Fred Weasley

Pochi giorni dopo la Battaglia di Hogwarts, si tenne il funerale di Fred Weasley. I capelli fiammeggianti della famiglia del defunto, facevano da contrasto agli abiti neri. I singhiozzi si sentivano forti e chiari. Una chioma riccia e un viso occhialuto, si erano infiltrati nel gruppo dai capelli rossi, cercando di consolare quelle persone, ma ritrovandosi anche loro in lacrime.
Il corpo di Fred, giaceva nella bara, la bacchetta sul petto e le mani sopra di essa. George, il suo gemello, non ce la fece più e con un balzo, si inginocchiò accanto al fratello. Come poteva, una parte di lui, essersene andata così?
Carezzò il viso del fratello e affondò il proprio viso nell’incavo del suo collo. Tutti, che non volevano disturbare quel momento, avevano i volti coperti dai fazzoletti di stoffa e piangevano silenziosamente.
George, per alcuni minuti, non sentì nessun battito provenire dall’amato Fred. Ma, dopo un singhiozzo più forte degli altri, gli parve di sentir qualcosa. Qualcosa come un battito d’ali di una farfalla, come una bomba che esplodeva silenziosa, un colpo di tamburo. E, a quel punto, Fred aprì le palpebre, mostrando il colore delle sue iridi. Tossì un paio di volte e si mise seduto, come se fino a pochi istanti prima non fosse stato completamente morto.
Non si sentiva respirare nessuno. Forse si erano dimenticati di farlo, o, forse, bastava il respiro di Fred a mantenere tutti in vita.
“Che c’è? Ho qualcosa sul naso? Toglimelo, George.” Sbottò il resuscitato, dopo essere stato fissato troppo a lungo.
“T-tu…eri m-morto!” singhiozzò George, indicando suo fratello.
“Oh…” rise Fred. “Ma che avete capito?!”
Tutti lo guardavano confusi, con le sopracciglia aggrottate, si davano pizzicotti per assicurarsi che non stessero sognando.
“Allora, stavo semplicemente testando le Merendine Moribonde, un mio nuovo progetto. Pensavo non avrei mai più potuto provarle, così ho deciso di farlo in quel momento. Il fatto è che pensavo sarebbe durato di meno, l’effetto. Devo perfezionarle.  Ma, ora che lo sai, George, puoi aiutarmi.”
I maghi erano allibiti. Lo guardavano con le bocche schiuse e gli occhi sgranati. Nessuno proferiva parola. George si era asciugato le lacrime con il bordo della felpa. A Fred era tornato il colorito, il battito era regolare, lo sguardo saettante e divertito come al solito.
“Fred…” iniziò George, assaporando quel nome.
“Sì?” chiese, forse un po’ titubante, il diretto interessato. Aveva paura della reazione del fratello. Se George avesse fatto quello che aveva fatto lui, non sapeva se lo avrebbe mai perdonato.
Perciò, quello che disse, stupì Fred e tutti i presenti: “Sei un genio!”
E abbracciò il fratello, che fino a poco prima aveva creduto perso per sempre. Come poteva essere morto? Si disse. Fred, il suo Fred. Loro due erano una cosa sola. Uno dei due non poteva morire non uccidendo così anche l’altro. O almeno, così la pensava George. Una parte di lui era morta quando aveva creduto defunto il fratello, ma l’altra aveva una vaga speranza.
E ora quella speranza si era avverata, realizzata.
Le chiome rosse si avvicinarono a mano a mano alla scena. In particolare, Ginny tirò uno schiaffo al fratello, che rise. Intanto, Hermione Granger e Harry Potter, stavano in disparte, sentendosi quasi degli intrusi.
Quando Fred si liberò della famiglia, andò verso i due e li salutò.
“Ciao, Occhialuto. Ciao, Secchiona.” Esclamò divertito, arruffando i capelli prima all’uno e poi all’altra.
E così si avviarono tutti alla Tana, felici di aver riavuto indietro una persona cara.