare nel locale dopo un mese, più che meritato, di ferie. Mi corre incontro. Ginger è il mio capo e per avere cinquant'anni è una delle donne più belle che io abbia mai visto. Capelli rossi e a caschetto, pelle di porcellana, tirata come una quindicenne, labbra carnose e occhi di un nero tale che sprizza lussuria con ogni sguardo. Mi abbraccia e mi stringe forte. –Barbie, sei la mia migliore barista. Guai a te se osi anche solo ammalarti un giorno quest'anno.-

-Oh no Ginger, quest'anno l'affitto è più alto, non posso permettermi di ammalarmi.- Le rispondo io, stringendola a mia volta.

-Siano beati quei bastardi dei padroni di casa allora!- Mi prende per le spalle e mi squadra con i suoi occhi penetranti. –Hai fatto qualcosa ai capelli bambola? Sono più biondi del solito. Oh e sicuramente ti sei fatta sbiancare i denti!- 

-No Ginger.- Le rispondo ridacchiando. –Ho passato le mie vacanze al ranch. Sai il sole... Schiarisce i capelli e scurisce la pelle. I denti risaltano.-

-Bhe, un mese fa non avrei mai creduto di poterlo dire, ma sei ancora più bella così.- 

-Grazie.- So che del sangue mi sta affluendo alle guance per il complimento.

-Forza, ora al lavoro!- Mi dice lei tirandomi una sculacciata. Come abitudine inizio col pulire il bancone con uno straccio inumidito, per poi passare ai tavolini. Il Lollipop è un locale notturno, quindi ho ancora un'oretta prima che aprano le porte e non mi manca molto da sistemare. Insieme a Violet, Kristal e Eva inizio ad arredare il locale per la serata a tema "scuola". I ragazzi tornano dalle vacanze e la settimana prossima riapre il campus, poi le lezioni, quindi tutti saranno su di giri e pronti a scatenarsi e a festeggiare. È una tradizione che al Ginger's Lollipop due sabati prima dell'inizio delle lezioni le bariste si vestano da sexy scolarette e facciano divertire i clienti. Nonostante a un occhio inesperto questo possa sembrare un night club, in realtà il Lollipop è solo un locale che sta aperto fino a tardi, dove le ragazze sono tutte piuttosto belle e i clienti se ne fregano dell'aspetto del posto perché più occupati a guardare le bariste. Alcool a basso costo e corpi poco coperti che sculettano dietro e sul bancone: cos'altro vorrebbe un ragazzo? Per questo qui c'è sempre il pienone, per questo guadagno un sacco di mance e per questo posso permettermi un'università costosa come questa, dato che la borsa di studio non copre il prezzo pieno. Vado in camerino e indosso una corta gonna a pieghe con tinta marrone a quadratini e una maglia senza maniche bianca, un paio di calzettoni bianchi coprenti tutto il polpaccio e un paio di scarpe da ginnastica. Codini, labbra fucsia e lecca-lecca in mano, come da tradizione. È un po' da troia, ma non ci si sveste e non si fa niente di male, il lavoro mi piace, si guadagna molto bene e se gli altri pensano che io sia una facile per questo, allora sono affari loro. Considerato che sto studiando legge direi che lo saprei se fosse qualcosa di illegale o anche solo di moralmente sbagliato! Sento le urla dei primi clienti nel locale e mi precipito dietro il bancone a servire Jonathan, un ragazzotto di venticinque anni, ormai un cliente abituale.

-Ehy Jon.-

-Barbie! Sei splendida stasera. Come da tradizione del resto.-

-Già. Allora, cosa posso servirti?-

-Oh il solito dolcezza. E servitene uno anche per te.-

-Jon non mi piace il whisky.-

-Allora offriti quello che vuoi, lo sai che devi accettare. O lo dirò al grande capo.- Regola numero 1 di Ginger: se un cliente ti offre da bere, accetta. Se non lo vuoi metti in bocca e poi sputa in un'altra bottiglia. Regola numero 2: non servire la bottiglia in cui hai appena sputato. Riempio un bicchiere con il whisky per Jon, poi mi prendo la bottiglia di vodka alla fragola, me la faccio rigirare tra le mani un paio di volte, come ho imparato al corso da barista che Ginger mi ha obbligato a fare, e mi verso un paio di bicchierini. Butto giù senza pensarci troppo e senza sputare nell'altra bottiglia. Nel locale parte ad alto volume "Sexy back" di Justin Timberlake e in due secondi Kristal è sul bancone a ballare in modo provocante, attaccata al palo. Non che si veda qualcosa, ma il pubblico maschile comunque impazzisce, come tutte le sere, e Ginger urla come una ragazzina a un concerto di Bieber. Le ordinazioni subito salgono alle stelle e io non smetto un minuto di riempire bicchieri e sorridere ai clienti. La serata è movimentata, frenetica, divertente e fantastica, come sempre. Sono a casa.

   
 
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