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Autore: Manu_Hikari    10/04/2005    4 recensioni
Un grande amore al quale qualcuno ha messo la parole fine senza un valido motivo. Eppure lui non avrebbe saputo immaginare la sua vita senza di lei...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I wouldn’t have imagined my life without you…

 

 

 

Ciao raga eccomi qui con una nuova fic! Questa volta è ispirata a Holly e Benji e vorrei precisare che è la prima che scrivo su questo anime quindi non so come sarà e il titolo non so precisamente cosa c’entri con tutto il resto ma a me sembrava così carino…

Cmq protagonista è Benji  e la storia è ambientata durante il primo campionato mondiale, quello in Francia. Volevo anche dirvi che, per motivi di copione, le età dei nostri beniamini varieranno lievemente da quelli nell’anime (Anche perché io non ho mai capito molto bene quanti anni hanno…) e che gli spoiler saranno veramente pochini perché io non ci so fare molto…^__^’’

Poi…ah, si. I personaggi di questa storia sono tutti del loro papi Yoichi Takahashi e solo Mie è inventata da me.

Penso che sia tutto, un bacione e buona lettura!

 

 

 

CHAPTER NINE

 

 

 

 

 

GIOVEDì MATTINO

 

 

La sveglia risuonò insistentemente per la quarta volta in camera di Mie; non era riuscita a dormire nemmeno due ore intere, le tornavano in mente ogni istante le parole di Dyana. La gola le faceva male, stretta in un nodo, gli occhi le pizzicavano, in mente un solo pensiero; se Benji avesse aperto il suo cuore tanto quanto bastava per far entrare Dyana, forse sarebbe riuscito a dimenticare Mie e allora anche lei se lo sarebbe tolto dalla testa, una volta per tutte…o forse stava solo dando vita, nella sua testa, a una serie di utopiche immagini tutte derivanti dalle sue stupide speranze di poter dimenticare qualcuno che proprio non se lo faceva passare nemmeno per l’anticamera del cervello di andarsene.

Proprio quando aveva pensato di esserci riuscita ecco che arriva quella maledetta proposta di lavoro per l’adidas in Germania; possibilità di incontro, praticamente il 100%; rinunciare? Impossibile, lei glielo aveva promesso; una promessa reciproca, un calciatore e una modella affermati, dicevano ridendo, un tipo di coppia che si vedeva spesso in tv…che dolci ricordi, che splendidi ricordi; erano poco più che dei ragazzini, ma entrambi sapevano, erano convinti, che quello che c’era fra loro non poteva essere solo una cotta. Per questo quello che era successo, la loro separazione era ancora più insopportabile. Entrambi avevano immaginato una storia meravigliosa da vivere con l’altro…e invece ora si trovavano costretti ad  immaginare un’intera vita senza.

Si alzò dal letto e accese lo stereo; quando si sentiva stanca, confusa o arrabbiata, la musica era il solo rimedio. Guardacaso la fortuna girava dalla sua parte, era una canzone che adorava così prese a canticchiare.

 

For all this time, I've been lovin' you girl, oh yes I have.
Every since the day you left me here alone,
I've been trying to find, oh the reason why.

So if I did something wrong please tell me, I wanna understand.
Cos I don't want this love to ever end.

I swear, If you come back in my life I'll be there till the end of time, Oh yeah.
And I swear, I'll keep you right by my side 'cos baby you're the one I want,
Oh yes you are.

I watched you go, takin' my heart with you, oh yes you did.
And every time I try to reach you on the phone,
Baby you're never there, girl you're never home.

 

Si alzò con uno scatto nervoso dal divano della hall  e spense la radio che si trovava accanto alla televisione; quella canzone lo faceva andare su tutte le furie, in ogni parola, in ogni nota tutto quello che provava per Mie.

Si allontanò verso l’uscita, intenzionato a dirigersi verso il campo dell’hotel per seguire la partita di allenamento combinato tra Grunvald e Giappone alla quale, essendo parte sia dell’una che dell’altra squadra, non poteva partecipare.

Ad un tratto, volgendo lo sguardo intorno scorse una locandina, fresca fresca, a quanto sembrava.

 

I GIOCATORI E LO STAFF

DELLA GRUNVALD

ANNUNCIANO

Grande festa danzante

In onore della

Squadra ospite giapponese

Che si terrà nel giardino grande

Domenica alle ore 21:00

 

“Tsk…ti pareva che non ne approfittavano per organizzare una festa! Bè…magari sarà divertente…” Pensò Benji sorridendo.

«Oh, Signor Price! Sia ringraziato il cielo! » Esclamò una ragazza alta e bionda dal retro del bancone della reception vedendo arrivare il portiere giapponese. «Mi scusi, ma devo chiederle un favore! »

«Dica pure…» Rispose Benji un po’ sconcertato.

«Due minuti fa, è passato un dipendente della Johan Sten Art per consegnare questa busta alla signorina Atton. » Disse porgendogli una busta gialla con sopra scritto il nome della ragazza. « Dovrebbe contenere i provini del suo servizio fotografico. »

«E…» Fece Benji che era ancora un po’ confuso.

«Bè, io ho l’ordine di non allontanarmi e le sarei davvero grata se fosse così gentile  da consegnarle al posto mio! »

Benji prese la busta fra le mani quasi senza pensarci e annuì. Forse dopo tanto tempo sarebbe riuscito a parlare con Mie. Mentre saliva le scale che portavano al terzo piano, diede una sbirciatina al contenuto della busta. Delle foto e i complimenti del direttore di un’agenzia di moda tedesca. A quanto sembrava Mie stava mantenendo la promessa che gli aveva fatto anni addietro, stava diventando tanto famosa da fargli provare una grande quanto stupida gelosia nei confronti dei suoi fans; eppure in quel momento avrebbe accettato anche di dividerla pur di averla!

In quegli anni, avendola costantemente lontana, si era illuso di essersela tolta dalla testa, poi quello stupido ritiro, ed ecco che si rincontravano…solo in quell’istante aveva compreso appieno quanto si fosse sentito perso e sconsolato senza la presenza di Mie. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poterla stringere di nuovo fra le sue braccia, ma il pensiero che si fosse messa con Ed lo tormentava.

Deglutendo più volte a vuoto picchiò con le nocche sulla porta della stanza numero 61, ricevendo in risposta un apatico “Avanti”.

Espirò profondamente, poi aprì la porta ritrovandosi davanti agli occhi una scena che gli diede un senso di dolcezza e, contemporaneamente, una grande emozione. Mie stava seduta sul davanzale della finestra con indosso ancora il pigiama rosa e azzurro, le ginocchia al petto e i lunghi capelli neri, raccolti in una disordinata treccia che le lasciava alcune ciocche libere, che le ricadevano su una spalla e ascoltava le ultime note di “Love at first sight”.

Guardò esterrefatta Benji con i grandi occhi scuri, troppo sconvolta per dire qualcosa. Si alzò di scatto e spense la radio portatile, era la loro canzone.

«Scusa se arrivo qui all’improvviso, ma la ragazza della reception mi ha incaricato di portarti queste foto; sono i prov…»

«Appoggiali pure su quel tavolino. » Lo interruppe Mie poco garbata.

«Vedo che con gli anni sei rimasta il solito zucchero… » Osservò Benji con tono sarcastico mentre obbediva.

«Scusami, ma vado di fretta; » Ribattè Mie con lo stesso tono prendendo degli abiti a caso dal piccolo armadio e poggiandoli con poca delicatezza sul letto. «Devo vestirmi. »

«Anzi, vedo che sei diventata anche codarda…»

«Chi sarebbe coda…» Le parole le si bloccarono in gola; dopo aver chiuso l’anta dell’armadio si era voltata, stizzita per quello che le era stato detto; si ritrovò a fissare gli occhi freddi e severi di Benji che la fissava con le braccia conserte. Erano vicini, troppo vicini. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata, tanto che aveva paura che Benji lo potesse sentire. Quel nero più profondo della notte era, un tempo, la sua luce.

«Tu, Mie. » Disse Benji con una calma esasperante, che faceva paura. «Non hai nemmeno il coraggio di parlarmi, come normalmente farebbero due persone adulte. Non pensavo di dover subire anche quest’altra delusione. »

«Delusione? » Ripetè Mie assumendo l’espressione più indifferente che poté. «Io non devo dimostrare niente a nessuno, tantomeno a te!  E poi tutto quello che dovevamo dirci ce lo siamo già detti quella sera.  » Così dicendo fece per allontanarsi ma Benji la bloccò con le spalle all’armadio.

Il ragazzo vide negli occhi lucidi di Mie  la paura; le accarezzò una guancia, tentando di tranquillizzarla poi si chinò e le sfiorò la fronte con le labbra, poi scese sul naso e infine la baciò.

Dio quanto aveva desiderato quel momento! Riassaporare quella dolce morbidezza, rimasta intatta, come se non si fossero mai lasciati, sfiorare di nuovo quelle guance morbide, ora lievemente arrossate per chissà quale sentimento; emozione? Rabbia? Forse entrambi.

Mie non si oppose, ma Benji poteva sentire il sapore di sottili lacrime che correvano sulle gote della ragazza. Era così piccola e indifesa, abbandonata fra le sue braccia…

Dopo pochi secondi Mie sentì che il ragazzo cercava di approfondire quel bacio, sfiorandole le labbra con la lingua. Allora la volontà la abbandonò del tutto e rispose all’invito di Benji, schiudendo la bocca. Era la prima volta che la passione li travolgeva in modo così disperato, era quello il risultato della mancanza che avevano sentito reciprocamente per tre anni. Mentre Benji esplorava la sua bocca e le sue labbra, Mie sentì le forze abbandonarla e strinse le braccia attorno alla spalle di Benji, ovviamente dovette constatare che erano molto più forti e vigorose di quanto si ricordava. La sua mente era ormai avvolta in una fitta nebbia e solo quando le mani di Benji si insinuarono sotto la maglietta del pigiama queste si dissolsero, lasciandola ragionare.

«No!  » Esclamò allontanandosi improvvisamente da Benji che si sentì come se l’aria gli mancasse; non era la prima volta. «Noi non possiamo…io, io non devo! » Gridò fra le lacrime.

«Cosa…cosa non puoi? » Chiese Benji  cercando, invano, di avvicinarsi di nuovo a lei.

«Questo… questo è assurdo…Ti prego, Benji, vai via!  »

Il ragazzo rimase scosso da quelle parole dovette lottare con tutto se stesso per ricacciare indietro le lacrime che gli pizzicavano gli occhi. Colpì con violenza l’anta dell’armadio alle spalle di Mie, che sobbalzò, poi corse fuori dalla stanza sbattendo la porta con altrettanta violenza.

Mie si lasciò scivolare sul pavimento e prese a singhiozzare e a piangere; il cuore le faceva male da impazzire.  Le sue labbra avevano ancora il sapore di quelle di Benji. Era una stupida, sapeva che ora quel sapore non sarebbe più andato via.

 

 

 

 

 

…To be continued

 

 

 

 

Dunque, forse è successo tutto troppo in fretta, ma qui due poveretti non si vedevano da tre anni! Si sono lasciati un po’ andare…cmq spero che il chappy vi piaccia, aspetto commenti, e soprattutto commenti sulla scena del bacio, non so se mi vengono bene certi tipi di scene…

Allora i frammenti della prima canzone sono di “If you came back” dei blue, qui sotto la traduzione, mentre la seconda “ Love at first sight” è sempre dei blue e  penso che la ritroveremo più avanti.

Bene vi do appuntamento al prossimo capitolo, un megabacione  e mi raccomando, COMMENTATE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

“Se ritorni”

 

Per tutto questo tempo, ti ho amata, si l’ho fatto.

E sempre, dal giorno in cui mi hai lasciato qui, da solo

Sto cercando di trovare la ragione del perché

 

Così se ho fatto qualcosa di sbagliato, per favore, dimmelo

Perché non voglio che quest’amore abbia mai fine.

 

E giuro che se torni nella mia vita, io sarò lì, fino alla fine del tempo

E giuro che ti riavrò al mio fianco, perché tu sei l’unica che io voglio,

si, lo sei.

 

Ti ho guardata andare via portando il mio cuore con te, oh si l’hai fatto.

Ed ogni volta che provo a cercarti sul telefono

Non sei mai lì, non sei mai a casa.

  
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