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Autore: Koala95    27/01/2017    5 recensioni
“…anche tu sei diventata un punto fermo per me, Lena…non immagini quanto...”
Pensò tra sé e sé, senza dar voce ai suoi pensieri.
Questa è la mia prima ff dedicata alle SUPERCORP... spero non vi dispiaccia...
Buona Lettura!!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sera della festa arrivò e Kara si ritrovò nella spiacevole situazione di doversi dividere tra la lei reporter e la lei in veste di Supergirl come ulteriore servizio di sicurezza...


...


Entrando fu sommersa da una marea di persone, bellissime donne e uomini tutti vestiti eleganti e con abiti firmati, tavoli banditi con cibi di tutti i tipi, da quelli dietetici per le top model che non potevano permettersi di sgarare, a quelli più calorosi per i buon gustai; altrettanti camerieri che sembravano voler somigliare a dei pinguini e musicisti che avrebbero intrattenuto la serata; ovviamente non mancavano gli imbucati e i giornalisti pronti a fare foto, video per sparare qualche assurda falsità.

Si osservò attentamente intorno con sguardo perso e bisognoso: dov’era Lena?
L’emozione era stata sostituita dall’agitazione, dal nervoso, dalla paura…
Dopo quel bacio focoso, aveva ancora più timore di farsi sgamare, temeva il peggio.
Come si sarebbe dovuta comportare con lei?
Non era molto famosa per saper nascondere la sua ansia, per recitare un copione o cose simili, Kara era un libro aperto, per tutti, era cristallina, soprattutto per Lena.
Continuò per qualche istante a guardarsi intorno e niente; successivamente però,
la sua attenzione fu rapita da una fisionomia a lei familiare: Mon-El.
Aveva avuto realmente il coraggio di presentarsi? E dove lo aveva trovato quell’abito?
Con quali soldi? L’aveva rubato?
Strinse i pugni dalla rabbia; doveva controllare quella gelosia, ma proprio quando stette per trovare il suo giusto equilibrio, autoconvincendosi di entrare e mantenere la parte dell’amichetta gentile, notò che il ragazzo aveva con sé una rosa rossa.


<< Pure? No, caro mio, hai esagerato. Ora te ne dico quattro. >> Disse a bassa voce ringhiando e partendo in quarta verso di lui, ma qualcun altro le posò una mano sulla spalla scoperta dal vestito e subito si irrigidì.


<< Kara! Sei venuta!? >> Disse sorpresa, Lena, spuntando dal nulla.

<< Naturalmente! >> Rispose sorridente la biondina, imbarazzata.
“Dai, Kara…puoi farcela. Fai proprio come hai detto: fingi che quel bacio non ci sia mai stato.”, ma quel tocco lieve e delicato le fece venire la pelle d’oca su tutto il corpo.


<< E’ davvero un piacere vederti. Sono felice che tu sia qui. >> Continuò la mora,
trovandosi in difficoltà, anch’essa impacciata nel ripensare alla notte scorsa...
Perché quei pensieri improvvisi?
Kara era…Kara, si, non era, non poteva essere Supergirl.


<< Come potevo mancare? Comunque, complimenti per l’organizzazione. E’ impeccabile! >> Si complimentò di nuovo Kara, indicandosi intorno.

<< Grazie…anche tu non sei niente male, dico davvero. Stai benissimo. >> Si complimentò con la giovane, sinceramente, guardandola dal basso verso l’alto, più di una volta.
Quel vestito bianco perlato, attillato, le stava veramente bene.
Sembrava una stella.
Brillava di luce propria.


<< Ti ringrazio, ma sempre troppo buona. >> Commentò la Danvers, arrossendo.


<< Ma è la verità sciocchina… abbiamo poca autostima per caso? >> Ridacchiò simpaticamente la mora, dandole dolcemente un colpetto sulla spalla.


<< Forse… >>


<< E sbagli! Non ti manca niente. Credimi! Ehm…senti, c’è anche Supergirl, per caso? >> Chiese interessata ed ansiosa la più grande, in un secondo momento, incupendosi.
Cominciò infatti a giocherellare nervosamente con la collana lunga che portava al collo e
Kara capì al volo.


<< Sono certa che starà arrivando… anche se ho sentito in giro alcune voci che dicevano di averla già individuata…starà facendo una ricognizione. >> Rispose titubante la giovane improvvisando la prima cosa che le passava per la mente.

Lena annuì abbassando lei il capo.

Sembrava essersela bevuta.
Fortunatamente, per ora l’aveva scampata.


<< Il tuo amico? Mike? Ha deciso se venire poi? O c’ha rinunciato? >> Chiese giocosamente,
non immaginandosi di ricevere quel tipo di risposta:


<< Si, è qua in giro. >> Fece scocciata, la bionda, ticchettando il piede a terra.
Brutto segno, o buono, dipendeva dai punti di vista.


<< Allora vado a cercarlo, così gli do il benvenuto. Ci vediamo dopo, okay? >> Lena non aveva la minima voglia di incontrare quel bradipo, ma doveva pur continuare con il suo
piano no? Altrimenti come avrebbe potuto ottenere ciò che voleva?


<< Okay… >> Sibilò Kara, sconsolata per poi vedere Lena mischiarsi nella folla, scomparendo in un batter d’occhio.


<< Sono così facile da sostituire? >> Si chiese sbalordita e con un mal di fegato pazzesco.



...



<< Ehi, Mike? >> Lo richiamò la mora, trovandolo dopo un paio di giri.
Il ragazzo si voltò e sgranò gli occhi, sorpreso e scioccato da tale bellezza.


<< Signora Luthor! >>


<< Signorina, grazie. >> Precisò lei, contrariata.


<< Mi scusi…che piacere vederla. >> Esordì lui, incantato.
Ci mancava poco che sbavasse: uomini!
Che brutta razza.

“Il piacere NON è mio, purtroppo.”
Si disse fra sé e sé.

<< E’ molto elegante… >> Evitò di ricambiare la Luthor continuando a parlare.
<< Complimenti! >> Notò la mora come gli andasse a pennello quel completo.
Sull’estetica doveva essere obbiettiva, non era niente male, anzi, un ottimo bocconcino,
per una etero, ovviamente, ma bastava che aprisse la bocca per far scappare chiunque.
Il sangue non gli scorreva nel verso giusto.
Il bello non balla, esattamente.


<< La ringrazio. Lei sempre al top! >> Fece Mon-El, porgendole senza tatto la rosa che le aveva portato.


<< E questa…!? >> Domandò leggermente schifata.


<< E’ per lei! Ho pensato che… >>


“Perché tu pensi anche?”
Pensò Lena.


<< …visto il mio quasi auto-invito, beh…volevo scusarmi, ma è da pochissimo che mi sono trasferito qui e...vorrei solo integrarmi. >> Spiegò con tranquillità e nonchalance il giovame.
Sembrava essere sincero alla fine...


<< Grazie, sei stato gentile, ma non dovevi. >> Replicò la dirigente afferrando il fiore,
non dandoci peso, ma abbozzando un sorriso di circostanza.


<< Volevo…sono contento che lo abbia apprezzato. >>


All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ecco che tra i due apparve Supergirl.
Kara, anche se non particolarmente vicina a loro, con il suo super udito aveva ascoltato tutto e con la sua super vista, aveva tenuto la situazione sotto controllo.


<< Supergirl! >> Esclamò Lena, ritrovandosela davanti inaspettatamente.


<< Vedo che hai dei spasimanti… bene… >> Se ne uscì severa e incazzata come una belva, la biondina.
Mon-El doveva ringraziare RAO, perché se fosse stato per lei, lo avrebbe già disintegrato quella mattina alla CatCo.


<< Già... neanch’io me lo aspettavo. >> Rispose Lena, sorridendo compiaciuta al giovane,
che incominciò a dondolare, soddisfatto.

Un silenzio che si poteva tagliare col coltello si espanse intorno ai tre, così la Luthor non perse un attimo e gioco un’altra carta per poter restare sola con Supergirl, anche se per poco tempo.


<< Mike, tesoro… Ho la bocca secca, non è che potresti andarmi a prendere qualcosa da bere, per piacere? Qualunque cosa mi va bene, decidi tu. Ti aspetto qui... >> Alla versione da gatta morta, nessun pesce lesso avrebbe mai resistito.


<< Subito, Madame. A tra poco, torno subito. >> Rispose Mon-El, eseguendo gli ordini come uno schiavetto.


<< L’hai già addomesticato, brava. Sono esterrefatta dalla velocità con cui... >> Ma Kara venne interrotta dalla dirigente che prevenì la frase dell’altra:


<< …ti ho sostituita? Me l’hai detto tu. Ho fatto come volevi…non incolparmi e non giudicarmi. Non sei l’unica …c’è tanta gente che venderebbe l’anima per potermi baciare o semplicemente come Mike, starmi accanto. E poi, anch’io ho degli interessi… Dico la verità, un gesto simile me lo sarei aspettato più da …cioè, lo avrei preferito più da un’altra persona…o da te, probabilmente... >> Mise le cose in chiaro la Luthor, con professionalità.


<< ...Comunque sono ancora dell’idea che tu debba rimandare la festa. >> Esordì Supergirl, cambiando completamente discorso.


<< Perché non aspettiamo e vediamo come va la serata? >> Provò a dire Lena sorridendole e facendole l’occhiolino.


<< Okay, vado a controllare di nuovo lungo il perimetro e tornò al primo segno di pericolo. Divertiti con il tuo cagnolino…e st’attenta. >> E concludendo così, sparì nuovamente.


La dirigente si trovò confusa.
Davvero faceva?
La prese a ridere e annuì, quando una voce irritante la invase:

<< Mia regina, eccomi! >> Fece il moro tornando con due drink in mano, passandogliene gentilmente uno.
Lena lo ringraziò ancora e alzò il bicchiere datole, pronta a fare un brindisi...


<< A…? >> Iniziò la mora, controvoglia, aggrappandosi ad ogni spiraglio di forza e coraggio che le rimaneva…. Sperò solamente che Kara stesse vedendo quelle scene... altrimenti sarebbero stati sacrifici invani.


<< A noi? >> Tentò lui di provarci...


<< ...Alla riuscita del gala! >> Lo corresse immediatamente lei, con tono risoluto per poi sbuffare.


<< Esatto. Si si, certo! Alla riuscita del gala! >> Ribadì Mon-El, ridendo da scemo.


“Idiota!”




[...]




Durante la festa, tutto sembrò trascorrere tranquillamente, soprattutto senza alcun segno della banda, così Kara pensò bene di dedicarsi al banchetto mangiando tutto quello che potesse entrarle nello stomaco.
Già di solito aveva il verme solitario, ma erano due i momenti più critici per la Danvers:
1. Dopo un combattimento, e 2. Quando era triste e nervosa, e questo era il secondo caso.


<< Per tutto quello che mandi giù dovresti essere una botte… Dove lo metti? >> Risuonò una voce divertita vicina a lei.

<< Lena…oddio. >> Ci mancò poco che non soffocò per la vergogna.
L’aveva vista abbuffarsi come un maialino?
Avrebbe voluto sprofondare o sparire in qualsiasi altra dimensione...
Lena rise fragorosamente, dovendosi coprire la bocca educatamente per non farsi vedere le corde vocali.


<< Non preoccuparti. Allo stomaco non si comanda! >> Se ne uscì la mora,
non riuscendo a contenere altre risate.


<< Eddai... ma il detto non diceva…al cuore non si comanda? >> Cadde nella trappola come una poppante, la bionda.


“C’avrei scommesso.”
Si disse fra sé e sé Lena, sorridendo vittoriosa.
“Non puoi scapparmi Kara Danvers.”


<< Appunto, anche a quello. Non si deve fuggire da...ciò che vogliamo...da ciò che proviamo,
non credi?… >> Domandò la dirigente assumendo uno sguardo serioso.


Kara rischiò di strozzarsi di nuovo, così si attaccò ad una bottiglia d’acqua,
finendosela tutta in una volta,e successivamente si sbrigò a ripulirsi con le salviettine profumate…


<< Dipende... >> Sibilò Kara, mordendosi la lingua.
Dove voleva arrivare?


<< Da cosa? >> La incitò la mora, assottigliando gli occhi, con sguardo indagatore.


<< Da tante cose... >> Sussurrò tristemente Kara, per poi aggiungere:
<< …dal passato di una persona, dagli ideali con cui è cresciuta, dalle situazioni circostanti... Dai suoi lati oscuri, dai suoi segreti... Chiunque li ha; non esiste un essere vivente sulla faccia della terra ed oltre, che non ne abbia almeno uno. E non vuol dire che si è per forza cattivi...anche i buoni possono nascondere qualcosa. Dipende dalle paure, e persino dal carattere che uno ha. Se si è troppo deboli si può anche...non ammettere di provare un... sentimento, una simpatia o un interesse verso una persona, perché le novità possono spaventare e tirarti indietro…beh…può dipendere anche da queste cose. O almeno, così la penso. Poi… non so. Potrei anche sbagliarmi. E’ solamene un mio parere…esterno. >> Cercò di riprendersi Kara.
L’aveva fatta grossa?
Si, ancora.
E stavolta nei panni della reporter.
1 a 1 con l’altra se stessa.
Non l’aveva premeditato, si era aperta inconsciamente a Lena.
Spontaneamente.
All’improvviso.
Le aveva spiegato indirettamente del suo comportamento da imbecille e bipolare, da codarda, ma non solo quello; senza rifletterci le aveva persino messo di nuovo la pulce nelle orecchie sulla sua vera identità...
“E fortuna che mi ero ripromessa di fare più attenzione con lei…”
Rimase così a bocca aperta dopo aver notato gli occhi sgranati della Luthor.



Lena avrebbe voluto rispondere e spiegarle tante di quelle cose, però tempestivamente,
come se l’avessero fatto apposta, i musicisti cominciarono a strimpellare una melodia e a intonare delle parole sorprendentemente azzeccate, così, allungò la mano limitandosi solo a sorriderle teneramente...


<< Mh? >> Mugugnò la bionda, confusa e impaurita.


<< Mi concede questo ballo, Miss. Danvers? >> Proferì di conseguenza la mora.


<< Non hai…?! Non ti… >> Kara non riuscì a terminare le domande, ma automaticamente il suo corpo si mosse e la sua mano sfiorò terrorizzata l’altra; la donna però aveva afferrato lo stesso:  “Non hai paura? Non ti vergogni?”


“Come potrei con te, Kara? Puff... Sei il mio angelo… Quante cose non sai di me ancora…ma non mi dai l’occasione…”  
Lena negò con la testa, per poi stringerle la mano e cominciare ad indietreggiare, tirandola lentamente, mentre quel testo le colpì dritte, nel profondo...


https://www.youtube.com/watch?v=Pa8iyHzHUSQ *                   (Warrior by Beth Crowley)
 
 
“Mi hai affascinato,
avvolto in ombre e segreti .

La bellezza di un angelo caduto .
Mi sono esposta cautamente,
spaventata da ciò avresti pensato di me ,
ma molto presto sono rimasta intrappolato .
Mi hai preso per mano e mi chiedo chi io sia ..”

 
 
 
Arrivate a posizionarsi al centro della pista, erano pronte per ballare quel meraviglioso lento che descriveva nettamente la loro situazione, la loro storia, ma Kara, fù paralizzata da tutto quello che stava accadendo, dalle sue parole e dall’iniziativa della mora,
e soprattutto da quella canzone:  “ma l’hanno scritta apposta per noi?”



<< E Mon…Mike? Se ti vedesse ballare con me? Sei…sparita per un bel po’,
immagino che... >>


<< Immagini male. Poi mai dire mai… >>


<< Ah…>>


<< Kara…è tutto apposto, calmati…Siamo qui, insieme…è solo un lento, non un ricevimento di matrimonio, ma…se non vuoi... >> ma stavolta fù la dirigente ad essere interrotta dalla controparte:


<< Va bene… però…guidami tu. Me la cavo nel canto ma…a ballare proprio no,
sono un vero ciocco di legno. >> disse più sciolta l’eroina, imbarazzandosi,
abbozzando addirittura una risatina palesemente isterica.


<< D’accordo… ti guido io. >> Sussurrò l’altra con un tono piuttosto basso e roco rispetto al precedente; lo stesso che aveva usato prima del bacio con Supergirl.
Lena si avvicinò abbastanza, prendendole delicatamente le braccia facendole appoggiare sulle sue spalle, intorno al collo, mentre lei, reggendola per i fianchi la coordinava.


 
“Insegnami come si combatte ,
io ti mostrerò come vincere .
Sei il mio difetto mortale ,
e io il tuo peccato fatale .”


<< Insomma... oggi sto facendo anche la parte dell’uomo... >> Se ne uscì Lena per sdrammatizzare un attimo, riprendendo la battuta che Kara aveva fatto alla sorella nel loro appartamento qualche giorno prima, sperando di distruggere quel ghiaccio che si era creato.


Kara tremò quando percepì il respiro caldo dell’altra nel suo orecchio;
si era dimostrata più che negata, a malapena riuscì a dondolare tra le mani di quella Dea che, ancora una volta, si ritrovò pericolosamente vicino...
A distanza di bacio.
Smise persino di respirare: l’emozione l’aveva paralizzata.
Sorrise alla sua battuta senza aprire bocca...
QUELLE PAROLE…



“Mettimi alla prova,
ti proverò che sono forte .

Non lascerò credere a me stessa
che ciò che proviamo è sbagliato .
Finalmente vedo ciò che tu sapevi fosse dentro di me
fin dall'inizio .

 
Che dietro questo aspetto delicato si nasconde una guerriera.
 
La mia memoria si rifiuta di separare il falso dal vero ,
e cerca il passato creato dalla mia mente .
 
Ho continuato ad andare avanti rimanendo decisa accanto a te
amandoti e odiandoti allo stesso modo .




Proprio a quel punto Lena si distaccò il giusto, solo per far incrociare i loro occhi:

<< Che c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? >>

<< I-io...non so...che dire... >> Balbettò l’eroina, non riuscendo a contenere lo sguardo, alternandolo dai suoi occhi alle sue labbra, e dalle sue labbra ai suoi occhi…



“Mi hai preso per mano:
sto scoprendo chi io sia… 

Finalmente vedo ciò che tu sapevi fosse dentro di me
fin dall'inizio .
Che dietro questo aspetto delicato , si nasconde una guerriera.

Le immagini prendono vita,
animate nel cuore della notte ,

apro gli occhi;
devo star sognando .

 
Stringo forte il mio cuscino e mi preparo per la battaglia .
Ho sentito dire che vedere equivale a crederci ...”


<< Ehi, guardami… >> Iniziò d’istinto la mora, poggiando la fronte alla sua,
costringendola così a non poter evitare ancora per molto i suoi occhi indescrivibili.
<< ... Io non ti sto chiedendo nulla... Non passo certo per una persona riflessiva...
Seguo il mio sangue che non scorre esattamente in direzione del mio cervello, a volte.
Difettuccio di famiglia, così faccio un sacco di errori, una marea di scelte sbagliate...
Ma io confido in te, Kara. So che prima o poi, mi darai l’opportunità di conoscerti.
Perché sai...Mi piace passare quegli attimi con te e vorrei, poterne passare ancor di più.
E Sappi che io... >> ma qualcosa, o meglio qualcuno, interruppe violentemente quel loro momento speciale, facendo esplodere marchingegni, uno dopo l’altro.
Quelli furono gli ultimi minuti “tranquilli”.


La folla impazzì e gli invitati cominciarono a correre all’impazzata, come se fossero delle palline da flipper.


<< Oh, accidenti. Quante cose preziose ci sono qui? >> Urlò una voce maschile,
da psicopatico.


<< E’ la banda! >> Esclamò la Kryptoniana, allarmandosi.


<< Vattene. Mettiti a riparo! >> Ordinò Lena a Kara, afferrandole per le spalle, volendola proteggere.


<< Lena no. >> Replicò l’altra, scuotendo la testa, ma la dirigente era abituata a comandare,
e in questo caso non permetteva assolutamente un “no”.


<< Fai come ti dico. Non permetterò che ti facciano del male. Vai. >> Insistette la mora,
con tono risoluto, determinata più che mai.


Kara non potè rischiare ancora; stava mandando a puttane la sua identità, così annuì ed obbedì agli ordini.

 
<< Nel mio ufficio c’è una botola nascosta sotto la scrivania… mettiti in salvo, Kara. >>, e appena vide la giovane prendere la direzione da lei intimata, raggiunse il Capo di quella pagliacciata:

<< Avete sbagliato festa. >> Proferì cazzuta la mora, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi da stronza.


<< Non credo proprio, Principessa. >> Rispose l’uomo, strappandole il ciondolo che portava al collo.
<< Dateci orologi, gioielli, soldi, perle, tutto quello che avete e nessuno verrà disintegrato! >> Aggiunse sparando a vuoto con il cannone avanzato che gli aveva procurato Cadmus,
soltanto per spaventare i presenti.

I suoi scagnozzi iniziarono a fare il giro dei presenti, maltrattando chi tentò di opporsi alla loro tirannia, ma malgrado loro però:

<< Pensavate davvero che non ci sarei stata? >> Disse Supergirl a mezz’aria.


<< Veramente ci contavo. >> Rispose beffardo quel tipo.


La battaglia ebbe inizio e Supergirl purtroppo, nonostante alcuni colpi assestati,
non riuscì ad avere la meglio: quelle armi erano più forti rispetto a lei, e poi,
erano in maggioranza numerica...
Dov’era finito Mon-El?
Era l’unico che lì in mezzo poteva darle una mano visti i suoi stessi poteri, ma come sempre,
non si poteva fare affidamento su di lui; doveva cavarsela da sola, in qualche altro modo.
Ma un colpo ben mirato, dritto al petto, precisamente al cuore, la scaravento a terra come se fosse una bambola di pezza.
La ragazza d’acciaio a quel punto non si rialzò subito e Lena, osservando quell’orribilissima scena, si diede da fare: aveva ideato un’ulteriore contromossa: un dispositivo in grado di invertire la polarità delle armi, distruggendole, rendendo così inermi i tre...
Nel far funzionare il piano però, Lena si scontrò con il suo adulatore, Mike,
che precedentemente si era messo a riparo sotto uno dei tavoli.


<< Ei. >> Lo richiamò.


<< Salve, dolcezza. Finalmente ci rincontriamo. Ti stavo cercando. Mi sei mancata. >> Azzardò con un “tempismo eccellente”.


“Che eroe. Veramente coraggioso!”
Pensò sarcasticamente e disgustata.
Centomila volte meglio le donne.
“Grazie Dio per avermi creata lesbica.”
Non l’avrebbe mai smesso di ringraziarlo per quello.


<< Si okay, ma ora devi aiutarmi ad azionarlo. Ti dispiace? >> Ribattè la mora,
indicando il suo dispositivo.



...



L’ingegno funzionò proprio ad un punto critico, quando tutti i membri della banda stettero per mandare all’altro mondo Supergirl, puntandola contemporaneamente: non ne sarebbe uscite indenne.
Vennero successivamente e fortunatamente arrestati dalla polizia, il quale mandò Maggie e una pattuglia da lei scelta, a prenderli in custodia.


Con tutto quel trambusto, nel frattempo Winn aveva avvertito Alex del pericolo e delle condizioni non perfette della sorella; arrivò e la vide al centro del piccolo cratere formato dalla sua caduta, intenta a rialzarsi.


<< Supergirl! Supergirl! >>  Gridò spaventata e preoccupata.


<< Sto bene, sto bene tranquilla. E’ solo un graffio. >> La rassicurò l’altra zoppicando.


<< Veramente ne sono svariati e… E’ normale? Io non credo. Non ti porti mai a casa dei ricordini! Cos’erano quelle cose? Dove sono? Potremmo sequestrarle e farle analizzare alla base! >> Optò la rossa, nel panico.


<< Sono andate distrutte... qualcuno è stato più furbo e si è ingegnato prima di Winn…
Ma…credo ci sia…della Kryptonite… non liquida, ma… è l’unica cosa che può ferirmi,
quindi... >> Disse la sua idea, l’eroina, sforzandosi.


<< Se hanno dei campioni…..potrebbero trasformarla sottoforma di qualunque cosa. >> Commentò Alex, sbalordita, in negativo.


<< Ci pensiamo più tardi…ora portarmi al DEO. >> Fece Kara, provata, appoggiandosi alla sorella.


<< Certo… Andiamo piccola! I raggi solari ti rimetteranno in sesto. >>


 In quel preciso istante, come se fosse un orologio svizzero, Lena uscì allo scoperto da sotto il tavolo, seguita da Mon-El che mostrò un sorriso sornione e soddisfatto.


<< Siamo salvi? E’ tutto finito? Che peccato… mi stavo divertendo lì sotto. >> Esordì usando un tono di voce abbastanza alto per farsi udire anche dalle due Danvers.

Poteva non essere al 100 per 100 delle sue forze al momento ma poteva ancora sentire piuttosto bene e vedere altrettanto.


<< Che uscita ad effetto! >> Esclamò rimproverevole Alex, fulminando prima lui e poi la dirigente, ma in quel momento Kara avrebbe voluto aver perso la vista e l’udito;
non avrebbe voluto sentire quella determinata frase…per lei… adesso devastante.
Non dopo quel ballo.
Quei dialoghi.
Non dopo…quel ballo...
Strinse i denti e si irrigidì improvvisamente, cosa che ad Alex non sfuggì, infatti percepì le gambe dell’altra tremare e rischiare di cedere, così la sorresse con una presa più solida e pronta.
Non conosceva i dettagli, ma conoscendo la cosa a metà, era stato facile fare uno più uno...

Un gemito soffocato ed uno spasmo, spaventarono nuovamente Alex.


<< Kara ? >>

<< Shhh… un crampo, Alex…è solo un crampo. >> Intervenì immediatamente,
sperando che nessun’altro avesse sentito come l’avesse chiamata.


<< Tornerai come nuova! >>


A Lena puzzò anche quest’ultimo dettaglio: tutto quell’amore da parte della rossa nei riguardi di Supergirl?
Okay che è L’EROINA della città ecce ecc, ma… doveva tenerci particolarmente alla giovane,
altrimenti…quella preoccupazione e quelle reazioni erano esagerate.
La spiegazione che le balenò in testa era solo una, la conferma a tutte le sue vecchie immaginazioni…


<< Aspettate! >> Richiamò quindi la Luthor, affrettandosi ad avvicinarsi alle due.


<< Hai anche la faccia tosta di volerle parlare? >>
Piccolo errore anche da parte della sorella maggiore: lei non era Kara in quel momento,
ma Supergirl, però Alex reagì d’istinto, prendendo le difese della sorellina.


Lena abbassò lo sguardo come un cane bastonato: aveva capito bene allora, oppure il motivo per cui la Danvers l’aveva attaccata in quel modo era perché sapeva di quel bacio con Supergirl?


<< I-io… Come sta? >> Fece comunque la mora; l’idea che potesse essere veramente Kara la stordì totalmente, rendendola ancor più inerme e confusa.


<< Starà meglio, spero. Sicuramente lontano da te. >>
Della serie: se le occhiate potessero fulminare…la Luthor si sarebbe trasformata in uno spiedino, o in un mucchietto di cenere.


<< Alex? Lascia perdere… per favore… >> Sibilò Kara indolensita.
Mentre lei aveva lottato e quasi rischiato di perdere la vita per salvare la vita di tutte quelle persone, compresa quella di Lena, o meglio, soprattutto per quella di Lena, lei aveva realmente avuto il coraggio di appartarsi sotto al tavolo con quel verme per una sveltina...


<< Si, non preoccuparti. Non mi sporco le mani con gente come lei. Goodbye, Miss Luthor. >>
E dicendo così, la maggiore portò via da quel posto la giovane, lasciando una Lena senza parole: per fare un’azione giusta, adesso, molto probabilmente l’aveva persa...perchè si,
Kara e Supergirl potevano essere la stessa persona.
Oppure...aveva perso l’amicizia speciale che c’era con l’eroina…
La vera conferma l’avrebbe avuta solamente nei giorni seguenti…doveva essere paziente ed aspettare...
   
 
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