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Autore: OliveValance    22/01/2017    0 recensioni
«Se qualcosa può andar male, andrà male.»
Era questo che pensava Murphy Devenport lanciando occhiate di biasimo a Bobby, colpevole di averla coinvolta in quella storia, e cercando di evitare lo sguardo sconvolto del maggiore dei Winchester.
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Alla tavola calda della signora Rose ~

Una volta arrivata nel centro della cittadina Dean posteggiò l'auto vicino un furgoncino arancione della Volkswagen, al quale riservò uno sguardo veramente disgustato, per poi dirigersi a piedi verso il locale con me al seguito.

"Wow." Mormorai guardandomi attorno mentre raggiungevo Sam e Bobby. Avevamo deciso di trovarci alla tavola calda della Signora Rose, proprio come il cassiere alla stazione di benzina ci aveva consigliato, ma quando aveva accennato ad una rissa nel locale non avrei mai pensato di trovarmi davanti ad una situazione del genere. Diversi tavoli erano stati rovesciati, ad alcune sedie mancavano gli schienali o le gambe, diversi piatti e tazze giacevano rotti sul pavimento e una delle grandi finestre che dava sulla strada principale era completamente a pezzi.
"Benvenuti, cari. Un attimo e sono subito da voi." esclamò una vecchietta dai capelli grigi perfettamente acconciati intenta a fissare con del nastro adesivo da imballaggi un telone di plastica al telaio della finestra dove una volta, prima che venisse rotto, c'era il vetro.

"Ehm... Faccia pure con calma, non abbiamo fretta." Mormorai andando a sedermi al bancone vicino a Bobby mentre Dean si andò a sedere accanto al fratello, dalla parte opposta da dove mi ero seduta io.

"Allora? Avete scoperto qualcosa a casa degli Smith?" borbottò Bobby sorseggiando un caffè che io sospettavo essere stato corretto con del whisky.
"Certo. Se troviamo una strega e un leone siamo a posto." Mormorai ironica.
"Come scusa?" chiese Bobby abbassando la tazza lentamente e lanciandomi un'occhiata perplessa, probabilmente chiedendosi se coinvolgermi in quella storia fosse stata una buona idea.
"Lascia perdere" mormorai arrendendomi all'evidenza che nessuno avrebbe capito quella bellissima battuta. "I Davidson si sono trasferiti a casa dei genitori di lui temporaneamente visto che non si sentivano al sicuro lì. Abbiamo controllato l'intera casa, ma nulla di nuovo. Il ragazzo sembra essere stato attaccato nel soggiorno, poi trascinato al piano superiore passando per le scale secondarie della cucina.""Probabilmente aveva cercato di scappare della porta sul retro, ma non ce l'ha fatta." Si intromise Dean e io mi ritrovai ad annuire.
"Inoltre quando è stato trascinato al piano di sopra doveva essere a malapena cosciente vista la quantità di sangue che è stata trovata."
"Un sacco." Specificò Dean. "Insomma c'erano delle macchie enormi di sangue asciutto a terra!"
"E una volta al piano di sopra il ragazzo deve essere stato trascinato ancora fino all'armadio nella camera dei genitori e poi le tracce spariscono. Nell'armadio ad essere sinceri."
"E lì il ragazzo deve essersi ripreso e aver dato del filo da torcere a qualsiasi cosa lo avesse attaccato." Disse Dean. "Il ricevitore di frequenze elettromagnetiche brillava senza sosta vicino all'armadio, mentre in ogni altra parte della casa non ho rilevato nulla."
"Sì, lo so. Ve lo avevo già detto, ma che centra ora un leone?" chiese ancora lui confuso, mentre Dean in sottofondo sbuffava visto che poco prima in auto avevo detto la stessa brillante battuta, rifiutandomi poi di spiegarla: non c'era cosa peggiore che dover spiegare le proprie battute.
"Io l'ho capita." Disse Sam sorridendomi solidale mentre il fratello lo guardava male.
Lo guardai e annuii riconoscente: non era la prima volta che mi faceva sentire un po' meno sola in mezza a quella banda di babbuini illiterati.
"Pensi che sia possibile per me vedere pure gli altri luoghi del crimine?" chiesi pensierosa poi rivolgendomi a Bobby "Un nuovo punto di visto potrebbe tornare utile. Inoltre bisognerà controllare al catasto per vedere se ci sono precedenti proprietari in comune o con storie particolari."
"Quello lo abbiamo già fatto." Rispose Sam "Non abbiamo trovato nulla: proprietari diversi, non legati in nessun modo, neanche da parentele lontane, una delle case in cui sono avvenute le sparizioni tra l'altro era pure stata costruita da poco. Abbiamo anche cercato se ci sono leggende o storie su abitanti del luogo, ma non ne è venuto fuori nulla."
Annuii con una smorfia e sospirai: quel caso stava diventando ogni momento che passava sempre più assurdo, non che fosse un problema quello, ero abituata a cose ben più strane, ma era l'assenza di validi indizi ad innervosirmi.

"Allora cari, cosa vi porto?" Chiese la gentile signora anziana una volta finito di sistemare il telone di nylon sulla finestra.
Ovviamente Dean riuscì ad ordinare il piatto più grasso e calorico che ci fosse nel menù, talmente abbondante da sfamare una squadra di football intera. Ancora una volta mi ritrovai a domandarmi come diavolo facesse ad essere così dannatamente in forma seguendo quella che lui aveva sempre definito come la dieta del cacciatore e che io ingenuamente, nel periodo in cui non conoscevo ancora la sua vera identità, avevo classificato come qualcosa legata alla passione per carne e caccia intesa in senso tradizionale, quello in cui spari alla mamma di Bambi e non a fantasmi o creature che dovrebbero esistere solo negli horror di serie C vedi.
Il cibo che ordino Sam invece era completamente diverso, decisamente più salutare e appropriato a qualcuno che ci tenesse alla salute del proprio fegato. Quel ragazzo cominciava proprio a starmi simpatico pensai con un sorriso, mi rassicurava sul fatto che non tutti i cacciatori fossero balbettante bambocciona banda di babbuini che vivevano di grassi, birra ed espressioni di alto livello quali "Son of a bitch".

Mangiammo in silenzio, ognuno concentrato nei propri pensieri, o sul proprio piatto, mentre in sottofondo alla radio suonava una canzone degli anni '80 di Madonna.
"Questo triplo cheeseburger con doppio bacon e doppio hamburger è fantastico." esclamò ad un tratto Dean con la bocca piena in direzione della vecchietta che avevo scoperto essere Rose, quando un omino con i capelli rossicci e radi era si era sporto all'interno del locale per salutarla chiamandola, appunto, Rose.
"Oh grazie, caro." Trillò lei soddisfatta "Se poi ti rimane un posticino nello stomaco dovresti provare la mia torta alle mele! I miei clienti dicono sia la migliore di tutto lo stato."
"Oh, la proverò assolutamente. Non potrei mai rifiutare una torta, soprattutto se offerta da una bella signora come lei." Disse Dean facendo l'occhiolino.
Probabilmente il mio sopracciglio andò a fondersi con i capelli tanto lo alzai dopo aver sentito quell'ultima uscita. Era una mia impressione o il maggiore dei Winchester si era messo a flirtare con una sessantenne dai capelli grigi, scialle sulle spalle e grembiule rosa?
"Oh, mio Dio..." mormorai passandomi la mano sugli occhi e cercando di rimuovere dalla memoria la scena cui avevo appena assistito.
Con la coda dell'occhio vidi Sam lanciare un'occhiataccia al fratello e mormorare un "Jerk!" Mentre Dean si limitò a scrollare le spalle e rispondere, sputacchiando mezzo panino nel farlo, con un "Bitch" ben piazzato.
Dean e i soprannomi affettuosi che rifilava alla gente. Mi chiesi per un secondo se si ricordasse ancora quello che aveva affibbiato a me, perché io me lo ricordavo, me lo ricordavo eccome visto e considerando che ogni volta che lo usava dovevo ricorrere a tutto il mio autocontrollo per evitare di tirargli un pugno sul naso. Sweet ass.
"Oh, che caro. Per fortuna ci sono ancora dei gentiluomini come te." Per poco non mi soffocai con il caffè che stavo bevendo sentendo Rose definire Dean in quel modo "Altro che quel terremoto che si è abbattuto nella mia tavola calda distruggendo tavoli, sedie e finestre." Continuo poi lei con un sospiro
"Già, a propositi di quello..." chiesi indicando la finestra rotta con un cenno le capo "Cosa è successo?"
Lei sospirò: "Brutta, brutta cosa. Questi giovani di oggi, così pieni di rabbia e violenza... così tristemente soli, impreparati ad affrontare il crudele mondo esterno. E stata una ragazzina: non penso avesse più di sedici anni ad occhio, i capelli assurdi.. erano rosa e azzurri! Era vestita tutta di nero e in mano teneva una mazza da baseball di metallo. È entrata come una furia, urlava che stava cercando una persona, non credo di aver capito bene, ma forse cercava una ragazza dai capelli castani e occhi verdi..." sentii gli sguardi dei tre posarsi su di me interrogativi.
Alzai le spalle e sussurrai "Non sono mica l'unica ragazza dai capelli castani e occhi verdi in questo mondo eh!"
Rose continuò a parlare senza degnarci tanto di attenzione: "Appena lo sceriffo è riuscito a portar via quella ragazza gli ho subito succeduto di avvisare i Filkins di tenere a casa la loro figlia, sapete corrisponde alla descrizione e ultimamente frequentava cattive compagnie."
"Visto?" Mimai con le labbra ai miei compagni di avventura.
"Anche se di questi tempi tenere i figli a casa non significa tenerli al sicuro." Sospirò la vecchietta con preoccupazione "Brutte cose accadono in questa cittadina ultimamente."
"We know." Annuii con aria grave.
"You know?" Chiese sorpresa tornado a fissarci finalmente.
Bobby si schiarì la voce e prese fuori il tesserino dell'FBI.
"FBI." Grugni "Siamo qui per indagare i ragazzi scomparsi."
"Oh. Spero che riuscite a capire cosa stia succedendo, lo sceriffo non sa più che pesci pigliare. Non si è mai vista una cosa del genere."
"Quindi non si è verificato niente altro di strano" chiesi professionale "nulla di inspiegabile in questa zona prima d'ora? Parlo anche del passato."
"No, assolutamente no." Disse lei scuotendo la testa "Io sono nata e cresciuta qui e posso assicurare che negli ultimi sessantasei anni non è successo nulla di strano. Era tutto perfettamente normale."
Annuii e lanciai un occhiata a Bobby che annuii a sua volta. A quando pare non sembravano esserci casi precedenti. Quindi nulla su cui basare le nostre indagini e ciò avrebbe significato più lavoro da fare per venir a capo di quella faccenda.
Ma non per quella sera pensai stiracchiandomi e nascondendo uno sbadiglio con una mano: il viaggio in macchina mi aveva distrutto.
"Oh cari, sarete stanchi!" Esclamò la nonnina fissandomi preoccupata "Avete già un alloggio dove passare la notte?"
"Non ancora." Disse Bobby "Abbiamo visto un motel sulla statale arrivando e pensavamo di..."
Lei lo interruppe: "Non siate sciocchi, conosco il proprietario di un B&B a pochi passi da qui. Lo chiamò subito per avvisarlo di prepararvi delle stanze. Quante?"
"Tre." Disse Dean finendo il panino.
"Grazie." Aggiunse Sam con un sorriso.
"Oh cari!" Esclamò lei "Due singole e una matrimoniale?" Chiese poi fissandomi e lanciando occhiate alternate a Sam e Dean.
Quando capii a cosa stesse pensando mi affrettai a correggerla: "Oh no, no, no."
"Una doppia e due singole." Disse Sam con tono di scuse. Poi come se si sentisse in obbligo a specificarlo indico Dean dicendo: "Siamo fratelli."
"Che carini. E lavorate assieme!" Esclamò lei deliziata sparendo poi nel retro dove si poteva scorgere uno di quei vecchi telefoni con le rotella al posto dei tasti.

Erano oramai le dieci di sera quando mi chiusi la porta alle spalle e lasciai cadere sul letto al centro della stanza che profumava di Gingerbread.
Rimasi lì per un bel po' di tempo, distesa sul letto a fissare il soffitto ancora completamente vestita.
Era stata una giornata a dir poco assurda, ma quello che mi lasciata più perplessa era quella strana sensazione che avevo avuto tutta la serata, come se avessi davanti al naso tutti gli indizi per capire qualcosa di importante, ma non riuscissi a collegarli.
Era una sensazione fastidiosa, come una tarlo: era cominciata subito dopo che io e Dean avevamo posteggiato l'impala in piazza per raggiungere Bobby e Sam.
Doveva essere stato qualche particolare che avevo visto, ma che il mio cervello non aveva ancora elaborato, magari qualche dettagli insignificante, qualcosa di minuscolo. Un tombino rovinato? Una spilla di Hello Kitty caduta a terra appartenente a qualche bambina? Una multa per divieto di sosta sul furgoncino arancione della Volkswagen che Dean aveva guardato con disprezzo?

"Un furgoncino della Volkswagen arancione?" Mormorai tra me e me con un lieve accenno di preoccupazione nella voce.

Una ragazza dai capelli azzurri e rosa.

Con una mazza da baseball di metallo.

Con un pessimo carattere.

Con un furgoncino della Volkswagen arancione.

Mi alzai a sedere di scatto e con occhi fuori dalle orbite esclamai:

"CHLOË!"

  
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