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Autore: Rumenna    22/01/2017    1 recensioni
[BOYS LOVE] Ivan studia disegno ed è innamorato di Tina. Tuttavia il suo look lascia molto a desiderare. Si farà consigliare dall'esperto Rosemund. Ma cosa potrebbe accadere se un consiglio dopo l'altro i due si avvicinassero sempre di più?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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I suoi occhi si fanno piccoli e lucidi, il suo sorriso innocente e caldo, trasformando il suo viso in un’autentica calamita per i miei occhi:
«Scusa.»
«…»
Ha sorriso ancora, liberando una nuvoletta di vapore dalle sue labbra. Poi si è guardato intorno, tornando infine a rivolgere lo sguardo verso di me:
«Non preoccuparti, non ci ha visti nessuno.»
«…»
«Adesso devo andare. Merry Christmas.»
Con la sua mano grande e calda, ha spazzato via i fiocchi di neve che avevo sulla testa, poi si è lentamente allontanato, continuando a rimanere con quella sua espressione dolce sul viso, lasciando dietro di sé una profumata scia alla vaniglia.
Se ne sta andando. Si è appena voltato e mi sento già solo… non sono riuscito neanche ad augurargli buon Natale… la sua sagoma diventa sempre più piccola.
Non sono riuscito a dirgli niente… è stato un incidente, non dovrei sentirmi imbambolato come una tredicenne. Io sto qui a pensare, ma Rosemund intanto se ne và…!
«ROSEMUND!» Ho corso verso di lui più in fretta che ho potuto, scivolando sulla neve fresca a metà strada.
«Ivan!»
«NON C’È BISOGNO CHE TI AVVICINI, VOLEVO SOLTANTO AUGURARTI BUON NATALE!» Ho il naso congelato e la neve tra le ciglia. Credo che mi abbia sentito. Dovrebbe, non è così lontano e non è nemmeno sordo.
Mentre cerco di rimettermi in piedi, Rosemund con le sue lunghe gambe mi raggiunge in fretta, poggiando il palmo della mano sulla mia schiena.
«Hai male da qualche parte?»
…Che strano, mi sembra di essere tornato a quel giorno di pioggia, quando ci siamo incontrati… oh! Eccola di nuovo, quella strana sensazione… è come se il mio istinto stesse cercando di dirmi qualcosa, ma non ho idea di cosa sia…
«…N-no, sto bene. Anche il tuo regalo sta bene, è finito sulla neve fresca.»
«Ma cosa pensi che me ne importi adesso? Sei sicuro che va tutto bene?»
«S-sì…»
«Guardati, hai tutta la neve addosso…»
Ha iniziato a cacciare via la neve un po’ dovunque, poi mi ha aiutato ad alzarmi.
«Forse è meglio se cammini sotto i lampioni, Ivan.»
«Etciù!»
«Ti è rimasta della neve sull’orecchio, aspetta…»
Irrigidito ed intimidito, aspetto che Rosemund finisca di armeggiare sull’orecchio. Anche questa scena… mi pare di averla già vissuta quando mi mise un fiore tra i capelli: il mio cuore sta battendo forte, eppure si sente al sicuro... perché ho questa strana sensazione? Che cosa significa?
«Ivan, perché mi guardi in quel modo? È successo qualcosa? Sei arrabbiato?»
«No, non sono arrabbiato.» Non riesco davvero a capire.
«Davvero? A me sembra proprio di sì… è per quello che è successo?»
Mi sento così sotto pressione, come se mi stesse sfuggendo qualcosa che mi preme sapere… ma Rosemund sembra così tranquillo, credo che sia solo una mia sensazione.
“Stai bene?” Non posso chiedergli una cosa del genere dopo il bacio, sembrerei inopportuno e fuori luogo, sembrerei schifato… e non lo sono assolutamente. Rosemund è Rosemund, perché dovrei schifarmi di lui? È il mio migliore amico e stiamo molto bene insieme.
«Tu… tu come ti senti…?»
«Uh? Che vuoi dire?»
Quando ci siamo baciati stava sorridendo. È un modo per nascondere il suo imbarazzo o… o forse l’ha fatto apposta…?
Mi è lecito pensarlo, dopotutto mi ha chiesto scusa e mi ha chiesto persino se mi fossi arrabbiato per quello… ma se si fosse trattato di un semplice incidente non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di chiedere scusa, e nemmeno di domandarsi se l’altro si fosse arrabbiato! Un incidente resta un incidente, no? Che c’è da scusarsi? Allora non si è trattato di un semplice caso?
…No, Ivan, ragiona… devo ragionare… non può essere. Mi ha persino detto che gli piaceva Giulio il veterinario! Sono io che sono strano, ultimamente mi sento irrequieto! Perché devo pensare a queste cose senza senso? Rosemund ed io siamo amici, proprio come due persone normalissime! Che motivo avrebbe per fingere un errore nello scambio degli auguri? E poi… avevamo già chiarito questo punto tempo fa, quando abbiamo litigato: io non gli piaccio, e sicuramente lui a me non piace in QUELLA maniera. E poi io ho la mia Tina, lei si che mi piace in quel senso. Allora basta così. Punto. Fine della storia. Ma perché stavo pensando ad una cosa del genere?
«N-non hai freddo, Rosemund…? Dovresti sbrigarti, i tuoi ti stanno aspettando!»
«Non mi convinci… cos’è che non va?»
«N-niente… è che non ho voglia di stare con i miei...» Fingiamo che sia per questo, anche se davvero non ho voglia di starmene con i miei.
«Vuoi scappare con me stanotte?»
«Eh…?»
«Ti sto invitando a stravolgere i tuoi piani!»
«Oh… no, non posso. Ho già un cattivo rapporto con loro, ci manca solo fargli questo sgarro.»
«Come vuoi… però assicurati di chiamarmi più tardi, o se ti senti solo. Insomma, chiamami in qualsiasi momento tu voglia, ecco.»
«…Mh.»
«Adesso devo andare davvero. Mi dispiace per prima, non l’ho fatto apposta.»
Oh… l’ha detto… l’ha appena detto… MA ALLORA PERCHÉ DIAVOLO MI STAVO SCERVELLANDO IN QUELLA MANIERA??
«Oh… c-certo. Sicuro che non l’hai fatto apposta. Nemmeno io… si capiva.»
«Ah, Ivan, grazie a questo mi sono ricordato una cosa…»
“Grazie a questo”? Parla del bacio?
«Cosa?»
«Uh… no, niente, è una sciocchezza. Era davvero una sciocchezza.»
Ha voltato il viso dall’altra parte, imbarazzato. Che cosa strana.
«Cos’è che ti ha ricordato?»
«N-niente…!»
«Non è vero che non è niente, altrimenti non ti sarebbe venuto in mente!»
«D-davvero Ivan, non credo che ti interessi!»
«Invece sì! Siamo amici, no? Dimmelo!» Che sia la risposta a quella strana sensazione? Forse l’ha avuta anche lui? Che sia la chiave di tutto?
«D’accordo, te lo dico! Però dopo non lamentarti se non ti interessa!»
«Dimmelo!»
«Mi sono ricordato che nevicava anche il giorno in cui ho dato per la prima volta un bacio al mio ex. Ecco, l’ho detto, visto che era una stupidaggine?»
«…Oh.» Quindi gli ricordo un uomo freddo dal cuore di marmo? O forse gli ho solo ricordato quella scena in cui si sono baciati? Allora anche mister-pezzo-di-marmo aveva un cuore… o forse faceva finta perché gli conveniva… ma che importanza ha adesso? Ha ragione Rosemund, questa è una cretinata! Ma perché sono così stasera?
«…Ciao, Ivan. Buona serata.»
«Buona serata… auguri, Rosemund.»
«Ti voglio bene, a più tardi.»
«…»
Se n’è andato. Non riesco a credere di avere ancora le guance bollenti e quella sensazione addosso. È davvero seccante. Però adesso non mi resta che tornare a casa. Devo proprio adesso. Sono sicuro che qualunque cosa sia questo senso di mancato ritrovamento, lo scoprirò a tempo debito, è risaputo che quanto più si è alla ricerca di qualcosa, tanto più questa ti sfuggirà, per poi essere ritrovata in un secondo momento.
Rientrando a casa, Anna mi fa gli auguri e mi stringe forte, davvero forte a sé, riempiendomi di baci: lo fa tutti gli anni, è il suo modo di farmi gli auguri festivi… e a me piace, non mi importa a quanti anni possa arrivare. Il suo profumo alle rose è stomachevole… o forse sono io che, tra rose e vaniglia, ho il naso disturbato ormai?
«Anna, andiamo? Ti accompagno io.»
Mio padre si avvicina indossando il suo solito cappotto grigio ed un cappellino di pelo che assomiglia ad un topo che, aggiunti agli occhiali spessi, lo fa sembrare una specie di talpa. Papà sta accompagnando Anna al concerto di Natale, pare che il signor Gennaro l’abbia invitata il giorno in cui abbiamo trovato i gattini.
«Ciao, tesoro!»
«Ciao, Anna!»
La porta si è richiusa, lasciando spazio ad un sordo rumore di passi su tacco a spillo di mia madre in avvicinamento. Spero che non mi dia rogne, visto che siamo rimasti da soli in casa adesso.
«Ivan, te ne stai con il cappello in casa? Che maleducato.»
«Cappello? Non indosso nessun cappello.»
«Oh… è vero! Sono sorpresa, come ti è venuto in mente di tagliarti i capelli? È la scelta più sana che tu abbia mai messo in atto, figliolo!»
O forse sei solo troppo distratta dalla tua doppia vita per rendertene conto. Vorrei tanto dirgli questo, ma non posso rovinare la serata. Però dal suo tono sembrerebbe proprio che lei abbia in programma di smettere di infastidirmi… chissà da quanto tempo aspettava come un avvoltoio.
«Non rovinare la serata… almeno oggi.» Spero che abbia un po’ di buon gusto da non provocarmi per poi fare l’innocentina in presenza di papà.
«Perché? Ho solo detto la verità! Era davvero ora che ti tagliassi quello schifo di capelli che avevi sulla testa! E adesso ti radi anche la barba! Ma dimmi, come mai questo cambio di look così improvviso? Hai trovato una ragazza che ti piace?»
«…Non posso semplicemente cambiare ogni tanto?»
«Non saresti mai cambiato senza un motivo valido, sei troppo pigro.»
«Se anche avessi avuto un motivo, non te l’avrei detto comunque.»
«Sei tu che chiudi tutte le porte, non lamentarti se poi non c’è dialogo tra di noi. Piagnucolone e pappamolle che non sei altro, da questo si vede proprio che hai preso da tuo padre… puah!»
«... Che vuoi dire?»
«Cosa?»
«Che significa quel “puah”? Non ti va più bene papà? Ah no, ti andrà sempre bene finché avrà un conto in banca a cinque cifre…»
*Ciaff!*
«Ti ho già detto di non parlarmi in questo modo. Come se io non portassi un ricco stipendio a casa, che figlio ingrato.»
«Ingrato perché dico la verità? Ti fa troppo comodo startene in questa casa e salvare quella faccia di bronzo che ti ritrovi, vero? Sei tu che non hai un briciolo di rispetto per noi!»
«Che ne puoi sapere tu dei fatti miei? Parli come un moccioso viziato, pensi che sia così facile vivere una doppia vita?»
«Sei tu che l’hai scelto! Dillo a papà se ne hai il coraggio!»
«Non posso, cosa credi che penserebbe la gente della nostra famiglia? Come se non bastasse avere già un figlio da nascondere perché va in giro a disegnare come un bambino dell’asilo!»
«Le apparenze… è davvero questo tutto quello che ti importa…?» Le sue parole sono gelide e taglienti come una lama affilata, come sempre.
«E a cos’altro dovrei pensare quando tu e tuo padre non fate altro che farmi vergognare?»
«…Noi…? Hai mai avuto un briciolo di rispetto per lui? Per i sentimenti che ancora oggi lui prova per te? L’anno scorso ti ha regalato un peluche e dei cioccolatini per San Valentino e per il tuo compleanno ti ha portata a cena in uno dei posti più belli d’Europa! Ti ha persino comprato quell’anello costosissimo… anche se ha un carattere un po’ particolare, come puoi trattarlo così…?» Ah, le mie lacrime… scorrono senza freni, irritandomi le guance... come si può essere tanto crudele verso i sentimenti di suo marito…? È suo marito, non uno che ha trovato per caso alla stazione…!
«Credevo che fossi abbastanza sveglio da aver già capito che ormai di tuo padre
non mi interessa più niente.»
«…Eh?...L-l-lo dici così… come se… c-come se parlassi di una vecchia presina…?»
«E come dovrei dirtelo? Capita, che dopo tanti anni insieme l’amore iniziale svanisca… non che il mio per lui sia durato così tanto in ogni caso.»
«…Uhg… sniff…» Ah, non riesco a parlare… tutte queste brutte frasi insieme… pensa di star parlando ad uno qualsiasi? Sono il figlio nato da questo matrimonio… sono suo figlio…
«Comunque stasera cenerai da solo. Mi sono dimenticata di avvertirti prima, ma io e tuo padre parteciperemo ad una importante cena con i miei colleghi. Ho assolutamente bisogno di creare più rapporti con gente facoltosa ed importante per il mio lavoro. Puoi scaldarti tutto nel microonde se hai fame. Me ne sto andando.»
Ha chiuso la porta dietro di sé con un tonfo, scrollandosi tutto dalle spalle. Ha riversato su di me tutto il suo risentimento e tutti i suoi meschini segreti… con quale coraggio dire cose del genere al proprio figlio…? L’ha fatto di proposito…
Mi ha lasciato da solo... senza alcun scrupolo, la sera della vigilia di Natale… Sono scoppiato a piangere.
Non voglio chiamare Rosemund, non posso. Lui si sta divertendo con la sua famiglia, non posso intromettermi ogni volta, non sono nemmeno un familiare… mi sento così solo… non mi sarebbe importato sprofondare nella vergogna, sarei rimasto volentieri con Rosemund, se avessi potuto evitare una scena dal genere… il mio cuore sta soffrendo, non importa quanto i rapporti tra di noi si stessero incrinando, sentire quelle parole mi ha fatto davvero male.
C’è solo una cosa che posso fare adesso. Prenderò quella tanica e riempirò tutto di un vivido color fuoco. Sono andato nell’armadietto dei vini e con i denti ho tirato via il tappo in sughero. Bevendo a grandi sorsi, mi preparo per l’opera di fine anno, mentre il rossastro ricopre i miei indumenti ed un sorriso velato mi è comparso sul viso.
 
   
 
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