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Autore: Sofifi    25/01/2017    3 recensioni
I capelli neri come l’ebano Le cadevano con un ciuffo spettinato sull’occhio sinistro e ondeggiavano al vento.
O forse era il mondo a ondeggiare.
O forse era il cuore di Giulia che batteva così forte che quasi sembrava che la Prima Guerra Mondiale si fosse svolta nel suo petto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
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INNAMORARSI

Adonia, ‘’mio signore’’.
Giulia penso’che non ci fosse nome più adatto per quella ragazza, che trasudava bellezza da ogni poro della pelle.
I suoi occhi erano cosi’gentili, il suo cuore cosi’puro e il suo sorriso cosi’dolce.
Mio signore, ripetè Giulia a denti stretti per poi sciogliersi in un ‘’aah’’ liberatorio e di ammirazione.
Adonia era il suo signore, o meglio, la signora dei suoi pensieri, la padrona.
Al mattino arrivava a scuola col suo lungo impermeabile nero, incurante delle occhiate della gente e Giulia non poteva fare a meno di rimanere ogni volta senza fiato.
‘’Sei bellissima’’, avrebbe soltanto voluto dirle. Ma poi un giorno, un giorno Adonia le parlo’.
Giulia era li’, alla fermata del bus, le cuffie a coprirle le orecchie e coi pensieri rivolti al pranzo, ormai prossimo.
‘’Ehi’’, senti’una voce chiamarla.
‘’Ti è caduto questo .’’ disse Adonia.
‘’Agsgfdy hdzgj hzdgz hdgeyygf’’ capi’Giulia.
Era lei.
Era lei e sembrava un angelo, era lei : la sua padrona, la sua Beatrice.
I capelli neri come l’ebano Le cadevano con un ciuffo spettinato sull’occhio sinistro e ondeggiavano al vento.
O forse era il mondo a ondeggiare.
O forse era il cuore di Giulia che batteva cosi’forte che quasi pareva che la Prima Guerra Mondiale si fosse svolta nel suo petto.
‘’jgzgdjzd hzgyzegfz vhgzz ehgz hgzj.’’
Giulia cerco’di nascondere il rossore che imporporava le sue guancie e sorrise, timida.
‘’Scusa, ero distratta, puoi ripetere ?’’
Adonia sorrise.
BUM BUM BUM
Il suo cuore faceva lo stesso rumore del tamburo di una batteria.
‘’Ti è caduto il portafoglio.’’ Ripetè ancora una volta la seconda, allungando la mano per mostrarglielo.
Giulia abbasso’gli occhi sapendo che quella sarebbe stata la sua fine.
Le pallide dita di Adonia, appoggiate sul suo portafoglio rosa, sembravano una cornice fatta di fiocchi di neve e Giulia quasi si vergogno’di avere un portafoglio cosi’banale, in confronto alla bellezza delle Sue dita.
Giulia riprese il portafogli, cercando di non far notare il fremito che provo’quando le loro dita si sfiorarono.
Imperfezione e perfezione.
Perchè tutto nel corpo di Adonia faceva pensare che fosse solamente una creatura trascendente : i suoi capelli perfettamente neri e la sua pelle perfettamente bianca, il suo impermeabile perfettamente asciutto, le forme che sapeva c’erano nascoste sotto. Le unghie perfettamente di rosso laccate, cosi’come le labbra. Il profumo di rosa antica.
Invece tutto nel corpo di Giulia faceva pensare il contrario, a partire dai capelli corti e imperfettamente acconciati, alla giacca vecchia impregnata di fumo, ai calzini blu con le scarpe nere, alle unghie mordicchiate e cortissime, alle mani rosse per il freddo, all’acne, all’odore di deodorante nivea da due euro e mezzo.
E nel mentre che nella sue testa Giulia faceva tutti questi intricati ragionamenti, Adonia se n’era già andata, lasciando nella meno perfetta il rimpianto per non aver sfruttato meglio l’occasione, la gioia per averle finalmente parlato, la vergogna per quello che sentiva nei suoi confronti e un portafoglio che Giulia immaginava ancora con le Sue dita appoggiate.
Un portafoglio che Giulia immaginava ancora con le sue dita appoggiate.
  
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