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Autore: Gloria Lovely    21/01/2017    1 recensioni
I due allievi del Maestro Bue, Diamond e Shelby, due gemelli dal carattere enigmatico, si troveranno faccia a faccia con Po e i Cinque Cicloni.
Dopo aver portato a termine un compito per il loro maestro, Diamond trova una strana Pergamena racchiusa in un tubo argentato e inciso, appartenuto ad un suo antenato.
Che sia un segno del destino?
Ma arriverà qualcuno, da molto lontano, che cercherà di scoprire l'enorme potere che quella pergamena può donare. Il misterioso segreto, nascosto per oltre dieci secoli sotto un cumulo di macerie, verrà presto svelato.
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[Kung Fu Panda's Missing Moments – Quarta storia]
Spero vi piaccia!
Buona lettura.
© Gloria Lovely 2017
Genere: Azione, Demenziale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Kung Fu Panda's Missing Moments'
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- Capitolo 2 -



 

 

"Benvenuti, cari."

 

Shifu ci accolse con un sorriso, probabilmente, fasullo. Non sembrava affatto un sorriso vero, era come se stesse recitando.

"Chi, o cosa, vi manda qui?" ci domandò scrutandoci da capo a zampe.

"Il mio nome è Diamond, lui è il mio gemello Shelby. Siamo qui per consegnare un pacchetto dal nostro maestro."

"Immagino sia il maestro Bue."

"Esatto."

Educatamente, porgemmo il pacchetto tra le zampe del Maestro. Con aria indifferente, lo appoggia su una vecchia scatola e ci scruta.

Era come se avesse visto me e Shelby come due minacce.

"Da quanto tempo siete con lui?" chiese.

"Quindici anni." risposi.

"Dove vivete, esattamente?"

"Nella città di Goldmin."

Quella città dove Lord Shen viveva ed è stato ucciso dalla sua stessa arma. Non sapevamo chi l'avesse sconfitto, ma una cosa era certa: viveva proprio nel Palazzo di Giada, affiancato da altri cinque guerrieri. Forse Shelby sapeva chi era.

 

"Vi hanno insegnato mosse... ecco, particolari?"

Non sapevamo cosa rispondergli. Io e Shelby non avevamo una mossa particolare, come il Pupazzo di Morte di Tigre o la Punta Avvelenata di Vipera. Sapevamo solo l'essenziale.

"In realtà, no. Ma ci piacerebbe averne una." rispose Shelby con un sorriso, un mix tra furbizia e felicità. Cosa che gli riesce benissimo.

"Se il vostro maestro lo acconsentirà, vi allenerò assieme ai Cinque e..." si voltò di scatto non appena sentì un rumore sospetto. Era il panda che giocava con un'armatura dorata e una spada gigante.

Esalò un lungo respiro e, con aria imbarazzata, continuò.

"... e Po."

"Quel panda sa combattere? È assurdo!" replicò Shelby.

"Neanch'io ci volevo credere, ragazzo. Alla fine, mi sono dovuto ricredere. Non è colui che pensate."

"Un grosso lardoso panda?" ridacchiò Shelby, prendendosi gioco di lui. Quella presa in giro mi era familiare, era stato qualcun altro a pronunciarla. Oltre Shifu.

"Esatto. Un grosso lardoso panda." rispose il Maestro con due occhi di fuoco.
 

"Dunque, quando avreste intenzione di programmare l'allenamento?" domandò di scatto, con un sorrisetto quasi invisibile.

"Tra un paio di giorni. Ultimamente, siamo impegnati."

"Perfetto. Ditelo al vostro maestro che lo aspetterò con impazienza, sono anni che non lo vedo."

"Vi conoscete?" domandai curiosa.

"Sì, mia cara. Io e Bue eravamo allievi del Maestro Oogway, i suoi preferiti. Andavamo molto d'accordo, spesso eravamo insieme a combattere. Lui, alla fine, ha deciso di lasciare gli allenamenti per dedicarsi alla filosofia, per trovare la sua pace interiore."

Peccato che il Maestro Bue, purtroppo, non è mai riuscito a trovarla.



 

***


 

Shelby, con aria scocciata, si stese sul pavimento.

"Basta, non ne posso più. Sono ore che siamo qui."

Stufa delle sue lamentele, mi alzai dal tappetino rosso e salutai educatamente il Maestro.

"Forse è meglio andare."

"Va bene, allora. Fatemi sapere cosa ne pensa il vostro Maestro." fa l'occhiolino sorridendo.

"Ci può contare. A presto!"

Tirai forte la gamba di Shelby, trascinandolo fuori dal Palazzo. Di colpo, si girò e si rimise in piedi con un movimento fulmineo, liberandosi della mia presa.

Incrociò le braccia indignato disegnando un ghigno maligno sul volto.

"Sei sempre la solita."

"Imparerai, prima o poi, a non lamentarti?"

"Sarà difficile che io impari qualcosa del genere."

"Idiota."

Mi voltai e, insieme, scendemmo le lunghissime scale correndo come dei matti. Io e Shelby avevamo fatto a gara a chi arrivava per primo all'ultimo gradino, ogni volta che eravamo annoiati aveva sempre la soluzione in mano.

Era, inoltre, una piccola prova per testare la nostra velocità. Forse, sarebbe stato un nostro potenziale.

Non lo era, purtroppo. Non avevamo neanche un potenziale.

Trovarlo non sarebbe stato difficile, bastava solo mettersi a testa alta e cercarlo. Shelby non ne voleva sapere, diceva sempre che non esisteva alvcun tipo di potenziale dentro l'anima di un guerriero kung fu.

 

Il Maestro Bue, invece, non la pensava affatto così.

Arrivata quasi all'ultimo gradino, inciampai su una superficie metallica. Feci un salto mortale non appena mi sollevai da terra, e caddi sulle zampe. Una di esse, però, mi faceva molto male.

"Caspita, che volo!" esclamò Shelby.

"Su cosa sono inciampata?"

"Non lo so, dovresti saperlo tu."
"Era una superficie metallica, cretino. Non so neanche dove sia."

"Forse è su quel gradino." indicò il terz'ultimo gradino, dove brillava qualcosa di strano. Mi avvicinai a quello strano bagliore e vidi un pezzo di metallo incastrato tra le pietre.

Sembrava qualcosa di valore. Forse lo era.

 

 

 

   
 
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