Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Mizar    31/05/2009    2 recensioni
Sirius Black non credeva nell’amore, d'altronde quando nasci in una famiglia come la sua è molto difficile riuscire a mantenere la fede nei sentimenti….
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Severus Piton | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

****

Prologo

Il giardino in fiore è gremito di persone, lo champagne scorre a fiumi e un allegro chiacchiericcio fa da sottofondo al tintinnare delle posate sui piatti di finissima porcellana.

Una musica dolce e rilassante è il degno accompagnamento per questa bella festa.

Vedo intorno a me molti dei compagni di Hogwarts e i miei pensieri volano agli anni della scuola e a tutto quello che oggi ci ha portato qui.


****
James

Sirius Black non credeva nell’amore, d'altronde quando nasci in una famiglia come la sua è molto difficile riuscire a mantenere la fede nei sentimenti….

Ricordo ancora i suoi genitori.

Belli, austeri, freddi.

Li ricordo in visita a Hogwarts, lui il classico rampollo di una ricca famiglia nobile e lei una dea scesa in terra, ma con uno sguardo talmente altezzoso che manco fosse stata la regina.

Sirius diventava intrattabile, quando si avvicinava la data della visita mensile dei padri e delle madri.

Io lo sfottevo, ma in fondo mi faceva pena.

I miei genitori erano affettuosi e simpatici e, per me, era una gioia averli a scuola, almeno un giorno al mese, ma i suoi….

Non li ho mai visti fare un gesto affettuoso a lui o a suo fratello Regulus.

Quasi quasi mi aspettavo che, nella famiglia Black, Sirius usasse il VOI per rivolgersi a quei due.

Non che le sue cugine fossero messe meglio.

Anche Cygnus era un tipo freddo e austero, ma, almeno la moglie, non ricordo più come si chiamasse, sembrava una donna dolce e si vedeva che le ragazze stravedevano per lei.

Soprattutto Narcissa, che le somigliava come una goccia d’acqua.

Ricordo la prima volta che vennero al collegio.

Erano arrabbiatissimi con Sirius, che, secondo loro, era colpevole per essere finito smistato nella casa di Grifondoro, anziché in Serpeverde, come tutti i purosangue che si rispettassero.

Anch’io ero un purosangue, eppure ero finito dov’era il loro figliolo.

Ne ero molto fiero, poiché era stata la casata dei miei genitori, anche loro purosangue come me.

Non capivo tutta quella rabbia ma Sirius mi spiegò che, loro, erano lontani discendenti della famiglia di Salazar Serpeverde.

Non ricordo bene il grado di parentela e tutto quel pezzo di albero genealogico che il mio amico mi aveva recitato, ma il succo della storia era stato che i suoi, adesso, lo consideravano un figlio rinnegato.

Aveva undici anni appena compiuti.

Voleva fare il grande, ma si vedeva che era terrorizzato da tutta questa situazione.

Io stentavo a credere che una mamma e un papà potessero trattare così il loro bambino, ma lui aveva preso terribilmente sul serio le minacce che suo padre aveva proferito, alla fine di quella specie di processo.

Quella notte lo aveva sentito agitarsi insonne nel letto.

Ero preoccupato per lui, ma non sapevo come affrontare la situazione, poi, nella penombra della stanza, aveva visto l’ombra di Remus avvicinarsi alle tende rosse tirate e dopo poco lo avevo sentito bisbigliare qualcosa a Sirius.

Non so cosa i due si dissero, né cosa successe veramente tra di loro, ma la mattina dopo stavano dormendo nello stesso letto.

No, non pensate male! Erano solo due ragazzini.

Remi era rannicchiato in un cantuccio, mentre Sirius, con la solita grazia da elefante, se ne stava scompostamente gettato di traverso sul materasso, con i piedi quasi fuori dal letto e la testa sulla schiena di Moony.

Come facessero a dormire così proprio non lo so, ma stavano russando.

E’ strano pensarci adesso, ma loro erano veramente due persone agli antipodi che riuscivano a compensarsi.

Tanto Sirius era cinico, beffardo e tagliente, tanto Remus era dolce, accomodante e tenero.

Paddy sembrava nato per infrangere tutte le regole del creato ed era costantemente nei guai; Moony, invece, era assennato, maturo, ragionevole.

Insomma, a volte, mi chiedevo come potessero essere così amici, eppure, se Remi aveva un problema, era sempre Sirius che si faceva in quattro per risolverglielo, come del resto era sempre Moony che tirava fuori dai casini Pads. Sirius era bellissimo, alto, moro con quegli occhi grigio chiaro che a volte sembravano argento liquido.

Al suo fascino personale contribuiva molto anche quell’aria strafottente da ragazzo dannato, che faceva letteralmente impazzire le ragazze.

Non parliamo poi dei suoi abiti sempre griffati e della nonchalance con cui spendeva la sua esorbitante paghetta in cianfrusaglie costose, tipo l’ultimo modello di manico di scopa, in radica e acciaio, che mi faceva sbavare d’invidia! Lui accettava, come un re, tutte le dimostrazioni di ammirazione degli altri studenti di Hogwarts e, con naturalezza, usciva con tutte le ragazze carine che glielo chiedevano.

La sua filosofia di vita era : ‘niente legami e tanto sesso’ e devo dire che, durante gli anni della scuola, mantenne sempre fede a questi suoi principi.

Per lui non era un problema uscire con due ragazze nella stessa sera, bastava solo ricordarsi di dare gli appuntamenti in ore diverse e non sbagliare nome della compagna.

Ovviamente aveva infranto una tale quantità di cuori da fare invidia a Casanova, ma lui era fatto così.

Non riusciva a prendere mai nulla sul serio e si buttava a capofitto nei casini.

Adorava sperimentare tutto quello che era proibito, così, oltre al sesso promiscuo, beveva un casino e spesso usava sostanze illecite.

Ricordo la sera in cui vidi per la prima volta Remus perdere le staffe e affibbiargli uno schiaffone che lo stese.

Eravamo andati in una discoteca babbana e, quel coglione di Pads, aveva conosciuto una tipa strana, un po’ sfatta, ma che lui reputava interessante.

Poco dopo, questa ci propose ‘qualcosa di forte'.

Io ero allibito.

Agli inizi degli anni settanta non si conoscevano ancora i pericoli delle droghe, cioè, si intuiva che c’erano, ma non li si prendeva ancora troppo sul serio: infatti, in quel periodo, morirono Jim Morrison e Janis Joplin, ma nel 75 cominciarono ad essere ben chiari.

Sirius stava per assecondarla quando Remus lo colpì.

Non lo avevo mai visto così arrabbiato.

Che litigata quella notte, ragazzi… Per la prima volta vidi Remus avere ragione su Sirius.

Per calmarlo, Paddy, dovette promettergli che mai avrebbe fatto quel genere di esperienza.

Tutti sapevamo che, se Sirius prometteva, poi manteneva, ma nonostante tutto, vidi più di una volta Lupin che frugava nella roba di Black, per controllare che non ci fosse droga nascosta.

Poi successe il fatto della porsche.

Questa cosa sconvolse, un po’, la vita a tutti noi malandrini.

Oddio, a essere sinceri qualche indizio c’era stato, ma, nessuno avrebbe potuto prevedere quello che successe; o almeno non io.

Era un pomeriggio d’estate, eravamo tornati da poco a casa, per le vacanze.

Io ero nella mia casa in campagna, un tranquillo cottage immerso nella brughiera, mi stavo annoiando in giardino, cercando senza successo di leggere un libro, quando dal viale vidi arrivare un’auto, in una gloria di polvere.

Sirius parcheggiò, con una manovra da stuntman, davanti all’ingresso di casa e si attaccò al clacson, per farsi notare.

“Pads, ma sei deficiente? Meno male che mia madre è in paese a fare la spesa! Cosa cacchio ci fai con un auto, che non hai la patente ne tanto meno l’età per guidarla?”

“Dai, rompipalle, va che gioiellino! L’ho fregata a mio zio Alphard. Quando se ne accorgerà gli verrà un colpo” e, buttando indietro, la testa scoppiò in una risata roca.

“Sbrigati, su, andiamo da Remi, poi vi porto al mare a trovare Peter.

” “Ma sei matto? E se ci ferma la polizia?”

“Incatesimo Cunfundus e poi Oblivion; che diamine, siamo maghi no?”

“Ma sai almeno guidare?”

“James, non rompere! Guido l’auto da quando aveva dodici anni. Mi ha insegnato zio Al, di nascosto ai miei, quando d’estate andavamo al castello di famiglia, in Scozia. Dai monta su!”

Così, dopo aver lasciato un biglietto a mia madre, dove le dicevo di essere andato con Sirius a casa di Remus, senza specificare con quale mezzo, e che mi sarei fermato lì un paio di giorni, io e il mio amico partimmo.

Sirius guidava benissimo, ma andava così veloce che non so proprio come riuscimmo ad arrivare vivi al paesino dove viveva il nostro amico, che distava 40 km da casa mia.

Il licantropo fu felicissimo di vederci, molto meno lo fu, però, della bella pensata di Sirius: cioè di andare al mare da Peter a bordo dell’auto rubata a suo zio; ma quando a Pads veniva un’idea diventava irremovibile e, alla fine, ci ritrovammo sull’autostrada, filando come razzi, con un imbronciato Remus sullo stretto sedile posteriore.

Non ricordo cosa successe, quando arrivammo nel posto di mare dove stava passando le vacanze Pet, quello che, invece, ho ben impresso nella mente, fu ciò che vidi quella notte.

Mi ero svegliato accaldato, la stanzetta degli ospiti di casa Minus non era grandissima e così ci eravamo divisi a dormire.

Stranamente io non ero in camera con Sirius, anzi, lui non mi aveva proprio calcolato, quando la madre del nostro amico ci aveva proposto di dormire a coppie.

“Remi, io e te staremo qui”, aveva detto con noncuranza, sedendosi nel letto matrimoniale della piccola stanza.

Un po’ irritato, avevo accettato di dormire nel lettuccio accanto a quello di Peter, nell’altra cameretta, per la gioia di quest’ultimo, che mi doveva confidare un sacco di cose.

Si, il piccolo Minus adorava parlarmi dei suoi progetti, cercando sempre la mia approvazione su tutto.

Era sempre stato così, ed io lo accettavo volentieri. Per me era un po’ come un fratellino minore e lui ne era così felice.

Beh, dicevo, quella notte mi svegliai sudato e con la bocca riarsa.

Zitto zitto, sgusciai fuori dal letto e scesi le scale per andare in cucina.

La casa era immersa nel silenzio.

Dopo essermi dissetato risalii al piano superiore.

Lì alloggiavamo noi ragazzi, mentre i genitori di Peter e i suoi nonni erano al terzo piano.

Passando davanti alla porta di Sirius e Remus sentii dei rumori.

“Cazzo”, pensai, “scommetto che quei due sono ancora svegli a fare i cretini” e, ridacchiando, mi accostai alla maniglia e spinsi.

La porta sembrava chiusa a chiave da un incantesimo e la cosa m’incuriosì.

Tornai in camera e, senza tante cerimonie, svegliai Peter.

“Andiamo”, gli dissi, strattonandolo per la maglietta; “quei due stronzi stanno facendo baldoria senza di noi” e, armato di bacchetta, sospingendo un assonnato Minus, tornai in corridoio.

Davanti all’uscio chiuso pronunciai l’incantesimo “Alohomora”.

La porta si aprì docilmente, segno che a sigillarla era stato quell’incapace di Paddy, perché Remus sapeva fare incantesimi che mi avrebbero fatto sudare per scioglierli.

Naturalmente avete già capito cosa vedemmo io e Peter….

Devo dire che rimasi così sconvolto che quasi mi dimenticai del mio piccolo amico, che al mio fianco, si era raggelato, come me del resto.

Non avevo mai visto due maschi fare sesso ma era estremamente affascinante vedere Sirius che si muoveva su Remus.

I lunghi capelli ondeggianti sulle spalle e gli occhi socchiusi in un’ espressione di piacere così intensa che un brivido mi corse nella schiena.

Remus era sdraiato sotto di lui e, con le gambe, gli cingeva i fianchi.

Sentivo i suoi gemiti, attutiti appena dalle labbra di Sirius, che si posavano sulle sue in voraci baci.

Vidi Sirius muoversi ad un ritmo sempre più veloce, con spinte profonde e forti, mentre la voce di Remus, calda come una colata di lava e roca, quasi gutturale, gli chiedeva di più, sempre di più; poi la schiena di Black s’inarcò e vidi il suo viso alzarsi verso il cielo, in un grido di piacere smorzato, mentre Remus, ad occhi chiusi ansimava, il capo abbandonato sul cuscino, i capelli sudati e spettinati, le labbra rosse e gonfie dai troppi baci; bellissimo, come non lo era mai stato.

Fu in quel momento che mi riscossi e, afferrato Peter per un braccio, lo trascinai via di lì, preoccupandomi di chiudere la porta con cautela e sigillarla con l’incantesimo che avevo spezzato pochi attimi prima, o forse una vita prima.

Quella notte, né io né Pet, riuscimmo a dormire.

Ci ritrovammo a parlare tutto il tempo di quello che avevamo visto.

Dopo lo shock iniziale, cominciammo a vagliare tutti i segni premonitori che avrebbero dovuto metterci in allarme.

Sirius, ultimamente, si era spesso eclissato con Remus, adducendo le scuse più varie, dalla ricerca in biblioteca al compito di astronomia.

Peter mi ricordò come, nei giorni dopo la luna piena, Sirius avesse sempre insistito per assistere il compagno ferito, in infermeria, ma questo lo aveva sempre fatto, anche se ora, quel suo gesto, poteva assumere un significato diverso.

Poi ricordammo insieme la sera del ballo di San Valentino.

Remus, come sempre, non voleva partecipare.

Odiava mettersi in mostra e poi non aveva l’abito da sera, perché purtroppo non poteva permetterselo, inoltre era di una timidezza incredibile con le ragazze e, in cinque anni di scuola, mai lo avevamo visto uscire con qualcuna.

Per lui l’amore era un sentimento proibito.

No, non che non ci credesse, lui credeva in questo, anzi, nel suo cuore, c’era tanto amore.

Amore per la vita, per le persone, anche se lo spaventavano a morte, per noi tre amici, ma sapeva che nessuno avrebbe mai potuto provare attaccamento per lui, anzi era proprio impossibile che a qualcuno venisse in mente di condividere la propria vita con un lupo mannaro e, dopo aver assistito alle sue trasformazioni, avevo capito il perché.

Eppure, dopo quella serata, che lo aveva visto come sempre fare da tappezzeria, insieme a Peter, mentre io e Sirius ballavamo con varie ragazze, Moony era cambiato.

Non so, di preciso, cosa fosse successo ma, ad un certo punto, lui si era defilato con una scusa.

Paddy lo aveva seguito e poi non li avevamo più rivisti, se non per ritrovali, la mattina dopo, addormentati sul divano della sala comune.

Sirius mi aveva raccontato di aver passato il resto della serata a parlare con lui e, io, ci avevo creduto, anche se ora ci credevo, decisamente, meno.

Comunque da quella sera Remus era cambiato.

Era diventato più … non saprei come descriverlo: più bello, non mi viene in mente nessun altro aggettivo.

Sorrideva di più, si curava meglio nell’aspetto e sembrava più felice, almeno per i primi tempi, perché, poche settimane dopo, erano cominciate le crisi di pianto notturne, quando pensava che nessuno lo sentisse, gli incubi, le scuse per rimanere da solo, lontano da noi.

Il suo viso era segnato da occhiaie nere, peggio che dopo le sue lune e, a tavola, mangiava sempre meno.

Anche Paddy era intrattabile, ma quando stava male Lupin lui ne faceva sempre un caso nazionale.

Io e Peter avevamo ipotizzato un amore non corrisposto, ma Sirius, alle nostre supposizioni, si era irritato ulteriormente.

Ci aveva sbeffeggiati con parole dure e taglienti ed una cattiveria che ci aveva portato a litigare di brutto.

Così, quando due o tre giorni dopo, io e lui avevamo rifatto pace, per evitare altre discussioni, avevo sempre evitato di parlare di Remus con lui.

Ora capivo.

Tutto mi era chiaro.

Sirius non sapeva cosa fosse la fedeltà e, come dicevo prima, non credeva nell’amore.

Ricordo che, al ritorno da quella gita al mare, dopo aver lasciato Moony a casa sua, lo affrontai.

Gli dissi che sapevo tutto di lui e Remus, che li avevo visti fare l’amore e Sirius non negò.

Senza guardarmi mi chiese se desideravo non vederlo mai più, e io gli diedi del deficiente.

Cazzo, lui era il mio migliore amico! Che cosa m’importava di chi si portava a letto! Anche Remus, però, era un carissimo amico e non volevo vederlo soffrire, perché lui nell’amore ci credeva eccome.

Peter si era preoccupato più del benessere di Moony che della loro presunta omosessualità, o bisessualità nel caso di Sirius.

“James”, mi aveva detto con le lacrime agli occhi, prima della nostra partenza, in un momento in cui eravamo rimasti da soli, “Sirius gli spezzerà il cuore. Fai qualcosa! A te Pads da ascolto. Remi non merita di soffrire anche a causa di un amore non corrisposto, soffre già per così tante cose. ”

Sirius ascoltò il mio discorsetto in silenzio, poi sorrise amaramente.

“Davvero credi che io possa solo fargli del male?”, Mi chiese, ed io capii di averlo ferito profondamente.

Sua madre gli aveva sempre rinfacciato di essere un errore, un essere spregevole in grado di creare solo problemi e sofferenze, un rinnegato indegno di amore.

Io sapevo quanto, queste parole, avessero segnato il suo cuore e la mia sfiducia verso di lui aveva riaperto quelle ferite mai del tutto rimarginate.

Tacqui di colpo e lui pure.

Ci salutammo appena, quando arrivai all’imbocco del viale di casa mia.

Scesi lì, perché i miei non vedessero l’auto.

Per il resto dell’estate non rividi nessuno dei miei amici, salvo poi ritrovarci il 1° settembre alla stazione di King Cross.

Quell’anno, il sesto, lo ricordo come l’anno dei litigi.

Sirius non riusciva a essere fedele a Remus e quest’ultimo si disperava.

Io mi ritrovavo a parlare con un Paddy, nervoso ed intrattabile, che non capiva perché Remi se la prendesse tanto per le sue avventure, visto che erano senza nessuna importanza.

“Pads, come puoi fare queste cose? Lo sai che Remi ti ama. E’ ovvio che soffra trovandoti a pomiciare ovunque con altre persone; ma perché lui non ti basta? Io, se Lily mi degnasse di uno sguardo, le sarei fedelissimo. Non sentirei il bisogno di tutte quelle conquiste che invece attirano tanto te. ”

“Cazzo Prongs, come la fate lunga! E’ solo una botta di sesso. Di loro non m’importa niente. Vado con le ragazze perché mi diverto, e poi, così, i miei non potranno mai sospettare che l’unica persona che mi interessa veramente è un uomo. Lo sai cosa mi farebbero se lo scoprissero e, soprattutto cosa farebbero a Moony. ”

In effetti, il pericolo Black era reale e, a parte con Remus, non credo che Sirius abbia mai avuto relazioni con altri ragazzi, o almeno io non l’ho mai saputo, però, vedere Moony ridotto a uno straccio, mi spezzava il cuore.

Peter passava ora a consolarlo, a cercare di farlo ragionare.

Sirius non era la persona adatta a lui e, prima se ne fosse liberato, meglio sarebbe stato.

Lui assentiva, prometteva di farlo, ma poi, bastava un sorriso di Paddy e la sua rabbia si scioglieva come neve al sole.

Ormai io e Pet lo avevamo dato per perso, quando accadde la storia dell’aggressione a Piton.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mizar