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Autore: Wings_of_Mercurio    27/01/2017    1 recensioni
La loro storia era passata così, tra gesti confusi, pomeriggi con altri amici e le occasionali scenate di gelosia di Tweek, quando Craig decideva di uscire un giorno solo con Clyde, o con Kyle.
Craig iniziava ad essere stanco, di questa cosa a metà tra l'amicizia e l'amore. Loro due volevano mantenere le distanze, ma non volevano lasciarsi, perché erano cresciuti insieme, perché avevano bisogno l'uno dell'altro, ma non erano pronti agli approcci fisici.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Craig, Tweek
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni volta che finisco per ferirti, tu ti trasformi in qualcosa che vale la pena trattenere.

<< Perché vuoi andare ad una cosa del genere? >> stava chiedendo Kyle a Stan mentre erano in classe.

Il ragazzo dai capelli corvini gli aveva portato il volantino di una manifestazione, un gay pride per l'esattezza.

<< Dobbiamo combattere per i diritti dei gay, non pensi? >> gli aveva risposto.

<< Hahaha. Sei sempre un hippie >> lo sfottè Cartman << Sei riuscito poi a salvare le balene? >>

<< Tu sei salvo in fin dei conti, no? >> scherzò Kenny.

<< 'Fanculo >>

Butters e Clyde ridacchiarono.

<< Non lo so Stan, penso che i gay siano già ampiamente rappresentati >> gli disse Kyle. Lui si batteva per i diritti solo quando qualcosa lo toccava nel profondo.

<< Tu verrai, vero Tweek? >> chiese allora Stan.

Tweek, sentendosi chiamato in causa, alzò la testa dal banco.

<< Perché no? Io di certo non fingo di essere quello che non sono >>

Craig avrebbe dovuto lasciare andare quella provocazione, ma non aveva mai avuto un'indole mite. Si sporse dal banco facendogli il dito medio, affinché potesse vederlo.

<< 'Fanculo a te! E a quella troia >>

<< Che cazzo hai detto?! >> si infervorò Craig, alzandosi dal banco per sporgersi avanti verso quello di Tweek. Il ragazzo reagì di conseguenza, alzandosi a sua volta e trattenendolo per il colletto, perché Craig lo sovrastava in altezza.

Gli altri dovettero intervenire per tirarli indietro.

<< Calma! >> aveva urlato Clyde. Lui e Butters avevano tirato via Tweek, mentre Stan, Kyle e Kenny avevano pensato a Craig.

Cartman invece sghignazzava godendosi la scena estasiato.

Craig, allora, diede un calcio alla sedia di Tweek e se ne uscì incazzato.

Tweek in risposta gli lanciò il portapenne nel cestino, anche se Craig era ormai lontano.

<< Ok, questo è abbastanza infantile >> convenne Cartman.

 

Passarono la settimana successiva a farsi la guerra.

Craig non perdeva occasione di farsi vedere da Tweek con Lola, ogni volta che poteva. Sapeva che si stava comportando da stronzo, ma lui continuava a lanciargli frecciatine per farlo sentire un verme.

Una volta l'aveva fatta venire anche in classe, durante un'ora scoperta, per baciarsi e flirtare. Non si era fatto mancare nulla. Tweek era andato via ed era ritornato solo l'ora successiva, con gli occhi gonfi di pianto.

In quel momento si era sentito la peggior feccia dell'umanità. Da allora aveva cercato di mitigare i toni, cercando di non reagire di scatto quando l'altro lo provocava. Ma a volte era inutile.

Una sera, disgraziatamente, lui e Lola erano usciti tardi e avevano trovato il pienone in tutti i locali di South Park. Si erano trovati a passare davanti al negozio di caffè dei Tweak, così Lola aveva proposto di entrarci.

Craig aveva provato a dissuaderla, ma lei lo aveva accusato di avere paura di Tweek; così aveva ceduto, ma sperava proprio che lui non fosse lì.

In effetti, c'erano solo i signori Tweak, che avevano fatto una strana faccia nel vederlo entrare con una ragazza.

Li aveva salutati cordialmente, come al solito, e loro avevano fatto finta di niente.

Aveva pensato che fosse andato tutto liscio, ma si sbagliava.

Il giorno dopo, mentre percorreva la strada verso la scuola, tutto intento a fumarsi una sigaretta, incrociò la strada di Tweek. Non gli era mai successo prima, perché Tweek di solito si faceva dare un passaggio dai suoi.

Non intendeva ignorarlo, perché sarebbe stato strano, quindi esordì: << Ehi. Come mai a piedi? >>

Il biondo gli lanciò un'occhiataccia. << Ho litigato coi miei >>

<< Come mai? >> appena finì di chiederglielo, Tweek lo colpì con un pugno sulla mascella, tanto forte che lo fece cadere a terra, nella neve. Poi si era piegato su di lui e aveva continuato a colpirlo.

<< Ehi! Ma che cazzo ti prende? >> sbottò Craig, quando trovò la forza di levarselo di dosso, facendolo volare di lato. Tweek era subito scattato di nuovo, e Craig lo aveva anticipato, bloccandolo. Si colpirono entrambi; se le diedero di santa ragione.

Ad un certo punto, Tweek si era ritrovato ad avere in pugno Craig. Lo teneva fermo sullo stomaco con un ginocchio, una mano sul suo collo, pronto a colpirlo con l'altra, mentre l'altro ragazzo provava a liberarsi dalla sua stretta.

<< Sei talmente stronzo che ti sei presentato anche al negozio! >> gli urlò Tweek, isterico, poi gli assestò un pugno che quasi gli ruppe il naso; Craig si portò le mani al viso per il dolore, e perché non voleva che gliene assestasse un altro.

<< Non hai neanche le palle per lasciarmi stare in pace! Vorrei che tu sparissi! >> gli disse, prima di sollevarlo leggermente e risbatterlo verso il basso, per poi lasciarlo andare.

Craig rimase là disteso, con le lacrime agli occhi per il dolore e la faccia rossa di sangue.

<< Mi fai schifo >> rincarò Tweek prima di allontanarsi.

 

Gli altri trovarono impressionante il modo in cui Tweek gli aveva ridotto la faccia.

Quella mattina, Tweek era andato comunque a scuola, con un labbro spaccato e un sacco di lividi, senza che l'incazzatura gli fosse sfumata neanche un po'.

Craig aveva pensato un attimo di tornarsene a casa, poi aveva preferito andare a farsi medicare nell'infermeria della scuola piuttosto che da sua madre. Per questo era entrato alla seconda ora, sotto gli sguardi allibiti degli altri.

Gli era difficile respirare e persino parlare, tanto più che Cartman aveva preso a fare la parodia della voce strana che gli usciva.

<< Tu sei un cazzo di psicopatico >> aveva detto a Tweek appena questo si era girato indietro per prendere dei libri.

Tweek gli aveva risposto con un gestaccio, e Craig aveva ricambiato.

A parte il dolore che sentiva, non era incazzato o di cattivo umore. Anzi. Una parte di lui sapeva di esserselo meritato, e quindi si sentiva espiato; un'altra parte, quella a cui non voleva dar voce, gli faceva pensare che, finalmente, dopo tanto tempo, lui e Tweek si fossero toccati di nuovo. Era un pensiero stupido e anche un po' perverso; ma era sicuro che non fosse masochismo: semplicemente aveva desiderato così tanto quel contatto, inconsciamente, che non gli importava che tipo di contatto fosse, né che lo avesse quasi sfigurato.

Era quasi... felice.

Questo pensiero non gli diede tregua per giorni. Era stato come un getto di acqua gelida.

Con Lola stava bene; da quando stava con lei aveva capito cosa volesse dire realmente uscire con qualcuno, il brivido del flirt e passare interi pomeriggi a baciarsi. Però non poteva dire di aver scoperto l'amore. O meglio, l'aveva scoperto. Si era reso conto che voleva dire preoccuparsi per l'altro, cercare di sostenerlo il più possibile e di renderlo felice, perché era questo che Lola provava a fare per lui. E si era reso conto che non era differente da quello che lui faceva per Tweek. Non tanto la parte del renderlo felice, perché era ormai chiaro che non ci era riuscito, quanto il discorso del sostenerlo: quanto tempo gli era rimasto a fianco per fargli passare le crisi di panico? Quante volte aveva provato a calmarlo? E quante aveva sopportato i suoi sbalzi d'umore? Lui ci aveva provato in tutti i modi a mettere a suo agio e a far acquisire sicurezza a quel ragazzo affetto da ADHD ed attacchi d'ansia. E l'aveva fatto volentieri, perché gli voleva bene.

Pensava che fosse tutto quello che provasse per lui, ora invece si trovava a desiderare di toccarlo.

Questo dissidio era solo nella sua testa, perché fingeva con gli altri che fosse tutto normale. Davanti a loro, si faceva vedere spesso con Lola ma, quando poteva evitare di vederla al di fuori dell'orario scolastico, evitava.

Codardo 2.0 .

  
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