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Autore: AllisonHermioneEverdeen    25/01/2017    0 recensioni
Una ragazza che vaga per il mondo, in fuga.
Il Capitano e la sua ricerca di Bucky.
L'HYDRA, davvero dura a morire.
Segreti mai svelati, dimenticati da chi li custodisce.
Se volete saperne di più, non vi resta che cliccare sul titolo.
Ma vi avverto: non si torna più indietro...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Capitolo tredici



Quando Steve, Natasha, Sam e Bucky entrarono nell'appartamento della dottoressa Cho, la scena che si presentò davanti a loro fu Faith appoggiata sullo schienale del divano, spossata, che perdeva sangue dal naso; Esther che tendeva una camomilla alla ragazza e la dottoressa che stava seduta sulla poltrona accanto al divano, ansiosa. Tutte e tre si voltarono verso il gruppo che era appena entrato.
- Vi siete date da fare - sussurrò Natasha lasciandosi cadere accanto a Faith. Sam si tolse le ali e le posò accanto al tavolino, di fronte alla poltrona, stiracchiandosi. Steve posò lo scudo voltandosi verso Bucky, che si guardava attorno disorientato.
- Buck..? - lo chiamò esitante. Il Soldato d'Inverno si voltò verso di lui pieno di aspettativa... sembrava attendere un suo ordine, come se non potesse decidere di riposarsi finchè il Capitano non gliel'avesse ordinato.
- Hai bisogno di... riposarti? - chiese la dottoressa Cho esitante. Non sapeva bene come comportarsi con Barnes.
- Io... credo di si - rispose titubante questo.
- Prima fatti medicare: stai sanguinando - gli fece notare Faith. Bucky alzò lo sguardo sulla ragazza lentamente. Quando incrociò quegli occhi azzurri rimase paralizzato: lui la conosceva! Lei era...
Sgranò gli occhi, poi spostò lo sguardo su Natasha, incredulo. La Vedova Nera capì che anche lui se ne ricordava. Capì che anche lui era divorato dal dubbio...
- Ha ragione - la voce di Sam fece sobbalzare i due. Falcon si schiarì la voce. - Intendo la ragazzina... ha ragione, sanguini - e indicò il braccio vero di Barnes.
- Bucky... siediti sulla poltrona, adesso ti medichiamo - disse Steve. Il Soldato ubbidì subito. La dottoressa Cho recuperò la cassetta del pronto soccorso e prese le bende, l'acqua ossigenata e il disinfettante. Sperava solo di non dover tirare fuori anche ago e filo. Steve intanto stava tagliando ciò che restava della manica di Bucky scoprendo la ferita: era piuttosto profonda, la dottoressa capì che le sue preghiere erano state vane.
- Prendo ago e filo - sospirò correndo in bagno. Quando tornò vide che Barnes e Natasha si stavano scambiando di nuovo degli sguardi di domanda e stupore. Anche Steve lo notò, ma fece finta di nulla: per il momento doveva occuparsi della ferita di Bucky, poi avrebbe pensato ai segreti dei suoi due amici.
Cho pulì la ferita e la disinfettò, poi si mise a ricucirla più delicatamente possibile. Il Soldato d'Inverno non gemette mai per il dolore, stette immobile ad aspettare. Steve si chiese quanto il suo migliore amico avesse sofferto in tutti quegli anni, e nel pensarlo gli salì una grande voglia di trovare quelli che l'avevano ridotto così e ucciderli uno ad uno...

La sera la dottoressa preparò una cena per tutti: pasta in bianco e carne con patate. Aveva comprato tutto il pomeriggio, dopo aver medicato Barnes.
Fu una cena stranissima: metà degli Avengers, due assassini sfruttati dall'HYDRA, una civile e una dottoressa seduti allo stesso tavolo, mangiando pasta e carne e cercando di tirar fuori una conversazione sensata.
- Scusa per il disturbo Cho... domani cercherò un'altra sistemazione per tutti, così non dovremo più invadere casa tua - disse Steve.
- Figurati... mi fa piacere aiutarvi - replicò con un sorriso la dottoressa. E il dialogo di bloccò. Faith era ancora troppo debole per cercare di conversare, Sam e Natasha a volte provavano a dire qualcosa, del tipo: " Pasta deliziosa, cucini benissimo ", oppure " Dove hai preso questa carne? E' ottima ". Ma ogni tentativo cadeva a vuoto. Bucky sembrava essere troppo stupito di star mangiando del cibo vero a tavola per conversare. E comunque Steve dubitava che instaurare un dialgo decente fosse tra le mansioni del Soldato d'Inverno.
Finalmente la cena imbarazzante giunse a termine e il gruppo mal assortito si alzò da tavola, sparecchiò e poi fu il turno delle docce. Per prima andò Esther.
Mentre la dottoressa Cho sistemava la cucina, Steve fece cenno a Natasha di seguirlo in una stanza vuota ( quella da letto della dottoressa ).
- Ok, sputa il rospo - andò dritto al punto. La donna rimase a guardarlo senza capire.
- Non fare quella faccia Nat, ho visto gli scambi di sguardi con Bucky... Cosa mi state nascondendo? - insistè il Capitano. Natasha sospirò: non era affatto pronta ad affrontare quel discorso.
- E'... complicato - disse - Voglio che anche James sia d'accordo sul raccontarti tutto -. Steve era confuso: cosa c'era di così importante che Nat e Bucky avevano in comune? Perchè lei l'aveva appena chiamato " James "?
Per saperlo doveva aspettare ancora un po': in quel momento Bucky era troppo instabile per chiedergli di parlare del suo passato, prima Steve voleva che si riprendesse. Prima di tutto, il suo migliore amico doveva stare bene, poi avrebbe affrontato il resto.

- Grazie -. Un sussurro bloccò Bucky nel corridoio. Si guardò intorno e individuò subito chi aveva parlato: Faith. La ragazza era sulla soglia della stanza degli ospiti. Non aveva un bell'aspetto, tra le occhiaie e la pelle pallida e tirata, ma si reggeva in piedi.
- Grazie - ripetè - Mi hai salvata quella notte... sei mesi fa, in Siberia -. Bucky annuì: si ricordava di quella notte, anche se sei mesi prima era ancora molto confuso. Ricordava la base sotterranea, il corridoio, la battaglia contro i medici ( quegli scienziati bastardi... ), e infine le prigioni. E lei: Faith, una ragazzina dagli occhi vuoti e privi di speranza raggomitolata in fondo alla sua cella. Lui aveva fracassato le sbarre contro il muro e l'aveva liberata.
- Era la cosa giusta da fare - rispose. Faith gli sorrise.
- Quella notte non hai salvato solo la mai vita: mi hai restituito la speranza - disse. Bucky annuì: si trovava in difficoltà, non era bravo a trattare con i sentimenti. O, se lo era stato, non se lo ricordava: come ci si comportava con le persone che non erano obiettivi? Con le persone che non doveva uccidere?
Faith parve capire perchè gli fece un ultimo sorriso e se ne tornò in camera. Avrebbe avuto il tempo di aiutarlo a tornare sè stesso: lui aveva salvato lei, adesso era il suo turno.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Yu-uh? C'è ancora qualcuno qui?
* Si guarda intorno nella stanza vuota *
Lo so, ritardo è un eufemismo.
Mi dispiace...
Lo ammetto: ho avuto un blocco. Ho perso l'ispirazione e ho preferito aspettare per scrivere: meglio aspettare e scrivere un bel capitolo che dover aggiornare per forza e rovinare la storia, no?
O almeno, è così che la vedo io.
Spero solo che il capitolo vi piaccia e mi faccia perdonare... Purtroppo non so quando riuscirò ad aggiornare di nuovo, ma vi prometto che ce la metterò tutta per pubblicare almeno un altro capitolo entro la fine della settimana.
Se siete ancora qui, grazie davvero. E un grazie speciale a LollyCeri13 per la sua recensione; mi dispiace moltissimo per quanto hai dovuto aspettare per un aggiornamento, da lettrice so quanto è terribile!
A presto
AllisonHermioneEverdeen
   
 
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